Schermata 2014-03-10 alle 21.02.10


Su un tema complicato e serio come quello della parità di genere (che non è ovviamente un problema strettamente legato alla rappresentanza parlamentare) non vorrei dire nulla. Mi sembra il classico argomento dalle mille sfaccettature che va oltre le mie possibilità. Però due cose piccole sono costretto a dirle lo stesso:

1) Le parlamentari di schieramenti diverse che si vestono di bianco è una baracconata alla Beppe Grillo. Sono state penosa in questi mesi le sceneggiate parlamentari dei grillini lo è ugualmente questa. Il Parlamento assomiglia ogni giorno di più ad un teatrino di saltimbanchi e l’impressione è che sempre meno persone intendano smarcarsi da questa ridicola messa in scena ad uso dei media. Se il messaggio deprimente che i parlamentari vogliono dare è quello che i media sono per loro più importanti del Parlamento beh ci sono riusciti.

2) Fra le cose che ho letto sulla parità di genere in Parlamento una mi convince più delle altre. L’idea balzana e folle che la legge, in generale, possa incardinare i comportamenti delle persone, ne possa tracciare i confini di ogni singolo frangente con esattezza. In Italia vige da decenni questo pensiero politico molto comodo e consolante per cui una buona legge, una norma esteticamente bellissima, basti a sé stessa. La Costituzione più bella del mondo, diciamo sempre, le norme più moderne d’Europa, si dice talvolta. E nessuno che guardi fuori ad osservare cosa succede per davvero dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, quale sia l’effetto concreto di così tante leggi onnicomprensive e bellissime. Se avessimo l’onesta di farlo forse abbandoneremmo almeno un po’ l’idea di migliorare il mondo a suon di commi.

13 commenti a “Due cose brevi sulla parità”

  1. mORA dice:

    Per analogia col punto 2):

    http://edue.wordpress.com/2013/12/31/auspici-e-necessita/

  2. frank dice:

    ..ma soprattutto alla Marco Pannella. Non dimentichiamo “i media di regime”.. Le sceneggiate veicolano contenuti (e referendum). Sui media infatti distinguerei: c’è chi li controlla, e c’è chi li subisce. Ristabiliamo una giustizia.

    E comunque questo can can ha offuscato il Maialum (legato alla cancellazione del Senato?) e il conflitto d’interessi, e molto altro. Gli spin doctor sanno il fatto loro.

    Massimo sono abbastanza d’accordo con te, ma non totalmente, credo ci sia un equivoco: è una distorsione di un pensiero politico, una degenerazione, così lo strumento legislativo diventa un abuso. La Costituzione invece non è solo comma prescrittivo, ma anche un favorire e un promuovere, e non credo sia un dettaglio a livello culturale.

  3. frank dice:

    proprio stasera sentivo alla radio un’intervista che avrebbe dell’incredibile ma che è invece la più banale normalità.. o forse una normalizzazione costantemente forzata.

    “professor D’Alimonte, lei è lo zio di questa legge elettorale, come considera questa legge? Una buona legge?”

    e che deve rispondere? lo zio..
    è solo l’intro. Si chiede un parere tecnico, ad un professore. Ma il ‘professore’ comincia a inanellare ragioni esclusivamente politiche: “i partiti non fanno governar Renzi”… “l’emendamento salva Lega”… “ma se si va al ballottaggio vince Lui”… e infine:”sperando si cancelli il Senato”…

    è tutto ribaltato: per fare una legge si parte dalla rappresentazione dell’esistente. E se l’esistente fa pena, la legge sarà una porcata. Ad immagine e somiglianza, una dimostrazione d’onnipotenza.

    Una legge dovrebbe invece essere neutralità rispetto alla rete

  4. Seth dice:

    1) Le parlamentari del Pd magari hanno passato anni a differenziarsi da quelle del Pdl per il modo in cui sono arrivate lì e per la differente condotta politica e morale. Poi eccole qui, tutte assieme, come nel migliore dei partiti unici. Senza dimenticare le parlamentari di altri partiti, ancora più distanti in teoria. Tutto per ciò una questione etica? O per una necessità (anche d’immagine)?

    2)Legge e morale non vanno per forza d’amore e d’accordo. Ci sono delle leggi che, seppur infrante, non ledono l’etica; ci sono dei principi etici non difesi da nessuna legge, anzi, ci sono dei crimini morali giustificati da alcune leggi. Ovviamente lo stato deve tutelare tutti, ed in effetti per sancire questo principio c’è l’Articolo III della nostra Costituzione, ma poi la palla passa alla cultura di una nazione, non più alle sue leggi. Per quanto riguarda le quote rose secondo me si andrebbe oltre: si controlli la trasparenza all’interno dei partiti (e movimenti) e poi si reintroducano le preferenze; da queste premesse le donne in parlamento potrebbero arrivare anche al 70%, senza alcun bisogno di tutele extra.

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    Nel momento in cui si è’ deciso che il principio base della democrazia cioè’ che È’ l’elettore che decide chi deve rappresentarlo e’ stato sostituito dalla nomina, l’Italicum prevede sempre la nomina con la scusa che sono collegi piccoli,e’ normale che chi teme,con ragione,di poter essere escluso dalle nomine insorga…il vero tradimento della democrazia sono le nomine che piacciono a Renzi come a Berlusconi….

  6. frank dice:

    Il nostro orrore piú grande è la sistematica omissione di alcuni dati di fatto: Berlusconi ha vinto e governato (spadroneggiato) con qualsiasi legge elettorale, qualsiasi. Sarà mica colpa della legge elettorale….A nessuno è mai venuto in mente che ad alternarsi al governo per un interminabile ventennio sono stati gli unici partiti che controllano la televisione? L’unico vero totalitarismo di fatto, unico in tutta Europa, come disse il deputato dell’ELDR Olle Schmidt. Un totalitarismo che chiede sempre piú ‘governabilità’ e una diversa costituzione

    Mandare a quel paese il monarca è cosa buona e giusta, ma la vera rivoluzione è mandare a quel paese gli elettori, cioè tutti noi. Spesso è il monarca a incatenare gli schiavi, ma qualche volta son gli schiavi a crearsi il monarca.

  7. Mackley dice:

    “Sono state penosa in questi mesi”
    sono state ? penosa ? non ho capito riferimento al soggetto e l’aggettivo.

  8. roberto botta dice:

    Il tuo ragionamento “punto 2” è senz’altro condivisibile, ma è altrettanto vero, e questo mi pareva il senso più “alto” dell’emendamento, che un parlamento di maschietti (soprattutto se convinti di avere “gli attributi”) farà sempre e solo leggi da maschietti (senza “attributi”). E quindi non è da escludere che una modifica in senso di parità di genere del parlamento possa essere utile anche per aiutare a modificare almeno un po’ la “natura” stessa del legiferare. Possa. Non è detto, ma può. E sarebbe stato comunque un segnale, che di questi tempi non è poco, ma è il meglio che passa (avrebbe passato) il convento.
    Credo tuttavia che in questa vicenda la cosa più importante sia il “punto 3” che tu non consideri, e che quindi vado di seguito a proporre (in aula mi pare lo abbia ricordato, nel disinteresse generale, donne comprese, un deputato di SEL): la cosa un po’ sconcertante e degna di attenzione è che le deputate donne del PD (che sono stati in gran parte loro gli interventi più appassionati e di impegno civile) si sono battute con ardore per la parità di genere ma non hanno mosso un dito (tranne la rottamata Rosy Bindi, guarda un po’) per denunciare la sostanza di una legge che tra sbarramenti, soglie, premi e premietti di maggioranza finirà con il togliere diritto di rappresentanza a qualche milione di cittadini che si recheranno alle urne e non voteranno i “grandi” (per dimensioni) partiti.
    Ecco, forse sarebbe stato bello che la difesa della parità di genere fosse stata preceduta da una difesa della parità di voto per tutti i cittadini elettori…
    Mi il PD sulla parità di genere, bontà sua, lasciava libertà di voto e quindi possibilità di criticare-emendare la legge, su soglie e sbarramenti invece no per non irritare Verdini, e quindi le deputate PD, paladine ieri dei diritti, se ne sono state l’altroieri ben zitte, coperte e allineate quando si parlava di sbarramenti…
    Il che, alla fine del discorso, manda un po’ a pallino ogni ragionamento sui diritti, e lascia, di questa faccenda, mestamente in piedi solo in tuo “punto 1”, ovvero la cosa più sconsolante (agghiacciante?) di tutte.

  9. Carolus dice:

    La Costituzione italiana non è solo la più bella del mondo, è anche la più buona: sono anni che se la spolpano tutti i giorni con gusto.

  10. Stefano Nicoletti dice:

    Una legge non cambia mai le persone nè le mentalità.

  11. gregor dice:

    Sarei d’accordo con il post di Mantllini se scrivesse un post sulla condizione della donna in Italia, lavora meno, guadagna meno e fatica di più in tutti settori.

    Siamo tutti bravi a criticare il parlamento, ma siamo pessimi nel capire le premesse….

  12. Emanuele dice:

    Per l’Australian Human Rights Commission i generi sono 23
    Per Facebook sono 56
    Allora o parlate di sessi, che sono due o considerate pari tutti i generi nella legge elettorale. Verrà un bel casino ma almeno i diritti umani saranno rispettati.

    Se a qualcuno messa così può sembrare una buffonata allora capirà perché per me la “parità di genere” è comunque una buffonata quando si tratta di elezioni, dove si dovrebbe andare avanti per i propri meriti e non per la presenza o meno di un pene tra le gambe

  13. paolo dice:

    mha….. non sono per nulla convinto.

    punto primo.
    mi pare assurdo “bocciare” una buona proposta solo perchè viene da persone poco credibili. E’ vero, abbiamo dei pagliacci in parlamento. cerchiamo almeno di incoraggiare i comportamenti che in un qualche modo tornano utili al paese.

    punto secondo
    Abbiamo già da tempo dimostrato di non essere in grado di superare da soli un ostacolo come questo. se non si riesce a forzare con un legge significa che non ci sono proprio speranze.

    e aggiungo…. non è mica per caso se come italia ci troviamo sempre sul fondo delle classifiche (qualunque esse siano) , purtroppo ce lo meritiamo alla grande. come ci meritiamo la classe politica che abbiamo
    e non sto dicendo che la causa è la mancanza di pari opportunità … quella è solo uno dei sintomi