Faccio come si faceva una volta. Commento due passaggi di un bel post scritto da Vittorio Zambardino su Wired a proposito dell’Oscar a Sorrentino. Il primo è questo:


Per motivi qui lunghi da elencare, sono almeno vent’anni che i sentimenti italiani hanno prodotto uno “stalinismo virtuale”, dove si fanno processi sommari. Ma qui mi interessa un aspetto ancora più invisibile: questo tribunale sempre aperto, come l’Inferno, ha bisogno di perdere la visione “fine”. La capacità di discernere, di capire lo spessore delle parole, i passaggi che una frase salta dando per scontati i dati storici, il fatto che la parola è un pallone aerostatico che, fragile fragile, sfida le leggi della fisica e prova a esplorare un mondo.



È un tema affrontato mille volte, complessivamente la mia impressione è che non sia vero: non esiste uno stalinismo digitale tanto più ampio del nostro personale stalinismo. Come sempre si dice ognuno di noi è il fabbro di quello che si costruisce attorno e quindi il panorama “virtuale” davanti ai nostri occhi cambia in funzione di noi stessi. Con una eccezione rilevante che è Twitter (e non a caso credo che Zambardino in particolare a Twitter si riferisca). Ecco, su questo, io credo da tempo che Twitter sia un amplificatore di sarcasmo molto potente. O per lo meno lo è per me. Il limite dei 140 caratteri l’immediata veloce visibilità, le molte spesso istantanee opzioni di pubblicazioni, rendono Twitter perfetto per coagulare e condividere con il mondo sensazioni e sentimenti immediati. Che come sappiamo spesso e volentieri sono i peggiori, quelli meno meditati e più sentimentalmente coinvolti. Si dovrebbe evitare di usare Twitter dentro il fulmineo marasma del tempo reale ma questo ne sminuirebbe forse la sua caratteristica più rilevante, quella che tutto sommato ce lo fa apprezzare. Così Twitter è una formidabile macchina del sarcasmo inutile, lo è prima di tutto per me e questo un po’ mi spiace e cerco di farci attenzione. Per sintetizzare: su Twitter come strumento di comunicazione grossolano Zamba ha ragione.


La seconda frase che voglio commentare è questa:

Sarebbe bastato un minimo di pensiero ieri, per capire che, indicando le fonti della sua ispirazione, Sorrentino parlava di Maradona come artista del calcio, atleta ineguagliabile, realizzatore dei desideri di un popolo e blasfemo del potere (quello del calcio. Blatter lo sa che è così). E allo stesso tempo in quelle parole (la parola sfida le correnti e la gravità) non c’era un giudizio morale, lo si sospendeva perché non è sempre necessario fare i Savonarola (che, puttaniere, finì impiccato). L’ostacolo era aggirato per capire cosa aveva di grande un uomo. Che come tutti gli uomini porta la sua “macchia umana”.



Io questo lo trovo invece un vizio italiano, un vizio, per conto mio, evitabile. Lo vedo in Sorrentino e lo vedo in questa ragionevole giustificazione di Zamba. Ognuno di noi ovviamente il giorno in cui vince l’Oscar cita davanti a un miliardo di persone chi preferisce e ognuno può preservare il giudizio su Maradona che più gli aggrada (il mio per esempio che conta poco almeno fino al giorno in cui non vincerò l’Oscar è chissenefrega del calciatore, trovo più rilevante il Maradona esempio per la gioventù napoletana in quanto vicino ai mafiosi, evasore, puttaniere, tossico ecc ecc). Il vizio trovo sia quello di voler dichiarare la propria diversità: voi citate la mamma? Io cito i Talking Heads, voi vedete in Maradona un esempio di vasta corruzione io lo innalzo a fonte ispirativa. Questo è molto figo (per quelli che ci credono) e molto provinciale, a maggior ragione quando la bestemmia bellissima viene pronunciata nel tempio della convenzione (i 2 minuti di mondivisione che avrai oggi e mai più). Io trovo la frase di Sorrentino al di là di Maradona e dei Talking Heads, la rappresentazione dell’artista che ci spiega il suo essere artista (e noi no). All’artista come è noto tutto è concesso, perché l’ispirazione è ovunque non a tutti è dato coglierla. E questo è certamente vero. E questo è certamente il lavoro dell’artista. Nonostante questo Sorrentino che cita Maradona e i Talking Heads a me non ricorda tanto la sua diversità di artista (la cui essenza è normalmente nell’opera e non nella sua spiegazione) piuttosto mi richiama alla mente quel compagno di liceo che ognuno di noi prima o dopo ha incontrato che ogni volta raccontava a tutti delle sue molte anzi moltissime fidanzate.

18 commenti a “Da Maradona ai Talking Heads”

  1. Andrea dice:

    ti sei scordato this must be the place e david byrne.
    ed ecco che il tuo ragionamento viene affossato. fermarsi a Maradona era dura, eh?

  2. frank dice:

    Credo ci sia tutto nel film di Sorrentino, buona manifattura, rovinato da un fenicottero sul balcone di Calcutta. Il troppo stroppia, ma è molto americano.

  3. ale dice:

    chepppalle madonna sti sinistri

  4. Dino Sani dice:

    Da un lato credo che Sorrentino rispecchi molto bene il provincialismo italiano di questi anni, paradossalmente proprio quando gira in America o fa un film che viene apprezzato di più all’estero che in Italia. Possiamo discutere sul fatto che il film sembri realizzato vent’anni fa, sull’ipocrisia che regna nel suo incedere sui vizi della morente borghesia italiana, ma resta quasi oggettivo il suo ricercare i territori felliniani fuori tempo massimo (della storia, del cinema). E la pochezza dei suoi ringraziamenti, ammiccanti a una diversità che nei fatti non esiste, é l’ultimo capitolo di questa ipocrisia. E in questo senso il film rappresenta bene le nostre classi dominanti (la casta…) di cui Sorrentino é compiaciuto rappresentante. Poi i cineasti bravi, quelli veri, premiano sacro gra e tir….qualcosa vorrà dire.

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    Un regista veramente felliniano farebbe un film con dentro tigri, elefanti, leoni, frustati a sangue da un domatore e poi pieno di donne un po’ tanto p….con tette e culi enormi… e uomini che se le fanno senza timore …Ad un certo punto arrivano davanti al Circo un gruppo di grillini antivivisezionisti e di femministe urlanti guidate dalla Bonino, un Cardinale di una Chiesa nemica di Bergoglio esce da un carrozzone e si mette a frustarli tutti, le femministe, i grillini, la Bonino… Questo è un film veramente bello e felliniano ma il politically correct ci impedisce di vederlo eppure gli americani gli darebbero un Oscar, anche 2. o 3….

  6. Leo dice:

    Quello che mi manca e’ l’imbarazzante inglese di Sorrentino che va di pari passo alle citazioni “strane” che ha riportato (me lo vedo con gli amici a pensarle ridendo al bar). Per lui e’ stata la genialata del genio, per me e’ stata la cafonata italiota che per forza deve fare l’antico perchè “siamo italiani”.
    15 secondi di gloria cestinati per sempre.

  7. Marco dice:

    A me sembra molto più provinciale il criticarlo per nulla, il tiro al bersaglio di alcuni perché fa più figo essere ‘originali’ e fare a pezzi chi ha successo e chi viene premiato all’estero. Forse ci si dimentica dei film che ha fatto in precedenza, ci si dimentica che Byrne dei Talking Heads ha fatto un bel cameo nel suo film precedente “This must be the place”, del quale ha scritto anche la musica e in questo contesto non ci vedo nulla di strano se lo cita come fonte d’ispirazione. Poi ovviamente del discorso è molto comodo estrapolare solo Maradona e dimenticare che ha ringraziato gli attori, il produttore, il cast, Fellini, Scorsese, Roma, Napoli, la moglie, i figli, i fratelli e i genitori. Ma si sa che per attaccarlo, tutto il resto va taciuto e ci si deve concentrare sul perché abbia citato Maradona; che cosa orrenda citare chi ti ha fatto gioire da adolescente? Vero?

    Parlando della Grande Bellezza, a me pare che all’estero abbiano più percepito il film come la storia della solitudine e della difficoltà di vivere del protagonista messo di fronte al tempo che scorre inesorabile, mentre in Italia ci si è ostinati come sempre a buttarla in politica.

  8. Pier Luigi Tolardo dice:

    Perchè ha dimenticato di citare Saviano e Andreotti? Sarebbe Sorrentino senza Saviano e Andreotti?

  9. Marco dice:

    @ Tolardo
    Guarda che Gomorra l’ha girato Matteo Garrone ◔_◔ .

  10. Enrico Giammarco dice:

    La gaffe di Tolardo mi ha fatto venire in mente una divertente partecipazione di Sorrentino alla serie tv Boris, nei panni di se stesso.

  11. Marco dice:

    @Giammarco

    http://www.youtube.com/watch?v=rmWDGXkVRh8

  12. Pier Luigi Tolardo dice:

    In effetti Sorrentino ha detto una volta che gli sarebbe piaciuto girare lui Gomorra e gli è spiaciuto molto non averlo potuto fare ….

  13. Gian dice:

    Bellissimo!!!!!!

  14. frank dice:

    ma no, ma cosa c’entra Fellini, il film di Sorrentino vuol essere un film POP, parte con un buon ritmo, ottima regia e fotografia, poi si perde nella sceneggiatura. Poteva essere un gioiellino: Bellezza è anche senso della misura, di una misura estetica efficace e coerente. (per questo motivo è ridicola la bellezza che ciascun partito vuole attribuirsi: diventa bellezza di regime)
    Spero che Sorrentino possa far tesoro della libertà data da un oscar e sviluppare diversamente i suoi film, senza dover a tutti i costi dimostrare.

  15. frank dice:

    per quanto riguarda la ‘critica distruttiva’ ricordo anche che l’Italia ha il record di uomini dei miracoli, a torto o a ragione. Un paradosso no?

  16. Daniele Minotti dice:

    Probabilmente ha ragione Marco: soltanto un tributo a chi lo ha fatto sognare da adolescente, nulla di realmente colto. Chi è napoletano o, come me, ha tanti amici napoletani conosce perfettamente il maradonismo che taglia la società partenopea ad ogni livello. Nessuno ne va immune, tanto meno il regista delle citazioni felliniane.
    Detto ciò, al catalogo di *precedenti* del succitato calciatore aggiungerei, a quelli elencati da Massimo: amico di noti dittatori (Castro e il buonanima di Chavez), traffatore dello sport (due squalifiche per doping e un gol rubato con la *mano di Dio* – gol che incarna perfettamente la furberia tutte italiana), sfanculatore dell’Italia – dunque di tutti noi – con tanto di gesto dell’ombrello nel confessionale di don Fazio.
    Per carita’, nessuno e’ perfetto, pero’ il tributo in mondovisione ci fa apparire per quello che siamo, ancora una volta.
    Sorrentino, non in mio nome.

  17. Pinellus dice:

    Sintetizzo in linguaggio orientato agli oggetti.

    if (persona.getLuogoDiNascita() == Citta.getNapoli() && persona.getAnnoDiNascita() <= 1978) then {

    AmoreIncondizionato teDiegum = new AmoreIncondizionato('PerSempre');

    } else {

    throw new NonSapeteDiCosaStateParlandoException();

    }

  18. Giò dice:

    @Marco

    Davvero divertente.

    Io al posto suo avrei preso tutti a schiaffi…..