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Gen
«Astenersi da comportamenti, opinioni e giudizi che possano ledere l’immagine dell’amministrazione anche nell’utilizzo dei social network nella vita privata»
Il codice di comportamento per dirigenti, impiegati, consulenti e dipendenti di partecipate in via di approvazione al Comune di Ravenna.
p.s. l’assessore che lo propone è del PD.
(via Ravenna e dintorni)
Gennaio 15th, 2014 at 23:22
Vergogna democratica!!
Gennaio 16th, 2014 at 02:07
Si puó solo sperare che si siano spiegati male. Comunque buon divertimento ai sostenitori dell’uso della reale identità su internet.
Gennaio 16th, 2014 at 07:59
Ma dove lavorate?
Normale paragrafo in tantissimi documenti contrattuali. C’è pure di peggio.
Questo è semplicemente declinato su internet.
Gennaio 16th, 2014 at 08:43
a Ravenna? sembrerebbe più Mosca.
Gennaio 16th, 2014 at 08:48
codice cavalleresco
Gennaio 16th, 2014 at 08:58
Massimo, come ti avevo anticipato in un post precedente: come giudichi un partito che impone un’ “etica del web” e non rispetta nemmeno il primo codice costituzionale? E non parlo solo dei referendum, ma dei numerosi stravolgimenti costituzionali di questo ventennio rossonero (ogni riferimento calcistico è puramente casuale)
Gennaio 16th, 2014 at 09:04
Si traduce in: non sputare nel piatto dove mangi. Non capisco dove sta la stranezza, se ci sono malumori ci saranno ben riunioni, assemblee…
Gennaio 16th, 2014 at 09:16
Non lo so. A me capita di andare in Uffici Pubblici per lavoro ed essere scavalcato da personaggi e colleghi che si mettono a parlare con la persona con la quale devo avere un colloquio, delle loro bacheche.
Poi se l’appalto non lo danno a me ma ai loro amichi di social, mi può dare fastidio.
Un po’ come se tu scoprissi che l’assessore che voleva togliere i pini marittimi nella tua cittadina, ricordo la vicenda in maniera approssimativa ma per capirsi, è amico di social del miglior esperto di taglio di pini marittimi del mondo il quale è collegato al gruppo Togli gli alberi e pianta un cilindro di cemento. Certo poteva anche essere una conoscenza del bar o dei tempi dell’asilo, ma ti rode.
Gennaio 16th, 2014 at 09:59
Non c’è bisogno di comportamenti, opinioni e giudizi, con sprechi, atti e comportamenti, la pubblica amministrazione lede da sola la propria immagine.
L’esplicitazione è comunque sempre utile.
Gennaio 16th, 2014 at 10:23
sono solo io che non ci trovo nulla di strano?
Gennaio 16th, 2014 at 10:32
Scusate ma voi la interpretate come:
Astenersi da comportamenti, opinioni e giudizi [che riguardano la pubblica amministrazione]
oppure
Astenersi da comportamenti, opinioni e giudizi [che riguardano la vita privata del dipendente]?
Gennaio 16th, 2014 at 10:51
Io, essendo ingenuo, penso che serva per evitare situazioni di questo tipo:
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/12/29/news/insulti-via-web-l-ipasvi-convoca-l-infermiera-1.8380563
Gennaio 16th, 2014 at 11:19
@luca: mi sembra evidente che augurare la morte di qualcuno, per un infermiere rappresenti la violazione di un codice deontologico (ma magari con un avvocato di quelli bravi..)
Ma, per dire, sostenere la liberalizzazione delle droghe leggere nuoce all’immagine di un Comune (qualcuno potrebbe pensare che se le pratiche vanno a rilento è a causa degli impiegati storditi dal fumo)?
Gennaio 16th, 2014 at 11:24
A Roma è stata anche licenziata (o sospesa) una dipendente del X Municipio perché parlava male del presidente su Fb…
Gennaio 16th, 2014 at 11:30
Ma vabbè è normale per qualunque azienda si lavori.
Io posso avere una mia opinione personale su questioni anche delicate, ma vi sono modi e opinioni che un’azienda non esprimerebbe mai, e in quanto parte di un’azienda il titolo personale è spesso a rischio di confondersi con quello aziendale.
Immaginatevi un manager Ferrero che dica “i sinadacati proteggono in fannulloni”: metterebbe in difficoltà Ferrero, i giornali direbbero subito che Ferrero (e non il sig. Paolo Rossi) pensa quello, si creerebbero tensioni aziendali interne, boicottaggi del prodotto, Ferrero dovrebbe scusarsi e specificare che non c’entra con quel pensiero, e tutto per le inopportune dichiarazioni del sig. Paolo Rossi, dipendente di Ferrero.
Non capisco perchè debba esser diverso per un rappresentante di un ente che deve far funzionare l’impresa cittadina.
Gennaio 16th, 2014 at 11:43
Tutto sommato rientra nelle norme di “tenere pulito il proprio giardino”.
Gennaio 16th, 2014 at 12:16
Dai commenti sembra che sia tutto normale, che venga codificata e ratificata la mancanza di libertà di espressione… Chi decide cosa “lede” qualcuno o qualcosa? Se io lavoro in un’azienda non ho il diritto di dire e manifestare quello che penso? Sembra che il Pd abbia tenuto le cose peggiori del vecchio PCI e perso le migliori….
Resto allibito che solo Mante e pochi altri trovino inaccettabile questa storia….
Gennaio 16th, 2014 at 12:30
Innanzitutto questo articolo è incostituzionale: l’art.21 della Costituzione tutela la libertà di espressione, non fa differenza fra lavoratori pubblici e privati, lavoratori autonomi e dipendenti, social network e no…
Poi è contro lo Statuto dei Lavoratori o Legge 300 che impedisce che un lavoratore possa essere discriminato o punito per aver espresso opinioni politiche , religiose, etc. Lo Statuto dei Lavoratori si applica anche ai dipendenti pubblici che nel loro Contratto vedano tutelate la libertà di espressione, associazione sindacale, etc. che hanno, inevitabilmente, anhe una componente di critica. Il lavoratore del Comune non può candidarsi ed essere eletto Sindaco o in Consiglio Comunale perchè controllerebbe sè stesso e questa è l’unica limitazione espressamente prevista ai suo diritti cvili e politici, la legge Severino prevede anche un dirigente dello Stato(anche del Comune) non possa essere eletto nemmeno in un’altra Amministrazione Comunale o Priovinciale e questa è la sola altra limitazione prevista dalla legge. Poi certo quando critichi anche la tua Amministrazione per cui fai il bidello , anche su Facebook, perchè ha aumentato l’IMU, non reintegra i pensionati o non costruisce parcheggi lo devi fare rispettando le persone, non diffamando,non dicendo cose false ma questo lo prevede già il Codice Penale e pr tutti…
Gennaio 16th, 2014 at 13:17
Io continuo a sperare che intendessero semplicemente qualcosa come “il dipendente non può diffamare il datore di lavoro” (che come si diceva non dovrebbe essere necessario scrivere in un codice di comportamento..).
Tuttavia nella vita “online” può esserci un rischio di confusione tra identità personale e identità in qualità di rappresentante di un’organizzazione, che non va sottovalutato.
Gennaio 16th, 2014 at 13:53
E’ ovvio che e’ una clausola che serve solo a vietare al dipendente di parlar male in pubblico del datore di lavoro (in questo caso la p.a.), cosa comunissima. Chi la intende come norma di applicazione generale secondo me non ha capito granche’, ossia puoi avere la tua posizione sul matrimonio gay e scriverla dove ti pare e piace, ma non puoi dire che il dirigente tale del dipartimento talaltro sta svolgendo male il suo lavoro. Normale amministrazione.
Gennaio 16th, 2014 at 15:03
Il problema è che chi l’ha scritta così in modo così generalgenerico non ha capito granchè…. Così come è scritta si potrebbe intendere che basta essere volgari, maleducati e razzisti anche su cose che non c’entrano con l’Amministrazione , dichiarando o anche solo essendo dipendenti pubblici sarebbe vietato…Ma la legge stabilisce i casi in cui se un dipendente pubblico viola alcune leggi e viene giudicato colpevole può essere radiato anche per reati estranei alla Pubblica Amministrazione(violenza sessuale, pedofilia, assegni a vuoti, circonvenzione, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale)…Così come già i regolamenti interni prevedono che si debba tenere un rapporto corretto con superiori, colleghi, clienti, cittadini..Che non si debba svolgere un ‘attività in concorrenza o un’altra attività tout court, che non si debbano fare favori a privati, che non si debbano rivelare atti coperti da segreto d’ufficio, amministrativo, giudiziario, che implicano privacy di altri cittadini…Se consideriamo che il Comune e le aziende collegate coprono tanti ambiti iei il dipendente comunale non può lavorare in tutti: dalle Farmacie alle palestre, dalla biblioteca alle strade, dagli asili nido e lì non si precisa per gli atti in cui lavora quel dipendente(addirittura consulente) e che questi atti hanno comunque una direzione politica , non solo una gestione burocratica,si capisce che la norma così come è scritta oscilla fra l’inutilità e la possibiiltà di leggittimare tanti e troppi abusi…
Gennaio 16th, 2014 at 15:08
se è per questo in determinate case di moda c’è la clausola, scritta o non scritta, che il determinato dipendente non dovrà mai apparire consapevolmente in una foto pubblica su internet indossando abiti della concorrenza.
Gennaio 16th, 2014 at 15:52
Articolo 21 della costruzione.
Non aggiungo altro.
Gennaio 16th, 2014 at 16:20
per la cronaca, dal Codice Etico della mia azienda di cui mi è appena arrivata la nuova versione:
“non adottiamo comportamenti anche solo potenzialmente lesivi dell’immagine aziendale e/o del Gruppo in considerazione del rapporto intrattenuto per la Società per cui operiamo;”
Gennaio 16th, 2014 at 16:48
il punto è che qui mante e altri hanno confuso il diritto alla libertà di espressione con l’inappropriatezza di esprimere commenti o azioni che possono essere lesivi dell’immagine e operato dell’azienda stessa, screditandone il nome.
Non si tratta di libertà, ma di professionalità.
Ma se chiediamo al nostro PresDelCons di fare la vita che vuole ma di non andare a puttane per non sputtanarci col mondo intero o mettersi in una posizione di ricattabilità, nel piccolo mi par naturale chiedere lo stesso ai dipendenti e ai consiglieri comunali.
E allora chiedo a Mante: perchè ti stupisce?
Gennaio 16th, 2014 at 18:03
Qui si non si citano i social network….Rispetto al Ccln. delle Tlc , che riconosce questa azienda, di cui parli .mau, c’è in più anche il “solo potenzialmente”, bisogna dire che mentre il rispetto del Contratto è un obbligo del dipendente, per cui può essere punito e cioè quando colpisce effettivamente e non potenzialmente, l’immagine e quindi il datore di lavoro ha l’onere di dimostrare che ci sia stato un reale danno di immagine, il codice etico è più una “bussola morale” del corpo aziendale….non ne discendono sanzioni…Sarebbe stato molto meglio, anche in campo di codice etico dire : “lavoreremo per migliorare l’immagine della nostra azienda e/o Gruppo…
Gennaio 16th, 2014 at 18:25
ma certo: ‘immagine’ può anche voler dire ‘omertà’
la realtà cristalizzata nella fotografia, immagine perfetta, che la banda di ladri mette davanti alla telecamera di sorveglianza del solito film per agire indisturbata
la denuncia diventa quindi ‘lesiva dell”immagine’ e la censura diventa buona e giusta
E’ l’argomento principe per attaccare il giornalismo d’inchiesta.
(chissà perchè nei commenti non viene fuori anche quest’aspetto, soprattutto in questo Paese. Allora devo preoccuparmi?)
Gennaio 16th, 2014 at 23:03
Che cosa chiede l’opinione pubblica ad un dipendente pubblico? Che non sia assenteista, che non sia corrotto,che lavori il più’ possibile, che spazzi le strade o sia impiegato ai tributi,che sia gentile quando guida il bus o è’ allo sportello..Un codice etico dovrebbe dire questo..Invece cosa hanno chiesto tanti amministratori di tutti i colori ai dipendenti pubblici? Che votino per chi gli ha dato il posto,che facciano votare gli amministratori ,che non rompano le balle, esattamente quello che vogliono gli amministratori che hanno redatto quel codice…
Gennaio 17th, 2014 at 08:41
Non so dove lavori lei Tolardo, ma in molte azienda private ormai il codice etico prevede questa clausola ( prevede molto altro, non solo quelle due cose che lei elenca) e nessuno, dico nessuno nemmeno i sindacati, si è mai scandalizzato. E qui lo Statuto dei Lavoratori non c’entra, del resto la questione da noi è stata ampaimente dibattuta nelle assembleee e nei comitati misti, non si tratta di esprimere opinioni politiche o religiose ma di ledere l’immagine del proprio datore di lavoro e dell’azienda. Normale amministrazione insomma.
Gennaio 17th, 2014 at 09:18
Se un datore di lavoro, pubblico in testa, è disonesto, spreca la ricchezza dell’azienda, organizza male il lavoro e lo si dichiara si lede la sua immagine?
Gennaio 17th, 2014 at 09:40
Il concetto di immagine, Ernesto, è molto generico, si dovrebbe scrivere probabilmente “una buona immagine, un’immagine rispettabile”,ma questi potrebbero essere sofismi…Quello che non si può chiedere al lavoratore è di non avere un’idea sua, sulle strategie e le politiche gestionali della sua azienda e dei suoi dirigenti e di non poterla esprimere in modo sempre rispettoso delle persone(senza ingiurie e insulti)e in modo fedele alla realtà(non dire cose false o gratuite ). In questo senso il dovere dio on ledere l’immagine dell’azienda non contrasta con il diritto di esprimere idee politiche e sindacali e non scandalizza nessuno, siondacati compresi
Gennaio 17th, 2014 at 11:11
o allertare un buon avvocato in caso di lesioni economiche aziendali derivate dal comportamento tenuto dall’interessato
Gennaio 17th, 2014 at 14:50
Tolardo, il merito delle politiche e delle strategie aziendali non può essere “sindacato” nemmeno dalle rsu o dalle ooss in fase di trattativa non vedo come questo diritto spetterebbe invece al singolo dipendente. Che poi questo possa avere una sua idea in merito e la esprima non è certo vietato ma mi pare che nella norma si introduca il concetto di “lesione” (di immagine) che è cosa ben diversa dalla semplice espressione di una opinione, che può avere queste caratteristiche ma può anche non averle.
Gennaio 17th, 2014 at 15:07
@Ernesto +1
Gennaio 17th, 2014 at 15:12
@malb : se dovessi comprare un’auto e ti dicessero che il manager di quell’azienda è un ladro, avresti voglia ancora di comrpare l’auto? Il procedimento è interno non per omertà, ma per non far ricadere la stupida azione o opinione di uno a deprimento dell’operato di tutti, che è quello che succede molto spesso: ci si ricorda del manager ladro, della condotta singola sbagliata e non di tutto il resto.
In questo caso, non si dice di non esprimere un’opinione diversa, ma un’opinione lesiva. E’ del tutto normale, visto che tutti dovrebbero essere animati dal voler dare credibilità alle istituzioni, magari lottando e incazzandosi all’interno, ma senza per questo doverne distruggere il nome all’esterno.
Gennaio 17th, 2014 at 15:24
@Trentasei, “sindacare” cosa significa? In genere, tutti i giorni, anche le RSU e i sindacati valutano in riunioni, al termine delle quali pubblicano comunicati per i lavoratori e per la stampa le strategie aziendali rispetto a problemi come lo sviluppo di una determinata azienda e il mantenimento dei suo livelli occupazionali, il tipo di organizzazione del lavoro, incentivazione delle risorse umane, etc…Poi molto spesso il datore di lavoro se ne frega di queste valutazioni e fa lo stesso quel gli pare o quel che può, e le valutazioni non si traducono in correzioni delle strategie perchè non c’è una legge che obblighi il datore di lavoro in Italia a tenerne conto e così anche in molti altri Paesi, tranne le esperienze della cogestione tedesca e delle cooperative di soci lavoratori…ma questo fatto non impedisce di dire la propria a soggetti organizzati come i sindacati e non dovrebbe essere nemmeno negato ai singoli lavoratori…Il problema si pone se un’azienda sostiene una cosa, il lavoratore il contrario o quasi e l’azienda pretenda che questo non vada bene perchè fa male all’immagine…E’ scontato, aldilà dei codici etici che vanno di moda, che se io dico che il formaggio venduto è scaduto e invece non lo e io così danneggio non solo l’immagine ma le vendite ma questo è già punito da contratti e codici civili e penali da molti anni credo…Se invece lo è sarebbe anche e perfino mio dovere dirlo…
Gennaio 17th, 2014 at 15:56
@Tolardo: bè, sai, se dico “la fiat va male” e lavoro in fiat ha un peso diverso che se non ci lavoro. E’ vero, non è vero che va male? A volte uno esprime solo un’opinione personale, ma non ci si rende conto del peso che ha.
Fuor di metafora, penso che ledere l’immagine di un’ amministrazione comunale non sia esprimere un’opinione diversa rispetto a quella del sindaco, ma scrivere “I rom fanno cagare” , postare una foto mentre si tira di coca siano già comportamenti lesivi dell’immagine del Comune, che rappresenti.
L’esempio del PresDelCons e delle sue cene eleganti che avrebbe potuto fare liberamente, da cittadino, ma che da PresDelCons ci hanno sputtanato in tutto il mondo direi che è abbastanza esaustivo.
#unanipotedimubarakpertutti
Gennaio 17th, 2014 at 16:32
Il Presidente del Consiglio non è un dipendente di nessuno, se non del popolo in senso politico che se disapprova i suoi comportamenti può non votarlo più..Il nostro ex in particolare è stato sanzionato penalmente non per i suoi comportamenti morali ma perchè se ha fatto del sesso con una minore è proibito…Nessuno però lo ha licenziato anzi pare che sia più ricco di qualche anno fa e sabato concorderà le riforme della Costituzione…
Un lavoratore della Fiat deve avere il diritto di criticare Marchionne se no non è libero, inoltre oltre ad essere ad un lavoratore potrebbe essere anche un piccolo azionista della Fiat, e magari anche un cliente della Fiat e magari anche un cittadino italiano che vuole che la Fiat rimanga in Italia…Intanto il cittadino-operaio Fiat è in Cassa Integrazione a 800 euro da 3 anni e nessuno discute le riforme con lui…Anche gli esempi andrebbero ponderati…
Se io appaio su Facebook con una canna in bocca a parte che FB potrebbe rimuovere la foto, io potrei essere segnalato al Prefetto dalla GdF , poi sarà l’azienda a verificare se farmi una canna rappresenta un percolo quando sono alla guida facendomi delle visite mediche già prescritte regolarmente, oltretutto, e se non il medico non trova nulla io potrò continuare a farmi fotografare su FB mentre mi ubriaco con del buon Genepy, fuori dall’orario di lavoro, senza che l’ATM o la GTT possa dirmi niente, certo non è una bella immagine, concordo io che non bevo quasi mai, ma la libertà non deve essere per forza bella, la libertà basta che sia ibera….
Gennaio 17th, 2014 at 16:40
@Trentasei ed altri: non è che questi “codici etici” si sostituiscano alle leggi dello Stato. Sia nei casi più clamorosi (“Il Presidente è un ladro”) sia in quelli progressivamente tendenti alla manifestazione delle opinioni e preferenze personali (“I rom fanno cagare” ha un certo peso, “frequento spesso i locali gay” un altro), qualcuno dovrà provare che queste affermazioni siano diffamatorie / lesive dell’immagne che dir si voglia, per poter agire con provvedimenti disciplinari.
Quindi: a cosa serve scriverlo in un “codice etico”?
Gennaio 17th, 2014 at 16:54
ok, brevemente, faccio il viceversa, perchè mi pare sia difficile capire. Assumete un dipendente, che parla male di voi su fb, senza arrivare alla diffamazione, ma screditando in qualche modo l’immagine dell’ impresa. O ancora, posta immagini attaccato alla bottiglia, e lavora per voi che vendete programmi per la riabilitazione alcolica e corsi di galateo. Ha fatto reati? No, beve, nulla di illegale, nonostante abbia un dito medio alzato e gente poco raccomandabile in parte. Ha screditato l’azienda? Ha fatto perdere di credibilità al servizio offerto? A voi la risposta, ma se è no, spero di non lavorare per la vostra azienda.
A questo servono le clausole, ad arrivare dove non arriva il solo buonsenso e il senso di opportunità delle persone.
Gennaio 17th, 2014 at 17:03
..ma lo stesso dipendente ha invece il dovere di denunciare delle illegittimità e irregolarità? o la denuncia è “lesiva di una certa immagine” ? può farlo ovviamente denunciando alle autorità competenti, ma può farlo anche a mezzo social network?
riprendendo l’esempio: lo sputtamento era costituito dal comportamento del signorotto o dal comportamento dei cittadini (vedi ‘popolo viola’) che denunciavano su facebook?
insomma: il re è nudo o il bambino lede l’immagine?
chi decide quindi cos’è ‘lesivo’? il signorotto?
queste sono problematiche che ognuno si dovrebbe porre indtroducendo e codificando ulteriori norme, oltre il codice civile e penale
Gennaio 17th, 2014 at 17:05
@Tolardo: vedi però che anche tu sopra agli operai ci vedi subito Marchionne? Invece nella catena intermedia ci sono tante persone che, se esprimessero la loro libera opinione metterebbero in difficoltà l’azienda nel rapporto coi lavoratori, e la cui posizione (da te come da altri) verrebbe letta come “Un dirigente Fiat dice che”.. e vai a spiegarlo al mondo che invece è Paolo Rossi e non “un dirigente Fiat” e non “la strategia Fiat” in quel momento in cui sul social esprime la sua opinione. Insomma, non è sbagliato in sè, è che se fossi Fiat e trovarmi uno che pago per fare il dirigente e mi rema contro esternamente lo licenzierei, perchè un dirigente è pagato anche per quella clausola, ovvero supportare le decisioni aziendali. Se non gli sta bene, per i più disparati motivi, esce lui.
Gennaio 17th, 2014 at 17:11
Se parla male di me ma non mi diffama lo sopporterò, non mi sarà simpatico, probabilmente non gli farò fare carriera rispetto ad uno che mi lecca il didietro perchè sono un po’ narcisista anch’io ma non posso punirlo, licenziarlo o biasimarlo per questo, io lo pago perchè arrivi in orario, lasci pulito e mi faccia un tot di pezzi…è su questo che lo valuto se sono un imprenditore onesto ed accorto, anche perchè la sua simpatia non mi renderà più ricco..Il caso della bottiglia per il rieducatore degli alcolisti è un po’ assurdo ma deve convincere gli altri a non bere ed è su questo che andrà giudicato…perfino se lui è un beone…Un giorno andai ad un funerale di un prete dove tutti piangevano perchè aveva aiutato tante famiglie a non dividersi , poi venne pubblicato un diario dove lui diceva di sè stesso che era un puttaniere, molti ci rimasero male ma non si separarono più, nemmeno per questo…
Gennaio 17th, 2014 at 17:18
‘lesivi’ è già codificato nel codice civile e penale della Repubblica Italiana. Fuori da quei codici prende pericolose forme e assume invece un altro significato, soprattutto se ci chiediamo quale “immagine”: dove l’immagine di riferimento può esser solo quella nella testa del padroncino o dell’amministratore delegato (d’azienda o anche di partito). L’immagine di chi comanda. E soprattutto se il padroncino è una brutta immagine già di partenza.. insomma: o il re è nudo o il bambino ‘lede l’immagine’
Quale dunque l’«immagine di amministrazione» di riferimento?
Avevo avvisato Massimo sull’ “etica”: il problema non è tanto costituito dai pochi casi estremi, spesso autoestinguenti (le leggi già esistono), ma da tutti i casi intermedi, quella «terra di mezzo», vivace e partecipativa, che rischia di esser spazzata via dalla denuncia pretestuosa del signorotto. L’etica di chi comanda. Il dipendente può solo sperare invano che il duce sia un illuminato e libertario…. Poichè si tratterebbe di controllo dell’opinione e dove tutto potrebbe diventar lesivo “dell’immagine” qualora non seguisse l’opinione dominante.
Bon, io trovo che oltre ad essere antisociale, credo sia anche un modello antieconomico. Ancora una volta un’arma a doppio taglio in un Paese dove la lobby non fa lobbismo, ma scende direttamente in campo. Comncentrazione d’interessi oppressiva e un’idea balorda: «ANCHE il monopolio è libero mercato»
Diventano così codici cavallereschi dei secoli scorsi (ogni allusione al cavaliere è puramente causale). E a seconda del tipo di “cavaliere” si può verificare l’estremo opposto: l’obbligo ad un certo esibizionismo. Un obbligo che può esser anche implicito e non codificato, e che può diventar facilmente totale. All’interno di un dato paradigma comunicativo spacciato ad ogi costo per “moderno”.
come uno “stalliere” che chiama “cavalli” le partite di eroina. insomma: “futurista”..
Ovviamente quel famoso cavaliere è l’esempio più esplicito e negativo (e paradossale se con ‘cavalleria’ intendiamo anche virtù e non solo un RE artù), poi ci sono varianti sociopolitiche più raffinate e subdole, e non mi riferisco affatto al Democratic Party :- ) ma a Dorian Gray.
Gennaio 17th, 2014 at 17:20
Il dirigente è una cosa diversa, perchè può essere licenziato anche senza giusta causa, il suo contratto può non essere rinnovato…Il dirigente infatti rappresenta il datore di lavoro, è un suo alter ego, spesso ha dietro di sè un mare di azionisti ed è lui l’imprenditore in pratica o comunque partecipa spesso alla stessa definizione delle linee strategiche e gestionali, quindi è molto difficile che critichi l’azienda, se non in uno slancio autocritico che avviene di solito quando ha lasciato l’azienda stessa…Anche lui però non deve essere discriminato per motivi ideologici, religiosi, politici, per cui il concetto di lesione dell’immagine non deve essere allargato a dismisura, comprendendo quasi tutto il suo universo personale…Fino agli ’70-80 c’erano dirigenti che non potevano dire in pubblico di votare a sinistra, anche se non c’entrava niente con il loro lavoro oppure ammettere di essersi separati….
Gennaio 17th, 2014 at 18:03
@Tolardo: intuisco che tu non abbia idea di quanti dirigenti ci siano in Fiat. E gli impiegati? Dove li metti?
Poi: eh, bè, certo, molto credibile un alcolista che tiene corsi di rieducazione, certo. Ma dai.. il mio esempio era estremo e nonostante tutto tu hai detto “sì, io lo tengo questo”. Ma dove??
@frank: nella vita normale non siamo impegnati nella rivoluzione francese per la libertà, ma in un normale rapporto di lavoro che pretende un minimo di coerenza col fatto che non sputi nel piatto dove mangi.
Gennaio 17th, 2014 at 18:42
@Trentasei, ma senza dimenticare fraternitè ed egalitè
e la statua della libertè
“sputare nel piatto dove si mangia” può non esser coerenza.. ma un codice mafioso. Meglio non confondere il lavoro onesto con una mangiatoia: onestà è prima di tutto rispettare le regole, ed è la miglior comunicazione.
In un contesto dilaniato dalla corruzione in effetti la normalità è rivoluzionaria. Ma quale normalità? è comunque opinabile la tua idea di “normalità”, quindi, di preciso cos’è che vorresti imporre per legge (l’ennesima) oltre i codici che già esistono?
la legge del “buon senso” è il movente del peggior reato
per me la normalità è il rispetto di leggi che già esistono: per il cattivo amministratore invece la normalità è l’omertà.
In un sistema corrotto le strade son due: o denunci e risolvi le cause, o censuri e poi scoppiano i vari scandali e -opoli in un’emergenza continua (e un continuo lucrare)
Gennaio 17th, 2014 at 19:09
Non mi avete ancora spiegato come si può licenziare qualcuno sulla base di un “codice etico”.
Gennaio 17th, 2014 at 19:30
aggiungo solo una nota riguardante le regole comuni: tangentopoli è finita grazie ad un codice di comportamento? ad un cambio d’immagine, ad un lifting. E infatti tangentopoli non è finita.. anzi siamo passati dalla padella alla brace. Di corruzione si muore e non hanno smesso di suicidare: hanno solo cambiato immaginetta.
con una modifica Costituzionale, fatta tanti anni fa in Bicamerale, con maggioranze che superavano il novanta percento. Tutti uguali davanti alla bicamerale..
e la corruzione sembra scomparire, non lede più l’immagine. Per mantenere l’immagine modificano direttamente la Costituzione, imponendo un codice di comportamento per non turbare l’immagine stessa.
Un’immagine virtuale che comunque è destinata a scoppiare come una bolla sempre più grande. Ma non perchè sono un mago, perchè c’è una causa e un metodo.
Io la penso esattamente nel modo opposto. Il rispetto delle regole, dicevo: vanno cancellate per sempre (un brutto ricordo) le modifiche costituzionali dell’ultimo ventennio, sono delle frodi fatte da pregiudicati e associati vari, senza alcuna soluzione di colore politico.
vale anche per altri slogan: “il federalismo e la responsabilizzazione sconfiggeranno la corruzione”. fa anche rima, è proprio uno slogan. L’idea è legittima, ma di fatto è stato un espediente per moltiplicare la corruzione, e senza alcun controllo.
Gennaio 17th, 2014 at 19:38
l’ipocrisia della cavalleria
Gennaio 17th, 2014 at 20:25
Ci sono molti quadri ed impiegati in Fiat,nel 1984 fecero la marcia dei 40.000,non c’era FB ma scrivevano lettere infuocate a La Stampa contro i sindacati che stavano facendo fallire l’azienda,erano lettere sincere e non imbeccate come molti affermavano.
10 anni dopo molti di loro vennero Messi in Cassa integrazione,qualcuno scrisse ad altri giornali esprimendo rabbia contro un’azienda che era ingrata verso di loro che l’avevano salvata,dopo 10 anni avevano cominciato anche loro a sputare nel piatto…Salvo le cose già regolate dalle leggi ordinarie la fiducia,l’amore,l’entusiasmo verso un’azienda non si conquistano con altisonanti codici etici e più’ o meno velate censure….
Gennaio 17th, 2014 at 23:07
@frank i tuoi principi sono tutti corretti, nulla da eccepire, ma nella pratica delle cose è un po’ diverso. Tipo, la famosa “giusta causa” dell’articolo 18, spesso è ingiusta, nel senso che prima che sia “giusta” uno deve fare veramente gravi atti di insubordinazione. Anche qui, principio sacrosanto, applicazione non sana, e quindi tempo indeterminato diventa un sogno. Però il principio di chi manco sa cosa significa un’azienda è salvo. Bene. Moriremo giusti.
Gennaio 17th, 2014 at 23:11
@frank e @tolardo : con “non si sputa nel piatto dove si mangia” non si intende che se mi si sputa in faccia devo ingoiare zitto o che se vedo un crimine contro l’umanità debba tacere. Le questioni sono molto più semplici nella pratica. A proposito, voi avete mai lavorato in un’azienda? Dalle vostre parole direi di no, ma potrei sbagliarmi.
Gennaio 17th, 2014 at 23:43
31 anni in un’azienda ad agosto,con diversi ruoli,le cose non sono semplici,unilaterali ,ma non significa che non ci siano principi da difendere,pur nella concretezza delle situazioni e delle persone…
Gennaio 17th, 2014 at 23:44
@Argia a ogni violazione contrattuale hai una lettera di richiamo, in genere. Alla terza quarta o quel che è stabilito dal contratto, l’azienda è autorizzata a licenziarti per “giusta causa”, più o meno è così.
Gennaio 17th, 2014 at 23:48
@tolardo: certo che ci son principi da difendere, ma dai, allora sai meglio che c’è la normale consuetudine in cui quelle norme regolano la vita aziendale e poi le lotte per la difesa di principi diritti che son comunque sempre libere. Quindi di cosa ci preoccupiamo?
Gennaio 18th, 2014 at 00:32
@Trentasei: il contratto stabilisce norme da rispettare sul luogo di lavoro, la cui violazione può portare un licenziamento disciplinare per giusta causa. Si può licenziare per giusta causa anche sulla base della condotta extra lavorativa, se si tratta di fatti penalmente rilevanti che facciano cessare il rapporto di fiducia. Ma devono essere reati e lo decide un giudice sulla base della legge, non su quello che c’è scritto su un “codice di comportamento” redatto dal datore di lavoro. Questo per quello che ci capisco io, accetto volentieri correzioni da chi è dentro alla materia..
Gennaio 18th, 2014 at 11:15
@Argia: non obietto nulla, ci credo a quello che mi dici, ma spesso il social viene usato anche durante l’orario lavorativo in una pausa, quindi rientra in quelle norme di cui alla “giusa causa”, penso però si stia facendo tanto rumore per nulla:è una norma comportamentale che definisce qualcosa di ovvio, nel normale iter lavorativo, fatte salve le sacre battaglie per la libertà e per il lavoro di cui parla Tolardo.
Gennaio 18th, 2014 at 21:40
e quindi questo nuovo ‘codice d’onore’ è pensato per i dipendenti? ma il dipendente da chi è stato assunto? ma quando l’insubordinazione riguarda il cattivo amministratore? non funziona: ci vorrebbe un soggetto terzo
è ridicolo: l’amministratore Jekyll e il dipendente Hide? credo che la ragione sia più finanziaria: per pareggiare il bilancio si gioca sull’unica variabile: il salario. E te credo che protestano! (ma non il salario del kapò: quello se lo tengono buono). A me pare invece che il lupo al ruscello stia cercando un pretesto per sbranare l’agnello
tra tutti i modelli di governo aziendale, quello mi sembra abusato e ormai stereotipato: assomiglia sempre più pericolosamente al modello latifondista e che si vuol applicare anche all’amministrazione pubblica.. (E’ una scelta, e una scelta politica, non è una condizione inevitabile) Ma il dipendente non è un suddito del padroncino di partito: è un servizio alla comunità.
Per quanto riguarda il privato, dato che le prassi sono diverse, più in generale dovremmo cercare di armonizzare i diversi modelli imprenditoriali, più o meno direttoriali e più o meno collegiali e cooperativi. Cercando di non scivolare sempre nelle stesse polemiche.
Gennaio 18th, 2014 at 21:50
provo ad aprire anche un’altra finestra. Dunque, ora noi stiamo ragionando solo sull’aspetto prescrittivo e repressivo
ma ‘codice di comportamento’ è ache altro, molto altro
è ad esempio la donazione: ricchi americani che donano un edificio all’università, donano strumenti per la ricerca, e così via. Certo c’è la pubblicità e l’interesse, ma rimane concretamente la donazione.
e vien da sorridere (nel migliore dei casi) pensando ai vari Berlusconi e De Bendetti che fanno esattamente il contrario: lobbismo per ottenere favori e impoverire i beni pubblici che tutti noi paghiamo per lo sviluppo dell’intero Paese.
Gennaio 18th, 2014 at 22:26
e tanti altri codici di comportamento che tutti noi abbiamo dimenticato
Nel testamento, la contessa indicava tale condizione: che «la proprietà di via Melchiorre Gioia 39, cioè la casa di abitazione con annesso giardino, non venga venduta né data in affitto, ma sia mantenuta fra le proprietà dell’Ospedale Maggiore, non solo ma venga bensì destinata ed adibita a scopi Ospitalieri, con Impianti di Terapia Fisica o come meglio crederà,
per lenire le sofferenze dell’umanità,
e che venga intestata in memoria di mia madre Emilia Longone vedova Sommaruga, portando il nome della stessa».
https://it.wikipedia.org/wiki/Bosco_di_Gioia
questo paradiso è stato letteralmente estirpato per edificare il Palazzo del Potere, Palazzo Lombardia. Qualcosa di satanico. E’ difficile descrivere questa violenza e crimine contro l’umanità: una violenza simile ad uno stupro.
Gennaio 22nd, 2014 at 15:13
questo paradiso sarà sostituito dai giardini di porta nuova:
https://it.wikipedia.org/wiki/Giardini_di_Porta_Nuova
una’area verde con un’estensione pari a circa dieci volte quella del bosco di gioia.
Gennaio 23rd, 2014 at 16:29
Ovviamente il politico promette dieci volte tanto in futuro ma espropria subito. L’area di Porta Nuova è da bonificare (non esattamente un paradiso ospedaliero) ma soprattutto: cambia la destinazione d’uso rispetto al contratto
Insomma il politico può vanificare ogni contratto ed è un abuso. Interessante, un superamento del capitalismo: rivoluziona il diritto e la proprietà privata (“non venga venduta né data in affitto”),
una modalità e un precedente interessante e che si potrebbe applicare in altri settori e privatizzazioni andate male
Una domanda sorge spontanea: il Palazzo Lombardia a Porta Nuova no?
Gennaio 5th, 2015 at 05:10
Concordo con l’utente che ha scritto.. *Codice Cavalleresco*