Oggi sul Corriere della Sera c’è una interessante lettera di fiera protesta del Presidente della SIAE Gino Paoli

“Le grandi e miliardarie lobby multinazionali degli Isp (Internet Service Provider), anziché tutelare i produttori di contenuti, si arricchscono con la pubblicità sui siti pirata, non pagano le tasse nel nostro Paese, non producono lavoro e conducono, paradossalmente sstenute da Confindustria DIgitale, campagne informative di stampo polulistico contro l’equo compenso per copia privata…”


24 commenti a “Quattro amici al bar e molta confusione in testa”

  1. Fabio dice:

    Atanga parabanga zuzu, come se fosse antani, però

  2. Larry dice:

    L’anacronismo di questa persona lo si può intuire dal fatto che vorrebbe re-istituire un fondo pensionistico per gli autori iscritti alla SIAE. Con i soldi nostri, ovviamente.

  3. carolus dice:

    Quella gatta deve averlo graffiato molto.

  4. diamonds dice:

    Nei giornalini di topolino c`era sempre un matto che diceva “Fermate il mondo.Voglio scendere!”

    http://youtu.be/vPjaXu6g1Xk

  5. Signor Smith dice:

    Mai scrivere una lettera dopo l’happy hour.

  6. Lacrima dice:

    In Italia dire sciocchezze in modo convinto ha sempre riscosso successo. Di sicuro troverà spazio anche questa.

  7. duende dice:

    questa si che è una pallottola nel cuore del sistema delle malvagie lobby multinazionali degli isp degli stati esteri.

  8. Emanuele dice:

    Lo so che mi attirerò gli strali di tanta gente ma ritengo che un conto è la siae e quello che combina, un conto sono i diritti d’autore sulle opere dell’ingegno che giustamente vanno riconosciuti agli autori che vogliono farseli riconoscere. Anche perché canzoni o film non sono beni di prima necessità e se uno non vuole spendere non per questo acquisisce il diritto di averli illegalmente.

  9. Dario Salvelli dice:

    Eravamo Stallman, Lessig, Rodotà e Gino Paoli….
    Mah, forse Gino è meglio che vada domani da Macao ad ascoltarsi Stallman: http://www.macao.mi.it/appuntamenti/copyright-vs-community-talk-di-richard-m-stallman/

  10. Stefano Nicoletti dice:

    Dovrebbe leggersi questa Guida all’Open Content:

    http://www.radiostile.it/la-biblioteca-migliore-del-mondo/

  11. sberies dice:

    Ah ah ecco un nuovo Razzi!

  12. Shylock dice:

    Ma i provini per la SIAE li fanno solo al Museo Egizio?

  13. Paolo dice:

    ” Anche perché canzoni o film non sono beni di prima necessità”
    Emanuele ma ne sei proprio sicuro ? ……..e meno male che ti sei dimenticato dei libri………..

  14. Giò dice:

    Tyrannosaurus Ginoe Paolis… è arrivato il Grande Freddo Internettiano…….

  15. Emanuele dice:

    Si ne sono sicuro. Mettiamoci in testa che se c’è scrive o canta o fa un film e vuole guadagnarci è un suo diritto regolato dalla legge. Nessuno muore per non poter leggere un libro o ascoltare una canzone o vedere un film.
    L’autore può vendere come gli pare al prezzo che gli pare e può perfino far sparire la sua opera dopo un mese se ritiene e nessuno dovrebbe neanche pensare di avere il diritto di disporre di qualcosa che non è suo gratis in nome di qualche teoria che gli fa comodo.
    Chissà com’è sono quelli che non creano queste cose a pretenderle, o forse è per quello.
    Eh no, non sono un autore.

  16. Emanuele dice:

    Come mai un mio commento è sparito?

  17. frank dice:

    la SIAE è una corporazione che sta flagellando la cultura

    ha un’idea molto feudale di ‘tutela dei produttori di contenuti’, basta osservare la ripartizione dell’ iniquo compenso: un compenso estorto grazie ad un potere politico corrotto e complice

    produttori obbligati a pagare ogni anno per essere tutelati, e la parcella aumenta: in quale altra nazione d’Europa? Molti artisti hanno abbandonato la SIAE in favore di distributori digitali molto più efficaci (ma quasi tutti americani).

    “siamo tutti americani” “buy american”

    Non trovo sia sbagliato essere anche un po’ patriottici e come imposto a forza da una concezione del debito un filo nazionalsocialista..

    L’Italia sta perdendo valore, la SIAE è una dannazione, soprattutto in un Paese ricco come l’Italia e dalle potenzialità culturali immense

    non è sbagliata la parrocchia e la piccola impresa, ma le corporazioni e le mafie, divenute monopoli, stanno sterilizzando e inquinando un terreno culturale

    non c’è più tempo da perdere

  18. massimo mantellini dice:

    @Emanuele, non è sparito, era solo impigliato nell’antispam, ora è riapparso

  19. Maurizio Camagna dice:

    Ho a che fare con la SIAE da quando avevo 18 anni. Li detesto, tutti. Sono la dimostrazione del fallimento di questo paese. Sono il principale motivo per cui la nostra musica è devastata da nonni impresentabili. Sono il muro contro cui si ferma tutto. Sono la morte della cultura. E potrei andare avanti per sempre.

  20. Emanuele dice:

    @massimo mantellini
    Grazie, me ne sono accorto dopo aver spedito l’altro messaggio.

    Riguardo alla musica italiana da sempre mi chiedo perché un paese come l’Inghilterra (uno a caso) che è paragonabile a noi come popolaziona abbia avuto una produzione musicale spaventosa che noi neanche nei momenti migliori potevamo avvicinare. La siae senz’altro non va così com’è ma non basta a spiegare la cosa. Spesso ho sentito dire da amici musicisti che anche l’industria discografica italiana ha le sue colpe ma vorrei capirne di più.
    Tra parentesi il panorama musicale italiano mi sembra sempre più deprimente.

  21. andrea61 dice:

    Non capisco che cosa contengano di sbagliato i miei messagi per finire quasi sempre nel limbo della moderazione.

  22. Visto nel Web – 108 | Ok, panico dice:

    […] Quattro amici al bar e molta confusione in testa uno che ha capito tutto! ::: manteblog […]

  23. Bruno dice:

    Dal momento che ho sempre detestato chi, a fronte di un argomento che lo mette in difficiltà, si attacca alla frasetta in malafede “ma tu cosa proponi”, ecco il mio suggerimento non richiesto:

    http://www.peninsula.eu/copyright.htm

  24. L’autorevolissima SIAE - manteblog dice:

    […] in cristalleria si sapeva. Basti citare le recenti castronerie contenute in una spassosa lettera al Corriere firmata Gino Paoli. Non si spiega in altra maniera del resto questa velocissima e […]