come le belle storie, il complottismo potrebbe essere un genere letterario :-)
l’uomo con l’ombrello è uno squilibrato, quindi un comunista
[..]La stampa americana è orribile. Per tutti questi 28 anni, ha accettato la favola della commissione Warren senza mai cercare altre risposte. Hanno condannato Oswald ancora prima che fosse incriminato. E ogni tesi di complotto è sempre stata negata. I giornalisti americani sono puttane che vanno a letto solo con l’ establishment. [..]
L’ apertura degli archivi segreti è richiesta ormai da più parti, anche da Nixon e da Ford. “Solo che c’ è bisogno dell’ autorizzazione del presidente. E Bush l’ ha negata, non a caso è stato a capo della Cia. Bush è bugiardo, se dice di credere ancora alla commissione Warren. Ormai è solo il 10 per cento degli americani a crederci. Del resto, come dice Norman Mailer, se venissero pubblicati oggi i documenti segreti, sarebbe come ritrovare una Mercedes Benz abbandonata nel Bronx 28 anni fa”.
l’uomo con l’ombrello è Bush
perchè la prima cosa a cui si pensa in quel caso non è l’uomo con l’ombrello, ma il fatto che non abbiano ancora aperto gli archivi segreti. e c’è una legge negli Stati Uniti
[..]Negli anni Settanta, durante le indagini, Jim Garrison fu così violentemente screditato dai mass-media, che nessuno lo prendeva sul serio. E io ci sono caduto. Solo dopo ho capito che dovevo ripensare tutto, recuperare un modello di allora che avevo buttato dietro le spalle troppo frettolosamente, sforzarmi di capire i ‘ perché’ [..]
Una condanna così categorica suona strana in Italia, dove l’ esempio del Watergate viene citato come fulgido esempio di grande giornalismo di denuncia. “In fondo fu un modo come un altro per uccidere un presidente. Comunque, dopo la fine del Vietnam, qualcosa è cambiato. C’ è disincanto sugli agenti della Cia, non sono più eroi alla James Bond. Sono venuti fuori gli intrighi in tutto il Sudamerica, le elezioni italiane del ‘ 48 comprate per paura del comunismo. E oggi ci sono giovani giornalisti più attenti e onesti. Ed è un fatto che anche il New York Times, sempre schierato con la commissione Warren, adesso reclama la pubblicazione dei documenti segreti, non solo della Cia, ma degli stati maggiori militari”.
Sembra strano che anche la stampa di sinistra attacchi JFK, così decisamente schierato contro ogni fascismo. “La sinistra non ama il film, perché non ha mai amato John Kennedy, lo vedevano come un alfiere della guerra fredda. Perché Kennedy appariva, nei suoi comportamenti pubblici, come un rappresentante della destra, mentre in privato e nelle trattative segrete, era decisamente a sinistra. In pochi hanno capito che Kennedy è stato l’ ultimo liberal alla Roosevelt e che, con lui, è morto il liberalismo”.
“So che i Kennedy non avrebbero voluto il film, ma so che indirettamente Ted Kennedy si è informato sui documenti che avrei usato e ora anche lui chiede l’ apertura degli archivi. Hanno sbagliato, perché il tema del film è più ampio: è il tema della democrazia, il diritto della gente a sapere la verità. C’ è sempre stata una situazione amletica nei Kennedy. Da una parte hanno sempre boicottato il lavoro di Garrison, sbagliando, perché Jim era l’ unico sulla traccia giusta. Aveva perfino predetto a un giornalista che Bob Kennedy sarebbe stato ucciso, qualche settimana prima dell’ assassinio. D’ altra parte, poco prima dell’ omicidio, Robert Kennedy, che pur essendo ministro della giustizia fu allontanato dall’ indagine sulla morte di John da Johnson, dichiarò in un discorso che se fosse stato eletto presidente avrebbe riaperto il caso. In ogni modo, nessun Kennedy e nessuna istituzione ufficiale ha mai finaziato un’ indagine sul delitto Kennedy. Sono state persone singole, per iniziativa personale, a farlo: personaggi buoni, alla Frank Capra. Ora dicono che Jacqueline Kennedy sta scrivendo un suo libro di memorie: vedremo le sue verità”.
(tratto da un articolo di MARIA PIA FUSCO del 1992)
La sensazione è che sulla pandemia il governo Conte navigasse a vista, per sua incapacità, per mancanza di dati e per mille altre ragioni tutte molto italiane e che il governo Draghi stia facendo esattamente lo stesso.
Del resto è molto probabile che un mese intero di scuola in presenza al 100% sia il prezzo politico pagat al non aver saputo fare altro. Al non aver messo le scuole in sicurezza, al non aver saputo convincere gli insegnanti a lavorare a giugno ecc. Rischi enormi per cialtroneria
Se vi interessa un piccolo raffronto del lavoro giornalistico e delle sue finalità date una occhiata al montaggio del video dell’omicidio del 15enne a Chicago di BBC e quello di https://t.co/6tk7oSVMMD (con preroll di Esselunga ovviamente). Linko solo BBC. https://t.co/rLOGSff1gg
Uno dovrebbe mollare FB anche solo per le orribili barre laterali in tinta che aggiunge le rare volte in cui pubblichi una bella foto. Maledetti tamarri. https://t.co/5OTqOQ86HT
Novembre 22nd, 2013 at 10:13
come le belle storie, il complottismo potrebbe essere un genere letterario :-)
l’uomo con l’ombrello è uno squilibrato, quindi un comunista
[..]La stampa americana è orribile. Per tutti questi 28 anni, ha accettato la favola della commissione Warren senza mai cercare altre risposte. Hanno condannato Oswald ancora prima che fosse incriminato. E ogni tesi di complotto è sempre stata negata. I giornalisti americani sono puttane che vanno a letto solo con l’ establishment. [..]
L’ apertura degli archivi segreti è richiesta ormai da più parti, anche da Nixon e da Ford. “Solo che c’ è bisogno dell’ autorizzazione del presidente. E Bush l’ ha negata, non a caso è stato a capo della Cia. Bush è bugiardo, se dice di credere ancora alla commissione Warren. Ormai è solo il 10 per cento degli americani a crederci. Del resto, come dice Norman Mailer, se venissero pubblicati oggi i documenti segreti, sarebbe come ritrovare una Mercedes Benz abbandonata nel Bronx 28 anni fa”.
l’uomo con l’ombrello è Bush
perchè la prima cosa a cui si pensa in quel caso non è l’uomo con l’ombrello, ma il fatto che non abbiano ancora aperto gli archivi segreti. e c’è una legge negli Stati Uniti
[..]Negli anni Settanta, durante le indagini, Jim Garrison fu così violentemente screditato dai mass-media, che nessuno lo prendeva sul serio. E io ci sono caduto. Solo dopo ho capito che dovevo ripensare tutto, recuperare un modello di allora che avevo buttato dietro le spalle troppo frettolosamente, sforzarmi di capire i ‘ perché’ [..]
Una condanna così categorica suona strana in Italia, dove l’ esempio del Watergate viene citato come fulgido esempio di grande giornalismo di denuncia. “In fondo fu un modo come un altro per uccidere un presidente. Comunque, dopo la fine del Vietnam, qualcosa è cambiato. C’ è disincanto sugli agenti della Cia, non sono più eroi alla James Bond. Sono venuti fuori gli intrighi in tutto il Sudamerica, le elezioni italiane del ‘ 48 comprate per paura del comunismo. E oggi ci sono giovani giornalisti più attenti e onesti. Ed è un fatto che anche il New York Times, sempre schierato con la commissione Warren, adesso reclama la pubblicazione dei documenti segreti, non solo della Cia, ma degli stati maggiori militari”.
Sembra strano che anche la stampa di sinistra attacchi JFK, così decisamente schierato contro ogni fascismo. “La sinistra non ama il film, perché non ha mai amato John Kennedy, lo vedevano come un alfiere della guerra fredda. Perché Kennedy appariva, nei suoi comportamenti pubblici, come un rappresentante della destra, mentre in privato e nelle trattative segrete, era decisamente a sinistra. In pochi hanno capito che Kennedy è stato l’ ultimo liberal alla Roosevelt e che, con lui, è morto il liberalismo”.
“So che i Kennedy non avrebbero voluto il film, ma so che indirettamente Ted Kennedy si è informato sui documenti che avrei usato e ora anche lui chiede l’ apertura degli archivi. Hanno sbagliato, perché il tema del film è più ampio: è il tema della democrazia, il diritto della gente a sapere la verità. C’ è sempre stata una situazione amletica nei Kennedy. Da una parte hanno sempre boicottato il lavoro di Garrison, sbagliando, perché Jim era l’ unico sulla traccia giusta. Aveva perfino predetto a un giornalista che Bob Kennedy sarebbe stato ucciso, qualche settimana prima dell’ assassinio. D’ altra parte, poco prima dell’ omicidio, Robert Kennedy, che pur essendo ministro della giustizia fu allontanato dall’ indagine sulla morte di John da Johnson, dichiarò in un discorso che se fosse stato eletto presidente avrebbe riaperto il caso. In ogni modo, nessun Kennedy e nessuna istituzione ufficiale ha mai finaziato un’ indagine sul delitto Kennedy. Sono state persone singole, per iniziativa personale, a farlo: personaggi buoni, alla Frank Capra. Ora dicono che Jacqueline Kennedy sta scrivendo un suo libro di memorie: vedremo le sue verità”.
(tratto da un articolo di MARIA PIA FUSCO del 1992)
Novembre 22nd, 2013 at 12:50
certe storie te la tirano addosso la paranoia.E non ci si può fare niente
http://www.repubblica.it/esteri/2013/11/20/news/attentato_a_libration_arrestato_un_uomo_a_parigi-71492808/
p.s. poi con calma qualcuno traduce
Novembre 22nd, 2013 at 19:34
interessante qui:
http://www.pianoinclinato.it/jfk-e-luomo-con-lombrello-quando-la-realta-e-piu-strana-di-ogni-fantasia/