Il giochino grafico che gli spin doctor di Matteo Renzi hanno pensato per la sua campagna per le Primarie è molto carino. Si potrebbe anche sostenere che sia uno strumento (teoricamente, molto teoricamente) utile per annusare l’elettorato e ricevere stimoli. Di certo quel cazzabubolo web, che consente a chiunque di comporre il proprio manifesto e poi pubblicarlo sui social network, in queste ore ha avuto un grande successo con centinaia di proposte più o meno originali. Aggiungo che si tratta di una idea non banale e molto ben realizzata, un’eccezione in un panorama di marketing politico sul web che in Italia in questi anni un po’ ha depresso per il suo grande provincialismo e un po’ ha scimmiottato in giro. Quindi bravi tutti ma con un problema finale che io trovo rilevante. Non era difficile immaginare gli effetti generati da questa campagna web: è anzi piuttosto ovvio che erano previsti e forse anche auspicati. In pratica il marketing di Renzi ci dice: “giocate con questo, fatene quello che vi pare, noi ne saremo comunque contenti”. Si tratta di una piccola spregiudicata variante che usa la comunicazione politica come pretesto che a me non sembra del tutto sana. Assomiglia a una specie di inedito boxino morboso. Fa parlare di Renzi ma non so se faccia bene a Renzi. Come le foto dell’uomo con i peli delle orecchie più lunghi del mondo nel sito del più autorevole quotidiano italiano.
06
Nov
Novembre 7th, 2013 at 00:25
Il dubbio è se fosse stato meglio farlo o non farlo: le vie di mezzo (mettere lo strumento a disposizione di tutti riservandosi magari di moderarne l’utilizzo) sarebbero state inaccettabili. Il “cazzabubbolo”, forzando un filo il discorso, non è diverso dalle segreterie telefoniche aperte di Radio Radicale o di un qualsiasi spazio per i commenti in un blog: è uno strumento di comunicazione offerto ad una comunità, in questo caso nell’ambito di una campagna di marketing politico. Aiuta a “vendere” il prodotto Renzi, nonostante le inevitabili ricadute goliardico-morbose? Il dubbio è legittimo, ma nell’ottica di una strategia di marketing, io credo che il gioco sia valso la candela.
Novembre 7th, 2013 at 08:38
Ciao, sono Andrea e ho cercato la foto dell’uomo con i peli delle orecchie più lunghi del mondo sul sito del più autorevole quotidiano italiano.
Novembre 7th, 2013 at 08:58
“Berlusconismo umanistico” (cit.)
Novembre 7th, 2013 at 09:22
Siamo sicuri di avere ancora questi dubbi dopo vent’anni di Berlusconismo? è evidente che far parlare di sè, in qualsiasi modo, porta risultati a personalità forti capaci di polarizzare il confronto.
Anzi, ricordo che si disse che i primi manifesti taroccati del Berlusca (“meno tasse per Totti”, etc.) fossero satti fatti girare volutamente dai creatori della campagna originaria.
Novembre 7th, 2013 at 10:04
Mi pare di ricordare che già in passaro qualcuno aveva utilizzato “spregiudicate” strategie e strumenti di marketing per “vendere” il “prodotto” (come fosse salame) . E’ vero che il sindachino-immagine tende ad assomigliare sempre di più a quel qualcuno, ma qui si esagera. Temo che dietro i cazzabubboli, le battuttine e i tour in camper ci sia ben poco, ma si sa che l’importante è “vendere” il “prodotto”, che il “prodotto” sia o meno valido è del tutto secondario.
Novembre 7th, 2013 at 11:31
È l’internet bellezza!
Novembre 7th, 2013 at 11:47
@Amico Quel qualcuno pare ci abbia insegnato che in quel modo si governa per vent’anni. Se poi vogliamo continuare a “smacchiare il giaguaro” e perdere basta ripetere le stesse scelte fatte per vent’anni.
http://www.youtube.com/watch?v=R7CKXhPlFuQ
Novembre 7th, 2013 at 13:20
@Trentasei
Ha funzionato.
Anche tu sei convinto che quel qualcuno abbia “governato” negli ultimi vent’anni.
Con le maggioranze parlamentari bulgare, avesse avuto voglia anche solo per vedere l’effetto che fa avrebbe certamente potuto governare, ma negli ultimi vent’anni tutto s’è fatto fuorché governare.
Il problema allora è: con quel metodi “si sta al potere”.
OK, Renzi potrebbe arrivarci.
Poi?
Vent’anni di elisioni, apocope e aforismi, basta fica botuilinata e solo ggiovani spigliati?!
E sul basta di cui sopra già i primi dubbi.
Se bastasse, avrebbe avuto comunque ragione Berlusconi, e questa ne sarebbe (anche se odio ripetermi) la versione 2.0.
* * *
All’ultima assise del PD, l’intervento di Renzi è partito dal crack Enron, passato per la riforma sanitaria statunitense per approdare alle regole del FMI che hanno permesso il fattaccio Lehman Brothers Holdings finendo con Detroit che dà segni di ripresa.
Capisci bene che a me che non vivo a Milwaukee non me ne frega un cazzo?
Novembre 7th, 2013 at 16:33
ma son veramente belli questi giochini, mai banali
l’unica cosa che conta è che vendere il prodotto e se il marketing funziona è una buona cosa: ancora meglio controllando le Tv
il numero uno in questo settore è sempre stato Berlusconi
l’idea del modulo del rimborso IMU è geniale, un giochino veramente carino
Novembre 7th, 2013 at 17:04
nessuno ha governato
le leggi si sono autoscritte
Novembre 7th, 2013 at 17:16
perchè quell’importante università non fa pubblicità come altre?
“non ne ha bisogno” mi rispose il professore
Novembre 7th, 2013 at 18:43
A proposito della campagna e del generatore di manifesti http://panicodemocratico.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/11/06/se-la-parola-di-paolo-il-barista-cambiaverso-allitalia/
Novembre 8th, 2013 at 08:29
@mORA : sto solo dicendo che la strategia comunicativa è buono che ci sia, funziona, arriva, serve e Silvio ce l’ha dimostrato per vent’anni.
Poi se non ci sono i contenuti è un GROSSO problema, concordo, come con Silvio, ma la Sinistra, in generale, da quel punto di vista deve e può solo crescere, per cui ben venga se cresce sotto questo punto di vista, si svecchia.
Io dico: “Se hai un buon prodotto e lo pubblicizzi male, perdi, quindi impara a comunicarlo”.
Tu invece sembra che dica, e fa molto sinistra di quella che ha perso: “Non è un prodotto, non devi venderlo, ben vengano campagne deprimenti e congressi noiosi, poi perdiamo ma siamo duri e puri e col buon prodotto tutto per noi”.
Novembre 8th, 2013 at 08:51
@Trentasei
OK, ci siamo capiti su tutto meno che sul 4° capoverso.
Io non voglio perdere.
Intanto perché non mi candido e quindi non potrei, e poi perché vincere significa che vince un’idea che mi piace più delle altre.
Quello che non voglio è vincere senza un’idea, perché in quella condizione di fatto vince chi c’è dietro l’uomo immagine (ben venga, sarebbe meglio una donna allora – ho detto “donna”, non “femmina”) e questo sì che lo abbiamo visto almeno dal secondo dopoguerra ad oggi.
Che c’è di male?
C’è di male che un paese come il nostro che ha risorse e capacità nella media, sta tra i paesi sottosviluppati. E a me piacerebbe che si stesse meglio.
Novembre 8th, 2013 at 09:29
@mORA Ok, concordiamo su tutto, mi pare. Dico semplicemente: chi ha buoni contenuti impari anche a venderli e comunicarli come Silvio, perchè serve, perchè funziona, perchè se li vuole realizzare forse è il caso di riuscire a vincere le elezioni, e comunicare bene non è importante, è FONDAMENTALE.
Novembre 8th, 2013 at 10:18
Una critica Mantellini, ho sentito spesso parlare di neutralità della rete e di censurare o no i commenti o se non consentirli o no, il discorso è lo stesso.
Ogni strumento può essere utilizzato in migliaia di maniere diverse, i critici lo useranno in un modo, i sostenitori in un altro, i bimbi-minchia in un altro ancora. Ben venga, è il potere/sfiga della rete.
Ben venga uno strumento così, permette ai mezzi attivisti di promuovere il messaggio di innovazione del sindaco, su Twitter si sono viste tante belle proposte.
Novembre 8th, 2013 at 13:33
@Trentasei
secondo me confondi i due piani: c’è un sistema mediatico, più volte condannato dalla UE, perchè antidemocratico e autoritario
e ci sono i contenuti
a parte il fatto che la modalità comunicativa non può cambiare a ritmo di samba i contenuti: questa è più o meno la cappa demagogica che soffoca la politica da un trentennio
“impari anche a venderli e comunicarli come Silvio”
Silvio vende e comunica su una piattaforma di illegalità e incostituzionalità più volte condonata: sono delle forzature autoritarie che nulla hanno a che vedere con la democrazia e la terzietà delle leggi
quel potere sulla televisione e le concessioni pubbliche non è “una risorsa per il Paese”
ed ha, tra le altre, soffocato un’economia, internet e ha bloccato un Paese
questo di voler lasciare immutato il sistema, e lavorare sulla comunicazione “come Berlusconi” è già la cifra del degrado profondo e organico