Giulio Mozzi nei commenti del post precedente:

Il libro più letto dell’Ottocento (a parte, presumo, il Messale) fu “I lombardi alla prima crociata”, poema in ottave di Tommaso Grossi (amico del Manzoni, che gli fece una marchetta nel capitolo xi dei “Promessi sposi”). Il successo fu tale che Giuseppe Verdi, non potendo cavarne un film (il cinema era ancora da venire) ne fece un’opera (“I lombardi alla prima crociata”, appunto).

Trovo bizzarro prendersela con le case editrici. Se “Di bestia in bestia” di Michele Mari non è primo in classifica, è perché i lettori non se lo comprano.


10 commenti a “Tal Irene Cao parte seconda”

  1. Pier Luigi Tolardo dice:

    Ribadisco che i lettori non sono molto cambiati nel tempo: i libri di Guido da Verona furono dei veri bestsellers anche se ora non se li fila più nessuno, negli anni ’30 Pitigrilli era un vero cult di massa per i suoi libri erotici prima che si convertisse, non c’era ancora Camilleri(che è buon scrittore) ma il libro più letto era “Il cappello del prete” di Emilio De Marchi, un giallo italiano, uno dei primi…le masse cercano sesso…evasione..
    Certo, non ci sono più bei libri come Cuore e Pinocchio, ed è questo il vero peccato…

  2. Pinellus dice:

    Mante, e nella stessa classifica de “La Lettura” c’è da notare che nel cluster “Narrativa Estera”, le 3 sfumature porno-soft campeggiano nei primi 5 posti da quasi un anno.

  3. Luca dice:

    Per tutti coloro che volessero approfondire l’annosa questione sul valore dei libri più letti consiglio uno studio recente: “I best seller italiani 1861-1946” di Michele Giocondi (anche in ebook); per chi non avesse tempo un articolo di Pier Francesco Borgia su “Il Giornale” lo riassume http://www.ilgiornale.it/news/cultura/adesso-gloria-effimeradei-best-seller-dimenticatisi.html Come afferma Pier Luigi i gusti delle masse non cambiano, dobbiamo tuttavia rammaricarci che non si legga di più; come il calcio italiano è ad alti livelli perché ha 4 milioni di praticanti se metà della popolazione leggesse più di un libro all’anno avremmo forse classifiche diverse.

  4. diamonds dice:

    famiglia cristiana è stato per anni il magazine settimanale più diffuso.Non credo sia il caso di aggiungere altro

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    No, il settimanale più diffuso era Sorrisi e Canzoni Tv, dopo veniva Famiglia Cristiana e spesso era meglio de L’Espresso.

  6. mORA dice:

    http://edue.wordpress.com/2013/10/05/il-piffero-di-montagna/

  7. diamonds dice:

    no,il settimanale più venduto era sorrisi e canzoni.Ma i giovani del surf per quanto concerne famiglia cristiana una volta esaurito il venduto regalavano le rese.il resto tara

    http://www.youtube.com/watch?v=CHeSuSNfGN0

  8. frank dice:

    Massimo sei sicuro?

    solo perchè non comprano? solo una questione di domanda-offerta?

    non è soltanto la domanda a spingere l’offerta, ma anche il ruolo culturale attivo delle istituzioni pubbliche nella creazione della domanda. Cioè l’alfabetizzazione e l’istruzione

    non è solo la domanda a spingere l’offerta e non è sempre stato così: i lettori dell’ottocento non sono gli stessi lettori del duemila

  9. cla van dice:

    Sti post odorano di puzza sotto il naso da un bel po’ di distanza… Scusate ma cosa vi fa pensare che il genere che piace a voi sia migliore di quello che piace ad un altro? Premetto che io non ho letto (ne intendo leggere) nessuno dei libri riportati nella classifica, ma imho meglio leggere il più fetido dei libri che guardare la televisione, almeno con il libro ho un rapporto personale e non inculcativo come con la televisione…
    L’appiattimento culturale si ha anche se si va verso la cosiddetta ‘alta’ cultura…

  10. Ancora sul marketing editoriale: dare la colpa ai lettori non serve | iscarlets dice:

    […] Scrive Giulio Mozzi: […]