Stefano Quintarelli ha messo giù alcuni punti chiave sulla vicenda Telecom Italia- Telefonica. Dipingono con estrema chiarezza la gravità della situazione e l’assoluta noncuranza (quando non fattiva collusione) del governo e della politica italiana nella vicenda. Quella stessa politica che oggi strepita come una gallina dopo non aver fatto nulla, quando ne aveva tempo e modi, per evitare questo disastro.

sesto: Dato che le azioni di Telco sono in larga misura in pegno alle banche e lo scioglimento di Telco avrebbe comportato la necessita’ di ripagare il debito pro quota, Telefonica avrebbe dovuto mettere mano al portafogli con liquidita’ fresca per recuperare le proprie azioni. In qesto modo si tiene in vita Telco, le azioni possono restare in pegno alle banche e la liquidita’ fresca iniettata serve a sterilizzare un concorrente nei mercati in espansione. Telefonica è infatti il principale concorrente di Telecom (Telecom è prima nel fisso in Argentina e Telefonica seconda; Telefonica è prima nel mobile in Brasile e Telecom seconda) Con questo cambiamento di controllo si concentra nelle mani di Telefonica la facoltà di nomina di 11 consiglieri di amministrazione su 14, prima suddivisi tra gli azionisti di Telco che non aveva un socio di maggioranza assoluta in grado di approvare indipendentemente dagli altri soci una propria lista. Pertanto le autorità antitrust obbligheranno a vendere, come ha illustrato Bernabè alla Camera; non parrà vero all’Argentina che recentemente voleva nazionalizzare o al Brasile da sempre alla ricerca di creazione di un campione nazionale. Questa situazione conviene a Telefonica che avra’ come concorrenti soci deboli espressioni del potere nazionale di quei paesi, pagando molto poco.


6 commenti a “Il disastro di un Paese”

  1. Santiago dice:

    Ma secondo me Cristina Fernández de Kirchner prende tutta la rete e la nazionalizza, fuck yeah.

    (seriamente: scusate ma io in materie economiche non me ne intendo un fico secco, in parole povere per gli ignoranti come me, questo significa che Telefonica riuscirà a comprare la rete telecom a pochi soldi in Argentina e Brasile? Ma non l’ha già acquistata?)

  2. diamonds dice:

    non credo di poter fare nomi ma c’è un’altra situazione in cui una gigantesca finanziaria del comparto assicurativo inguaiata finanziariamente ha comprato una sana azienda dello stesso settore facendosi prestare per l’operazione i quattrini dalla stessa impresa che avrebbe cannibalizzato.Se non ci fossimo bruciati il cervello per colpa dell’effetto Streisand forse..

    https://lh4.googleusercontent.com/-9L63kHZxZCY/TWzRP_s0ZgI/AAAAAAAAAYg/Rii2DTLv3V8/s1600/8_20110128080426685500x500_Louis%252520XVI%252520Lady_SS.jpg

  3. Pier Luigi Tolardo dice:

    Purtroppo Prodi e Ciampi fecero male a vendere tutto o quasi il pacchetto di proprietà pubblica in possesso dello Stato: avrebbero fatto meglio a tenere una quota importante come hanno fatto Francia, Germania, Svizzera.
    Una volta fatta la privatizzazione D’Alema e Bersani hanno sbagliato a dare via libera all’Opa che ha caricato di 30 miliardi di euro Telecom ma sarebbe stato meglio (molto) appoggiare la fusione Telecom Italia-Deutscke Telecom con un gestore di un Paese forte e potente e non come Telefonica di un Paese ancora più povero e scalcagnato del nostro.
    Una volta entrato in gioco Tronchetti Provera gli avrebbero dvuto impedire, la Consob di allora di vendere a sè stesso il patrimonio immobiliare telecom e di fondere Telecom Italia con Tim indebitando ulteriormente Telecom Italia.
    Bernabè invece di accontentare successivamente a Tronchetti con ricchi dividendi i suoi maggiori azionisti, fra cui Telefònica che ora lo silura, puntare già due anni fa ad una ricapitalizzazione di Telecom Italia.
    Oggi il Governo dovrebbe puntare ad una ricapitalizzazione di Telecom, per evitare che il titolo sia spazzatura, con una partecipazione riservata ai dipendenti e ai piccoli azionisti e con una partecipazione importante della Cassa Depositi e Prestiti e anche di aziende pubbliche come le Poste. Non lo fsrà ma d’altra parte non c’è neanche il governo tra un po’ o comunque solo un governo tanto per esserci, privo di una base parlamentare forte e coesa.

  4. luciano pontiroli dice:

    A che titolo il Governo – recte, un Governo purchessia – potrebbe puntare ad una ricapitalizzazione di Telecom ?

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    se il Governo, un Governo in carica e con la maggioranza parlamentare, dicesse che non è possibile che la società italiana che gestisce l’unica Rete di cui si servono i suoi stessi concorrenti, tutti gli italiani e perfino Forze dell’Ordine e Polizia non può andare in amministrazione controllata, cosa che farà dopo che il titolo dsarà declassato a junk.-bond, essendo il Governo e non un pinco pallino, il Cda di un’azienda filogovernativa per forza deciderebbe il Piano di ricapitalizzazione anche perchè lo stesso Governo garantirebbe che la Cdp che è per definizione controllata dal Governo parteciperebbe…Non ci sarebbe nessuna alterazione del mercato perchè anche gli asltri azionisti come Telefònica potrebbero partecipsre, se vogliono, all’aumento di capitale…E’ molto meglio che il governo si spenda dal punto di vista politico perchè si ricapitalizzi che debba intervenire dopo con una legge tipo Parmalat o Ilva e spendendo miliardi di Cassa Integrazione e mobiolità come ha fatto per Alitalia…Luciano Pontiroli ha mai sentito dire che è meglio prevenire che curare…? Ci sono troppi liberisti con il culo degli altri in questo Paese…

  6. Giancarlo dice:

    @Tolardo:
    A – non abbiamo più un governo
    B – in questo paese abbiamo una lunga storia di soldi pubblici finiti in tasche private, telecom è una di queste storie, e tu vorresti prendere i soldi delle vecchiette pensionate e bruciarli in un calderone che sembra fatto apposta per magnarsi tutte le risorse.