A differenza di quanto sostiene Ryan Heath, portavoce del Commissario Europeo Kroes, non esistono gli estremisti della net neutrality che impediscono agli ospedali di salvare vite umane. Una metafora più fessa era difficile da trovare. La neutralità invece è un po’ come essere incinta: neutrali in rete o lo si è o no: non è tecnicamente possibile esserlo solo un po’. Questa è la prima cosa che pensavo leggendo il monumentale post che Stefano Quintarelli ha dedicato alla faccenda ed è, per quanto mi riguarda, il suo punto di discrimine. La tesi di Quinta (e di molti altri in Europa) è che Neelie Kroes abbia infine abiurato ad una difesa ferma della net neutrality (che per la verità lei continua a sostenere a parole con toni anche molto enfatici) per accordarsi ai desiderata delle telco che auspicano da tempo una maggior gestione del traffico. Priorizzazione del traffico uguale business più profittevole. Il tema è ostico ma centrale, leggete il post di Stefano se potete e magari anche l’editoriale che Juan Carlos De Martin ha pubblicato su La Stampa. Io di mio aggiungo solo che Internet è diventata Internet perché l’interruttore della neutralità è stato fino ad oggi posizionato su “acceso”. Chi racconta che, in nome di interessi superiori quell’interruttore può essere spento ma solo un pochettino, vi sta prendendo in giro.
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Settembre 14th, 2013 at 09:58
In tema, è uscito pochi giorni fa questo mockumentary che prova a spiegare la neutralità della rete al pubblico: http://bicyclemind.it/2013/09/13/the-internet-must-go/
Settembre 15th, 2013 at 09:30
[…] L’11 settembre della net neutrality ::: Luca De Biase ::: Luca De Biase ::: la Stampa ::: manteblog […]
Settembre 18th, 2013 at 11:01
[…] Internet è accesa o spenta – manteblog – Net neutrality […]