Prima il Governo Letta sceglie di farsi ampiamente compatire sulla vicenda del wi-fi libero, poi la Commissione Bilancio della Camera decide di sfrondare di 20 milioni i pochi denari che il decreto Crescita di Monti dedicava al digital divide strutturale, lasciando contemporaneamente intatti i fondi riservati alle Tv private. Se a questo aggiungiamo la vasta e frequentissima campagna ideologica sui temi della diffamazione e della libertà di espressione in rete da parte di alte cariche dello Stato e parlamentari vari che producono ormai settimanalmente interviste e progetti di legge deliranti, dovremmo dedurne che siamo un Paese senza speranza. Invece io vorrei interporre un concetto ed instillare in tutti voi un flebile filo di rinnovata speranza e quindi vi dico che, sì, siamo un Paese senza speranza ma…
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ma, niente, siamo un Paese senza speranza.

13 commenti a “Un Paese senza speranza”

  1. L1 dice:

    eh noo, mi avevi illuso :(

  2. gregor dice:

    Aggiungo, si salvi chi può!

  3. diamonds dice:

    “ognuno ha il diritto di dire ciò che pensa.Questo naturalmente da carta bianca agli squinternati.Ma se non sai riconoscere uno squinternato quando ne incontri uno meriti di essere ingannato.”
    Harry Truman

    http://www.youtube.com/watch?v=WlNmFondn98

  4. frank dice:

    porca miseria, oggi ho pensato anch’io la stessa cosa. non sei il solo, mante

  5. farucchino dice:

    di questi tempi mi sto domandando se il referendum fosse stato vinto dalla monarchia…..il distacco fu minimo veramente, e chissà come sarebbe andata!
    forse una vera rivoluzione repubblicana sarebbe stata fatta, in seguito, ed i conti con un fascismo trasversale (intendo mafia, p2, ecc) li avremmo fatti diversamente.
    senza amnistie intendo…

  6. Al dice:

    Hahahaha…
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    … wait… hu?
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    hahahahahaha

  7. frank dice:

    Poi però ci sono dei dettagli che mettono in dubbio anche quel pensiero sconfortante: se un rappresentante pubblico agisce in modo difforme rispetto a quel che promette (pensate solo alla promessa della ‘banda larga’ e a tutte le relative chiacchiere sullo sviluppo), cioè se racconta balle enormi per poi giustificarsi in malo modo beh, cari signori, vuol dire che quello è un impostore e non è il Paese, non lo rappresenta e si autosqualifica.

    poi penso al fattore psico-pedagogico, anch’esso determinante. Questa cosa viene spesso ignorata. Ebbene, facendo una ricerca storica sui metodi di tortura occidentali c’è sempre l’annullamento dell’autodeterminazione, dell’autostima e appunto della speranza. L’annullamento della persona. Sono appunto metodi criminali.

    Perchè tutto ha un senso finchè i cittadini hanno memoria (come acutamente pensava Orwell): quando i cittadini perdono anche la memoria e continuano a utilizzare in modo distorto la cultura del perdono (di derivazione cristiana e mischiata nel brodo culturale globale), o quando i cittadini dimenticano per non soffrire e per poi soffrire il doppio. Beh allora vorrei interporre un concetto

    però prima sarebbe opportuno disintossicarsi e cambiar stile di vita

  8. stefano nicoletti dice:

    Chi visse sperando, morì…
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    non si può dire!

    (“Gioconda”, Litifiba)

  9. se-po dice:

    W l’A (po bon).

  10. Daniele Minotti dice:

    Io non dispererei: 20 milioni tolti dal cesso (questa oscura manovra anti digital divide) per metterla in un altro cesso.
    Sempre cessi sono.
    Oppure qualcuno crede veramente a questi investimenti sul digital divide?

  11. Giancarlo dice:

    @Minotti: per la serie, ogni cesso è bello a mamma soa.

  12. Federico dice:

    Per non parlare di come è considerata la scienza…

  13. Visto nel Web – 89 | Ok, panico dice:

    […] Per wifi e scuola “decreto disfare” (con valutazione di impatto digitale) L’idea del passato Ministro dell’Istruzione Profumo a riguardo dei libri elettronici nella scuola italiana era una idea coraggiosa. Coraggiosa ma sbagliata. Però forse la situazione è più complessa ::: manteblog ::: Luca De Biase ::: Non volevo fare la prof ::: Crescere  Creativamente ::: LASTAMPA ::: la Repubblica ::: manteblog […]