Il notevole discorso ossimorico di Ed Miliband ieri alla Big Tent di Google tradotto da Europa:


Perché pagare le tasse
Per la nostra società è importante che arrivino i messaggi giusti dall’alto. È impossibile che io sia l’unica persona qui dentro a essere delusa che una grande azienda come Google si riduca a sostenere che, pur impiegando migliaia di persone in Gran Bretagna, pur guadagnando migliaia di sterline in Gran Bretagna, debba pagare solo l’un per cento di quei guadagni in tasse. Quando Google fa del bene per il mondo, vi applaudo. Ma quando Eric Schmidt dice che il suo approccio al problema delle tasse è semplice capitalismo, non sono d’accordo. È un peccato che Eric Schimdt non sia qui a farselo dire di persona. Quando Google fa i salti mortali per non pagare le tasse, io dico che fa male. E non solo io. È cristallino, basta leggere i vostri principi fondatori.
Ho cominiciato con mio padre e vorrei finire con lui. Mio padre aveva torto a proposito della proprietà dei mezzi di produzione. Ma su una cosa aveva ragione. Era arrivato qui come profugo a sedici anni, nel 1940. Ed entrò nella marina di Sua Maestà. Parlava spesso di quei giorni in marina, quando persone di tutte le estrazioni, di provenienze diversissime, si trovarono insieme per un obiettivo comune. È così che la Gran Bretagna ce l’ha fatta. È così che le grandi aziende ce la fanno. È questo il cuore del capitalismo responsabile. È questo ciò che chiamo One Nation. È questo il futuro che dobbiamo costruire insieme.


16 commenti a “Il capitalismo responsabile”

  1. Massimo dice:

    Perché ossimorico?

    Sarei curioso di sapere se Google (e altri) fa (fanno) le stesse porcate in Paesi piuù cazzuti, tipo Svezia, Danimarca, Brasile…

  2. Carlo M dice:

    ossimorico?
    (e che cos’è un ossimoro lo so).

  3. Alessandro dice:

    Ossimorico perché chiaramente il capitalismo è irresponsabile per definizione. Perché qualora ci fosse un’azienda responsabile, ce ne sarebbe un’altra irresponsabile che ne sarebbe avvantaggiata e riuscirebbe a sostituirla.

    Il concetto è simile a quello di consumo responsabile o di carità: è un modo per mascherare e rendere digeribile un sistema inumano, invece di cercare di cambiare il paradigma consumistico:
    http://www.youtube.com/watch?v=hpAMbpQ8J7g

  4. Al dice:

    Infatti ho sempre pensato che “Don’t be evil” è una cosa che uno che sa di essere malvagio dice a se stesso tutte le mattine davanti allo specchio: “Non devi essere cattivo, non devi essere cattivo…” ma poi inizia la giornata e sa che non potrà farne a meno…

  5. Carlo M dice:

    Tutto giusto. Quindi? Qual è la soluzione?

  6. Al dice:

    Carlo M
    1) Stabilire che i paesi canaglia sono i paradisi fiscali
    2) Arrivare al punto che non ci siano più paradisi fiscali
    3) Fare in modo che per tutti sia più conveniente pagare le tasse nel proprio paese

    In sostanza c’è un bug nel “sistema tasse” mondiale. Bisognerebbe sistemare questo bug.

  7. luciano pontiroli dice:

    Magari anche contenere il peso dello Stato …

  8. luciano pontiroli dice:

    Perché riportare solo uno stralcio del discorso? merita di essere letto nella sua interezza e meditato a fondo!

  9. massimo mantellini dice:

    @luciano pontiroli, perché c’è il link

  10. Enrico dice:

    Eric S. Non sbaglia a dire ‘semplice capitalismo’ proprio perchè come semplifica Al, c’è un bug alla base, e tutti se ne avessimo la possibilità lo sfrutteremo.

    La somma dell’iniziative privata fanno l’interesse pubblico. Ove ciò non avviene deve intervenire l’iniziativa pubblica per costruire quella che è allora il capitalismo responsabile: investiamo in un governo europeo prima e mondiale dopo. Solo cosi si potranno gestire piu coerentemente i gettiti di imposta, gli investimenti…la crescita globale.

  11. andrea61 dice:

    A me non piace la definizione di “capitalismo responsabile”, credo però che esista una forma di capitalismo “lungimirante” che ha una visione globale della societá in cui opera e da cui trae risorse, che ha abbracciato pienamente il concetto di soddisfazione degli stakeholders e sa che la predazione porta vantaggi nel breve ma alla fine resta il deserto da cui è difficle cavare cose buone. Orami ci sono diversi studi che hanno dimostrato che questo tipo di aziende sono più performanti nel lungo periodo e che sono le più rapide ad uscire dai periodi di crisi ma hanno anche un aspetto purtroppo poco conciliabile con la stragrande maggioranza delle imprese sul mercato: il management non deve pensare alla trimestrale successiva e deve fregarsene dell’andamento del titolo in borsa.

  12. UlisseNano dice:

    Il capitalismo è fatto per fare soldi. Il resto sono favole.

  13. Alessandro dice:

    Mah, basterebbe che l’azienda paghi le tasse relative ai profitti fatti dentro una certa nazione. Non capisco infatti perche’ i profitti fatti sul mercato italiano devono essere tassati secondo le norme del paese di residenza dell’azienda, e viceversa.

    Basterebbe che Google pagasse le tasse in ogni stato in cui fa profitti, secondo le regole di quella nazione. A quel punto o paga le tasse o rinuncia ad operare in quella nazione.

  14. gregor dice:

    il film “the corporation” è illuminante…

  15. pibo dice:

    One nation,One station

  16. Massimo Morelli dice:

    Alessandro è già così. Però nullo vieta alle multinazionali di inserire una controllata in un paese favorevole e lasciare lì tutti gli utili. O meglio, molte norme lo vietano (la normativa sui transfer price è molto complicata) però è come l’antidoping: i cattivi sono sempre un passo avanti.