Il punto di vista di Gino Roncaglia sulla simil-laurea della deputata 5stelle Marta Grande che, tanto per dare un segno di discontinuità con la vecchia politica, oggi strilla sul suo blog alla macchina del fango)
Marta Grande era citata spesso come esempio della ‘nuova classe politica’ del M5S, giovane e competente: una laurea in America, laureanda in Italia, un diploma di studi avanzati in Cina.
Poi viene fuori che la laurea americana in realtà è un BA conseguito a Huntsville in un corso che prevede *63* credit hours. In Italia, quel che corrisponde alle Credit Hours è la quota di ore di lezione di un corso: un CFU (credito formativo universitario) corrisponde a 25 ore di lavoro, di cui in media un terzo (la proporzione esatta può variare da corso a corso) corrispondende a ore di lezione. Insomma, non solo il BA conseguito dalla Grande non è una laurea, ma in Italia corrisponderebbe, a essere generosi, a 8-10 CFU: quanto un singolo esame.
Questa ‘laurea’ è stata disinvoltamente inserita nel curriculum. Oggi la Grande dice che non ha mai sostenuto che fosse una laurea italiana, o che fosse equiparabile a una laurea italiana. Ma continua a chiamarla ‘laurea’, anche nel post del suo blog in cui si difende dal ‘fango’ dei giornalisti italiani: “In nessun luogo ricordo di aver discusso in merito alla validità o meno della mia laurea conseguita in USA”. Sarebbe stato molto, ma molto più onesto – soprattutto da parte dei paladini della trasparenza – non usare proprio – e tanto a sproposito – il termine laurea.
Il famoso ‘master’ fatto in Cina poi è un corso estivo, e anche qui la Grande dice di non aver mai usato il termine ‘master’.
Insomma, la tanto osannata deputata grillina è una laureanda come tante, che ha potuto permettersi dei soggiorni di studio all’estero. Sarà brava, non lo discuto, ma diciamo che il suo curriculum l’ha infiocchettato non poco.
p.s. l’aspetto interessante, che emerge ancora una volta anche nei commenti del post della Grande, è la grande contrapposizione fra fede e ragionamento, fra desiderio di approfondimento e cieca superficialità. E’ questo il vero tema comunicativo scatenato dalla nuova politica in rete del Movimento di Beppe Grillo. Nei prossimi mesi sarà interessante capire se davvero Internet sarà il luogo della trasparenza e del chiarimento o se invece si dimostrerà utile a sostenere grancasse propagandistiche e intruppamenti ideologici. Io qualche sospetto inizio ad averlo.
update 17/03: Gino Roncaglia nei commenti ammette quello che alcuni commentatori avevano già segnalato, vale a dire che il BA della Grande è comparabile con una laurea breve italiana.
Marzo 16th, 2013 at 00:12
Scusa, che io sappia il corso di studi per ottenere un BA dura 4 anni. Il BA non è equiparabile a una nostra laurea triennale, nel senso che negli Stati Uniti con un BA si accede a un corso di dottorato, ma se si fa domanda per un dottorato statunitense con una laurea triennale europea, la laurea triennale non è sufficiente appunto perché si richiede un corso di 4 anni. Com’è che il BA della Grande sarebbe equivalente a un singolo esame? (Il fatto che il BA americano non sia riconosciuto come equivalente a una laurea in Italia non mi pare che voglia dire granché).
Marzo 16th, 2013 at 01:28
Laurea o no, non sa come si forma un governo… come ha ampiamento dimostrato intervistata dalla Gruber. Quindi, resta poco da dire.
Marzo 16th, 2013 at 07:53
Poi, chi di clava colpisce…
http://www.pinellus.it/2013/03/chi-di-clava-colpisce.html
Marzo 16th, 2013 at 10:02
In merito alla considerazione finale, Internet è appunto un “luogo” o uno strumento: di per sé non è né buono né cattivo, ma può accogliere entrambi gli estremi a seconda della gente che lo frequenta e lo utilizza. Per diventare luogo di trasparenza e chiarimento, i suoi frequentatori per primi dovrebbero essere chiari e trasparenti, accettando di mettere in discussione le proprie idee, dalla prima all’ultima, per confrontarle con quelle altrui: se ognuno resta chiuso nelle proprie fedi e cerca solo altre voci che le confermino, ignorando tutto ciò che le può incrinare, il risultato mi pare più che ovvio.
C’è una profonda differenza tra un centro di incontro tra idee diverse, che si confrontano in cerca di comuni denominatori per la convivenza civile, e una serie di circoli chiusi e autoreferenziali, che gareggiano tra loro a chi la spara più rumorosa e puzzolente.
Marzo 16th, 2013 at 10:31
Temo ci sia da parte della Grande una sottostima di quanto sia importante essere chiari e per i suoi critici una mancata conoscenza del sistema formativo Usa. Il che farebbe pari e patta se non fosse che da lei, da suo elettore, mi aspetto di più.
Marzo 16th, 2013 at 11:11
epperò siamo tutti,tranne i raccomandati,bravi a sostenere la battaglia contro il valore legale dei titoli di studio,ma alla resa dei conti tra forma e sostanza ci prostriamo di fronte alla forma(il mondo non gira intorno al ministero dell’istruzione della Repubblica italiana,giuro.Tra l’altro in Australia una volta compiuti i 24 anni è possibile conseguire master di livello siderale anche se non si ha un diploma di scuola superiore.Basta conoscere l’inglese e superare una selezione non taroccata come quasi tutte quelle che si tengono da queste parti)
Marzo 16th, 2013 at 13:24
Nota per amore di verità, non per discutere o meno sulle credenziali accademiche: questa cosa delle 63 credit hours e’ una bufala che si e’ diffusa dalla pagina di wikipedia ieri (per i curiosi: http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Marta_Grande).
Come si puo’ verificare sul sito della UAH, le 63 sono “semester hours” (che come si puo’ verificare con una ricerca su Google) sono una unita’ di misura simile ai nostri CFU.
Utilizzando la conversione 1 sh ~ 2 CFU (che si trova online, ma non e’ chiaro invece il metodo utilizzato dalla UAH) questo praticamente renderebbe il corso frequentato da Marta Grande equivalente a 2 anni di laurea italiana (63 cfu ~ 120 sh)
Marzo 16th, 2013 at 14:09
Mi correggo, quei 63 semester hours sono la somma dei crediti dei corsi richiesti per fare il major nel FILT, non il totale dei crediti per prendere il BA.
Il corso a quanto pare e’ di quattro anni *legali* (a quanto scrive l’universita’: http://t.co/PokQBEdT7l ).
Marzo 16th, 2013 at 14:38
Non mi aspettava niente di meglio da una grUllina (e scusate, cosa c’entra l’Australia?)
Marzo 16th, 2013 at 15:15
Io credo in Beppe Grillo che salverà l’Italia, ci farà uscire dall’Euro, ci darà il salario minimo, abolirà Equitalia e l’Imu, imprigionerà Berlusconi, farà sposare i gay, prenderà il 100% dei voti, nazionalizzerà le banche, ci farà votatre comodoamente da casa sempre. Io credo in Beppe Grillo e voi arrendetevi, siete circondati…
Piuttosto mi faccio Testimone di Geova, anzi mussulmano…
Marzo 16th, 2013 at 15:27
A me sembrava strana questa cosa della laurea con 63 ore di lezione. E andando a vedere (http://cas.uah.edu/stevensl/CAS/flit/flit.html) si parla di 63 Semester Hours. Considerando un semestre di 17 settimane (google dice che in USA sono tra le 14 e le 20, non so nella specifica facoltà quanti siano, ho preso un valore in mezzo) sono 1070 ore di lezione. E una (abbastanza) ragionevole equivalenza 1CFU = 7 ore di lezione significa che tale BA vale poco più che 150 CFU. Da noi una triennale ne vale 180.
Quindi il problema non è se Marta Grande ha una laurea o meno in America, ma il valore legale di tale titolo.
Marzo 16th, 2013 at 16:10
“Poi viene fuori che la laurea americana in realtà è un BA conseguito a Huntsville in un corso che prevede *63* credit hours”
Avvisate il caro Roncaglia che non “viene fuori” assolutamente questo.
Non sono 63 ore di lezione, sono 63 Credit hours/ 63 crediti formativi. Un Bachelor of Arts dell’Universita` dell’Alabama richiede la frequenza obbligatoria di 8 semestri e il conseguimento di all’incirca 120 Credits.
Siete così radical chic da non accorgervi di quanto siete superficiali?
Marzo 16th, 2013 at 17:21
http://www.francescocosta.net/2013/03/16/poi-arriva-un-giorno-che-lo-zombie-sei-tu/
Eggià.
Marzo 16th, 2013 at 18:24
Mi sa che questa volta un po’ tutti abbiamo scritto delle belinate
Marzo 16th, 2013 at 19:09
Può darsi Dany: ora Marta Grande potrebbe chiedere all’Istituto Italiano di Cultura di New York di certificare a quale grado di istruzione universitaria in Italia potrebbero equivalere i suoi diplomi statunitensi. Potrebbe farlo anche perchè anche con i soli 2.500 euro di emolumento più i rimborsi spese se lo può permettere di pagare le spese relative e potrebbe mettere il tutto on line.
Se lo farà tanto di cappello, se non lo fa è solo una ragazza carina con cui andare a mangiare una pizza una sera e lo dico per essere misogino quanto il suo Capo.
Marzo 16th, 2013 at 19:33
l’ha già fatto, altrimenti non avrebbe potuto iscriversi a un corso di laurea magistrale, no?
Marzo 16th, 2013 at 22:59
@Pier Invece la cantonata l’abbiamo presa eccome e dovremmo rettificare. Come ‘sto Roncaglia che con i titoli stranieri sputa sentenze, ma non è che ne sappia tanto a leggere quello che si scrive in giro (di uguale valore rispetto alle sue parole).
Un po’ di umiltà.
Marzo 16th, 2013 at 23:02
@Daniele giusto o sbagliato ho come la vaga sensazione che tu non abbia idea chi sia Gino Roncaglia
Marzo 17th, 2013 at 00:32
Chiunque sia Gino Roncaglia non è autorizzato a scrivere stupidaggini infondate solo per “meriti culturali”.
Anzi il fatto che sia persona colta e preparata va a suo grande demerito.
Chi non ha i mezzi e la possibilità di informarsi prima di esprimere un opinione può essere considerato semplicemente ingenuo, chi si fa gran vanto di pubblicare manuali per l’uso di Internet, e poi non si preoccupa di fare un elementare verifica, ma spara a zero affermazioni alla prva dei fatti FALSE, dimostra di essere un paludato cialtrone, a me Beppe Grillo e i suoi seguaci stanno cordiamente antipatici, ma i sedicenti guru che poi inciampano in simili vergognose figuracce li trovo ben peggio.
Marzo 17th, 2013 at 00:39
scusa massimo, anch’io di gino roncaglia non so quasi niente a parte ricordare che era uno dei blogger che agli inizi erano piú linkati e attivi. però non mi sembra abbia senso argomentare per auctoritas. anche a me sembra che in questo caso abbia preso una cantonata colossale. in molti sistemi (anche in quello tedesco, per esempio) il concetto di semester hour è usato in maniera molto differente da come la intende lui. i corsi che tengo io in un’università tedesca sono da 6 ore a settimana: 63 semester hours corrispondono quindi a 10 corsi semestrali. non tantissimo, ma neanche pochissimo.
Marzo 17th, 2013 at 01:29
Avete ragione. In questa pagina: http://cas.uah.edu/stevensl/CAS/flit/flit.html si parla, a proposito delle ore del corso FILT, di Semester Hours e non di Hours. Io mi ero basato invece su questa pagina: http://www.uah.edu/la/departments/foreign-languages/programs/foreign-language-literature/75-main/liberal-arts/foreign-languages/3445-flit-foreign-language-international-trade, in cui si parla solo di hours.
Come è già stato osservato da diversi commenti, la differenza non è da poco: se si tratta effettivamente di Semester Hours, il corso è molto più dignitoso: il concetto di Semester Hour corrisponde infatti di norma a una lezione settimanale di un’ora per un semestre. In questo caso, l’impegno effettivo del corso sarebbe molto più vicino a quello di una nostra laurea triennale, anche se il titolo continuerebbe a NON essere equiparabile a una nostra laurea triennale.
Sempre in questo caso, le mie osservazioni sulla ‘brevità’ del corso NON sarebbero giustificate.
Le altre osservazioni, invece (compreso l’interrogativo sul riconoscimento da parte di Roma Tre) continuerebbero ad esserlo.
Marzo 17th, 2013 at 03:27
Roncaglia, le altre osservazioni tue continuerebbero a essere giustificate? Hai detto che la Grande era poco onesta perché ha chiamato il suo BA ‘laurea’, quando invece non è equiparabile. Io ho un dottorato statunitense. Quando l’ho preso, parecchi anni fa, farselo riconoscere in Italia era un problema, anche se un corso di dottorato negli Stati Uniti durava 5 anni e in Italia 3 anni. Dunque, secondo il tuo ragionamento sarei stato poco onesto se allora avessi detto di avere un dottorato? Ma va a scopare il mare, va.
PS: Mantellini, “non hai idea di chi sia Roncaglia” non è un granché.
Marzo 17th, 2013 at 08:46
Da qualsiasi punto di vista Roncaglia ha preso una grossa cantonata (per voler essere gentili).
Farebbe meglio e più bella figura a chiedere scusa invece di continuare a sostenere che poi invece non aveva così torto.
Marzo 17th, 2013 at 08:53
@delio intendevo solo dire che Gino è uno che l’Università la conosce perché ci lavora da molti anni (ed – aggiungo io – perché conoscendolo so che è persona moderata e assai quieta e gentile ;) poi come è evidente, tutti possiamo sbagliare
Marzo 17th, 2013 at 09:29
siete il top!
si e’ ironico
Marzo 17th, 2013 at 10:15
.mau hai ragione ma dopo tutto questo casino sono sempre dell’idea che las Grande potrebbe ricorrere ad una certficazione e metterla on line, i grillini, in fondo, pretenderebbero questo da tutti, che male c’è a pretenderlo da loro?
A me sembra che tutto questo stalking ai grillini gli possa fare solo bene: pretendono trasparenza ma si riuniscono a porte chiuse, vogliono la Presidenza della Camera ma non sono disponibili a votare altri al parlamento, insultano tutti ma poi come la capogruppo Lombardi si lamentano del linciaggio mediatico, vogliono la libertà ma obbediscono ad un capo…alla fine non è che posso dire agli altri che devono morire e poi attendersi bacini, si rafforzi anche Marta Grande se vuole diventare grande…
Marzo 17th, 2013 at 10:33
Potrebbe chiederla a Roncaglia la certificazione :). Quando si pesta una merda la cosa migliore è ammetterlo, invece di chiedere la certificazione che si trattava di cioccolata. La Grande non ha mentito sui suoi titoli di studio, fine.
Marzo 17th, 2013 at 13:53
Non ho nessun problema a dire che se il corso della Grande prevede effettivamente 63 *semester* hour la considerazioni che ho fatto sulla sua durata sono sbagliate. Non ho neanche nessun problema a scusarmi: uno degli aspetti positivi della rete è che permette di verificare collaborativamente questo tipo di informazioni. Difficilmente verificabili in anticipo, dato che il certificato inserito in rete da Marta Grande non riporta neanche la titolazione del corso (che il corso sia davvero quello è una ipotesi basata su una notizia presente su Wikipedia e poi cancellata).
Detto questo, anche con le 63 semester hour il corso è comunque *meno* impegnativo di una laurea triennale italiana e – a quanto risulta – non prevede una prova finale. E’ stato seguito in due anni, cosa non possibile per una nostra laurea triennale. Avrebbe potuto portare a una sostanziale abbreviazione dell’iter di una laurea triennale, ma non alla sua sostituzione. Dai tempi, a meno che non ci sia stata una sovrapposizione – vietata dalla legge – fra l’iscrizione al master luiss e alla magistrale di Roma Tre, sembrerebbe invece essere stato usato per una abbreviazione della laurea magistrale.
Sembrano questioni di lana caprina, ma non lo sono: finché abbiamo una università uguale per tutti, è importante che tutti abbiano lo stesso trattamento, e che non ci sia chi ‘abbrevia’ il proprio corso di studi rispetto agli altri, perché può permettersi di pagare oltre 62.000 dollari (questo il costo attuale dei due annidi BA presso quella univesità) per un corso in Alabama, poi spostarsi a Miami per farlo riconoscere dal consolato italiano, per poi iscriversi a un master alla Luiss.
Marzo 17th, 2013 at 14:15
@roncaglia avrai sicuramente ragione , resta il fatto che hai contribuiro alla equazione. Grandi uguale Giannino uguale Crosetto e hai dato il destro al padrone di casa per paragonare la sua sacrosanta incazzatura ai peggiori argomenti dei peggiori lacché di Berlusconi. A me i grillini non stanno simpatici neanche un po , ma mi fa schifo quest’ansia di dimostrare che in fondo sono uguali al peggio degli altri. Motivi per non esssere d’accordo con il m5s ce ne sono a migliaia, proporrei sommessamente di lasciar perdere le cazzate.
Marzo 17th, 2013 at 14:43
@roncaglia @mantellini si però a questo punto mi aspetterei non una rapida smentita nei commenti ma un post di correzione. altrimenti è veramente macchina del fango.
Questa ragazza è stata messa in croce senza alcun tipo di verifica.
La ricerca di una sorta di “contrappasso” sui grillini ha accecato un po’ tutti e portato a scrivere grandi stronzate.
Non rettificare in modo pubblico è sicuramente un esempio di pessimo giornalismo/blogging che dir si voglia.
Marzo 17th, 2013 at 14:52
@Roncaglia Visto che lei cerca di riportare tutti i dettagli sulla vicenda, mi permetto di farle presente le inesattezze dei suoi commenti.
Primo: le 63 semester hours sono le hours dei “Required Courses” necessarie per ottenere il Major in “Foreign Language International Trade”, non le hours totali per tutto il B.A.
Secondo: quando lei dice “poi spostarsi a Miami per farlo riconoscere dal consolato italiano”, cosa intende? Se va a vedere, il consolato di Miami é quello di riferimento per l’Alabama, cioé quello di riferimento per la circoscrizione consolare dell’Alabama http://www.consmiami.esteri.it/Consolato_Miami. Poi, non serve andare di persona a Miami (e cmq non ho idea se la Grande ci sia andato o no), ma spedire la documentazione, per ottenere la dichiarazione di valore http://www.consmiami.esteri.it/Consolato_Miami/Menu/I_Servizi/Per_i_cittadini/Studi/Dichiarazioni_di_valore/. Nel suo commento lei da da intendere che la Grande sia andata a Miami per chissá quale vantaggio o scorciatoia tipica dei furbi/disonesti italiani. Questo non é corretto.
Ma indipendentemente dal caso della Grande, come possiamo dire che una/o sta mentendo se dice di essere laureata/o dopo aver conseguto un Bachelor negli USA?
Allora Barak Obama o Bill Clinton verrebbero etichettati come bugardi se ad esempio in un itervista in italia sostenessero di essere “laureati”? Visto che il primo ha un B.A. e il secondo un B.S. ma LEGALMENTE non riconosciuti in Italia. Questo provincialismo italiano fa pena.
Marzo 17th, 2013 at 15:07
@mima macchina del fango? ma per favore non diciamo sciocchezze. Il post qui sopra, che è solo il quoting di una cosa scritta da Gino su FB e che per quanto mi riguarda parla anche d’altro, è stato aggiornato con molta chiarezza (come faccio sempre) e in sovrappiù ho avvisato (https://twitter.com/mante/status/313198375963078656) dell’update anche su Twitter e FB (dove i post di questo blog finiscono in automatico) nell’ipotesi in cui alcuni lettori occasionali di questo blog fossero arrivati qui una tantum.
Marzo 17th, 2013 at 19:43
Ho aggiornato anch’io i miei post su Facebook, appena mi è stato segnalato l’errore. Grazie per l’indicazione sul Consolato.
Non ho nessun interesse a gettare fango su nessuno – anche perché in rete, come vediamo anche qui, molti dubbi vengono poi risolti, in un senso o nell’altro. E credo e spero di essere abbastanza intellettualmente onesto dall’ammettere i miei errori, come in questo caso.
Detto questo, se Bill Clinton o Obama vorressero iscriversi a una università italiana, dovrebbero – come chiunque altro – verificare con la segreteria studenti dell’università che tipo di equiparazione può essere fatta per i titoli in loro possesso. E se avessero solo un BA sostenuto in due anni e senza tesi finale dovrebbero, per quanto mi riguarda, completare la laurea triennale, pur con una sostanziale abbreviazione di corso (al limite, la sola discussione della tesi). E se dovessero indicare a un organismo istituzionale italiano i titoli di studio in loro possesso, preferirei senz’altro che indicassero che hanno un BA (e magari anche quale) piuttosto che una laurea.
Marzo 17th, 2013 at 23:42
@Roncaglia. Lascia perdere o se vuoi portare avanti questa crociata prenditela con il Dustin Hofmann de il “Il Laureato” che a questo punto laureato non è.
O con Obama – che su Wikipedia risulta essersi “laureato” alla Columbia – e con lui tutti gli americani presenti su Wikipedia (ma anche sulla Treccani) che abbiano una bachelor degree.
Hai mancato il bersaglio grosso, evita di accanirti. Fai solo il loro gioco.
Marzo 18th, 2013 at 00:52
Personalmente, adoro ‘sta caciara: viene fuori il peggio di tutti, il vero.
Marzo 18th, 2013 at 07:27
Per i fan dell’Ovvove ho appena letto sulla versione web di Libero (già) che la Marta ha studiato in Alabama “con i soldi della Nato”. Un articolo minuzioso e dettagliato, e rilevante dal punto di vista informativo, da far sembrare chessò Report una barzelletta.
http://www.liberoquotidiano.it/mobile/articolo.jsp?id=1205594#.UUa0VTK9LTo