21
Gen

Tre domande ad Alfonso Fuggetta:


Eraclito ha chiesto ad Alfonso Fuggetta, uno dei maggiori tecnologi italiani, professore del Politecnico di Milano, Amministratore Delegato del Cefriel e blogger, di rispondere a tre domande difficili e importanti sul futuro della tecnologia e delle reti in Italia.



Eraclito: “L’Italia, come è noto, sconta rispetto agli altri Paesi europei due differenti ritardi tecnologici. Uno legato alla infrastruttura, un altro legato alla scarsa permeabilità culturale nei confronti di Internet e della tecnologia in generale. Qual’è secondo te la relazione fra i due? Possiamo imputare i ritardi culturali al digital divide geografico? Oppure è vero il contrario?



A.F.: È sempre difficile identificare rapporti di causalità tra fenomeni così complessi. Indubbiamente, se le persone non sanno come utilizzare una tecnologia o un servizio, tendono a non usarlo. Ma abbiamo anche casi dove è stata l’offerta di un servizio a creare il mercato: pensiamo a Facebook, Twitter e gli stessi smartphone. Non sono nati perché gli utenti “li chiedevano”: è l’offerta che ha fatto crescere e maturare la domanda. E comunque, se il servizio/prodotto non esistesse o non fosse facilmente utilizzabile, la domanda non ha proprio modo di manifestarsi e crescere.
Certamente, in generale serve un continuo “give and take”: bisogna agire su entrambi i fronti, sviluppando l’offerta e stimolando la domanda. Peraltro, non si può non riconoscere che molte grandi innovazioni sono nate quando l’offerta ha saputo proporsi, anche in assenza di una domanda già matura, cogliendo una richiesta latente che aspettava solo la possibilità di manifestarsi, oppure introducendo servizi così “vantaggiosi e appetibili” che hanno convinto e coinvolto l’utenza. In poche parole, le aziende devono fare la loro parte e non solo aspettare che i “clienti vengano in negozio” a dire ciò che vogliono. (continua)


2 commenti a “Tre domande”

  1. Maury dice:

    Io trovo che le risposte date da Fuggetta siano chiare e semplici. In particolare quelle sulla presunta contrapposizione tra rete mobile e fissa.

  2. layos dice:

    Alcune cose condivisibili, ma non il fatto che smartphone, facebook eccetera siano nati senza una domanda del pubblico, che secondo me è falso. E’ vero piuttosto che la platea dei richiedenti era una minima percentuale rispetto all’esplosione globale che hanno avuto.
    Ma se ricordiamo bene la storia l’Iphone, che de facto è stato il primo smartphone di larghissimo consumo, è nato perchè gli utenti già numerosissimi degli Ipod che ormai erano dispositivi touch con un sistema operativo evoluto ecc… pensavano abbastanza concordemente che a quel dispositivo mancasse solo la connessione alla rete e la capacità di telefonare.
    E lo stesso vale per i social network. La funzione social di Internet nei vari forum, blog, aggregatori di feed rss era già presente e viva. I social network si sono “solo” organizzati per canalizzarla e renderla fruibile ad una platea più vasta ed eterogenea. Ma la richiesta del mercato c’era eccome.