La rottamazione, dipendesse da me l’avrei già rottamata da tempo. Non tanto perché poi capita, come è successo oggi, che l’Unità dedichi al termine un commento tanto rancoroso quanto interessato, quanto perché, francamente, questo paese e la sua politica hanno davvero scarsa necessità di sottolineare le parole più brutte della nostra vita quotidiana. Ne siamo pieni, ne abbiamo fatto incetta, in un decennio in cui la deriva del politico casuale, identico ai peggiori dei suoi elettrori è stata elevata a raffinata strategia mediatica. Abbiamo avuto agopuntori e igieniste, show girl e dentisti rubizzi, tutti accomunati da un italiano casuale, basso e diretto, utilissimo a spiegare il mondo con parole semplici e quasi sempre brutte. Non mi sfugge l’utilizzo pop del termine “rottamare” da parte di Matteo Renzi e capisco come il suo averlo resuscitato, dopo un periodo in cui lo aveva allontanato da sè, possa essere pura speculazione da marketing della politica nel momento in cui tutto conta. Tuttavia a me non interessa indagare cosa funzioni e cosa non funzioni nelle parole usate nella battaglia elettorale, quale sia il prezzo da pagare per titillare la curiosità degli astanti. Vorrei invece che le parole della nuova politica fossero migliori di noi, belle e ordinate, flebili ed educate. La battaglia dei galli, le urla e gli strepiti, il dito medio alzato e i vaffanculo sono la storia dei nostri ultimi dieci anni. Sarebbe anche ora che basta.
16
Ott
Ottobre 16th, 2012 at 23:18
Confrontare i dibattiti e i convegni politici americani di questi ultimi giorni con la caciara e le urla da venditore da fiera che si vedono da noi, mi restituisce un senso di impotenza.
Come possiamo pensare che persone che non sono in grado di intavolare una discussione civile e comunicare le proprie idee senza infilare volgarità ogni 4 parole possano dirigere un paese?
Ottobre 16th, 2012 at 23:18
certo che “sarebbe anche ora che basta” non scherza in quanto bruttezza…
Ottobre 16th, 2012 at 23:21
@gian_co vero ;)
Ottobre 16th, 2012 at 23:49
@gian_co sono quasi certo che sia ironia volontaria
Ottobre 17th, 2012 at 00:58
Il problema dei discorsi sulla rottamazione non è nella parola “rottamazione” o nel verbo “rottamare”. E’ nel soggetto. Mi spiego: nel momento stesso in cui si tira fuori il termine “rottamare” si fa un’operazione sottile e che può passare sottotraccia (ma c’è): ci si mette sul piedistallo di colui/colei che può decidere chi deve essere rottamato e chi no. Ma in molti casi non si capisce bene perché il wannabe-rottamatore dovrebbe stare su quel piedistallo o sia legittimato a giudicare chi deve essere rottamato e chi no. Ma è troppo tardi: estratto magicamente il termine “rottamare” ecco che l’attenzione di tutti si rivolge immediatamente ai “rottami” (si offenderanno? Come reagiranno? Si arroccheranno? Avranno reazioni dense di argomentazioni obsolete o ideologiche? Ah ma allora il rottamatore aveva ragione!) e allo stesso tempo si distoglie l’attenzione dal piedistallo del “rottamatore”, non ci si chiede più come sia salito su quel piedistallo, con quali meriti, se sia giusto che ci sia salito o che ci rimanga. Ormai l’attenzione è da tutt’altra parte e il rottamatore può continuare a tirare i suoi colpi.
Ottobre 17th, 2012 at 01:43
Keep calm e chiedi al rottamatore come mai il comune di Firenze ha chiuso il 2011 con un disavanzo di amministrazione di 2.819.309,30 euro e come mai il debito della città di Firenze nel 2008 era di 480,2 milioni di euro, è salito a 495,1 nel 2010, a 514, 9 nel 2011 ed è stimato in oltre 519 milioni a fine 2012 (Renzi è sindaco dal giugno 2009). In pratica ogni fiorentino ha sulla testa l’equivalente di oltre 1400 euro di debiti. E però lui va raccontando in giro per l’Italia che a Firenze ha ridotto l’irpef e l’imu sulla prima casa. Bravo…
Ottobre 17th, 2012 at 09:57
cmq secondo me renzi incomincia ad avere il fiatone, e la riesumazione del suo cavallo di battaglia più selvaggio lo conferma.
Ottobre 17th, 2012 at 10:15
Come stavo per dicendoti io temo Renzi e i doni che porta.
Ottobre 17th, 2012 at 14:41
In linea di principio trovo che D’Alema, Veltroni, Rosy Bindi, Finocchiaro, Marini e lo stesso Bersani potrebbero benissimo stare a casa, come già aveva annunciato Castagnetti prima di Veltroni e Martinazzoli molti anni prima di Castagnetti trovo però che se uno è di sinistra dovrebbe passare la maggior parte del suo tempo a cercare di impedire la rottamazione quotidiana che viene fatta dei lavoratori 45-50 enni che, peraltro, non avranno più mobilità, Cig e pensione vicina nè, soprattutto un lavoro,e senza credere, come altri cialtroni, che rottamando i 45-50 enni dalle imprese i 25-30enni potranno trovare un lavoro retribuito e abbastanza stabile se non fisso. La sinistra si dovrebbe occupare praticamente solo di questo se no è da rottamare la sinistra .
Ottobre 17th, 2012 at 16:31
Versione mantelliniana dell’analogo post di Sofri