09
Ott

Don’t be evil in giro per il mondo:

In base a un recente studio di Cato Institute, l’ America è al quarto posto nella classifica di 90 paesi con le più alte aliquote sul reddito d’impresa. l’aliquota in Usa è del 35% in Irlanda del 12,5%. Il conto fiscale di solo 8 milioni di euro è frutto tuttavia di una serie di acrobazie finanziarie che includono il licensing della proprietà intellettuale dell’azienda alla sussidiaria Google Ireland Holding con sede alle Bermuda. Google ha potuto versare quindi 7 miliardi di dollari alla Google Ireland Holding per l’uso della proprietaà intellettuale, ma dato che questi pagamenti vengono registrati come spese amministrative essi sono esentasse. I pagamenti oltretutto vengono effettuati tramite un’altra Holding di Google in Olanda, e non sono soggetti quindi alla detrazione fiscale in vigore in Irlanda.



(Daniela Rovato sul Sole24ore di oggi)

7 commenti a “The dubliners”

  1. juhan dice:

    “Cato Institute”.

  2. Roby10 dice:

    Acrobazie finanziarie che ogni multinazionale americana fa da decenni pagando centinaia di contabili che passano le giornate a studiarsi leggi e regolamenti di tutto il mondo per infilarsi nei cavilli e risparmiare miliardi.

    E’ uno dei danni collaterali della globalizzazione. Sicuramente alcuni poteri forti potrebbero almeno tentare di ostacolare queste pratiche con leggi ad hoc, ma ahimè è materia estremamente complessa e comprende borsa, economia, politica ed equilibri delicati.

  3. Paolo dice:

    Ricordatevelo la prossima volta che vi arriva una cartella equitalia

  4. mORA dice:

    D’altro canto la Bolkestein, che era rivolta alle risorse umane, era nata per questo, no?!

  5. Ale dice:

    perchè non parli prima dei 74 miliardi che Apple cerca di farsi scudare?

  6. Andrea dice:

    Ahahaha sono venuto nei commenti a vedere se qualcuno non tirava subito in ballo Apple. Non sono stato deluso. Da pazzi, manco negli anni ’90 con Microsoft.

  7. Stefano dice:

    Il fatto, Andrea, è che non è che uno vuole tirare in ballo Apple a tutti i costi, però siccome è la società più capitalizzata al mondo viene spontaneo guardare a come si comporta. E il fatto che ad esempio, oltre allo scudo dei 74 miliardi di dollari, tutti gli introiti di iTunes vengano fatti passare dal Lussemburgo perché ci sono aliquote più basse che in altri Paesi (ovvero Apple afferma che una canzone che compro qui a Roma in realtà è stata acquistata in Lussemburgo) è un esempio lampante di come il comportamento di tutti quelli che hanno enormi capitali sia il medesimo. Quindi secondo me scrivere un articolo sui 7 miliardi “esentasse” di Google è stata una perdita di tempo. Oppure è stato fatto con malizia, ma voglio credere nella prima ipotesi.