05
Set
Il Corriere della Sera di oggi scrive che uno dei primi passi di Agcom, riguardo all’annosa faccenda delle frequenze televisive è stato subito affrontato:
“nominando una task force di tecnici interni, che dovrebbe preparare una bozza di capitolato di gara da sottoporre a Bruxelles per un parere informale, a cui seguirà una consultazione pubblica e infine il parere scritto della Commissione europea”
Settembre 5th, 2012 at 09:02
e vincolata alla non opposizione dell’Ufficio Dinieghi.
Settembre 5th, 2012 at 09:10
“dovrebbe”
Settembre 5th, 2012 at 09:13
Prematurata con lo scappellamento a destra…
Settembre 5th, 2012 at 09:14
Se fosse per loro scriverebbero direttamente una lettera alla Commissione Europea dicendo “non siamo in grado, diteci cosa fare”
Settembre 5th, 2012 at 09:21
Tempistica prevista: 5 anni.
Obbiettivo raggiunto.
Settembre 5th, 2012 at 09:26
E vengono pure pagati per questo….
Settembre 5th, 2012 at 09:33
Forse, probabilmente. Credo.
Settembre 5th, 2012 at 09:38
mito.
Settembre 5th, 2012 at 09:49
fai foto del corriere che altrimenti non ha lo stesso risalto :)
Settembre 5th, 2012 at 11:43
…che poi è la procedura normale per assicurarsi di avere un risultato non censurabile dall’europa, nei tempi più brevi…
Settembre 5th, 2012 at 15:18
Ha ragione Quinta.
Ad esempio il decreto di revisione dell’Allegato A del DM 8 luglio 2005, dopo due anni di discussione in sede di Gruppo di lavoro (discussione che non è stata una passeggiata), e dopo tre mesi in consultazione pubblica per le limature (e non mi pare che di solito lo si faccia) è partito per Bruxelles e lì l’EOCSA l’ha demolito.
L’EOCSA è la versione europea del nostro UCAS – Ufficio Complicazione Affari Semplici – ovvero l’European Office for Complication of Simple Affairs.
A parte tutto, la sensazione fu che semplicemente non abbiano gradito il non essere stati avvertiti in tempo sui contenuti.
* * *
A margine, ricordo che la revisione è una imposizione della L.4/2004, e che sarebbe dovuta avvenire ogni 36 mesi dall’emanazione dei decreti attuativi. Al momento siamo al settimo anno.
E non per colpa nostra, sia chiaro; almeno questa volta.