05
Set

Il Corriere della Sera di oggi scrive che uno dei primi passi di Agcom, riguardo all’annosa faccenda delle frequenze televisive è stato subito affrontato:


“nominando una task force di tecnici interni, che dovrebbe preparare una bozza di capitolato di gara da sottoporre a Bruxelles per un parere informale, a cui seguirà una consultazione pubblica e infine il parere scritto della Commissione europea”


11 commenti a “Capito come?”

  1. Domiziano Galia dice:

    e vincolata alla non opposizione dell’Ufficio Dinieghi.

  2. Ghigo dice:

    “dovrebbe”

  3. peppe dice:

    Prematurata con lo scappellamento a destra…

  4. Roby10 dice:

    Se fosse per loro scriverebbero direttamente una lettera alla Commissione Europea dicendo “non siamo in grado, diteci cosa fare”

  5. Antonio dice:

    Tempistica prevista: 5 anni.
    Obbiettivo raggiunto.

  6. momin dice:

    E vengono pure pagati per questo….

  7. Signor Smith dice:

    Forse, probabilmente. Credo.

  8. L1 dice:

    mito.

  9. alessandro dice:

    fai foto del corriere che altrimenti non ha lo stesso risalto :)

  10. Stefano Quintarelli dice:

    …che poi è la procedura normale per assicurarsi di avere un risultato non censurabile dall’europa, nei tempi più brevi…

  11. mORA dice:

    Ha ragione Quinta.

    Ad esempio il decreto di revisione dell’Allegato A del DM 8 luglio 2005, dopo due anni di discussione in sede di Gruppo di lavoro (discussione che non è stata una passeggiata), e dopo tre mesi in consultazione pubblica per le limature (e non mi pare che di solito lo si faccia) è partito per Bruxelles e lì l’EOCSA l’ha demolito.

    L’EOCSA è la versione europea del nostro UCAS – Ufficio Complicazione Affari Semplici – ovvero l’European Office for Complication of Simple Affairs.

    A parte tutto, la sensazione fu che semplicemente non abbiano gradito il non essere stati avvertiti in tempo sui contenuti.

    * * *

    A margine, ricordo che la revisione è una imposizione della L.4/2004, e che sarebbe dovuta avvenire ogni 36 mesi dall’emanazione dei decreti attuativi. Al momento siamo al settimo anno.
    E non per colpa nostra, sia chiaro; almeno questa volta.