Contrappunti su Punto Informatico di domani.
Oggi vi racconto alcuni eventi piuttosto irrilevanti della mia giornata di sabato. Fosse stato per me venerdì e sabato sarei andato a Trieste dove c’era la 2° edizione di State Of The Net, una conferenza che parla di Internet un po’ diversa da quelle che siamo soliti seguire in Italia. In particolare sabato mattina mi aveva incuriosito e mi interessava seguire l’intervento di Gigi Tagliapietra che si presentava con un titolo interessante “Claude Computing”, un tentativo di spiegare l’architettura della rete utilizzando come parametro la musica di Claude Debussy. Bello no? Non potendo essere di persona a Trieste ho seguito parte della conferenza in streaming su Youtube. Nonostante State of The Net non sia un evento particolarmente ricco (in denaro) la diretta Internet funzionava egregiamente.
Sabato a Firenze c’era anche Big Bang, la riunione (sempre meno) carbonara degli amministratori pubblici del PD vicini a Matteo Renzi. Visto che la politica sta diventando la mia passione presenile, fosse dipeso da me sabato avrei preso il trenino appenninico che passa da Marradi e sarei andato a Firenze ad ascoltarli. Invece ho aperto una finestra sul computer e ho seguito parte dell’evento in streaming, mentre su Twitter scorrevano i commenti degli altri ascoltatori. Per completare la giornata, e per amore di complessità, nel pomeriggio, sempre in streaming sul sito di Youdem, ho ascoltato Pierluigi Bersani parlare a Roma all’altra parte dei militanti del PD. Ad un certo punto ha perfino detto “Non abbiamo padroni che ci arrivano da Internet”: ignoro cosa Bersani intendesse (probabilmente parlava del Movimento 5 Stelle) ma quello che so è che certamente via Internet, insieme a eventuali padroni, iniziano ad arrivare anche alcuni ascoltatori. Nessuno dei tre eventi che ho citato finora era compreso in un qualche palinsesto televisivo: non ci fosse stata la rete io non avrei avuto modo di seguirli, al massimo ne avrei letto in rete o sui giornali il giorno successivo.
Che i palinsesti televisivi, insieme a tutti gli altri, si stiano facendo vivi in rete è un fatto oggi di una evidenza assoluta: chiunque abbia voglia di farsi confondere da fenomeni di segno opposto, come per esempio le smart TV che ci consentono di portare Internet sul televisore di casa, dovrebbe considerare che la famosa convergenza di cui si parla da oltre un decennio, è un fenomeno che riguarda più i contenuti dei device che li veicolano. Osservato dal punto di vista del numero di spettatori (e del denaro investito) ovviamente oggi il sistema televisivo resta il fulcro intorno a cui tutto gira, guardata invece dal punto di vista dell’offerta informativa la TV è ormai una parte di un patrimonio di notizie e immagini più vasto e meno uniforme che ha come centro la rete Internet. Tutto converge verso Internet, canali TV compresi, e non potrebbe essere diversamente. Gli spettatori lentamente seguiranno.
Per terminare la pietosa cronistoria del mio sabato di giugno dirò che a un certo punto mi è toccato uscire. Mia moglie mi ha ricordato che eravamo attesi a cena da amici al mare. L’ho guardata con la faccia del gatto di Shrek e ho abbozzato “Ma, ma stasera c’è Francia- Spagna!”. “Pazienza” mi ha risposto. Arrivati al mare ho rapidamente realizzato che la situazione era grave (cena in un circolo nautico, nessun televisore all’orizzonte) e che la mia seconda recente passione presenile, quella di seguire gli europei di pallone, sarebbe stata messa a dura prova. Poi fortunatamente è arrivato il mio amico Giuseppe. Ha aperto su iPad l’egregia app di Rai.tv (che funziona bene anche su rete 3G) ed abbiamo salvato la serata fra gli sguardi di disapprovazione degli astanti.
Giugno 24th, 2012 at 13:47
Mia moglie ha provato a farmi perdere le prime due partite della nostra nazionale. La prima fissando una biciclettata con i bambini, la seconda fissando una cena con la classe. In entrambe le situazione la salvezza è stata l’iPad.
Giugno 24th, 2012 at 14:00
E I commenti su PI domani saranno tutti su iPad e l’app della RAI e Android e blah blah yabba yabba
Giugno 24th, 2012 at 14:19
Ricordiamoci che questi nuovi srtrumenti, con tutti i loro difetti, sono gli unici in grado di salvare la democrazia, poichè senza informazione non c’è democrazia. Senza internet non c”e più vita…
http://vittimep2.blogspot.com
Giugno 24th, 2012 at 14:27
@Massimo Mantellini
a proposito di trolling, scriverai presto su quelli che impestano lo spazio dei commenti firmando ogni santo intervento con l’indirizzo del loro blog? (Farcito peraltro di stupidaggini, ovvio – lo dico nel caso vi pungesse vaghezza di farci un giro: non vale la pena aumentare il contatore di pagine viste.)
Giugno 24th, 2012 at 15:03
@Massimo,
bellissimo post e… stesse affinità presenili :)
Giugno 24th, 2012 at 15:33
La Francia di quest’anno penso sia stata la squadra più noiosa della storia del calcio. Immagino che il giorno dopo la donna delle pulizie vi abbia trovato addormentati con l’Ipad in mano.
Giugno 24th, 2012 at 19:34
@Massimo, è sempre un piacere leggerti, hai mai pensato di scrivere un libro alla “vecchia” maniera?
Giugno 24th, 2012 at 21:28
Onore al merito a Radio Radicale: per anni centinaia di migliaia di appassionati di politica hanno potuto seguire eventi come quelli che hai citato trasmessi integralmente sulle loro frequenze: certo poterli anche vedere è diverso!
Giugno 24th, 2012 at 21:36
Presenile?
Giugno 25th, 2012 at 15:12
[…] anche i post di Vincenzo Cosenza (1, 2), Luca De Biase (1, 2), Marc Canter, Gaspar Torriero, Massimo Mantellini, Daniele Chieffi, (continua) Tweet « State of the Net […]
Giugno 26th, 2012 at 08:29
C’è un problema, anzi due.
1) Internet in Italia fuori dai centri urbani principali arriva con connessioni da farsa pagate come fossero fibre ottiche. A casa mia, quando va, in discesa, col vento alle spalle si fanno i 540 kb (ehi, sono chilo bit, va diviso per otto OK?!).
Ne segue che l’unico streaming possibile è quello telnet, altro che eventi video. Un video qualunque su Youtube mi ricorda la famosa battuta
Solo che io lo posso applicare a tutto, audio compreso.
Durante la settimana, poi, visto che il comune che mi è alle spalle è attestato sulla stessa centralina, in “orario d’ufficio” posso tranquillamente spegnere il modem.
Anzi non posso nemmeno, perché se lo spengo, visto l’overbooking sulla linea me la ritrovo sconnessa alla sera. Praticamente il gioco delle sedie che si faceva alle medie, ma con il numero di porte sullo zainetto TI.
Quindi parlare di democrazia ed Internet è la coglionata del secolo. Intanto internet, poi si vedrà (*).
(segue…)
Giugno 26th, 2012 at 08:30
2) Essendo stata la politica una mia passione giovanile, quando si passava il tempo libero in sezione e ci si cimentava in bestemmia olimpica, in età senile il tutto ha lasciato posto alla disillusione.
(segue…)
Giugno 26th, 2012 at 08:30
Tanto premesso, di questi ggiovani che rottamano non ho alcuna fiducia, e di quelli che il web e quelli che twitter ancor meno. Il perché è semplice; perché con qualche sparuta eccezione, questi non sanno di cosa parlano. Nessuno di loro ha fatto territorio, parlano per quote e rilanci ma non sanno quel che accade al di fuori delle loro stanzette.
E si vede.
Quindi sarebbe bene che quelli che fanno politica usassero la rete, ma sopratutto le gambe e si muovessero per vedere quali sono i problemi che le persone che andranno ad amministrare hanno. E non vale solo per il sindaco, che forse di tutto il cucuzzaro è l’unico che può essere un politico puro (ho detto forse), ma dei futuri assessori, vice e tecnici, che poi finiscono per farsi coglionare dalla rete che pure adorano perché inciampano nell’equivalente della “moschea abusiva di Viale Giandomenico Puppa a Sucate (MI)” che condannano fermamente promettendo tolleranza zero.
O, peggio, per evitare le figuracce di cui appena sopra, si dedicano a costruire monumenti allo spreco in spregio alle più elementari norme di buon senso, contabili e urbanistiche.
(segue…)
Giugno 26th, 2012 at 08:37
Intanto ci becchiamo il blogger Adinolfi come deputato.
(segue…)
Giugno 26th, 2012 at 08:38
Come dire che il popolo non ha pane, cercassero in rete il rivenditore di brioches piu vicino. E badassero al social rating, per evitare che quelli che le fanno a meno in realtà risparmino sul sesamo.
Cosa impensabile prima di Internet.
(*) http://edue.wordpress.com/2012/04/21/il-cavo-orale/
(fine)