Ieri ho comprato su Amazon il nuovo libricino di Camilleri appena pubblicato da Sellerio. Il prezzo pieno del volume di carta era 14 euro, quello scontato 11.90. Il prezzo della versione Kindle era invece 10 euro. Posso avere subito la versione elettronica pagando 10 euro, in alternativa posso aspettare un paio di giorni e vedermi recapitare il libretto blu nella elegante carta Sellerio direttamente a casa mia. Come terza alternativa posso andare alla libreria all’angolo e comprarlo per 14 euro. A me tutto questo non piace: gli editori mi costringano ad un bivio fra la versione elettronica e quella di carta, invece io vorrei poter comprare il libro, pagare il prezzo che l’editore o il suo intermediario ha deciso (se lo riterrò ragionevole ovviamente) e leggerlo sul supporto che mi pare. Perchè mai il nuovo mercato digitale deve essere così nettamente alternativo a quello cartaceo? Esistono forse soluzioni meno stupide di quella attuale, la prima che mi viene in mente è che il libro cartaceo di Camilleri sia venduto a prezzo intero (o lievemente più alto) ma compreso di versione digitale, la seconda che, per ora, fino a quando il mercato degli ebook resterà residuale, i prezzi degli ebook siano nettamente inferiori a quelli del libro di carta. In ogni caso, visto che non mi sembra giusto appoggiare le altrui paranoie, ieri ho acquistato la versione cartacea di Montalbano ed ho “trovato su Internet” l’epub del medesimo libro, l’ho convertito con Calibre e l’ho caricato su Kindle. Abbiate pazienza ma un po’ ve la cercate.
Giugno 15th, 2012 at 10:38
Io lo vado dicendo da tempo, se l’industria del libro non si da una mossa rischia di fare la stessa fine di quella dei dischi. Quello che è successo alle case discografiche dovrebbe aver insegnato che il futuro non si ferma, né si combatte, perché è una battaglia persa in partenza. Anche a me capita spesso di comprare il cartaceo e poi mettere una versione elettronica trovata in giro sul kindle, ma quanto durerà quest’abitudine? Quanto durerà la mia voglia di annusare la carta se nel tempo avrò imparato ad amare anche l’inchiostro elettronico?
La prima soluzione da te proposta è quella che anche io ritengo sia la più giusta e credo non sia difficile trovare un modo per implementarla. Aspettiamo la prima casa editrice illuminata, le altre seguiranno a ruota.
Giugno 15th, 2012 at 10:56
Se vendi un libro cartaceo insieme a quello digitale non so mica se puoi applicare solo il 4% di IVA.
Non è l’industria del libro che decide che l’IVA sugli ebook debba essere del 21%
Giugno 15th, 2012 at 11:00
Anche a me sembra una cosa scontata, ma c’è anche di peggio.
Se immaginate la miriade di piattaforme chiuse che si stanno creando in questi anni, la mia paura è che se oggi cominciassi a comprare beni digitali ad esempi da Google (libri, musica, film), tra 2-3 anni volessi cambiare e passare ad Apple, ad Amazon o a Microsoft, significherebbe bruciare migliaia di euro e dover ricomprare tutto?
Al momento è praticamente così…
Sono anni che tentano di spiegarci che noi compriamo “licenze di utilizzo” e non beni materiali, e allora se io ho il permesso di usufruire di un contenuto, non dovrebbe far differenza la piattaforma con cui ne faccio uso.
Nella mia concezione arriverei a dire che se acquisto un gioco per PC e domani mi regalano ad esempio una XBox, dovrei avere il diritto di scaricare e usare la versione per console gratis. Io il gioco l’ho già pagato (la licenza)
Giugno 15th, 2012 at 11:04
Un po’ come se cinquant’anni fa avessi chiesto di volare o navigare verso gli stati uniti più o meno allo stesso prezzo. I canali hanno peculiarità e i mercati pilotano il prezzo, è inevitabile.
roberto
Giugno 15th, 2012 at 11:06
Io sogno una situazione del genere:
vado in libreria, compro un libro, dentro ci trovo un cartoncino con la parte argentata da grattare, la gratto, ci trovo un codice che inserito sul sito dell’editore mi fa scaricare la versione ebook del libro che ho appena comprato, possibilmente in un formato senza DRM.
Fantascienza, lo so.
Giugno 15th, 2012 at 11:33
Ancora meglio una situazione con entrambi le opzioni in parallelo. Accontenterebbe sia chi vuole il piacere della carta con la comodità aggiuntiva dell’ebook sia chi ha già fatto il salto nel digitale.
x Marco: credo (ma non sono sicuro) che la vendita del libro cartaceo con iva 4% e “regalo” contemporaneo dell’ebook non avrebbe problemi fiscali
Giugno 15th, 2012 at 12:06
L’ultimo (o uno degli ultimi) libro della Littizzetto aveva un codice per scaricare l’epub gratis, almeno nell’edizione che aveva comprato mia zia…
Giugno 15th, 2012 at 12:23
io aggiungo una terza opzione : l’audio book
mi piace troppo chiudere gli occhi e ascoltare il suono e il ritmo di un libro. perchè relegare sempre questo supporto a categorie di persone disabili?
Giugno 15th, 2012 at 13:02
@ Lasko
…anche mia zia l’ha comprato. Il codice funzionava entro un dato mese che se non ricordo male era febbraio anche se il libro è stato acquistato a maggio. Poi non so se la “scadenza” si aggiorna con le varie ed eventuali ristampe: magari tenersi un po’ larghi sarebbe meglio (comunque io non ho provato a vedere se funziona ugualmente) (per mia zia, dico: non è che poi il libro lo carico sull’ebook reader mio, eh).
Giugno 15th, 2012 at 13:05
Un sacco di zie che leggono la Littizzetto
Giugno 15th, 2012 at 13:52
.mp3 : musica = x : libri
Risolvete/inventate la proporzione.
Il resto lo fa il libero mercato.
Per me la soluzione esiste da tempo, si chiama .pdf
Giugno 15th, 2012 at 14:09
Direi che il libro scontato (non a prezzo intero) dovrebbe includere la versione digitale.
Mentre il costo della sola versione digitale dovrebbe essere al massimo la metà del costo della versione cartacea.
ps: io a mia zia ho regalato un film e la confezione conteneva il dvd, il blu ray e il file digitale scaricabile online (allo stesso prezzo del solo dvd).
Giugno 15th, 2012 at 14:15
Massimo questa si chiama disobbedienza civile. Se altri si autodenunciano potrebbe nascere un movimento…
Giugno 15th, 2012 at 14:30
Un consiglio per il prossimo acquisto (per chiarirsi le idee sul piano economico e tecnico-giuridico): http://www.amazon.it/Abolire-propriet%C3%A0-intellettuale-Robinson-ebook/dp/B007I7FZ9Y/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1339763060&sr=8-2
ps: disponibile in inglese gratuitamente: http://www.dklevine.com/general/intellectual/againstfinal.htm
Giugno 15th, 2012 at 19:40
Vorrei anch’io sottolineare che (per ora) sto acquistando la versione cartacea e scaricando quella ePub da Emule o Torrent… Ma la mia pazienza potrebbe finire…
Giugno 15th, 2012 at 20:56
@ Marco:
credo di sì. Del resto i compact disc venduti in edicola non hanno per caso l’iva al 4% perché il prodotto principale del bundle è quello editoriale e non quello musicale? (Vero che spesso è un cartoncino, ma se si legge bene risulta sempre essere l'”allegato a” qualche pubblicazione dell’editore che ha stretto l’accordo con la casa discografica). Anche per questo il prezzo è più basso che in negozio…
Giugno 15th, 2012 at 22:24
A me sembra che una differenza di costo dell’ordine del 30% (prezzo pieno) o del 16% (prezzo scontato) sia una cosa del tutto ragionevole se si tiene conto appunto dei diversi regimi IVA (4% su carta, 21% su ebook, cioè 5 volte tanto) e dell’incidenza del costo del supporto sul costo totale del libro.
Il tuo libro da 14 euro con l’ IVA al 21% costerebbe 16,3 euro.
Vedi tu. Diciamo che con il plus della versione elettronica (protetta) aggiunta potrebbe venire 16.5 – 17 euro (la differenza da riconoscere a chi supporta la piattaforma elettronica di distribuzione).
E’ un’opera d’ingegno i cui volumi di vendita (in Italia) sono tali che difficilmente credo si possa scendere al disotto di certe cifre.
Pubblicare un libro tascabile 4.25 x 6.87″ 10.79 x 17.46cm su Lulu di 272 pagg. costa 1,20€ + 0,027€ a pag. Fanno 8.54€. Per dire. Diciamo che a Sellerio la stampa potrà costare un terzo: sono quei 2.8 – 3 euro di differenza che poi ti ritrovi sul costo finale. Dal restante togli i margini del rivenditore (elettronico o non) e dell’editore, i costi di commercializzazione e di struttura, il compenso per l’autore e vedi un po’ te cosa ti rimane.
Nel mercato librario italiano, ovviamente.
Giugno 15th, 2012 at 23:10
“A me tutto questo non piace: gli editori mi costringono a un bivio fra la versione elettronica e quella di carta, invece io vorrei poter comprare il libro, […] e leggerlo sul supporto che mi pare”.
O compri un libro o acquisti una storia. Se compri un libro non lamentarti di avere “appena” un libro.
Ribaltiamo la questione: il titolo che ti interessa è disponibile solo in digitale, ti lagneresti di non poter comprare il volume cartaceo? ;-)
Giugno 16th, 2012 at 10:19
Nessuno che abbia replicato a Roby10.
Personalmente non riesco ancora ad accettare/associare l’acquisto di un ebook al solo scopo/fine di poterlo leggere nell’arco dei prossimi mesi. Ogni proiezione più lunga non è garantita, assumendo la libertà di poter cambiare piattaforma.
Mi sembra un tema molto ‘sensibile’ cui gli entusiasti tecnologici non sembrano degnare di attenzione. E’ vero che sul lungo termine saremo tutti morti ma questa prospettiva digitale mi sembra troppo concentrata sul presente.
Giugno 16th, 2012 at 10:52
Perché Roby10 ha pienamente ragione.
Purtroppo la sua (nostra) ragione si scontra con la realtà… alcune Majors Cine accludono al DVD o BR un download digitale.. prevenire è meglio che combattrere!
La questione dei sistemi proprietari è – in effetti – più seria perché pone questioni “a monte”, di strategie di sviluppo sistemico che – come sempre accade con le nuove “tecnologie” – vedranno una soluzione più in là nel tempo, sulla pelle degli early users.
Giugno 16th, 2012 at 14:30
@Roby10
Nella tua concezione se compro un libro nell’edizione “cartonata” e poi me lo voglio portare in viaggio, ma è troppo ingombrante, allora dovrei avere il diritto ad avere gratis l’edizione tascabile, perché il contenuto, cioè il diritto ad usufruire dell’opera d’ingegno, io già l’ho pagato.
Compri una licenza d’uso anche quando compri un libro, mica compri il diritto a fotocopiarlo e riutilizzarlo e/o ricommercializzarlo in altra veste.
Hai di fatto il possesso del supporto (la carta), non acquisti diritti sul suo contenuto (e infatti non puoi riprodurlo). Puoi rivenderlo, cioè cederlo; ma ancora una volta: vendi il supporto non certo i diritti sull’opera d’ingegno.
Vale lo stesso concetto per i giochi.
Compri una licenza d’uso per quel formato e quel supporto, non compri il diritto a replicarlo nei formati che più preferisci e quindi ad utilizzarlo un po’ dove ti pare nel futuro.
Idem per la musica ed i film, quando distribuiti su un supporto (vinile, cassette, cd, dvd).
Ovviamente con l’avvento del digitale su film, musica, libri, giochi, ecc. e la disponibilità di sw, anche gratuiti, per la conversione dei vari formati, tutto è diventato più complicato. Perché il supporto non c’è più e tu vorresti quindi poter replicare infinitamente e per sempre quel contenuto nei formati che più ti aggradano. Ma storicamente non è mai stato così e dubito potrà esserlo in futuro. Anche quando quei contenuti saranno nella cloud e comprerai la possibilità di usufruirne temporaneamente su un set di dispositivi di un determinato produttore. I formati “aperti” pongono oggettivi problemi nella commercializzazione delle opere d’ingegno.
Giugno 16th, 2012 at 16:17
Uno dei problemi degli editori è di natura contrattuale nei confronti con l’autore (al momento è uno degli scogli principali da superare).
Giugno 17th, 2012 at 09:13
[…] Signori e pirati […]
Giugno 17th, 2012 at 12:33
@frap1964 l’industria musicale ci ha provato in tutti i modi negli ultimi 10 anni con i drm e i formati proprietari. Allla fine vendono mp3 o altri formati open. Perchè dovrebbe andare diversamente con l’editoria?
Giugno 17th, 2012 at 14:17
@ArgiaSbolenfi
C’è un’importante differenza che è costituita dalla possibilità di frazionamento dell’opera. L’industria musicale, storicamente, vendeva la musica in LP (tip. 10 canzoni) o 45 giri (tip. 2 canzoni, + economici). Con l’avvento dei CD, prima sparì la modalità 45, poi solo molto più tardi (ormai troppo tardi) comparirono i mini CD (tip. 5 canzoni) un po’ + economici.
Hanno tentato in tutti i modi di continuare a vendere la musica in gruppi di almeno 10 canzoni, alimentando la pirateria per anni e anni.
Infine, quando ormai i buoi erano usciti dalla stalla, si sono arresi e han capito che era meglio dare la possibilità di comprare anche solo singole canzoni (soprattutto con l’avvento di iPod, iPhone, ecc.).
Il costo individuale della canzone è diventato a quel punto talmente basso che non vale sostanzialmente più la pena di mettersi a piratare (anche se il fenomeno è tutt’ora non marginale nella fascia dei giovani), per cui il fatto che il formato di distribuzione sia open, in questo caso particolare, non è quasi più un un problema.
Per i libri, i film o i giochi è abbastanza diverso: non è che puoi venderli “a pezzi” e il costo individuale dell’opera non potrà mai scendere ai livelli della singola canzone, perché non c’è una dimensione di mercato che lo consenta. Questo è il motivo per cui l’adozione di formati “open”, su queste opere d’ingegno, rimane ancora un oggettivo problema per editori e produttori. Imho.
Giugno 25th, 2012 at 08:47
[…] un’opinione di Mantellini sull’argomento, opinione che sottoscrivo in tutto, con molta amarezza. Il titolo del post è “Sono un pirata […]