Fra un paio di giorni verranno eletti i nuovi vertici di Agcom e se non ci saranno sorprese i nomi dei prossimi commissari dovrebbero questi:
Angelo Cardani (presidente)
Antonio Martusciello
Antonio Preto
Maurizio Decina
Antonio Sassano
Se questi nomi saranno confermati dovremo dire che ci toccherà una Agcom certamente migliore della precedente (non ci voleva molto) ma eletta secondo criteri di investitura partitica che sono stati solo parzialmente complicati dalla riduzione del numero dei commissari. In pratica il Premier Monti indica il nome del Presidente e le forze politiche si spartiscono (a gomitate) le nomine residue che saranno verosimilmente 2 al PDL 1 al PD e 1 ai peones dei partitini vaganti.
Lo dico sommessamente ma dal mio punto di vista la battaglia condotta in rete in questi mesi per la trasparenza delle nomine delle Authority è stata una battaglia estetica e poco più. E doppiamente sbagliata è stata la decisione teatrale di Gianfranco Fini di raccogliere i curricula degli eventuali candidati ai posti di commissario. Roba per fregare la povera gente, diceva mio nonno. Come sostiene Zeno Zencovich in questa interessante intervista a PI, una iniziativa del tutto senza senso per una autorità amministrativa, buona forse per tacitare in parte il diffuso grillismo che attraversa la politica italiana.
Il punto ovviamente è a monte: se le Autorità sono controllate dai partiti (e lo sono, esattamente come lo è il Cda Rai) i partiti non avranno alcun interesse a far eleggere commissari troppo autonomi e competenti. Se il PDL in un paese che non fosse questo candidasse Martusciello (uno dei tanti uomini Fininvest senza alcuna competenza specifica prestati alla politica), ne subirebbero un danno etico evidente. In Italia però, dove fino a ieri ci si interrogava sulla opportunità di eleggere veline e show girl alla poltrona di ministro, questo è solo un caso su centinaia e forse nemmeno quello più rilevante (per esempio il tesoriere della Lega con il diploma di scuola superiore tarocco vicepresidente di Fincantieri non era male). Analogamente se Stefano Quintarelli, che è un caro amico e una persona che stimo sommamente, decide di candidarsi fuori da ogni consuetudine, invocando una sorta di investitura popolare, o sta mettendo in scena una sorta di (utilissima) guerriglia informativa o saprà che non avrà alcuna possibilità concreta di essere eletto dentro le maglie dei meccanismi elettivi noti.
Quintarelli sarebbe un perfetto presidente per una Autorità indipendente. Sarebbe un ottimo presidente o anche un ottimo commissario anche per una Autorità non indipendente come quella attuale, lo sarebbe però per gli interessi dei cittadini italiani. Il che detto dentro i palazzi della politica italiana continua a suonare come una bestemmia.
Nonostante questo (e anzi forse proprio per questo) in un contesto del genere Quintarelli non troverà nessuno disposto ad eleggerlo. Non Mario Monti che sceglierà una persona che conosce e di cui si fida (farei lo stesso anch’io), non i partiti ai quali, tutto sommato, il tecnologo competente e indipendente crea più problemi che altro (e soprattutto occupa una poltrona). Detto in parole povere (e si sapeva fin da prima) quello che dice la rete, la piccola ininfluente rete italiana, per le nomine importanti continua ad essere del tutto ininfluente, anche quando del triste scenario locale o della nomina di Stefano decida di occuparsi il NYT.
Poteva andare molto peggio, ovviamente. Concentriamoci su questo. Poteva diventare presidente di Agcom Roberto Viola, che ne è stato fino ad oggi il direttore generale, un signore che ho ascoltato a Capri qualche mese fa spiegare serafico ad una platea di addetti ai lavori che la neutralità della rete è una caratteristica da combattere perché lede il sacrosanto diritto di far soldi sul TCP/IP. Potevamo tenerci una Autorità con un numero esorbitante di incompetenti, magari a maggioranza berlusconiana, indottrinati solo su temi essenziali per il paese come quello delle frequenze TV o quello della impermanenza di Santoro in Rai e totalmente disinteressata alle faccende della rete che sono invece lo snodo principale dello sviluppo tecnlogico.
Il tema della sottrazione delle Autorità al controllo del Parlamento e quello di un potenziamento della loro autonomia decisionale è oggi l’unico tema rilevante di cui il governo tecnico dovrebbe occuparsi. Lo ha fatto come ha potuto, cioè poco. Tutto il resto è il solito gioco della parti nel quale nessuno dei soggetti in campo, non Berlusconi, né Bersani. né Casini è innocente.
Giugno 4th, 2012 at 21:29
Ma come, non ci sono Gasparri, Buttiglione, Giovanardi e Calderoli?
Giugno 4th, 2012 at 21:55
Ah, naturalmente non c’è in Italia nessuna donna che sappia di comunicazione o rete quanto un Martusciello. Ni putes ni soumises, dicevano Oltralpe. Ou putes ou soumises, rispondono qui.
Giugno 4th, 2012 at 22:32
Non conosco gli altri, ma conosco Maurizio Decina, che è stato mio professore di Teoria della reti elettriche al Politecnico di Milano a fine anni 80 e che è persona estremamente in gamba e competente, per quanto lo ricordo. E con un curriculum vitae che lèvati.
Giugno 5th, 2012 at 07:22
Lucidissima analisi che chiude la partita (se tutto verra’ confermato).
Il nodo e’ proprio questo. Se la nomina e’ politica, i politici decidono con criteri politici. Inutile perorare il contrario.
Neorealismo italiano
Giugno 5th, 2012 at 09:05
Décina è nome molto noto in ambito PoliMi, non l’ho avuto come insegnante ma già il fatto che sia un accademico, in un ambito per di più “tecnico” e coerente con l’organo per cui è stato nominato (telco) mi pare cosa buona e giusta. Magari poi è politicamente schiavo ma non si potrà parlare di incompetenza o incapacità, per lui. Per l’Italia mi sembra un passo avanti, no?
Giugno 5th, 2012 at 12:12
Tutto drammaticamente vero, quello che scrivi. E, certo, getta nello sconforto: davvero non usciremo mai da queste logiche? Forse, viene da dire. Ma forse no. Se, per esempio, continueranno ad esserci persone come Quintarelli che “oseranno” candidarsi all’AGICOM, nonostante tutto, nonostante si sappia già come va a finire, nonostante… Nonostante… E se ci saranno cittadini che esprimeranno il proprio dissenso verso queste logiche facendo sentire la propria flebile voce sostenendolo, per esempio.
Giugno 5th, 2012 at 15:58
[…] Vedo che Massimo ha scritto sulle stesse cose. Tags: agcom, authority, Italia, polemiche, […]