La rubrichetta su L’Espresso in edicola:
La collaborazione su Internet è fondamentale, lo sappiamo. E molto spesso funziona. Funziona in special modo quando il progetto che domanda il nostro contributo ci appare paritario e onesto. Se Wikipedia decidesse di mettere la pubblicità sulle sue pagine (come ogni tanto minaccia di fare) con ogni probabilità l’entusiasmo delle migliaia di contributori volontari calerebbe. Fra i tanti progetti italiani che acquistano senso nella collaborazione fra molte persone diverse segnalo il sito factchecking.it che, a dispetto del nome inglese, è un bel tentativo italiano di approfondire la qualità delle informazioni attraverso il contributo dei lettori, chiamati a giudicare e completare le fonti e le notizie dei giornali. I suoi fondatori lo definiscono un progetto di collaborazione civica: se funzionerà ciò avverrà in virtù della sua evidente neutralità. Cittadini che creano valore per altri cittadini.
Sempre in questi giorni anche il governo Monti sta utilizzando la rete per chiedere un contributo agli italiani. È una scelta che non ha precedenti in questo Paese. Il sito web governo.it offre una pagina nella quale “dare suggerimenti, segnalare uno spreco, aiutando i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili”.
A prima vista sembra una buona idea, nella inedita direzione dell’ascolto di tutti i punti di vista, ma non è detto che lo sia. C’è un percorso di relazioni e fiducia che la rete Internet impone a chiunque, anche al governo dalle migliori intenzioni. Certo, da qualche parte si dovrà iniziare, ma invitare i cittadini a segnalare le spese futili da tagliare non sembrerebbe il punto migliore da cui partire per impostare una nuova amichevole e reciproca relazione.
Maggio 15th, 2012 at 22:22
Ne sono un costante fruitore, mai ringraziando abbastanza, ma aspettiamo a dare patenti integerrime e Wikipedia e altre wiki. Non che le iniziative istituzionali brillanto, ma…
Maggio 16th, 2012 at 04:51
La domanda nasce spontanea: ma a chi è venuto in mente il nome del dominio?
Ma lo sanno che in Italia ci sono europarlamentari che si fanno scrivere le pronunce dei termini in inglese? (un post di Gilioli di oggi spassosissimo)
Ogni volta che vedo degli articoli dell’espresso che prendono degli spunti per poi affondare la lama su altri temi mi viene il nervoso. Oltre al fatto che i signori hanno un AD che odia la rete, ha distrutto olivetti, risiede in svizzera, non ha idea della condivisione dei contributi se non al fine di monetizzare gli stessi, eccetera.
Ui ar Italian end du it mejo! (tristess)
Maggio 16th, 2012 at 12:04
factchecking punto it è una buona idea sulla carta che sta avendo una partenza davvero difficile. Se non cambia qualcosa mi sa che naufragherà presto.