Sono cose che in Messico capitano tutti i giorni da tre anni, con decine di migliaia di morti. E questi sono stati fortunati, normalmente sarebbero finiti mutilati, squartati o peggio (andate a cercarvi le immagini su Internet, sono facili da trovare). Poi ovviamente voi siete convinti che il Messico sia il realismo magico, Puerto Escondido e Santana. Ma invece no. Il Messico vero è fatto di cavalcavia e gente impiccata.
Posso darvi un consiglio? Continuate ad occuparvi di scemenze tipo il fatto che non tutto il mondo ha accesso a Twitter (i narcotrafficanti ce l’hanno, per inciso), e magari evitate sarcasmi del cavolo e battute pseudo intellettuali su cose che non credo voi possiate capire. Ok?
E tra l’altro – in Messico stanno ammazzando giornalisti in quantitativi industriali ogni settimana. Ovviamente, si tratta di gente che si occupava di cose un po’ più serie dei terribili problemi dell’Ipad, e che non avevano pie illusioni tipo che il mondo può essere salvato dai giornalisti (non può, al massimo i giornalisti possono evitare di fare troppi danni)
quindi solo il fatto che il blog di mantellini abbia provato ad evocare una realta’ che e’ diversa dagli accessi a twitter o dall’ipad, e’ sbagliato a prescindere. ma ti rileggi? patetico hater.
Mi sono chiesto (e dunque lo chiedo direttamente a Mantellini, si parva licet) se questo post e quello precedente non fossero legati a doppio filo. Confesso di non aver letto 2666 (ancora, ma provvederò) dunque anche io non ho colto il riferimento.
Credo, tuttavia, che il destino e la “mission” (bleah!) di una testata giornalistica (sia essa di carta o meno ma oggi molto più che nel passato anche recente), risieda nel suo configurarsi come aggregatore di senso: per cogliere un aspetto della realtà e restituirlo alla comunità dei connessi è sufficiente un telefonino, vedi Twitter. Altra cosa è farlo vivere in un disegno più ampio: ci vogliono gli “attributi” più che il back office. La foto è davvero tremenda.
@Massimiliano, la risposta è semplice, non c’è alcun collegamento. La foto in questione mi ha semplicemente ricordato il racconto più bello e terribile che ho letto negli ultimi anni (la parte dei delitti in 2666 appunto)
É solo una foto. Datemi 5000€ e ve ne vado a fare un’altra. É solo una foto. Informatevi piuttosto, ci va tempo, a volte é un po’ noioso. Vogliono tutti insegnare qualcosa e questi sono i risultati. Le palle, ragazzi, le deve avere anche il presidente di una nazione. Buona Giornata.
Anche a me ha ricordato Cattelan; anzi pensavo a qualche altra sua follia o a qualche evocatore. Conosco a grandi linee i problemi del Messico, ma non penso che ad ogni big problema lo small one debba per forza essere messo da parte. Altrimenti tanti piccoli ne fanno sicuramente uno grande. Che poi ci siano eccessive valutazioni pseudoletterarieintellettualointerpretative, si sfonda una porta aperta
Maggio 6th, 2012 at 00:54
Sono cose che in Messico capitano tutti i giorni da tre anni, con decine di migliaia di morti. E questi sono stati fortunati, normalmente sarebbero finiti mutilati, squartati o peggio (andate a cercarvi le immagini su Internet, sono facili da trovare). Poi ovviamente voi siete convinti che il Messico sia il realismo magico, Puerto Escondido e Santana. Ma invece no. Il Messico vero è fatto di cavalcavia e gente impiccata.
Posso darvi un consiglio? Continuate ad occuparvi di scemenze tipo il fatto che non tutto il mondo ha accesso a Twitter (i narcotrafficanti ce l’hanno, per inciso), e magari evitate sarcasmi del cavolo e battute pseudo intellettuali su cose che non credo voi possiate capire. Ok?
Maggio 6th, 2012 at 00:58
E tra l’altro – in Messico stanno ammazzando giornalisti in quantitativi industriali ogni settimana. Ovviamente, si tratta di gente che si occupava di cose un po’ più serie dei terribili problemi dell’Ipad, e che non avevano pie illusioni tipo che il mondo può essere salvato dai giornalisti (non può, al massimo i giornalisti possono evitare di fare troppi danni)
Maggio 6th, 2012 at 07:51
quindi solo il fatto che il blog di mantellini abbia provato ad evocare una realta’ che e’ diversa dagli accessi a twitter o dall’ipad, e’ sbagliato a prescindere. ma ti rileggi? patetico hater.
Maggio 6th, 2012 at 08:23
@the mapmake, ringrazio per la lezioncina, temo pero’ che tu non abbia assolutamente inteso il legame fra 2666 e la foto
Maggio 6th, 2012 at 10:55
Mi sono chiesto (e dunque lo chiedo direttamente a Mantellini, si parva licet) se questo post e quello precedente non fossero legati a doppio filo. Confesso di non aver letto 2666 (ancora, ma provvederò) dunque anche io non ho colto il riferimento.
Credo, tuttavia, che il destino e la “mission” (bleah!) di una testata giornalistica (sia essa di carta o meno ma oggi molto più che nel passato anche recente), risieda nel suo configurarsi come aggregatore di senso: per cogliere un aspetto della realtà e restituirlo alla comunità dei connessi è sufficiente un telefonino, vedi Twitter. Altra cosa è farlo vivere in un disegno più ampio: ci vogliono gli “attributi” più che il back office. La foto è davvero tremenda.
Maggio 6th, 2012 at 11:03
@Massimiliano, la risposta è semplice, non c’è alcun collegamento. La foto in questione mi ha semplicemente ricordato il racconto più bello e terribile che ho letto negli ultimi anni (la parte dei delitti in 2666 appunto)
Maggio 6th, 2012 at 12:29
Sono cose che in Messico capitano tutti i giorni da tre anni, con decine di migliaia di morti.
sono cose che succedono da decenni ma di cui sei venuto a sapere solo da pochi anni a questa parte grazie anche a twitter
Maggio 6th, 2012 at 12:43
A me ha ricordato Cattelan, anche perché del Messico non so niente.
Maggio 6th, 2012 at 15:59
É solo una foto. Datemi 5000€ e ve ne vado a fare un’altra. É solo una foto. Informatevi piuttosto, ci va tempo, a volte é un po’ noioso. Vogliono tutti insegnare qualcosa e questi sono i risultati. Le palle, ragazzi, le deve avere anche il presidente di una nazione. Buona Giornata.
Maggio 6th, 2012 at 21:48
Anche a me ha ricordato Cattelan; anzi pensavo a qualche altra sua follia o a qualche evocatore. Conosco a grandi linee i problemi del Messico, ma non penso che ad ogni big problema lo small one debba per forza essere messo da parte. Altrimenti tanti piccoli ne fanno sicuramente uno grande. Che poi ci siano eccessive valutazioni pseudoletterarieintellettualointerpretative, si sfonda una porta aperta