Bel post di Fabio Chiusi sull’uso di Twitter:
Ci sono quelli che retwittano chi gli fa i complimenti. Quelli che si autotaggano. Quelli che leggono una notizia che hai impiegato tre ore a trovare e invece di retwittarti la twittano come l’avessero scovata loro, senza nemmeno un grazie. Quelli che ti fanno la cronistoria dei loro spostamenti in giro per il mondo, delle loro conferenze, delle loro presentazioni di libri, delle loro interviste, delle loro bellissime serate sociali dal vivo e in Rete (Sono all’areoporto di Berlino, mi sto per imbarcare per Barcellona per una conferenza sul sesso degli angeli e i social media – ma sono con X che oggi è raggiante perché aspetta Y che sta per pubblicare un libro sul peso dell’aria e i social media. E stasera pigiama party sul grattacielo più alto della città, pane e nutella per tutti!). Ci sono quelli che ogni tanto scrivono cose interessanti, ma sono talmente infarcite di sé che sei costretto a defollowarli anche se non vorresti – perché tutto sommato le cose che scrivono, ogni tanto, sono interessanti. Ci sono quelli che ti dicono come devi usare Twitter da mane a sera ma quando osi provare a dire come la pensi su come si usa Twitter ti dicono ‘ma non mi starai mica cercando di dire come devo usare Twitter, vero?’ Ci sono gli esperti, per ogni occasione: quelli che danno notizia dell’ultimo trending topic prima degli altri, quelli che scovano la citazione della celebrità appena defunta prima degli altri, quelli che scrivono ‘goooool’ prima degli altri, quelli che danno le notizie prima degli altri – salvo poi scoprire che non erano notizie. Ci sono quelli che ti rispondono solo se hai un certo numero di follower e quelli che non ti rispondono affatto. Quelli che si svegliano all’alba twittando e si addormentano a notte fonda twittando. Quelli che non hanno mai scritto niente in vita loro ma pontificano sullo scrivere. Quelli che quando è il giorno della poesia twittano poesie, quando è il giorno della lentezza giocano amabilmente – sagaci – sul significato della parola lentezza e quando c’è una rivolta in qualche paese dell’Africa sub-sahariana diventano improvvisamente esperti di Africa sub-sahariana. Ci sono quelli che stanno su Twitter ma rimpiangono la carta, e non smettono mai di dirti quanto era bello quando c’era solo la carta. Ci sono quelli che lanciano hashtag per ogni occasione e altri che li riprendono solo se sei quello che lancia hashtag a ogni occasione. Quelli che usano solo locuzioni orrende come engagement e brand awareness anche se non ce n’è bisogno. Quelli che livetwittano ogni programma televisivo ma non guardano la televisione. Quelli che non leggono il Giornale e Libero ma si indignano in continuazione per il Giornale e Libero. Quelli che ce l’hanno con lo Scilipoti di turno – e ce n’è sempre uno, ogni giorno.
Tutto segue una discussione lanciata stamattina da Giuseppe Smorto su come dovrebbe essere Twitter. Qui c’è la risposta di Arianna Ciccone se vi appassiona il tema. Credo anch’io che l’orizzonte personale sia oggi nettamente prevalente su Twitter. Non so se sia un bene o se sia lo stesso altrove. Il mio parere è che le bretelle rosse da vecchio notaio prostatico che Pierferdinando Casini ha esibito nella celebre foto con Monti, Alfano e Bersani siano due cose assieme: da un lato un capo di abbigliamento simbolico e molto notiziabile anche per me che voterò UDC solo quando Gianni Rivera tornerà a giocare nel Milan, dall’altro la ragione per cui seguire i profili Twitter di politici, Fiorelli e Jovanotti, star del curling e soubrette di Ballando con le stelle è un lavoro duro che lascio volentieri ai giornalisti che seguo. Mi accontendo dei loro celeri RT e mi risparmio così le cronache calcistiche di Enrico Letta. Che secondo me fa benissimo a farle.
Marzo 27th, 2012 at 19:14
Come ho scritto l’altro giorno per alcuni diventa quasi una patologia l’essere “insoddisfatti dai social media”. Dipende ovviamente dall’approccio ma se tutti pensassimo che la nostra Timeline non è quella degli altri e di tutti questi articoli non avrebbero ragion d’essere.
Marzo 27th, 2012 at 19:27
cacchio, twitter non riesco a usarlo. dovrò impegnarmi di più se non voglio perdermi tutto questo. ma la grafica, questi tweet tutti attaccati tutti uguali mi confondono la vista. Scorro ogni giorno la mia home eppure ne leggo sempre solo un paio, i primi di solito.
Marzo 27th, 2012 at 19:41
In estrema sintesi, Quelli Che.
Ad ognuno la sua dose, senza bisogno di chiedere al medico di turno.
Marzo 27th, 2012 at 19:53
e allora? non avremo nostalgia delle linee rigorose delle cattedrali? questo é il souk bellezza! tappeti, collanine, m. di pecora, e che ognuno comperi quello che vuole. tutto il resto sono solo chiacchere un po’ snob e molto inutili, di gente che non sa + cosa dire
Marzo 27th, 2012 at 21:46
twitter e’ una cagata diciamolo.
Marzo 28th, 2012 at 00:58
Ma mancava una categoria importante : quella che è followata solo perché è figa (o ha la faccia del profilo tale) nonostante tutte le cagate che dice.
Marzo 28th, 2012 at 08:01
Quelli che seguono troppe testate in inglese, e l’inglese lo parlano poco, e aprendo twitter si ritrovano una serie infinita di tweet incomprensibili, con abbreviazioni, hashtag e tinyurl e si limitano a leggere quelli dei pochi amici iscritti…
Marzo 28th, 2012 at 10:28
Mi fa specie il fatto che su Twitter una simile discussione (su Twitter stesso) non sarebbe stata tecnicamente fattibile. Lo uso per seguire chi è sostanzialmente sparito da FriendFeed, ma è come mettersi un paio di scarpe strette. Scusate il vago off topic.
Marzo 28th, 2012 at 11:25
E’ senz’altro una citazione da quella famosa canzone di Enzo Iannacci, quelli che…
Erano gli anni ’70. Quindi?
Il commento va da sé. Non è twitter, siamo noi.
Marzo 28th, 2012 at 17:41
ultimamente leggo spesso articoli su come dovremmo utilizzare twitter, sia online che sulla carta stampata. mi sembrano tutti articoli che lasciano il tempo che trovano, questo è anche gradevole ma sfotte tutti e nessuno e alla fine non ci dice che uso ne fa chi scrive.
serve a qualcosa scrivere su come usare un mezzo di comunicazione? non è su direttive del genere che si basava il nazismo?
in fondo, twitter è di tutti, anche di quelli senza i quali Retwitto La Merda non esisterebbe. e meno male.
Marzo 28th, 2012 at 17:45
Tutte categorie antropologiche interessanti, che cerco di sviscerare in ogni post. :)
Marzo 28th, 2012 at 17:49
Aggiungere la categoria delle lagne umane, probabile caso di studio del prossimo post.
Aprile 1st, 2012 at 09:51
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