“È un jainista” disse dopo qualche secondo “piange per la cattiveria del mondo”.
Io dissi “Ah, certo” perché avevo capito che ora si riferiva al lamento che veniva da lontano.
“A Bombay non ci sono molti jainisti” disse poi con il tono di chi spiega la cosa a un turista, “nel Sud, sì, ancora molti. È una religione molto bella e molto stupida”. Lo disse senza nessun disprezzo sempre col suo tono neutrale da deposizione.
“Lei che cosa è?” chiesi, “la prego di scusare la mia indiscrezione”.
“Sono jainista” disse.

(Antonio Tabucchi, Notturno Indiano pg. 40)

3 commenti a “Piange per la cattiveria del mondo”

  1. Giuseppe dice:

    Incredibile! un post senza che si parli di Apple!

  2. Effe dice:

    la mia vecchia copia del Notturno è piuttosto consumata (assai più di altri successivi libri maggiormente celebrati), e sulla pagina del jainista c’è un piccolo segno. Coincidenze – o, forse, letteratura.

  3. massimo mantellini dice:

    @Effe, la seconda che hai detto, spero ;)