(Eli Pariser, TED, Beware online Filter Bubbles)

19 commenti a “Il 1915 del web”

  1. knulp dice:

    Bello. Chissà se lo ascolteranno mai.

  2. Giancarlo dice:

    Molto interessante, grazie.

  3. presidealfieri dice:

    Ho trovato almeno 4 miei studenti che hanno speso 10 minuti per vedere il filmato e cliccare “mipiace” … su circa 1.000 mi sembra una % non disprezzabile, visti i tempi …

  4. Paolo dice:

    Già, ma in realtà si tratta della logica dell’audience applicata al singolo individuo per mezzo delle nuove tecnologie. La conoscenza richiede un contesto aperto alla possibilità del diverso, invece ci stiamo chiudendo in una bolla dove l’informazione replica infinite volte se stessa.

    Colgo inoltre un conflitto con quanto hai scritto qui
    http://www.mantellini.it/?p=17983

  5. Antonio dice:

    Avevo avuto questa impressione , ma è un po come in Matrix , ci Vuole sempre un Morfeus che ti risvegli che ti tiri fuori dal tuo mondo .
    Il Web 2.0 è questo ,lo strapotere di Google rappresenta tutto questo .
    Volunia è l’alternativa ? Magari cominciamo noi Italiani !!

  6. userunfriendly dice:

    Grazie per il link, bello e molto vero. Due parole in italiano per i non anglofoni avrebbero aiutato qualcuno in più a cliccare il link.

  7. gibbo dice:

    @userunfriendly
    livemocha.com,in due settimane impari, a gratise

    la preoccupazione mi sembra infondata e non tanto perché i filtri fanno acqua, magari non sarà sempre così, ma perché è cambiato il paradigma dell’informazione. ora è una conseguenza della relazione tra le persone e queste relazioni, semmai, si moltiplicano, ampliando l’universo personale in ogni direzione. my2cents ovv.

  8. mORA dice:

    @userunfriendly

    Ci sono i sottotitoli in italiano.

    * * *

    Io non capisco perché uno debba loggarsi per fare le ricerche.
    Perché se non ti logghi non vedo proprio come le si possa avere personalizzate.

    Tanto più che basta
    – accettare coockie solo dai siti che si visitano
    – cancellare i dati di navigazione all’uscita dal browser.

    Non tutti sono capaci, certo.
    Ecco, se magari lo avesse detto…

  9. Eli Pariser: Attenti alle “gabbie di filtri” in rete [video] | Zanblog.it di Giorgio Zanetti dice:

    […] Manteblog] window.fbAsyncInit = function() { FB.init({appId: "122752807758622", status: true, cookie: true, […]

  10. worm dice:

    io credo che l’indicizzazione “personalizzata” di google aiuti l’utente a risparmiare tempo, perché la maggior parte delle volte ti propone prima quello che stai cercando. negli altri casi, si può sempre cambiare chiave di ricerca, cioè a me pare che il vero problema sta nell’incapacità dell’utente di fare ricerca efficace sul web.

    il discorso di FB è diverso, da quello che ho capito non cambia indicizzazione ma censura i contenuti, una questione diversa. ma d’altronde FB ci ha abituato negli anni alle sue cazzate.

  11. luzmic dice:

    Lancio da queste autorevoli pagine – che sicuramente Google legge ;) – una proposta:
    Accanto al pulsante “mi sento fortunato” (che peraltro, forse per un blocco mentale mio, non ho mai usato) metterei un pulsante “stupiscimi” che connette direttamente alla pagina che meno c’entra con il profilo dell’utente.

  12. Alberto dice:

    Molto bello, e ben fatto, e interessante.
    Il punto è ovviamente complesso, e anche leggendo i commenti precedenti, facilmente si vede come l’interpretazione può essere diverso.
    Dal mio punto di vista però convengo che ci possa essere un problema, forse.
    E’ chiaro che chi è “capace” saprà sempre come trovare le informazioni che cerca, anche quelle “challenging”, e a limitare le influenze e i blocchi di FB, Google o chi per loro.
    E come chi nel 1915 sapeva trovare le fonti di informazioni “non allineate” che sicuramente c’erano, seppur in maniera minore.
    Il problema è per la stra-grande maggioranza, in cui sento di rientrare, che per incapacità o pigrizia, si lascia “guidare” e manco ha voglia di capire le regole base della privacy.
    Poi dipende dal punto se è giusto preoccuparsi della “stra-grande maggioranza” che magari non si preoccupa per se, ma questo è un altro tema più complesso..
    In generale mi sembra un bel modo per ricordare in modo semplice il problema dell’eticità delle fonti di informazioni che dominano il nostro secolo.
    Grazie Mante

  13. nicola dice:

    Personalmente faccio due tipi di ricerca:
    1) quella in cui “mi sento fortunato” è esattamente ciò che voglio
    2) quella dove vado alla scoperta di nuovi mondi

    Per il secondo tipo di ricerca io consiglio vivamente di utilizzare google al minimo, giusto per iniziare. Le cose più interessanti le si scopre seguendo link su blog e siti vari, per assonanza, per caso.

    Raccogliere e catalogare quanto trovato in un bookmark crea qualcosa che ci libera dagli algoritmi altrui.
    ciao
    nicola.

  14. valentinaa dice:

    Io invece, i miei due tipi di ricerca:
    1) loggata
    2) sloggata

    @nicola è proprio con quello che hai nei bookmarks che l’algoritmo di google ti costruisce la ricerca. altro che nuovi mondi. Fai la prova: googla prima loggato e poi sloggato, poi vedi i risultati. Sloggatevi!

  15. worm dice:

    domanda / spunto di riflessione (a cui neanchio so cosa rispondere)

    se mia sorella ogni volta che cerca egitto cerca vacanze, deve essere google a “educarla” proponendogli prima le notizie sulla situazione politica del medio oriente, oppure deve assecondare i suoi bisogni proponendogli prima i voli migliori, e cambiare indicizzazione solo quando lei inizierà a cambiare le sue “tendenze di ricerca”?

  16. oliver panichi dice:

    Io riporterei la questione da un punto di vista economico. Google e Facebook sono multinazionali e guadagnano così. Inscatolando il web e gli utenti. Sono “condannati” a farlo dalla loro enormità.

  17. Claudio dice:

    Mi pare abbastanza ovvio che ci sia un controllo. Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è chi controlla il controllore. Su quali basi si fissano i filtri?
    Credo che in ogni caso la selezione naturale farà il suo corso.

  18. #occupyourfoodsupply ovvero cose che i comuni media non ti diranno mai | Genuvino dice:

    […] [anche se sulla questione delle informazioni che ognuno di noi riceve dalla rete consiglio questo video]. Di solito c’è bisogno di approfondire per capire se la notizia che ci interessa sia […]

  19. simo dice:

    non è più attuale. il 10 gennaio google lanciando “search plus your world” ha dato la possibilità agli utenti di poter decidere se usare i risultati generali o personalizzati.