Contrappunti su Punto Informatico di domani.

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La rete Internet è grande, sito web più o sito web meno cosa volete che cambi? Un retropensiero simile forse è passato nella mente del giudice bellunese Aldo Giancotti che nei giorni scorsi ha deciso una serie di misure insolitamente ampie per tutelare in via preventiva il buon nome dell’Onorevole Maurizio Paniz, avvocato bellunese e parlamentare del PDL che si è sentito diffamato da una frase comparsa sul sito vajont.info. Ne hanno parlato ampiamente le cronache di questi giorni, ieri persino la filiale italiana di Anonymous ha deciso di occuparsene defacciando la homepage di Paniz e creando così ulteriore attenzione sull’accaduto.

Non mi soffermerei troppo sui contenuti della querela: ognuno di noi ha il diritto di sentirsi diffamato da ciò che vuole e di ricorrere agli strumenti previsti dall’ordinamento perché sia fatta giustizia. Al riguardo mi permetto solo di osservare che, vista da fuori, la carica diffamante della frase in questione (composta aggiungendo la forma ipotetica ad una celebre frase di Peppino Impastato sulla mafia ed associandole i nomi dei parlamentari Paniz e Scilipoti) sembrerebbe piuttosto modesta.

In ogni caso la notizia è che il Gip la pensa assai diversamente da me sulla gravità del caso (o in alternativa è affetto dal retropensiero di cui dicevo all’inizio) e in attesa che una corte decida se Paniz è stato diffamato da Tiziano dal Farra, autore del sito di informazione sulla tragedia del Vajont, ha imposto la chiusura preventiva di tutto il sito e l’oscuramento dell’IP da parte di tutti i provider italiani. Sarebbe bastato imporre la cancellazione della pagina web incriminata ma il giudice ha deciso diversamente. Le cronache non ci informano della ragione di una simile “potenza di fuoco”, se non un accenno al fatto che si tratterebbe di diffamazioni recidive, del resto se anche il giudice Giancotti si fosse preso il disturbo di spiegarcelo temo che avremmo continuato a considerarla una decisione punitiva e fuori misura.

Si parla molto in questi mesi di diritto all’oblio, il tema è complesso e ricco di incognite: da un lato c’è la rete Internet che non dimentica, dall’altro il diritto dei cittadini che la utilizzano a mantenere il controllo, almeno in parte, sui propri dati messi in rete. Nel mezzo un tema culturale di comprensione degli strumenti tecnologici che utilizziamo e di recupero del controllo delle nostre informazioni rispetto alle piattaforme di pubblicazione alle quali decidiamo di affidarli.

Tutto questo ha molto a che fare con la decisione del giudice Giancotti: accanto al diritto all’oblio, di cui si sta occupando da tempo anche la Commissione Europea, esiste un diritto alla memoria che in molti casi lo sovrasta. Internet è diventata in pochi anni la biblioteca digitale dell’intero pianeta, la sua capacità di trasformarsi in un caotico archivio che tutto comprende unisce il fascino dell’incrocio delle mille parole e dei mille idiomi di Borges ai pericoli legati alla possibilità di estrarne univoci riassunti. Ricostruire pensieri e immagini di perfetti sconosciuti dalle tracce che ritroviamo sui motori di ricerca è ormai una pratica tanto ampia quanto ingannevole e certamente una quota di restituzione del controllo sui nostri dati, specie quelli volontariamente immessi nelle reti sociali, dovrà in futuro essere prevista.

Contemporaneamente però la memoria archivistica della rete è uno dei principali valori che Internet ha aggiunto alle nostre esistenze. Da Wikipedia agli archivi storici dei quotidiani, dai blog ad ogni altra pagina web, la protezione di un simile valore dovrà essere compreso prima o poi da tutti. Una pagina web non vale l’altra e la tutela della rispettabilità dell’onorevole Paniz è certamente importante ma porta sull’altro piatto della bilancia il diritto di milioni di cittadini di visitare le restanti pagine non ipoteticamente diffamatorie di Vajont.info. Si tratta di un sito web che non ho mai visitato e che non conosco. In teoria potrebbe aggiungere pochissimo all’archivio borgesiano della Internet italiana, esattamente come accade a migliaia di altre pagine web, ma non è questo il punto. Il punto è che non dovrei essere io, né il giudice Giancotti né nessun altro a poter decidere al riguardo. Ogni pagina web è sacra fino a prova contraria, ogni singola pagina internet chiusa d’autorità senza solide ragioni è una lesione ampia di un diritto diffuso.

5 commenti a “Anteprima Punto Informatico”

  1. avvelentani dice:

    > Ogni pagina web è sacra fino a prova contraria, ogni singola pagina internet chiusa d’autorità senza solide ragioni è una lesione ampia di un diritto diffuso.

    E tutto questo lo scrivi su punto-informatico, il sito web che ha chiuso il forum dei troll perche’ gli era scomodo.

  2. massimo mantellini dice:

    @avvelenami mi sfugge assai il tuo ragionamento

  3. pierluigi tolardo dice:

    Non si puo’ paragonare la decisione di un sito privato che chiude un forum legittimamente anche perche’ non c’e’ nessuno che ti possa obbligare a tenere tutta la vita aperto un forum dei trolls con la decisione di un potere pubblico come la magistratura a cui non ci puo’ ribellare che chiude un intero sito per una o alcune frasi coinvolgendo pure molti altri siti che non c’entrano niente.

  4. avvelentani dice:

    @mantellinami: il ragionamento e` che sono tutti ricchioni con i forum degli altri.

    Punto Informatico pubblica tante sperticate lodi alla liberta` di espressione ma quando si tratta di andare ai fatti non alza un dito, i forum di punto informatico sono accuratamente scremati per rimuovere opinioni critiche o scomode.

    Non solo non hanno le palle di tenere aperto un forum non moderato (sebbene nascosto sotto il tappeto da anni) non hanno neanche il coraggio di dire chiaro e tondo che l’hanno chiuso.

  5. Mike dice:

    Io spiegare semplice avvelentani differenza punto informatico magistratura.

    Se vigile non ti fa andare trovare amichetto perchè qualcuno detto che bambino piano sopra forse fare sempre capricci non andare bene.

    Se tu invece hai rotto Ken amichetto o fatto pupù in vaso cactus, mamma amichetto non volere più te in casa.

    Se tu fare pupù un tuo vaso cactus e messo tuo playmobil in forno, tuo problema.