A me piace moltissimo Jonathan Franzen. Lo trovo così irraggiungibilmente figo, perfetto nel suo look da scrittore né giovane né vecchio, con l’occhiale da scrittore e le maniche della camicia girate alla maniera degli scrittori, ma anche così pieno di talento (anche solo per il fatto di aver scritto un capolavoro come Le Correzioni) che sono disposto a perdonargli quasi tutto. Perfino il suo argomentare la sua contrarietà verso i libri elettonici con le parole dello scrittore che forse non ha mai provato ad utilizzarne uno. Il senso è fragile, il pacchetto di parole che lo avvolge perfetto. Va bene così.
Maybe nobody will care about printed books 50 years from now, but I do. When I read a book, I’m handling a specific object in a specific time and place. The fact that when I take the book off the shelf it still says the same thing – that’s reassuring,”
“Someone worked really hard to make the language just right, just the way they wanted it. They were so sure of it that they printed it in ink, on paper. A screen always feels like we could delete that, change that, move it around. So for a literature-crazed person like me, it’s just not permanent enough.”
Gennaio 31st, 2012 at 17:55
Condivido totalmente. Frazen, grande scrittore. Bisogna però stare dalla parte di Gutenberg e non dalla parte della lobby degli amanuensi. I libri – oggetti ergonomicamente perfetti per la lettura – probabilmente non saranno né abbandonati né superati, ma l’opportunità offerta dagli ebook va colta e sostenuta.
Gennaio 31st, 2012 at 18:06
Salve Mantellini.
Io trovo che sia uno dei pochi interventi non “dio-quanto-è-figo-l’ebook” a non cascare nelle fesserie tipo l’odore della carta, il fruscio, il piacere della fisicità e romanticume associato.
Pensando ad Amazon che rimuove da remoto alcuni titoli dagli ereader dei legittimi acquirenti o che registra le annotazioni (“nessun problema per la privacy, i dati sono mostrati in forma aggregata”), direi che Franzen centra in pieno il bersaglio.
L’ebook avrà successo oppure no, ma la sua nicchia funzionale *non* sarà (a meno di ravvedimenti repentini, di cui non c’è alcuna avvisaglia, degli editori) quella dei libri.
Gennaio 31st, 2012 at 18:12
Anche io. Mi succede lo stesso quando vedo un cd e una scatola di scarpe piena di foto di famiglia.
Gennaio 31st, 2012 at 19:31
Ha ragione in pieno
Gennaio 31st, 2012 at 21:36
Il mio Kindle deve essere difettoso. Ogni volta che lo accendo le pagine si ircompongono sempre allo stesso modo, le parole tornano ad essere le stesse di quando l’avevo spento la sera prima. Sento echi di McLuhan… conta più cosa scrivi o “su” cosa scrivi…? Moleskine si, “blocco” Pigna no?
Gennaio 31st, 2012 at 21:49
Senza dubbio l’ebook non è un libro, è come dire che il treno non è una carroza trainata da cavalli, sono cose diverse, che possono veicolare identici contenuti, io ho solo un migliaio di libri, e qualche centinaio di ebook, certe preoccupazioni mi sembrano insignificanti, non esiste solo Amazon, il 99% del lettori ebook non spedosce annotazioni e non cancella libri, penso che di fronte alla comodità degli ebook sia semplice buonsenso sorvolare su aspetti che in fondo mi interessano realtivamente, come nel caso della diatriba sulla “qualità” del Foglio, c’è chi si preoccupa del contenitore e chi si accontenta del contenuto, i primi a me sembrano leggermente feticisti.
Gennaio 31st, 2012 at 22:44
Eh le lampade a petrolio…quell’odore, quella luce calda…e poi hanno una fiamma VERA dentro, non quelle diavolerie elettriche che vogliono imitare l’inimitabile. La lampada a petrolio non verra’ mai soppiantata da una palla di vetro.
Gennaio 31st, 2012 at 23:18
[…] e ho deciso che l’idea è matura ed è il caso di scriverne anche qui (tra l’altro oggi ne parla anche Mantellini). […]
Febbraio 1st, 2012 at 00:00
[…] riflessioni interessanti e divertenti sull’argomento sui blog di Luisa Carradda, di Mantellini, ma anche su EhiBook). Ma chi l’avrebbe mai detto. Mah! Ce ne faremo una […]
Febbraio 1st, 2012 at 01:52
@vinz a me basta che quelle fottutossime lampade a basso consumo comincino presto a far luce SUBITO e non dopo dieci minuti, quando non mi servon più e devo già spegnerle con un dito dolorante per aver beccato la sedia con l’alluce. Ah, la splendida luce a incandescenza! Faceva luce SUBITO!
Febbraio 1st, 2012 at 05:38
Dura passare al digitale.
Dire che un libro elettronico non abbia lo stesso fascino, la stessa fragranza, la stessa disposizione a farsi maneggiare e rimaneggiare lo trovo sbagliato.
Pensare che scrivere con inchiostro sulla carta non abbia lo stesso valore che scritto in forma elettronica è come dire che scrivere Ti Amo sulla sabbia alla propria amata, durante un tramonto, non valga l’emozione di quell’attimo perché tanto il mare cancellerà quel vivido sentimento.
Insomma: dura passare al digitale.
@trentasei ti consiglio di passare alle lampade a LED: bassissimi consumi, luce immediata, vanno a 220v, cambiano colore, sono fredde quindi le puoi appoggiare anche su fogli di carta, sono praticamente eterne, ecc.
Febbraio 1st, 2012 at 09:18
Per me si stanno toccando tematiche diverse, Franzen si riferisce alla durevolezza e fruibilità dei contenuti digitali e non mi sembra ci sia nulla di ‘romantico’ in ciò che dice. Io come fotografo mi faccio la stessa domanda da anni chiedendomi se i miei negativi digitali dureranno 50 anni come quelli delle foto scattate dai miei genitori da giovani. Non per questo scatto solo in pellicola ma mi faccio domande e cerco soluzioni (backup su supporti diversi ripetuti con meticolosità).
Chiudere la discussione su “libro di carta VS ebook” fermandosi al “romanticume” (fruscio, odore, gusto, peso, sensazioni tattili) mi sembra sia limitato che noioso. Il vero nodo della questione è la durevolezza dei contenuti digitali, qualunque essi siano, e la loro dipendenza dalle tecnologie (formati dei file, supporto su cui vengono letti, batterie ecc ecc)
Febbraio 1st, 2012 at 09:54
a me franzen pare molto più interessante quando argomenta contro la apple.
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=15A2E5
Febbraio 1st, 2012 at 10:43
@Signor Smith: prova a riaccendere il tuo Kindle fra venti/trent’anni e vedi se le parole si ricompongono ancora perfettamente.
Franzen mette inconsapevolmente a nudo il principale problema degli eBook: la durata. Un ottimo libro dura millenni, un buon libro dura secoli. La flash che c’è dentro agli eBook mantiene le informazioni per una decina d’anni se va bene. L’idea del cloud computing (memorizzare i dati “altrove” e quindi in un certo senso in una maniera astratta, avulsa dal contesto tecnologico) potrebbe risolvere il problema nel lungo periodo, ma in questo momento di transizione bisogna fare molta attenzione perché la possibilità di perdere dati e cultura per sempre è concreta. Trovo che dIfendere i libri di carta (senza demonizzare gli eBook) sia meritorio.
Febbraio 1st, 2012 at 11:44
errata corrige(cvd).Splinder è morto.W splinder
“Brindo alle donne che non ho conosciuto,alle banche che non ho ancora assaltato,ai nipoti che non ho mai avuto.Brindo ai compagni di un tempo,e alle loro ossa che biancheggiano al sole…”
Paco Ignacio Taibo II,Cuatro Manos
Febbraio 1st, 2012 at 11:54
Mi sembra che Frantzen sia turbato da un altro fatto: la promiscuità. Luca Sofri recentemente ha parlato della possibilità di aggiornare un e-book all’infinito. Lui ovviamente pensava a sé stesso che aggiorna il proprio libro. Ma se si immagina che il proprio libro potrà essere aggiornato all’infinito da infinite altre persone può venire un senso di vertigine. Anche se qualcosa di simile avveniva già nel medioevo con le cronache. E’ il “just the way they wanted” a cui siamo affezionati e che con una tecnologia interattiva potrebbe essere sempre meno rispettato. Insomma, mi pare una paura di perdere la propria identità di scrittore a favore di una scrittura collettiva. Sul rapporto fra lo scrittore e la sua opera e sul fatto che questa in realtà non gli appartiene più dal momento in cui diventa pubblica, già Nortrop Frye ha scritto cose illuminanti ben prima dell’arrivo del pc e di internet.
Febbraio 1st, 2012 at 13:46
@larry: hai assolutamente ragione, la durata e’ il vero problema.
Che affigge tutti i supporti: dischi, fotografie… credo che non ci sia rimedio, la strada e’ ormai tracciata e intrapresa. Anche il cloud, secondo me non risolve davvero. Chi si prendera’ la briga di trasmigare miliardi di terabyte da un sistema all’altro con l’evoluzione dei cloud? Comunque, Franzen non considera questa cosa, che e’ il VERO problema dell’era digitale.
Febbraio 1st, 2012 at 13:59
@claudio: grazie del consiglio, è davvero ben accetto. Unica cosa: la luce è calda uguale o è freddina? tralascio che a me piace da morire il filamento incandescente, perchè queste son cose proprio estetiche e non funzionali.. ;-)
Però, ecco, anche ammesso: non mi dirai che se tu porti la tua donna a vedere un tramonto e le scrivi ti amo sulla sabbia è uguale a scriverlo su un’ email davanti a un pc.. se ne sei così sicuro, fai le due prove e vedrai.. suvvia, la lettura è -anche- emozione e il supporto ha la sua importanza, inutile negarlo, oltre al fatto-già menzionato- che access 2007 non sa leggermi macro di acces 2003: 6 anni dopo, programmi automatizzati da buttare. Noi siamo in questo mondo, e la carta è il supporto più compatibile al passare degli anni e della tecnologia: quando non esisterà più il pdf chi riverserà tutti i contenuti in pupùf? questo è il punto, purtroppo, per quanto per me vale anche il lato emotivo del ti amo sulla sabbia..
Febbraio 1st, 2012 at 15:30
http://edue.wordpress.com/2009/07/19/a-book-is-a-book-is-a-book-isnt-an-e-book/
Febbraio 1st, 2012 at 16:52
E’ il look Andy Dufresne.
Febbraio 2nd, 2012 at 05:32
@Trentasei
1) Luci led il colore/temperatura la puoi scegliere tu, gamme infinite, esteticamente le puoi anche trovare con le forme più gradevoli ai tuoi gusti.
Se proprio non puoi fare a meno delle lampadine a filamento chiedi se ti vendono questa: http://www.centennialbulb.org/photos.htm#anchor1234
Funziona da oltre 100 anni ininterrottamente :-)
Per la questione libro digitale o analogico è solo una questione di testa. Gli attuali nativi digitali credo non sentano la necessità di libri analogici.
Io invece con la posta elettronica stupisco la mia ragazza mandandole mail da caselle di posta create ad hoc, con nomi strani, luoghi particolari eccetera.
Credo che la fantasia ed il romanticismo non siano sentimenti contenibili ergo il dispositivo che contiene le emozioni, che le trasmette, vale tanto quanto l’emozione stessa. Ho letto libri bellissimi in formato digitale e vere porcate in formato analogico.
Credo davvero sia solo una questione di generazione. L’unico vero problema dei formati digitali è la loro conservazione, i supporti sono ancora davvero troppo sensibili e la fruizione non è accessibile a tutti.
Febbraio 2nd, 2012 at 12:09
@Claudio
grazie dell’ info, davvero, e simpatico il link.
Sono convinto, certo, che l’ammore dipenda dal contenuto e non dalla forma, certo, ma rimango ancora convinto che la tua ragazza preferisca un tramonto e il t’amo sulla sabbia, a livello emotivo, se non altro per non essere davanti a un pc ma per il fatto d’essere in riva al mare, per quanto penso saranno simpatiche e gradite comunque le tue attenzioni in qualunque modo le arrivino. no?
Quanto alla fruizione hai ragione, è questione di abitudine, su questo concordo in pieno, e quindi è solo questione di abituarsi al nuovo supporto. però, ecco, ci si abitua anche al mc donald, e non è sempre un bene in assoluto. Anch’io scrivo mail, ma sai una cosa? Quando scrivo una lettera, di carta, e arriva al destinatario.. bè, mi spiace.. si emoziona molto di più.. perchè lo tocca con mano, vede la mia calligrafia e il tempo perso per andare in posta o anche solo recapitarla a mano.. Dai prova e fammi sapere.. ;-)
ps comunque il supporto informatico è troppo volatile : la carta dura molto di più di qualsiasi supporto e formato informatico, tornando alla questione pratica e non emotiva.