Se proprio vogliamo tentare un sintesi del sabato sera a poco più di due mesi dall’insediamento del governo Monti e dopo la fase 1 (o delle tasse) e la fase 2 (o delle liberalizzazioni), corre l’obbligo di dire che l’impegno del nuovo esecutivo per una svolta digitale del paese è stata per ora modestissima e parecchio deludente.

11 commenti a “Più analogico che digitale”

  1. Alfonso Fuggetta dice:

    Ahimé hai ragione.

  2. ZeusFaber dice:

    Sono vecchi, Massimo, vecchi e italiani, un binomio letale

  3. Eugenio dice:

    Dove la vedi modestissima? Mi sfugge qualcosa? A me al momento pare completamente inesistente!

  4. Diego dice:

    Verissimo, hai ragione… però considerando che eravamo parecchio indietro anche nella parte analogica tutto sommato credo vada bene così! Ha ragione dopotutto ZeusFaber, sono vecchi, che si occupino dell’analogico, poi pensiamo noi a votare qualcuno che si occupi della parte digitale

  5. gibbo dice:

    non mi preoccuperei, ci penseranno Pdl e Pd che lo sostengono a introdurre emendamenti decisivi per lo sviluppo del digitale.

    meno male che la Lega è all’opposizione, in Europa hanno appena fatto partire l’iter del Sopa all’ital-iena.

  6. IngSoc dice:

    Secondo me invece Monti si p mosso tempestivamente e correttamente: http://www.webnews.it/2011/12/05/monti-internet-e-il-tavolo-della-concertazione/

    La sua indole ‘digitale’ non è una novità, Monti ha sempre incoraggiato e pormosso l’utilizzo di Internet quando era commissario europeo.

  7. stefano bonilli dice:

    La delusione la si ha se c’è un’aspettativa ma in Italia chi parla del digitale e del suo sviluppo viene ancora guardato come uno strano, lontano dai veri problemi.
    E intanto si va indietro in tutte le classifiche.

  8. Luca dice:

    Non è che magari ci sono altre priorità?

  9. mari dice:

    Rischi di essere d’accordo con me, che dal primo giorno li ho bocciati. o_O

  10. roberto dadda dice:

    Se con digitale intendiamo la rete (cosa peraltro molto opinabile perché digitale è solo il trasporto, la rete trasporta contenuti analogici perché se no dovremmo dire che Mozart ha fatto musica digitale solo perché la mettiamo sui CD e nel file) io continuo a non capire cosa diavolo sia questa “svolta digitale”.

    La rete è uno strumento come tanti, la svolta va fatta nella operatività del paese e nella sua capacità di gestione, che sia digitale o meno è un dettaglio, confondendo strumento con fine si rischia di fare una grandissima confusione.

    bob

  11. aghost dice:

    mi piacerebbe fare un “esame di internet” ai politici… sono sicuro sarebbe un’ecatombe