Alfonso sintetizza in pochi ottimi punti la situazione TLC italiana, ne aggiungo solo uno che mi sta a cuore e che non vedo mai scritto da nessuna parte:


– La banda larga serve per lo sviluppo del paese e per uscire dalla crisi, non come lusso da permetterci quando staremo bene. Già sarebbe un risultato se questa affermazione fosse fatta propria e sostenuta con convinzione “colà dove si puote”, cosa che ancora non accade o accade in modo poco convincente o puramente a scopo retorico.

– Le reti, specialmente quelle fisse, sono in larga misura monopoli naturali. Quindi non si può pensare che il mercato si sviluppi con competizione infrastrutturale. Quindi servono regole per l’accesso non discriminatorio ed aperto a questi monopoli.
Se i telco non ce la fanno, lo stato e il pubblico devono intervenire. È inutile che continuiamo a girare intorno a questo tema.

– Se continuiamo ad aspettare la prossima tecnologia che verrà, non faremo mai niente. Ci sono tante ricerche in corso, ma se aspettiamo i risultati della prossima ricerca ci terremo le reti che abbiamo.

– L’esplosione del mobile non può sostituire la rete fissa, sia perché la rete fissa “alimenta” e sostiene la mobile, sia perché la fascia professionale e imprenditoriale ha bisogno della fissa.

– Non possiamo continuare a dire che il problema è una domanda debole: se non ci sono le reti e i servizi da comprare, c’è poca domanda da sostenere. Quando si va in giro per i distretti industriali ti dicono che vorrebbero la banda larga e che non c’è: che domanda dovremmo promuovere in questi casi?
Al di là di tutte le chiacchiere sulle “reti del futuro”, almeno portiamo in tempi rapidi, subito, una ADSL decente laddove oggi non c’è nulla. Ci sono aziende e territori che non riescono a connettersi oggi, adesso.



– La banda fissa deve essere maggiormente incentivata rispetto al mercato del mobile (e se non lo fanno le telco lo faccia lo Stato) perché la crescita culturale delle famiglie, quella teorica, possibile e futura, passa ancora attraverso una connessione stabile, continua ed a basso costo verso la rete. Piantiamola con la favoletta del mobile che risolverà tutti i problemi.

12 commenti a “Questioni di banda”

  1. alessandro longo dice:

    Ma lo diciamo da anni. Solo l’ultimo: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/italia-in-rete-ultima-in-europa/2171043/15

  2. ArgiaSbolenfi dice:

    Nel distretto industriale del nord dove lavoro, c’è voluta una HDSL per avere un collegamento decente (parlo di 2-3 Mb, altro che larga banda), che probabilmente le realtà più piccole non possono permettersi. Non ha senso.

  3. mORA dice:

    Secondo me è solo questione di tempo:

    http://edue.wordpress.com/2010/07/27/magic-morse/

  4. roberto dadda dice:

    “sia perché la rete fissa “alimenta” e sostiene la mobile”

    Cosa vuole dire? Certo che tra i nodi della rete mobile devi avere oggi fibra, ma non è certo sull’ultimo miglio che serve, tra l’altro non è nemmeno detto che serva, se le antenne sono molte e molto vicine, come nelle città, potrebbero essere collegate anche tra loro via radio.

    “sia perché la fascia professionale e imprenditoriale ha bisogno della fissa”

    Perché? Davvero pensi che se io potessi mettere 100 mega su ogni macchina via wireless servirebbe la fissa? Cosa cambierebbe?

    E’ abbastanza incredibile vedere come si stiano facendo in questo campo gli identici discorsi che facevano i sostenitori del telegrafo a filo quando cercavano di dimostrare che il futuro non era nella radio!

    roberto

  5. Alfonso Fuggetta dice:

    @alessandro, io ho solo riassunto alcune cose. Se leggi il post originario, capisci perché le ho riassunte. Mante ha aggiunto l’ultimo punto, commentando quello che scrivevo nel mio blog.
    @mORA, la capacità di trasporto della rete mobile non può raggiungere quella della rete fissa per motivi fisici. Nell’etere devo utilizzare un insieme di frequenza, nella rete fissa “ognuno” ha la sua connessione. Questo non vuol dire che non serve la mobile: vuol dire che sono due cose diverse, che servono due bisogni diversi non alternativi.
    @Roberto, non ho voglia di fare polemiche inutili. Le connessioni wireless condividono lo spettro e le frequenze. Un hot spot da 100 MB condivide quella capacità lorda tra tutti quelli che vi si connettono: più sono più diminuisce la banda a disposizione del singolo. E le frequenze sono quelle che sono. Se vuoi, leggi qui: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002461.html Ovviamente, se ti interessa approfondire la questione tecnica, si può fare (anche se è un po’ difficile nei commenti di un blog).

  6. mORA dice:

    @Alfonso Fuggetta

    Quale parte di commento ironico non è chiara?! ;)

  7. roberto dadda dice:

    @alfonso questi discorsi valevano anche per la radio, poi le tecnologie sono evolute e le cose si sono ribaltate.

  8. pierluigi tolardo dice:

    Si sta muovendo molto in questi ultimi mesi sulla banda larga,un po’ grazie a Telecom Italia e Vodafone,moltissimo grazie a Regioni,Comuni e,perfino,Provincie che nonostante la crisi ci stanno investendo parecchi milioni di euro.Iniziativa privata e soprattutto locale,manca una strategia unitaria e nazionale,anche nelle aree meno ricchezza ed allettanti per i privati ma quella manca anche per tutto il resto e quindi non verra’nei prossimi anni.

  9. Roader dice:

    Chi pensa che il wireless sia la panacea di tutti i mali dovrebbe tornare di qualche anno indietro e ricordarsi di come si applaudivano i vari hdspa & c a 28 mbps… per poi vedere come va in realtà la storia: 0,5mbps nei migliori dei casi, in piena città ed in orari improbabili. (del resto anche vodafone che anni fa aveva venduto l’asset linee fisse di infostrada, perchè le riteneva superflue poi ha dovuto comprarsi un’azienda in tale segmento). Poi ovviamente in futuro usando tutto lo spettro RF immaginabile ed un “inquinamento” elettromagnetico enorme magari avremo la LTE+ultra-mega ecc.ecc. a 50tbps

  10. Cristoforo Morandini dice:

    Il sillogismo è fortunatamente sempre più condiviso e condivisibile anche se rimane un pò di confusione nel dibattito attuale tra l’impatto della rete e delle applicazioni veicolate. Non è però molto importante sciogliere ora il dilemma uovo gallina e quindi va bene procedere con massima celerità.
    Tutti gli attori del settore sarebbero ben lieti di vedersi sviluppare entrambi i comparti. Quindi cosa frena?
    Le esperienze recenti (tavolo Romani, Lombardia) dimostrano però la difficoltà di condividere un modello di intervento, anche a fronte di risorse pubbliche (tranne che se tutti i fondi sono pubblici…).
    Il problema è l’equilibrio tra la creazione di valore e i nuovi investimenti. Dare valore alla banda e farselo riconoscere è la sfida comune.
    Se poi vi rifate ai neoliberisti sarebbe il mercato a dover comunque selezionare tempi e modi degli interventi…
    Questa considerazione finale non è comunque la mia

  11. bollettino del 16/01/2012 | Simone Weil dice:

    […] Ancora sulla necessità di investire sulla banda larga (via Mantellini) […]

  12. Agh dice:

    Ma siete proprio sicuri che il governo, qualsiasi governo, voglia davvero uno sviluppo serio della rete, da cui poi partono gli attacchi più virulenti ai politici e alla casta ? Ricordatevi che quello precedente, non a caso, aveva puntato le poche risorse sul digitale terrestre invece che sulla rete