Non ci sono molte ragioni per cui Mario Monti debba andare a Porta a Porta martedì sera. A decretare una continuità temporale che vede in Bruno Vespa il giornalista governativo per eccellenza, saldamente al centro della scena ed impermeabile a qualsiasi alternanza. Non si tratta di discutere di plastici, macchie di sangue e più in generale del livello giornalistico dei programmi di Vespa (sui quali ognuno di noi può avere il proprio punto di vista, cioè uno solo) quanto sottolineare che un talk show politico in TV nel quale il Premier di un governo di emergenza spieghi agli italiani le misure economiche appena prese, potrebbe (e dovrebbe) essere tranquillamente organizzato dalla Rai, in totale autonomia e senza affidarsi ad un collaboratore esterno profumatamente pagato. Uno studio TV, un moderatore qualsiasi, un gruppo di intervistatori, due luci e quattro sedie. Se questo non è possibile, se Monti preferisce affidarsi per le sue importanti comunicazioni alla continuità con un sistema televisivo abituale dentro il quale il potere politico (tutto) ha goduto di grandi complicità, ciò può accadere solo per due ragioni: perché Monti ha molto da fare e non si occupa di queste cose, oppure perché se ne occupa ma non vede niente di strano nel filo sottile che unisce la sua manovra alla farsa berlusconiana del contratto con gli italiani.

8 commenti a “Il plastico della manovra Monti”

  1. Filippo Filippini dice:

    C’è una terza opzione, da verificare alla prova dei fatti: che Monti voglia far risaltare la differenza anche in questo contesto.

  2. Biccio dice:

    Secondo me è una via di mezzo fra la prima e la terza: qualcuno del suo staff lo ha malconsigliato con l’idea (sbagliata) di accettare per far risaltare la differenza.

  3. gregor dice:

    Io penso che sia la prima. Avrà così tante cose per la testa e figuriamoci si pensa all’etica dell’informazione.. Secondo me non sa nemmeno che Vespa è un contrattista.

  4. Maria Vittoria Marchiori dice:

    Se deve spiegare la sua manovra agli italiani scelga un modo istituzionale (per esempio messaggio a reti unificate da palazzo Chigi) e scelga di sottolineare la differenza antropologica con chi lo ha preceduto!

  5. Barbablu' dice:

    Comunque la si guardi, questa scelta di andare ad un talk show per illustrare manovre di lacrime e sangue, in garbato linguaggio bocconiano e con tutto l’understatement possibile , è una colossale e immensa CAZZATA !

  6. mORA dice:

    http://edue.wordpress.com/2011/11/30/spin-professor/

  7. pierluigi tolardo dice:

    E’ una scelta voluta,vuole tranquilizzre la gente,anche nell’uso di un formato che non piace ai piu’ colti e agli antiberlusconiani ma e’ seguito dal grande pubblico,sia di destra che di sinistra, anche Bersani,Avendola,Di Pietro e Casinici sono sempre andati.per ora Monti ha scelto un Los privilegi,non vuole terrorizzare ma abituarci e questa scelta va in questo senso.

  8. Trentasei dice:

    Penso come Gregor e Tolardo, nemmeno io sapevo che fosse un collaboratore anziché un dipendente Rai. Il formato di porta a porta, per quanto orribile, è un
    Modo per rendere più familiare la manovra e parlare agli italiani in un modo che non rompe troppo col passato (già dovremo farne di cambiamenti, che usare lo stesso mezzo è un modo di rassicurare, io penso)