Stefano Chiodi sulla controversa norma (molto sostenuta dal PD) che limita gli sconti sui libri nella grande distribuzione e sul web:


La materia è certamente complessa e controversa (come dimostra la recente vicenda della delibera AGCOM che sotto le mentite spoglie della difesa del diritto d’autore si accingeva a varare un dispositivo di censura in perfetto stile cinese o nordcoreano), ma strumentalizzare le ragioni dei “piccoli”, come hanno fatto alcuni esponenti del PD e gli stessi editori, per far passare una legge dirigista e retrograda che favorisce di fatto i soli monopolisti, è una prova in più della profonda confusione che regna nella sinistra italiana.

I libri si difendono facendoli conoscere e circolare di più e meglio, e la difesa a oltranza di un modello che oltretutto vede i margini per editori e librai divorati dai costi di distribuzione e non certo da pericolosi sconti, non serve ad altro che a rinviare una crisi di fatto già in corso. Amazon non è certamente un modello di impresa sociale, ma ha determinato una trasformazione epocale nel modo con cui i libri si acquistano e si leggono, ha forzato il monopolio della distribuzione e in America, col suo Kindle, ha creato quasi da sola un vero mercato per gli e-book. Ha insomma allargato le possibilità di lettura e ha creato nuovi lettori. Accoglierne l’arrivo in Italia con una bordata protezionistica avrà solo l’effetto di ritardare le inevitabili conseguenze della transizione del libro a un modello misto carta/web e a mantenere in piedi ancora per qualche anno chi sfrutta la sua comoda rendita di posizione. A rimetterci sono gli acquirenti dei libri e dunque in ultima analisi tutti noi.



Nel frattempo accadono due cose molto collegate a questo tema: in USA Borders dichiara fallimento e chiude (e forse qualcosa potrebbe insegnare), Mondadori-Einaudi si appresta a pubblicare i propri titoli su Kindle (possibile segnale di una imminente apertura dello store italiano)

13 commenti a “La difesa del piccolo libraio?”

  1. Cafonauta dice:

    Premesso che sono favorevole a questa legge.
    Ricordo il primo articolo de Il Post molto critico a riguardo. Ne scaturi’ una bella discussione nei commenti tra cui uno illuminante di Marco Cassini di Minimum Fax:

    http://www.ilpost.it/2011/03/04/legge-levi-sconti-libri/comment-page-7/#comment-32854

  2. P.G. dice:

    Fra le mie varie esperienze, annovero pure l’aver avuto una piccola libreria indipendente, per un anno, che ha appunto chiuso per le ragioni che illustra benissimo Marco Cassini in quel lungo commento che invito tutti a leggere. L’unica cosa che aggiungo a quel commento – pur restando favorevole a questa legge – è che secondo ormai essa giunge tardi, e cmq è un compromesso al ribasso, che non incide in maniera adeguata. Bisognava proibire COMPLETAMENTE gli sconti sui libri, salvo concedere la libertà di fare poche e brevi campagne promozionali in ogni caso ben regolamentate. E’ inutile parlare di dirigismo, e non si tratta nemmeno di salvare le piccole librerie. Si tratta semplicemente di permettere al mercato del libro, che è particolare e basato sulla PLURALITA’ delle offerte, di sopravvivere. I libri non sono come gli yogurt. Di tipi di yogurt ce ne possono essere 10. Di libri se ne pubblicano decine di migliaia all’anno. Ognuno diverso dall’altro. Se vogliamo salvaguardare la diversità dei libri, occorre evitare che prevalga la logica oligopolistica dei grossi gruppi editoriali (che controllano tutta la filiera, dalla distribuzione alla vendita). L’unico modo per farlo è imporre delle regole che tutelino non i piccoli editori o librai, ma il mercato stesso. Questa legge lo fa poco, ma meglio poco che niente.

  3. nicolaH dice:

    Non vedo il problema.

    Amazon and co. metteranno due libri al prezzo di uno, regalandone appunto uno in omaggio, non catalogandolo come sconto. E tutto sarà come prima. Con la differenza che questa legge spingerà molta gente ad acquistare ancora di più online, per protesta.

    Morale della favola: questa legge andrà a danneggiare i piccoli librai.

    Con tanti cari ed affettuosi saluti al signor Levi e a tutti i sostenitori di leggi stataliste e anticostituzionali come questa.

  4. Andrea61 dice:

    A me questa storia del pluralismo e della difesa del valore culturale delle piccole librerie mi sembra un mistificazione abnorme. Già oggi se cerchi un libro un pó particolare hai molte piú probabilità di trovarlo su Amazon che in libreria.
    Le piccole librerie hanno senso solo su settori di nicchia dove la qualità fa la differenza.
    Tra l’altro questa legge alla fine non salverà i piccoli e servirà solo a proteggere le grosse case editrici che “casualmente” controllano anche distribuzione e reti di vendita e che sono le vere beneficiarie della legge. Ah, sempre ” casualmente” due delle tre big sono legate a doppio filo con i due partiti piú importanti.

  5. P.G. dice:

    A tutti quelli che straparlano di internet come principale canale di vendita dei libri, ricordo che a tutt’oggi il principale canale di vendita dei libri ormai è il supermercato. Quello dove si vanno a comprare i pomodori, la carne e la carta igienica. Quello. PRIMA erano le librerie, ora sono i supermercati. Il canale internet un paio d’anni ammontava al 5% circa delle vendite, ora tutt’al più saremo arrivati al 10.
    Ovviamente al supermercato c’è ampia scelta, notoriamente, di libri, anche di nicchia; e naturalmente è facilissimo ordinare un libro particolare, se non lo si trova. Notoriamente è così.

  6. Cafonauta dice:

    Quoto P.G. su tutta la linea (Gasp!)

    Non valgono i paragoni con altri beni di consumo! E poi ancora co sta storia della legge statalista e anticostituzionalista.
    Siamo uno dei pochi paesi in Europa a non avere una legge del genere. Leggetevi l’analisi di Marco Cassini. Gli sconti sono finti perchè i prezzi sono gonfiati all’origine per comprendere un finto sconto in un mercato in cui editore e distributore sono gli stessi. Stic@zzi di avere un finto sconto del 10% su Clive Cussler al supermercato quando non c’è verso di comprare il libro di De Biase o Luca Sofri in una delle 5 librerie in franchising di cui è impestato il mio quartiere (E abito a Roma…)

  7. NicolaH dice:

    Cafonauta
    Come ho già scritto, il commento di Cassini l’ho letto. E resto della mia idea. Ma anzi, questa legge oltre a danneggiare i consumatori danneggerà anche i piccoli librai.

  8. massimo mantellini dice:

    http://www.steamfantasy.it/blog/2011/07/31/legge-anti-amazon-felicita-nella-aie-e-dimissioni/

  9. P.G. dice:

    Poi aggiungo questa cosa, dopo aver letto questo ennesimo articolo. In Italia già da anni è facilissimo comprare libri con lo sconto del 15, 20 o anche 30%, è una svendita continua (apparente, perchè nel frattempo i prezzi dei libri salgono e annullano gli sconti, ma i clienti non avvezzi alla matematica o distratti non se ne accorgono). Eppure le vendite di libri non aumentano, nè in termini di fatturato, nè in termini di copie. Quindi già questo sarebbe un motivo per tentare altre strade. Soluzioni più “creative”, ebook compresi. La leva dello sconto è stata solo un’arma con cui pochi grossi gruppi commerciali hanno ucciso i competitori(piccoli editori, piccoli distributori, piccole e medie librerie).

  10. nicolaH dice:

    oh comunque a me proprio stamattina è arrivata, come immagino a molti altri, una mail da IBS che dice così: “Arriva la legge sul libro: ultimo mese di sconti superiori al 15%”.

  11. P.G. dice:

    eh, ammesso che sia così, che non si trovino stratagemmi, considerando che solo un italiano su 20(circa 3 milioni di italiani) legge più di un libro al mese, quell’italiano su 20 avrà un aggravio di due-tre euro sulla sua personale spesa mensile in libri. Gli altri 19 italiani su 20 non se ne accorgeranno nemmeno.

  12. Andrea61 dice:

    Fantastico. I prezzi sono gonfiati all’origine. Prima c’erano almeno gli sconti, ora non avremo neanche quelli.
    Aggiungo che per proteggere temporaneamemte i piccoli operatori di oggi, si fottono i consumatori di domani.

  13. P.G. dice:

    Andrea, non si è fottuto nessuno. Gli sconti intanto ci saranno ancora – il 15% di sconto, con campagne degli editori fino al 20%, è una percentuale già piuttosto elevata(per me decisamente troppo). I grossi consumatori di libri, i grandi lettori, hanno già ORA una soluzione per rimediare, in ogni caso: comprarsi un lettore di ebook e scaricare. Legalmente, è possibile comprare già ora decine di migliaia di libri in formato digitale, a un prezzo che è cmq ancora alto (rispetto a quello che dovrebbe essere), ma che è in media circa la metà di quello del libro cartaceo (quindi corrisponde a uno sconto del 50-60%). Poi ovviamente ci sono le soluzioni “meno legali”, e i “grandi lettori” già le conoscono, pure quelle. Quindi il danno è al massimo di pochi euro l’anno per i lettori occasionali, quelli che comprano 3-4 libri all’anno (che è diciamo la media, escludendo il 50% di italiani che non ne compra nemmeno uno).