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Lug
Non si è capito bene se si tratti di una boutade o meno, di sicuro nella messa online odierna dei dati estratti dai database di molte Università italiane, non ci facciamo una gran figura.
Non si è capito bene se si tratti di una boutade o meno, di sicuro nella messa online odierna dei dati estratti dai database di molte Università italiane, non ci facciamo una gran figura.
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Luglio 6th, 2011 at 21:25
Da studente universitario ti posso dire che no, non ci facciamo una gran figura, pero` purtroppo e` cosi`. Nella mia universita` sono stati spesi milioni di euro per un gestionale unico web-based comprato da terzi, nonostante abbiamo una delle piu` famose (non so come mai) facolta` di ingegneria informatica d’italia. Tal trabiccolo e` sempre in manutenzione, non disponibile, bypassato con procedure cartacee a oltre un anno dall’avviamento. E dire che per altre cose e` prevista una procedura di ricerca interna di risorse competenti.
Quella ciofeca costa si` e no mille euro, tre ordini di grandezza in meno. Ed e` solo un caso su tanti.
Luglio 6th, 2011 at 21:28
@Alex, fammi indovinare .. Oracle!
Luglio 6th, 2011 at 21:40
Ai miei tempi le reti informatiche dei dipartimenti che conoscevo erano gestite da dei nerd^HHHHricercatori o tecnici sinceramente appassionati, e anche se non c’erano le odierne problematiche di sicurezza, sono sicuro che persone come quelle, voglio dire con lo stesso spirito e le stesse competenze, oggi saprebbero gestire i sistemi al meglio e ad una frazione del costo.
Luglio 6th, 2011 at 21:51
questo dover sempre dimostrare per forza chissà che cosa al mondo, rendendo pubblici i dati di persone che con la gestione degli stessi non c’entrano nulla, sta iniziando a stancare oltre che apparire bambinesco.
Luglio 6th, 2011 at 22:16
Ho guardato i dati di due universita’ che conosco bene (unimib e polimi) e li ci sono solo dati di sistemi molto molto “minori”
Non so quanto hanno investito, ma credo sia piu’ che altro una vendetta per la retata di ieri.
Quanto alla figura, certo usciamo un po ammaccati, ma niente rispetto ai vari wikileaks in fondo l’universita’ non e’ una banca
Luglio 7th, 2011 at 10:42
@Paolo no, quello era quello vecchio che è stato sostituito. Il sistemone è una incarnazione di ESSE3, un elefantiaco carrozzone di moduli sempre in manutenzione dopo 8 anni dalla vendita del primo esemplare. Qui all’uniPD l’hanno messo in (fuori?) servizio a maggio dell’anno scorso, e oggi mi trovo a presentare il piano di studi su un bel foglione di carta, dopo un anno e tre mesi. Ti faccio un’esempio della funzionalità: in questo post (http://www.unipd.net/forum/viewtopic.php?f=17&t=1880) iniziato da me spiego agli studenti un workaround per l’ennesimo bug del sistema.
Luglio 7th, 2011 at 11:44
Ho condiviso su facebook la notizia per avvisare amici di altri atenei (il mio è ok) che le loro password in chiaro son disponibili a chiunque scarichi il file pubblicato su twitter, ed ora stranamente il mio account facebook “non è disponibile a causa di un problema sul sito che speriamo di risolvere al più presto”, coincidenze?
Luglio 7th, 2011 at 11:53
Confermo che i Servizi Online del Polimi non sono stati violati. In questo caso i dati raccolti riguardano perlopiù una lista di persone con la password uguale al proprio nome.
Luglio 7th, 2011 at 13:16
Beh, chi ha lavorato in un ateneo italiano alla fine non si stupisce più di tanto, almeno nel mio caso è così :)
Luglio 7th, 2011 at 14:43
la sicurezza informatica italiana media è ridicola. Io mi stupisco sempre tantissimo del fatto che queste cose non succedano ogni giorno. Deve esserci gente con un’etica superiore alla media lì fuori…
E non se ne verrà mai fuori finchè non avremomuna legislazione veramente punitiva nei confronti di chi si fa fregare così.
Fate pagare 50000 euro ad ogni persona i cui dati sono fuoriusciti, vedrete che si cominceranno a fare investimenti seri e a prendere gente competente e non i soliti precari da mille euro/ mese dalle multinazionali o società di amici di amici o di oliatori, che i mille euro se li pagare ogni due giorni.
Luglio 7th, 2011 at 14:44
(ovviamente i 50000 erano di rimborso al danneggiato)
Luglio 8th, 2011 at 12:49
Io non uso la posta istituzionale dell’università, ma gmail. Chi vede la mia casella ci trova per il 95% spam