Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario pubblica nella sua rubrica su La Stampa un pezzo sul wi-fi. Alcuni commenti all’articolo:


“In Italia a differenza di altri Paesi, non c’è a livello delle singole città un servizio Wi-Fi libero e gratuito”.

Quali singole città di quali Paesi?

“Ora il decreto dell’ex ministro dell’Interno è decaduto, ovvero non è stato rinnovato, senza che però sia stato sostituito da una normativa precisa.”

Non mi risulta. Sono stati cancellati alcuni obblighi e mantenuti altri.

“In tante città europee l’accesso a Internet è diventato un bene pubblico come l’acqua, le piazze,i giardini, ecc.”

Aridaje. Tante città europee? Quali?

Nel Bel Paese è invece un affare, e scatola Wi-Fi dopo scatola, ha finito per arricchire i produttori, per la maggior parte cinesi e tedeschi.

Quasi tutti i router in vendita oggi nei negozi di tutto il mondo sono wireless, il Bel Paese non c’entra, e i tedeschi nemmeno.

“Il Wi-fi si è diffuso per contagio nell’arco di un paio d’anni”.

Un paio d’anni? Solo?

“Si pensa all’acronimo di Wireless Fidelity, allo stesso modo con cui Hi-Fi sta per High Fidelity. Phil Belanger, cofondatore di Wi-Fi Alliance, sostiene che il termine non ha alcun significato; si tratta di un marchio commerciale comparso per la prima volta nell’agosto del 1999 usato un’azienda di consulenza: Iterbrand.”

Incollo dalla voce Wikipedia sul WI-FI:

“È convinzione di molti che Wi-Fi rappresenti l’acronimo di “Wireless Fidelity”, così come Hi-Fi rappresenti l’acronimo di “High Fidelity”. La stessa Wi-Fi Alliance ha indicato in alcuni documenti ufficiali il termine come acronimo di “Wireless Fidelity”.[1][2] Secondo quanto dichiarato da Phil Belanger, co-fondatore della Wi-Fi Alliance, il termine Wi-Fi non ha alcun significato[3] ma semplicemente rappresenta il marchio commerciale utilizzato per indicare la famiglia di protocolli IEEE 802.11x. Il nome è stato utilizzato per la prima volta nel agosto 1999 ed è stato ideato dall’azienda di consulenza Iterbrand.”

14 commenti a “Vi spiego il Wi-Fi”

  1. Fabio dice:

    “Quali singole città di quali Paesi?”
    Ad Atene, nella zona del Pireo, ad esempio

  2. massimo mantellini dice:

    Beh anche Roma Wireless, allora

  3. Luca dice:

    a salerno il sindaco (che corre per il rinnovo oggi) ha promesso di coprire tutta la città, e ha iniziato da zone limitrofe al comune

    la domanda è: perché?

  4. Emanuele dice:

    Se è per questo, in provincia di Roma ci sono quasi mille (1000) hot spot gratuiti in centinaia comuni. E’ un progetto della provincia attivo da almeno 4 anni.

    Mappa e rassegna stampa e altro sul sito http://www.provincia.roma.it, progetto PROVINCIA WIFI

  5. Andrea dice:

    “Quali singole città di quali Paesi?”

    Forse, http://en.wikipedia.org/wiki/Municipal_wireless_network#Europe

    Se non sbaglio anche in Estonia molte città hanno un piano di copertura wireless.

  6. Vincenzo dice:

    Parigi in alcuni parchi.
    In Estonia che abbia visto io c’è ma non gratis.

  7. Giuseppe dice:

    A Parigi in *tutti* i parchi pubblici, in *tutti* i musei pubblici, in *tutte* le biblioteche pubbliche, c’è Wifi libero. E anche praticamente in ogni bar, fast food, pub e ristorante. È praticamente più difficile trovare un posto senza libero wifi che con.

    Proprio come a Roma o Milano?

  8. notizie del futuro dice:

    A Barcellona c’è il Wi-Fi gratis in molti hotspot della città ed in tutte le biblioteche pubbliche…

  9. wlyit dice:

    a Milano è attivo WI-MI, in poche zone del centro.

    http://www.wimi.it/

  10. LivePaola dice:

    Io conosco una Interbrand che si occupa di cose tipo naming. Iterbrand mi sa di typo (ripetuto).

  11. paolo dice:

    …a Venezia, ad esempio, …
    http://www.cittadinanzadigitale.it

    (la mappa delle zone coperte: http://www.cittadinanzadigitale.it/node/67 )

  12. emanuele dice:

    A Cesena il wi-fi libero e gratis in centro va alla grande

  13. Nicola De Carne dice:

    Il problema è capire cosa ce ne si fa di tutti questi wifi grauiti e aperti, qual’è il modello di business ( e per business si intende in generale quel’è il modello applicativo )? Chi paga per manutenere ed evolvere il servizio? Chi fa educazione per far capire alla gente cosa se ne fa del wi-fi ? Da ieri che sono finite le elezioni cosa succederà dei tanti annunci elettorali?

  14. plus1gmt dice:

    qualcuno spieghi a Belpoliti il giornalismo