Se il nuovo “paywall” del sito del New York Times stia funzionando o no, è presto per dirlo. Però ha ragione Arianna Huffington a dire che il “muro” è pieno di buchi ed eccezioni, forse in parte voluti. Io so che tutte le pagine a cui si accede dalla homepage e che mostrano il messaggio che chiede di pagare, diventano visibili liberamente eliminando dalla URL tutto il suffisso di provenienza che è dopo “.html”.



(wittgenstein)

Un commento a “Another break in the wall”

  1. paolo de andreis dice:

    Shhhh! Non se n’erano ancora accorti.