Contrappunti su Punto Informatico di domani.

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Mio suocero ama il calcio. Gli piace seguirlo in TV. Non credo sia l’unico, visto che da qualche tempo esistono offerte televisive a pagamento pensate per spettatori come lui. Pagando una cifra mensile, attorno ai venti euro, gli appassionati del pallone, quelli che pur tifando una qualsiasi squadra di prima grandezza non disdegnano di seguire la partita di qualsiasi altra compagine, accedono ad una formula “all you can eat”, dove il problema principale è quello dello zapping televisivo per riuscire a seguire più match in contemporanea.

Io non seguo il calcio ma posso capire che un abbonamento mensile del genere possa dare discrete soddisfazione a molti appassionati, ed anche rovinare qualche matrimonio, ma ogni volta che mi capita non posso non paragonare quella cifra al costo della mia ADSL casalinga. Per una somma simile a quella necessaria per seguire il campionato di calcio, attraverso lo stesso doppino in rame che una volta portava le parole in interurbana dei parenti lontani, entra in casa nostra il mondo intero. Tutte le informazioni possibili, lo streaming di Al Jazeera dalla Libia in fiamme, mia figlia che di là sta ascoltando su Youtube Mina a Milleluci negli anni 70, la faccia e le parole degli amici via Skype, gli aggiornamenti in tempo reale dai quotidiani di tutto il mondo, la musica (tutta la musica, per la precisione), le enciclopedie, i podcast in francese di mia moglie, i miei amati blog, i pensieri degli amici su Friendfeed, le chat dell’altra mia figlia su Facebook. E potrei andare avanti a lungo.

I venti euro mensili del collegamento alla rete sono i soldi in assoluto meglio spesi dalla mia famiglia, ogni mese, da oltre un decennio a questa parte. In una ipotetica classifica di gradimento ed utilità vincerebbe per abissale distacco. Se volessi essere il ragioniere che non sono e paragonassi quella spesa ai dieci euro al mese che verso alla RAI per il canone annuo, al costo di un quotidiano in edicola, al prezzo del biglietto del cinema o a quello di una cena in pizzeria, o anche semplicemente al costo di un’orgia di partite di calcio da assaporare sul divano di fronte ad uno schermo, mi verrebbe da dire che al mondo c’è un sacco di gente strana, che quelli che ragionano se sia il caso di fare un contratto in banda larga (“che tanto io su Internet ci sto poco”) siano dei pazzi e che il valore che il fiume di bit che raggiunge la mia casa è oggi incomparabilmente maggiore di qualsiasi altro servizio che la moderna società dell’informazione mi offre.

Io, sarò naif, ma se fossi una compagnia telefonica, non mi preoccuperei tanto di costruirmi una reputazione pensando contenuti da vendere agli utenti attraverso le linee DSL, le tratterei invece, quelle linee, come fossero oro zecchino, quelle uova d’oro sulle quali la gallina telefonica se ne sta seduta, lasciando ad altri l’ingrato compito di battagliare per la conquista dell’attenzione della clientela collegata. Io, sarà anche scioccamente elementare, ma se fossi lo Stato lavorerei perché il maggior numero di bambine di otto anni come mia figlia potessero scoprire, da sole, in rete “La pioggia di Marzo” cantata da Mina quarantanni fa, e questo non per ragioni scioccamente elitarie, ma perché curiosità, gusto personale e scoperta sono i motori della cultura di ogni società e andrebbero incentivati in ogni maniera possibile.

Quando sento dire in giro che l’ADSL costa troppo, io roteo gli occhi disperato (spesso quelli che lo affermano custodiscono in tasca telefoni da 700 euro) e penso in quale grande condizione di inferiorità mi troverei se il mio ISP un giorno mi chiedesse: “Tu quanto sei disposto a pagare per il tuo collegamento a Internet?”

Per le stesse ragioni, declinate ribaltando il tavolo e guardandolo da sotto, io voglio che la connessione alla rete sia disponibile per tutti, non per quella retorica un po’ stantia dell’esercizio di un diritto astratto da declinare (ne sentiamo discutere tanto, specie ultimamente) ma per quel sentimento di simmetria con il quale ai tempi del liceo ti precipitavi dal tuo compagno di banco a fargli ascoltare quanto fosse bello il nuovo disco della band tal dei tali.

Se la nazione scopre il nuovo disco capolavoro del proprio gruppo rock preferito non si precipita a farlo ascoltare ai suoi cittadini? Una brava nazione lo farebbe, eccome, a tutti i costi e senza esitazioni, anche se in quel momento piove, anche se non ha ancora terminato i compiti per domani.

I nostri diritti, compreso quello di accedere ad un patrimonio immenso come quello di Internet, partono come sempre da noi e non dalla data di pubblicazione su una qualche Gazzetta Ufficiale. Se le cose non le si vogliono, talvolta capita per davvero che non si avverino. Ma come in tutte le cose l’educazione conta, e molto. E l’educazione, questo tipo di educazione alla rete, in questo paese manca abbastanza. È molto una faccenda di soldi, e di scelte orientate alla crescita del Paese, e introducendo un simile tema di questi tempi ovviamente si apre un mondo (e polemiche e distinguo); in ogni caso non saranno certamente i venti euro della DSL mensile ad avere un peso.

12 commenti a “Anteprima Punto Informatico”

  1. Alessandra dice:

    Perdona se svio leggermente… Ma non ti preoccupa che tua figlia di là, navigando, capiti “per sbaglio” su un sito violento per capirsi video di violente scene di sesso etc…

    ale

  2. Marco Bruni dice:

    Sono completamente d’accordo con te, una delle pochissime spese utili della mia famiglia è l’abbonamento all’ADSL. Però il problema è un altro, quando diventeremo un paese “normale” dove ci sia vera concorrenza ed ogni operatore possa controllare effettivamente la sua rete?

  3. massimo mantellini dice:

    @Alessandra, Francesca naviga da un computer ampiamente controllato e filtrato e comunque in genere mai in completa solitudine.

  4. Net Flier dice:

    @parental control
    sono cresciuto senza e, pur avendo buttato gli occhi su cose più o meno sconcie, non sono morto ne tantomeno vado in giro a pisellare le ragazze in metrò.
    il filtro lo si ha nella mente, se ben preparata (e delle volte, anche senza preparazione)

  5. ArgiaSbolenfi dice:

    @NetFlier: spiegaci come preparare un bambino di 10 anni all’ironia di rotten.com …

  6. alberto dice:

    Lo penso anch’io.
    E detesto aver la possibilità di poter abbonarmi ad una qualsiasi tv a pagamento mentre non posso farlo con nessun provider a causa del fatto che sono digital divide.
    Posso farlo con qualche operatore 3G, ma devo farlo con la prudenza di uno che cammina su ghiaccio sottile perché se sforo le loro soglie il ghiaccio si rompe e rischio di pagare rate di mutuo per ogni MB scaricato.
    Oppure l’avveniristica ISDN…

  7. plus1gmt dice:

    Sottoscrivo l’unità d’Italia, nel senso di non divisa digitalmente.

  8. asdomar dice:

    E intanto la sua privacy e quella della sua famiglia va a farsi benedire

  9. evilripper dice:

    in italia purtroppo manca un educazione all’informatica! :-( senza contare che l’italia è un paese che sta invecchiando si dovrebbero fare dei corsi sovvenzionati dallo stato per abbassare il livello di analfabetismo informatico. Senza contare che anche le strutture stesse dell’adsl non è che funzionino benissimo e vi è ancora il digitaldivide!

  10. Net Flier dice:

    @ArgiaSbolenfi
    spiegami come facevano tra la fine degli 80 e l’inizio dei 90 a fermarti dal vedere la casa o colpo grosso

  11. ArgiaSbolenfi dice:

    @Net Flier: semplice, quando ero davvero troppo piccolo non avevo la tv nella cameretta
    a parte questo, c’è una bella differenza tra Colpo Grosso, La Casa e se vogliamo anche i pornazzi anni 70 che passavano sulle prime reti private, e il catalogo di perversioni e violenza (reale) al quale è possibile accedere facilmente in rete.

  12. Net Flier dice:

    @ArgiaSbolenfi
    scusa, ma i film anni 70 (della serie “milano odia la polizia non può sparare” od altre amenità con luke merenda) hanno un contenuto di violenza reale moltiplicato n rispetto ad un csi qualsiasi, ma anche di un film v.m.14 odierno.

    parliamo di un tremors, con un contenuto di parolacce e di fumo che nemmeno in un anno di scherzi a parte?

    non togliamo nulla a scarface, che ha il record di fuck in tutta la sua durata nella versione censurata per poterne permettere la visione agli under 18

    insomma, negli anni 70/80/parte dei 90 c’era un tasso di violenza e sesso maggiorato all’infinito di quanto ce n’è oggi..non c’era un vacanze di natale (film trasmesso ai cinema dell’oratorio) che non avesse almeno un cinque sei ragazze con le tette al vento..oggi è già buono se te le fanno vedere in bikini e nessuno fuma.

    nei cartoni..beh li battiamo il record senza nemmeno argomentare: ken il guerriero e l’uomo tigre e he man uccidono qualsiasi cosa oggi considerata violenta.

    e ti ricordo che ken era ammorbidito dal fatto che le scene “clou” erano in negativo ed il sangue era sempre nero anziché rosso.

    roba che proveniva dai cavalieri dello zodiaco, era solo ed esclusivamente calci in bocca e pugni in faccia, ed era un cult (ed il sangue li si vedeva)

    sulle tv private c’erano porno a tutto spiano dalle 23.30 fino alle 6 del giorno dopo, anche a natale e capodanno.

    è chiaro che oggi vai su internet e cerchi bukkake e ieri non sapevi nemmeno come si pronunciava, ma tutto sta nell’indole in cui cresce e si “alimenta” il bambino.

    ma, come in tutte le cose, mia nonna ha sempre più ragione: quando avrai un figlio, dovrai tacere nel dare giudizi agli altri genitori; tu non sai mai quanto è educato bene il tuo.

    ;)