Sul Post c’è un lungo articolo (insolitamente assai schierato) sulla proposta di legge in discussione al Senato per calmierare gli sconti sui libri. L’idea, per lo meno quella palese, sarebbe tutelare la piccola distribuzione impedendo agli ipermercati ed alle vendite online di praticare sconti non concorrenziali. Il tema è complicato e nei commenti del pezzo sono espresse molte posizioni interessanti. Personalmente non ho un parere certo al riguardo, osservo solo che i relatori del PD del disegno di legge, Riccardo Levi e Vincenzo Vita sono due ottimi esempi, per storia politica e attuali predisposizioni espresse anche in questa occasione, di come il Partito Democratico fatichi a produrre senso ed intelligenze minimamente aggiornate ad uno sguardo contemporaneo. Se il senatore Vita, invece che citare Gino Roncaglia per darsi un tono, si rendesse conto che Internet è l’unica residua speranza nei confronti dell’analfabetismo dilangante (e non il regno di Amazon cattivo monopolista da sconfiggere a colpi di editti parlamentari) forse potrebbe dedicare le proprie energie (e quelle del Senatore Levi molto noto in rete per aver promosso ai tempi del governo Prodi un intelligente disegno di legge per istituire un Registro obbligatorio di tutti i siti web con finalità editoriali) a miglior causa.
Se andate in qualsiasi libreria e scorrete i titoli dei libri che desiderate leggere, vi sfido a non vedere insieme a noi che sono proprio le case editrici, sia medie che piccole, a pubblicare i piu` grandi autori ed autrici che poi leggiamo. Se venisse meno la produzione culturale, se dovessero chiudere le librerie – e` il rischio incombente – di fronte all’arrivo dei grandi ipermercati, oppure se non si da` una regolamentazione e si fa la vendita on line, quindi in rete, su grandi colossi come Amazon, vedremo sparire una parte qualitativa della cultura italiana, della cultura migliore del villaggio globale.
Marzo 4th, 2011 at 20:26
Qui ne è già chiusa una, quella storica della città. Da qualche parte si dovrà pur cominciare. I nomi noti si trovano al supermercato i non noti su ordinazione ma sono pochi ordini e non ci si pagano le spese. Meno male che alcuni sostenevano che i bestseller servono per poter pubblicare libri di maggior spessore.
Marzo 4th, 2011 at 21:52
L’articolo del Post dimostra una palese ignoranza dei meccanismi della distribuzione e della vendita dei libri. In sintesi la situazione è questa: da anni il prezzo di copertina – soprattutto per le grandi editrici – è mediamente in continua crescita, per assorbire a priori la scontistica sempre più elevata che viene effettuata, sempre più spesso, a)all’ingrosso, ma SELETTIVAMENTE, solo nei confronti delle grandi catene di vendita: ipermercati e franchising; b)in campagne promozionali sempre più frequenti, in particolare on-line e nelle grossi catene, le sole che possono permettersi queste continue campagne promozionali. Quindi in sostanza è un circolo vizioso: per sostenere sconti sempre più elevati(al dettaglio e all’ingrosso), si gonfia il prezzo di copertina. Il problema è che questo circolo vizioso taglia fuori: a)i piccoli editori, che hanno margini molto più ridotti di trattativa con distributori e grandi catene(in sostanza subiscono accordi su cui non possono minimamente trattare) b)le librerie indipendenti, che non ottengono MAI, all’ingrosso, gli stessi sconti delle grandi catene. Per fare un esempio, se una piccola libreria ordina al distributore all’ingrosso 20 copie del nuovo libro di Saviano, lo comprerà col 30% di margine. Il grande ipermercato, o la grande catena, le stesse 20 copie, inserite in un ordine da 20.000 copie a livello nazionale, le comprerà col 50, o anche il 60% di margine. E questo è possibile per un motivo: perchè il prezzo di copertina è calcolato già in partenza per assorbire questi sconti(quindi il cliente finale paga DI PIU’, per permettere questo “gioco” commerciale che avvantaggia le grandi catene, che guarda caso sono TUTTE di proprietà di pochi grandi gruppi editoriali. Perchè appunto, la situazione è anche questa: vendita al dettaglio e all’ingrosso sono ormai appannaggio degli stessi editori, in buona parte. Mondadori, Feltrinelli, Gems….). Ma di queste cose – che qui presento solo come spunti….il Post sembra non saperne granchè, al momento.
Marzo 4th, 2011 at 23:47
Sono io che non capisco perchè si debba fare confusione tra cultura e sistema distributivo.
Tutelare la cultura in epoca Internettiana vuol dire agevolare gli autori perchè possano pubblicare le loro opere in formato elettronico, senza inutili lucchetti, destinate a ebook reader di qualsiasi tipo. La catena distributiva? Basterebbe imitare i vari appstore per gli smartphone. 70% all’autore e 30% al distributore, e libri che finalmente avrebbero un prezzo decente (anche i testi scolastici) e la giusta remunerazione per l’autore.
Il resto è protezionismo per un sistema che è destinato a collassare: le librerie resteranno ma col tempo saranno poche e destinate ai collezionisti che proprio della carta non possono fare a meno.
Marzo 4th, 2011 at 23:52
P.G. mi pare un discorso che si può applicare a qualunque bene. La grande distribuzione ottiene sconti all’ingrosso che alla piccola distribuzione non vanno. Tu hai mai sentito di una legge che impedisca ai supermercati di fare gli sconti sugli yogurt?
Marzo 5th, 2011 at 00:05
dite pure quel che volete e fate tutti i ragionamenti dotti e non dotti, ma, a me, che lo Stato dica al mercato quale tasso di sconto massimo operare in un determinato settore mi sembra una boiata probabilmente anche anti costituzionale visto l’art. 41 e altri.
Marzo 5th, 2011 at 00:06
ovviamente questa porcata è un motivo in più per comprare ONLINE.
Marzo 5th, 2011 at 07:06
Nick, la legge si applica (e colpisce) anche gli acquisti online. Non ho capito se colpisce anche gli ebook, ma temo di si.
Marzo 5th, 2011 at 07:27
Dylan, paragonare i libri agli yogurt è semplicemente dimostrare di non aver capito niente. Ti risulta che i 3 principali produttori di yogurt siano anche proprietari dei 3 principali distributori all’ingrosso di yogurt e dei 3 principali supermercati che vendono yogurt, nonchè dei 3 principali negozi on-line che vendono yogurt? Invece con i libri è così.
Marzo 5th, 2011 at 07:28
Mi pare che fiscalmente gli ebook non siano considerati libri (IVA al 20%) quindi la legge non dovrebbe essere applicata agli stessi. Ma potrei sbagliarmi, naturalmente.
Saluti
Marzo 5th, 2011 at 07:39
@ P.G. Mi aiuteresti a ricordare un qualunque periodo storico durante il quale il controllo governativo dei prezzi abbia contrastato e sconfitto con successo un oligopolio?
Marzo 5th, 2011 at 07:41
A me pare che da molti anni vi siano intere categorie che si riorganizzano forzatamente per l’impatto della rete sulla filiera tradizionale, spesso in ritardo, così come onorevoli che, vedi Vita, faticano a riorganizzare le proprie priorità. Sarebbe utile se al collasso della distribuzione tradizionale corrispondesse il licenziamento politico di una classe dirigente che, come certi librai, pensa di poter dare al cambiamento una forma che possa riconoscere e, quindi, plasmare sui propri interessi legacy. Segnalo anche in questo caso l’interessante e lodevole astensione radicale.
Marzo 5th, 2011 at 08:49
[…] firme, si faccia politica e, soprattutto si facciano proposte serie. Perché se poi si vede ciò che segnalava ieri Mante, allora a ben poco servono le firme, vere o fasulle che siano. If you enjoyed […]
Marzo 5th, 2011 at 09:54
@ P.G. non fatico a credere al paragone con gli yogurt, ma allora non ha senso fare una nuova legge. C’è un’Autorità per la Concorrenza che dovrebbe fare un lavoro di vigilanza.
E se non lo fa bisogna concentrare lì gli sforzi, parlamentari e non.
Marzo 5th, 2011 at 10:03
Scusate, mi pare che qui si fronteggino due ingenuita’ contrapposte:
1) quella dei cybermessianici della serie “un’app ci salvera’”, che trascurano il fatto che gli ebook, ammesso e non concesso che trasformino tutti in cybereditori felici e contenti in barba alle majors (ma non doveva succedere gia’ con la musica? o con internet in generale?), qui e ora e verosimilmente per un altro po’ rappresentano percentuali del mercato da analisi delle urine;
2) quella dei reaganiani fuori tempo massimo, che ignorano come una legge corrispondente a quella che considerebbero un affronto alla sacra liberta’ d’impresa e’ in vigore gia’ da anni in Paesi piu’ civili e liberali del nostro, come l’Olanda:
WET van 9 november 2004, houdende regels omtrent de vaste boekenprijs (Wet op de vaste boekenprijs).
Marzo 5th, 2011 at 10:27
Scusa, Mercante di Venezia, ma dobbiamo copiare tutte le leggi olandesi? In quanto… loro sono olandesi e quindi… boh… sono olandesi, non basta?
Allora dobbiamo iniziare a reintrodurre il re! Poi i coffee shop, i quartieri a luci rosse…
Marzo 5th, 2011 at 10:58
Massimo Santi, l’autorità di concorrenza….che ne so, magari bisognerebbe ripensare a tutta la vicenda dell’acquisizione della Mondadori, con la corruzione di giudici, i 500 milioni di euro che Berlusconi dovrebbe restituire a De Benedetti…figuriamoci se l’autorità di concorrenza è in grado di far qualcosa, su queste faccende. E poi in base a che legge?Quel che fanno quei 3-4 grandi gruppi è perfettamente lecito.
Marzo 5th, 2011 at 11:05
Shylock
Prima di paragonare l’Olanda all’Italia, leggiti la costituzione olandese. Secondo te siccome una legge vale in uno stato allora può valere anche in un altro?
P.G.
Non stai al punto e fai molti giri di parole. Ma il punto è: questa legge p giusta o sbagliata? per me è sbagliata (e forse anche anti costituzionale ma questo non sono io a doverlo stabilire ovviamente). per te è giusta o sbagliata? Basta dirlo. Non serve parlare di mondadori, a,b,c,d,e,f, o di asini volanti. Basta dire se è giusta o sbagliata.
Marzo 5th, 2011 at 11:08
L’impressione, leggendo i commenti e le riflessioni all’articolo del Post, è che prima di schierarsi potevano informarsi.
Marzo 5th, 2011 at 11:12
@raccoss, capisco il rimpianto dei bei vecchi tempi cuanno noiartri ciavevamo ggia’ er Colosseo e loro checciavevano, eh? gnente, pero’ suvvia, l’autarchia e’ fallita gia’ parecchi decenni or sono e il Colosseo ormai serve da rotatoria per le macchine.
Dare un’occhiatina al resto del mondo serve ad allargare lo sguardo: per esempio, loro hanno le puttane in vetrina, noi in parlamento; quale ti sembra il Paese piu’ civile?
Nel merito, in quale Paese si legge di piu’? Sara’ un caso se il piu’ grande mercato europeo del libro si tiene ogni anno a Deventer e non a Bergamo?
Marzo 5th, 2011 at 11:27
Prima ci portino le olandesi e poi ci adegueremo
Marzo 5th, 2011 at 12:02
Caro Mercante, non prendermi per scemo. Io sono d’accordo nell’allargare lo sguardo, ma non per questo prendo per buono tutto quello che vedo: preferisco prima spendere 5 minuti e fare qualche valutazione.
Per esempio: gli olandesi leggeranno più di noi, ma mi sa che leggevano già molto più di noi prima di introdurre codesta legge sul blocco degli sconti. Siamo sicuri che una legge buona per un paese dal mercato comunque florido abbia gli stessi effetti su un mercato depresso come il nostro?
Io credo che il problema italiano sia dovuto forse al monopolio e alla concentrazione di editoria e distribuzione. Questa legge certo non risolve il problema e -parere mio- invita le librerie locali ad appecorinarsi alla vendita dei bestsellers.
Marzo 5th, 2011 at 12:36
Da un commento di totoro, ieri sul Post:
– sconti vietati o quasi in Germania, Francia, Grecia, Olanda, Austria, Portogallo, Spagna e Italia.
– prezzo libero in Belgio, Estonia, Finlandia, Inghilterra, Irlanda, Islanda, Polonia, Svezia, Svizzera, Rep. Ceca
– sistema misto (possibilità di sconti, però regolati da accordi tra editori e librai): Danimarca, Norvegia e Ungheria.
Aggiungo che non si possono fare paragoni tra libri, yogurt o quello che volete.
La legge considera il libro un elemento culturale imprescindibile e infatti l’iva è al 4%.
Leggendo alcuni commenti, mi sembra che il dibattito si riduca a grandi librerie contro piccoli librai. Un po’ riduttivo e francamente radical chic.
Marzo 5th, 2011 at 14:34
@raccoss, non si tratta di prendere nessuno per niente, e’ che la tua obiezione, sostanzialmente, si riduceva a: ‘l’Olanda, capirai’.
Al che ti ho risposto che noi non siamo certo in condizione di fare la morale a nessuno (anche i coffee shops sono frequentati soprattutto da turisti, fra l’altro), mentre tu stesso non hai difficolta’ ad ammettere che li’ si legge piu’ di qua. Lo si faceva anche prima della legge sul prezzo dei libri, ma la legge, comunque, non e’ stata deleteria come si paventa qui.
Secondo me, anche quello del prezzo come (dis)incentivo alla lettura e’ un discorso valido fino a un certo punto: certo, se vuoi leggerti Moccia o Eco appena escono, fa differenza; altrimenti ci sono le biblioteche, o le edizioni (economiche) successive, o i remainders: di librerie di seconda mano in Olanda ne trovi un sacco, anche se qualcuna ha chiuso anche li’.
Marzo 5th, 2011 at 14:51
Ma si può commentare seriamente un posto che dice “il regno di Amazon cattivo monopolista da sconfiggere a colpi di editti parlamentari”? Ma che davvero?
Poi uno sente Berlusconi che dice che ci sono ancora i Bolscevichi. A leggere certe affermazioni c’è il rischio di dargli ragione!
Amazon avrà un milione di difetti ma è di una qualità stellare anche ne proporre prezzi che spesso sono frenati dall’avidità degli editori.
Ho comprato l’ultimo Godin Kindle in prevendita a circa 1$!
Ma stiamo scherzando? Amazon come Google fanno le rivoluzioni culturali e noi qui a frignare come i bambini perché non ci saranno più gli spazzacamini? o_O
Marzo 5th, 2011 at 16:39
Quindi secondo te il Parlamento di Berlusconi ha votato questa norma per impedire lo strapotere della Mondadori? Ahahahahah. Questa legge è semplicemente una limitazione della concorrenzza che andrà a scapito dei consumatori.
Marzo 5th, 2011 at 16:40
ops, ho sbagliato a inserire il commento precedente
@P.G.
Quindi secondo te il Parlamento di Berlusconi ha votato questa norma per impedire lo strapotere della Mondadori? Ahahahahah. Questa legge è semplicemente una limitazione della concorrenzza che andrà a scapito dei consumatori.
Marzo 5th, 2011 at 18:52
Per chiarezza, sottolineo che il precedente commento (il 23esimo), a differenza dei precedenti, NON appartiene al sottoscritto. @Dylan: no, e fra l’altro sono critico su questa legge per vari aspetti, però non credo che la concorrenza si agevoli solo e soltanto lasciando che prevalga la legge del più forte: la concorrenza si agevola anche con apposite leggi che la regolamentano.
Marzo 5th, 2011 at 20:06
PG e Shylock, io leggo molti libri e vado anche in libreria ogni tanto, da quando si trovano sconti interessanti nella GDO, online e nelle megalibrerie con il mio budget disponibile compero più libri, se proibiscono gli sconti compererò meno libri, ma nessuna legge che limiti la possibilità di fare sconti farà vendere più libri alle piccole librerie, è un elementare concetto economico , quello dell’elasticità della domanda rispetto ai prezzi, quando un bene è facilmente sostituibile o se ne può fare a meno senza reali sacrifici ( e il libro è un caso da manuale ) una piccola variazione media dei prezzi porta ad una grande variazione nella domanda.
Quindi ensare” se i prezzi dei libri aumentao le piccole libreire vendono più libri” mi sembra poco realistico, nel migliore dei casi caleranno le vendite dei grandi ma i piccoli non venderanno una copia in più, anche perchè le minori vendite si scaricheranno sui prezzi anche per le piccole librerie.
Il che significa che bloccare la possibilità di fare sconti non sarà di nessun aiuto alle piccole librerie perchè il prezzo è solo uno dei vantaggi delle grandi librerie e dei rivenditori online, la comodità e la molto maggiore possibilità di scelta decisamente più influenti.
Marzo 5th, 2011 at 20:18
@raccoss
l’idea di avere un re, i coffee shop e i quartieri a luci rosse mi intriga parecchio!
Marzo 5th, 2011 at 21:58
@worm: c’è già http://tinyurl.com/olanda2
Marzo 6th, 2011 at 00:07
usare siti come alypo.com per pubblicare e guadagnare sui propri libri pare brutto?
Marzo 6th, 2011 at 07:32
Mi sembra una discussione tipicamente italica: il parlamento ( “P” minuscola d’obbligo) fa una legge che ha palesemente come primo obiettivo la protezione degli ingenti investimenti fatti dai grandi editori per accaparrarsi le reti commerciali e qui stiamo a discutere su piccoli editori e piccole librerie ?
Intanto gli editori ci propinano paperback da 20 euro e per noi va tutto bene perche’ se si vendono pochi libri e’ perche’ ci sono i cattivoni dei supermercati che fanno gli sconti.
Marzo 6th, 2011 at 07:32
Chiedo venia per il pessimo italiano .
Marzo 6th, 2011 at 13:24
alypo.com , finalmente ho trovato un sito che ha meno visitatori del mio defunto blog
Marzo 7th, 2011 at 09:47
Qualcuno di voi ha mai editato libri?
E’ un’esperienza interessante, per esempio accade che Feltrinelli ti proponga di mettere le pile di un tuo titolo di successo all’ingresso dei negozi col 15% di sconto.
E’ una cosa bella visto che quel 15% di sconto sei tu editore che te lo paghi fornendo a Feltrinelli i libri con uno sconto maggiore.
Le Messaggerie per prenderti in carico e distribuirti partono dal 55% di sconto, che può diventare anche 60% se sei un editore piccolino.
A chi giova questa legge?
Ai lettori no.
Ai piccoli editori no.
Alle piccole librerie no.
Ai grandi distributori si.
Alle grandi catene si
Ai grandi editori si.
Marzo 7th, 2011 at 10:21
a quel post ha risposto in un commento l’editore di minimun fax, un commento lungo e ben articolato in cui non si preoccupa di spiegare chi ha presentato la legge, ma di spiegare il senso della legge, e spiega che finora con gli sconti non c’è stato un crollo dei prezzi, ma al contrario un rialzo continuo. Purtroppo il commento è arrivato ieri a mezzogiorno con il post finito in seconda pagina e il commento annacquato dai 116 precedenti. Per far capire a tutti, favorevoli e contrari alla legge, la complessità dell’argomento sarebbe utile dare risalto anche alla rispota di cassini.