Se fossi l’Italia, sarei una nazione in crisi, che sta stagliuzzando a sangue servizi essenziali (sanità, istruzione, pubblica sicurezza, giustizia), ma continua a non tagliare un settore strategico. La Difesa. Ci spendo tutti gli anni il 2% del PIL, qualcosa come venti miliardi di euro: sono un sacco di soldi. Ecco, appunto. Dove li sto mettendo? Ora c’è un folle incendiario, uno stragista assassino che sta bombardando un popolo amico alle porte di casa: non dovrei intervenire? Non sono intervenuto per molto meno, in passato? Dove sono le mie navi, i miei jet, i miei uomini? In Asia centrale, a insegnare la democrazia ai sassi. Ma siamo sicuri che sia ancora la priorità?
E l’Unione Europea dov’è? Perché se fossi l’Italia avrei la fastidiosa sensazione di essere trattata un po’ come io trattavo la Libia, da parente povero e scemo a cui appaltare un bel campo profughi in riva al mare. Non è il caso di chiamare dal deserto: guardate che qui o si fa il Mediterraneo o si affonda tutti? A chi spetta, se non a noi? Tra dieci anni potremmo avere un Nordafrica civile, democratico, che scambia le sue enormi risorse energetiche in cambio di cibo (e l’Europa dovrebbe avrebbe in sovrappiù); che per costruire infrastrutture assorbe manodopera da Europa e Africa Nera. Oppure potremmo avere la costa settentrionale del Sahel, il porto della disperazione, un’enorme Somalia piagata da lotte tribali o religiose e appaltata a bande di pirati. Democratici di sinistra, cinici di destra, o viceversa; leghisti, nazionalisti, cattolici, lo chiedo a tutti: cosa ci conviene avere, in quello spiazzo poco lontano da casa nostra?
(via leonardo)
Febbraio 23rd, 2011 at 21:01
Ma che domande sono? La risposta sta qui (mi scuso per il link): http://www.dariosalvelli.com/2011/02/se-libia-taglia-gas-bolletta-aumenta
Febbraio 23rd, 2011 at 22:12
Non mi sembra che nella pagina linkata ci sia una risposta.
Dice che la Libia rappresenta il 12% delle nostre importazioni, non dice che in realtà rappresenta l’1% della produzione disponibile per cui la mancata importazione dalla Libia potrebbe essere coperta da altri, come per esempio l’amico Putin, deto questo la domanda non era cosa succede oggi, ma cosa ci conviene fare in prospettiva?
E su questo non vedo nessuna risposta.
Febbraio 23rd, 2011 at 22:17
Diciamo, che visti i trascorsi storici, non siamo il popolo più indicato per sbarcare in Libia, che li si ricordano ancora di noi.
Febbraio 23rd, 2011 at 22:36
Ah quindi la risposta è che dobbiamo andare avanti così a mendicare energia e produzione per il mondo.
Febbraio 23rd, 2011 at 22:53
Dario per non mendicare energia invece di favoleggiare su centrali nucleari magari sarebbe il caso di cominciare a mettere pannelli solari su ogni tetto. In germania lo stanno facendo, qui da noi quanto sole in più c’è?
Certo poi impregilo e ENI ci rimettono qualcosa…
Febbraio 23rd, 2011 at 23:09
Mat, non dirlo a me, io collaboro con Tekneco.it, sfondi una porta aperta. A tal proposito c’è un decreto legge sulle rinnovabili nel milleproroghe, vediamo che fine fa.
Febbraio 23rd, 2011 at 23:52
Ciao, scusa, volevo dire che i “venti miliardi di euro” sono un lapsus, bisognerebbe scrivere ventimila milioni di euro (che è, mi dicono, una cifra più grossa).
Febbraio 24th, 2011 at 09:43
Ciò che serve a noi? E ciò che serve a quelle persone? Non interessa a nessuno? Riusciamo a parlare solo di soldi, comunquemente e qualunquemente e alla fine il berlusconismo ha mangiato l’anima a tutti e non si riesce a declinare, in tutte le sue accezioni, nient’altro che :”cazzu cazzu, io io”.
Febbraio 24th, 2011 at 10:27
Incredibile che si parla di soldi quando un pazzo sta bombardando dei civili!
Davvero scambierei certi italiani con un 10000 libici! Loro almeno conosco il prezzo della libertà e lottano per un mondo migliore!
Qui c’è gente troppo assuefatta da televisione.. É ora di dire basta!
Febbraio 24th, 2011 at 12:49
Massì, andiamo e invadiamoli come abbiamo fatto con l’Afghanistan, le famose missioni di pace che aggiungono morti a morti. :)
Febbraio 24th, 2011 at 16:25
non siamo più un popolo così coraggioso da mettere in gioco le nostre piccole certezze del cazzo in cambio di un orizzonte più vasto.Il fatto che le nostre proteste di piazza si tengano di venerdì e finiscano all’ora di cena non perchè ci sia un coprifuoco che entra in vigore la dice lunga
Febbraio 24th, 2011 at 16:30
se ci fossero delle brigate internazionali sul modello di quelle repubblicane della guerra di spagna forse avremo risolto il problema dell’Horror vacui che gli scenari nazionali continuano a propinarci per pranzo
Febbraio 24th, 2011 at 20:40
Mh…l’intervento di Leonardo è davvero poco preciso. L’Italia non spende il 2% del Pil in difesa, ma l’1,8%, piazzandosi 85° tra i paesi con la più alta spesa. E questa percentuale viene ridotta progrressivamente da molti anni.
In più, l’allocazione delle risorse è notoriamente poco efficace: quasi tutta la spesa viene impiegata per gli stipendi del personale, mentre una bassa percentuale è dedicata alla R&S e alle esercitazioni.
Insomma, il nostro esercito non può semplicemente permettersi un’operazione su larga scala in autonomia. Non ha grande capacità di proiezione, di difesa delle forze, di logistica. Non ha nemmeno l’addestramento e i mezzi necessari.
Febbraio 24th, 2011 at 22:25
Istituire una no fly zone sarebbe un inizio. Ma lo deve fare la UE tutta, non solo l’Italia.
Febbraio 25th, 2011 at 11:33
i francesi hanno 58 centrali nucleari. e da noi c’è chi pensa che basti mettere i pannelli solari sui tetti. amen.
Febbraio 25th, 2011 at 13:10
Quoto Davide sulla “no fly zone” e anche sul fatto che la NATO, e non solo l’Italia, dovrebbe partecipare.
Più che un’invasione: un paio di portaerei che facessero sentire la loro discreta presenza? Non mi sembra così impossibile.
E quanto alla questione energetica: finché non ci convinceremo che L’UNICA soluzione perpetrabile è quella delle energie rinnovabili e della moderazione dei consumi (e non tirate sempre in ballo ‘sti pannelli solari, c’è ben altro su cui lavorare!), saremo SEMPRE in balìa degli umori dei signorotti del momento (e Putin non è poi così lontano da Gheddafi), SEMPRE a guerreggiare per due barili di greggio in più.
Possibile che non esista altro modo???
Febbraio 25th, 2011 at 14:02
ben altro su cui lavorare. ah, il benaltrismo.
Febbraio 25th, 2011 at 16:19
La Francia gestisce delle miniere di uranio in Africa, e così può contenere i costi, in sessant’anni ha riempito le proprie campagne di rifiuti radioattivi (senza alcun controllo), ed ha abbandonato il modello di centrali nucleari che l’Italia intende costruire, rivelatosi fallimentare.
Febbraio 25th, 2011 at 18:02
@ Carlo M la Francia non ha 58 centrali, ma reattori, le centrali sono 19. È una tecnologia così poco flessibile che sono costretti ad esportare massicciamente, non si può accendere o spegnere una centrale nucleare alla bisogna del resto.
Non la trovo una politica energetica intelligente ne tantomeno sostenibile, poi quando finirà l’uranio saranno veramente nei guai. E tralascio volutamente il discorso sui sosti indiretti dati da scorie, incidenti e rischi vari, quelli sono sempre ben nascosti.
Riguardomla sicurezza aggiungo solo che è di pochi giorni fa la notizia di difetti gravi trovati in molti reattori, una bella spada di damocle per tutti noi.
@jem concordo con te che pensare al risparmio energetico in maniera massiccia ci permetterebbe grooooossi risultati, sull’altro a cui pensare prima ho qualche pelessità in più, il vantaggio dei pannelli solari sono una tecnologia semplice, decentrata, che non ha scorie o emmissioni (eccetto quelle di costruzione, inevitabili sempre) e con grosse potenzialità. Se diffusi massicciamente porterebbero anche un bel taglio nei costi di un impianto.
Il vantaggio più grande che hanno però a mio avviso è soprattutto geopolitico, nel senso che se ognuno si facesse energia da se, multinazionali senza troppi scrupoli e operazioni porcata avrebbero vita breve e molti compromessi di real politik non servirebbero più.
Se la produzione di energia è decentrata al massimo nessuno mai si troverà in una posizione tale da fare ricatti, magheggi o guerre varie.
Immaginate poi a farsi ognuno in casa l’idrogeno da usare come vettore di energia del solare, fine anche di un sacco di altre emissioni nocive.
Ma forse tutto questo a qualcuno non conviene…
Febbraio 26th, 2011 at 11:36
l’italia è il secondo più grande importatore di energia elettrica del mondo (dopo il brasile e prima degli USA). importiamo circa 40000 GWh netti all’anno, che arrivano per l’80% dalla francia e dalla svizzera, e sono prodotti al 70% circa col nucleare.
sicché definire “fallimentare” il modello francese direi che è una barzelletta, visto che i vostri frigoriferi funzionano anche grazie alle “fallimentari” centrali francesi.
il nucleare ha un impatto, tutti i sistemi di produzione di energia hanno un impatto, chiedere agli abitanti di longarone, please. non mi verrete mica a dire che i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche sono una bella cosa. ma l’avete mai vista un centrale fotovoltaica?
la risposta è mettere in piedi un sistema di produzione diversificato, che utilizzi varie fonti, fra le quali rientri anche il nucleare (che per inciso in francia in 40 anni non ha mai creato nessun problema serio), senza posizioni ideologiche. altrimenti se preferite si può continuare a dire in maniera vaga che ben altre sono le cose da fare.
Febbraio 26th, 2011 at 14:47
Per avere un rapporto accettabile costi/benefici dovremmo avere una centrale in ogni regione, con relativi problemi di gestione delle scorie. I francesi stanno rimettendo mano ai loro vecchi reattori, il progetto phenix/superphenix è stato chiuso (con diversi problemi), e sulle EPR (cioè quelle che vogliono costruire in Italia) stanno rallentando la loro corsa, perchè stanno emergendo costi di gestione non in linea (ad esser buoni) con le previsioni. Un’inchiesta di due anni fa ha rivelato che per quasi sessant’anni la Francia ha abbandonato 300 milioni di tonnellate di rifiuti radioattivi nelle campagne, senza alcuna misura di sicurezza, con parte del materiale si sono costruite strade e scuole, e hanno esportato altri rifiuti in Siberia stoccandoli a cielo aperto.
Febbraio 26th, 2011 at 15:18
“300 milioni di tonnellate” di rifiuti radioattivi?
Da dove arriva un dato del genere?
Come è possibile scrivere una simile assurdità?
in Francia ci sono 60 centrali, anche se esistessero tutte da 50 anni sarebbe una produzione annua per centrale di 100mila tonnellate di rifiuti.
dato che un camion può trasportare 30 tonnellate di materiale significherebbe che da ogni centrale francese escono 10 camion al giorno carichi di rifiuti radioattivi, è assolutamente evidente che è impossibile, perchè queste 300 tonnellate al giorno dovrebbero essere estrate dal reattore e caricate sui camion , e che dovrebbe entrare in ogni centrale una quantità di combustibile equivalente alle scorie che ne escono.
Febbraio 26th, 2011 at 19:05
Un documentario della trasmissione di giornalismo investigativo “Pièces à Conviction”, su France 3.
Febbraio 26th, 2011 at 19:49
Un documentario che spaccia come veri numeri che la semplice aritmetica da quinta elementare dimostra assurdi mi sembra spazzatura, non informazione.
C’è una spiegazione abbastanza semplice, ci sono persone che sono convinte che se ci si attiene ai fatti il problema delle scorie può sembrare abbastanza facile da gestire, mentre esagerando con argomenti irreali si ottiene più attenzione.
Quelli che si chiamano rifiuti radioattivi NON SONO TUTTI UGUALI, anche i capi di abbigliamento di chi lavora in un reparto di radiologia di un ospedale sono considerati rifiuti radiottivi ma metterli tra quelli che possono essere difficoltosi da smaltire.
Se si considerano solo i rifiuti che richiedono un confinamento dato che la potenza totale delle centrali atomiche francesi di 64 mila megawatt e un megawatt produce 30 tonnellate di scorie che una volta vetrificate occupano 4 metri cubi, il totale delle scorie prodotte in un anno dalla Francia è meno di 2000 tonnellate con un volume di circa 250 metri cubi ( 4 container ).
La paranoia di chi combatte a priori le centrali atomiche è ridicola per un semplice motivo, se si dovesse considerare la radiottività naturale tra gli argomenti a favore o contro una qualsiasi attività umana, ci sarebbero belle sorprese, molt non sanno che c’è una notevole probabilità che un pezzo di granito abbia una radiottività naturae superiore al 99% dei rifiuti radiottivi classificati a bassa radiottività, ma nessuno si terrorizza all’idea di salire le scale di casa.
La mia impressione è che si debba stare con i piedi per terra , considerare i pericoli reali e usare lo stesso metro di giudizio per tutte le attivtà umane, in cina un gruppo di dighe di un complesso idoelettrico è saltato nel 1975 facendo 150mila morti, al confronto il peggior incidente mai avvenuto in una centrale atomica ha fatto a voler esagerare 4000 morti.
Perchè non ci si batte contro le centrali idroelettriche italiane invece di preoccuparsi delle scorie nucleari che in realtà sono molto più facilio da gestire una volta che non ci si lasci prendere da paranoie assurde?
Febbraio 26th, 2011 at 21:50
“Nel 2009 un’inchiesta della rete televisiva di stato France3[18] ha mostrato che fra il 1945 ed il 2001 le 210 miniere d’uranio sul suo territorio (oggi esaurite) hanno prodotto 300 milioni di tonnellate di rifiuti radioattivi di tipo minerario (rocce da scavo contaminate ecc.) che sono stati abbandonati nelle campagne senza misure di protezione e senza sorveglianze particolari. Addirittura l’inchiesta ha evidenziato come una parte di tali materiali siano stati utilizzati per costruire strade, parcheggi, abitazioni, scuole e giardini.”
Tratto da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Energia_nucleare_in_Francia
Febbraio 26th, 2011 at 21:51
Non esistono solo le scorie derivanti dalle centrali…
Febbraio 27th, 2011 at 16:25
I 4000 morti che cita Pietro non sono “a voler esagerare” ma quelli Secondo l’ONU, a esagerare sono quelli di Greenpeace che parlano di sei milioni
Cfr.: http://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_%C4%8Cernobyl
Non capisco però l’uso disinvolto che Pietro fa delle cifre e della matematica quando va a suo favore…
Poi che le scorie nucleari son facili da gestire si commenta da se, magari vallo a raccontare ad un terrorista in erba fiducioso di fare bombe sporche solo per parlare della sicurezza.
Il crollo delle dighe di Banquiao e Shimantan del 1975 sta li a testimoniare appunto che l’uomo quando ha a che fare con le forze della natura e con la sua convinta capacita di imbrigliarle a piacimento combina cappelle inenarrabili. Poi vallo a raccontare ai trecento e passa mila evacuati dalle zone di Chernobill che gli ha detto culo e non sono morti, sono felicissimi di aver perso tutto, si sa tutti aspiriamo ad essere deportati dalle nostre case perché in zone troppo contaminate per viverci…
Febbraio 27th, 2011 at 22:42
Non era un uso disinvolto, era l’osservazione che usare un argomento irrilevante nel caso specifico come le rocce di scavo delle miniere, dato che si parlava della sicurezza delle centrali nucleari, parlando per esempio della fantasiosa ipotesi che un cilindro di scorie vetrificate contenuto in un doppio guscio di rame e acciaio inossidabile spesso 10 cm possa essere utilizzato da “terrorista in erba fiducioso di fare bombe sporche” significa semplicemente parlare di cose che non si conoscono.
Alla fine chi usa argomenti falsi o artificialmente ingigantiti come Greenpeace per difendere una propria opinione perde ogni credibilità, anche quando dovesse avere ragione.
Febbraio 27th, 2011 at 23:17
Pietro cosa ti fa presupporre che io non conosca le cose? Sai quanto tempo ci vuole prima di avere le scorie vetrificate? O escono già così dalle centrali? Le scorie vanno fatte raffreddare, riprocesate per estrarre quanto di ancora utile c’è dentro ( mi riferisco al combustibile fissile), poi vanno trasportate, lavorate, stabilizzate e poi vetrificate e stoccate. Molte altre cose non possono essere vetrificate, tipo tubi, pompe, bulloni, liquidi ed una infinità di altre cose. Sei te che la fai troppo facile, ritenendo che siano scorie pericolose solo i residui della parte fissile.
Il problema della sicurezza è enorme, sia per residui di miniera, che sono molto attivi in alcuni casi, sia per quanto riguarda i residui a medio irraggiamento.
Vatti fare un giro dalle parti di Saluggia, scoprirai che non c’è solo il deposito Avogadro, dove sono le barre, ma anche un sacco di altra roba. Ci sono centinaia e centinaia di fusti di materiale irraggiato, c’è un sacco di roba contaminata da cesio e da cobalto 60, che guarda caso è ambitissimo per fare una bomba sporca.
Ed è talmente ben controllato che ogni tanto lo trovano disperso nel terreno…
Se vuoi convincerci che il nucleare è sicuro perché le scorie sono ben controllate e protette beh lascia perdere, ci basta guardare a Saluggia a quanti metri sono i fusti dalla dorea baltea per capire molte cose.
In Italia non riusciamo ad avere un ciclo dei rifiuti urbani decente, figurati che succederebbe con quelli radioattivi.
Febbraio 27th, 2011 at 23:29
Ah, una piccola dimenticanza, a Saluggia le barre di Trino e alcune di Garigliano stanno belle belle nella piscina Avogadro, con la loro bella luce azzurrina intorno, anzi ad essere precisi circa l’80% del combustibile fissile italiano sta lì, non hanno vetrificato una cippa, perché in italia non si fa.
Da noi al limite si cementificheranno le scorie liquide.
Noi le abbiamo mandate a Sellafield a far riprocessare gran parte di quelle di Garigliano, ma era il 2005 e neanche hai lontanamente idea dell’apparato di sicurezza che ci è voluto.