Luca ha pubblicato i giorni scorsi su Wittgenstein alcune considerazioni sull’apertura dei commenti sul suo blog. Curiosamente alcuni degli stimoli più interessanti sono contenuti nei commenti al suo post. Post nel quale Luca sostanzialmente dice:

Le ragioni per cui ero diffidente prima si sono confermate: per un’occasione in cui i pareri arricchiscono una discussione, in cui mi aiutano a capire delle cose, in cui mi pare che quello spazio valesse la pena di essere riempito, ce ne sono trenta che vanno dal generoso e da me apprezzato consenso alla insistente necessità di affermazione di sé attraverso scemenze di vario genere. L’antropologia del commentatore compulsivo è ormai abbondantemente nota e studiata, e discende da quella dello scrittore compulsivo di lettere ai giornali: alla fine non fa male a nessuno, ma ti chiedi perché la tua quotidiana attenzione a riempire questo blog di cose che ai tuoi occhi siano almeno sensate e dignitose debba essere gravata da parole e frasi che con te e con quel tentativo di qualità non hanno niente a che fare: ed è evidente che al commentatore ragionevole passa la voglia quando gli sembra di essere entrato nel cortile dell’asilo.



Il mio parere al riguardo è noto da molto tempo e non starò qui a ripeterlo. Aggiungo solo due considerazioni che mi paiono ignorate dalla discussione:

1) I commenti in un blog (per lo meno su WP) non hanno la stessa visibilità del post a cui sono riferiti. L’eventuale inquinamento che contribuiscono a creare è di un livello tutto sommato modesto (almeno nei blog che non ne collezionino centinaia) e la sensazione di “ingresso nell’asilo” per i lettori del blog è facilmente superabile (per loro) non leggendoli. Per il resto è ovviamente vero che la qualità dei commenti condiziona fortemente la loro leggibilità.

2) Fatta salva la volta ogni 30 in cui aggiungono valore al post (una volta su 30, ma in realtà avviene assai più spesso, per chi si da la pena di leggerli non è poi malaccio) per conto mio i commenti aggiungono ai blog una sorta di arredo climatico che è un valore di per se stesso. Raccontano il tempo, il clima generale, le reazioni di chi legge le parole che ci siamo dati la pena di pubblicare. Non si tratta solo di quantificare il valore in termini di contenuti che i commenti aggiungono ma l’umore del momento, che è un valore di per se stesso. Se questo non bastasse, rappresentano una piccola garanzia democratica in più ad una ampia e libera discussione che il tenutario offre liberamente ai propri lettori. Nulla che possa essere automaticamente conservato con una placida e sociale corrispondenza via mail. Una sorta di minuscolo salvacondotto di libertà ulteriore che è una delle ragioni per cui i blog, fin dalla loro nascita, assomigliano molto più alla rete che non a qualsiasi altro strumento editoriale.

21 commenti a “Il valore dei commenti”

  1. Rob dice:

    A me è sembrato che Luca tema che l’autore del blog sia confuso con i suoi commentatori. Che quasi gli si possa imputare: si, tu sei brillante, ma sei letto da una massa di coglioni. Il commento compulsivo è in effetti una cosa relativamente recente, ma che entrerà sempre di più nella nostra quotidianità. Penso che col tempo svilupperemo sempre di più tanto la capicità di ignorare i commenti inutili, quanto quella di scovare quelli interessanti.

  2. Giorgio Sironi dice:

    Su YouTube e molti altri siti i commenti ai video ricevono upvotes e downvotes che li fanno salire o scendere nella lista, privilegiando quelli ben scritti o interessanti; allo stesso modo i commenti dell’autore salgono insieme a quelli a cui ha risposto.

  3. bonilli dice:

    Un post senza commenti è come un buon piatto di pasta al dente ma non condita ovvero è come un buon piatto senza sale :-))
    Avere i commenti e gestirli è faticoso ma educativo, sia per chi legge che per chi scrive il post.

  4. diamonds dice:

    secondo me l’importante è che tutti gli attori in campo non perdano mai di vista la stella polare rappresentata dalla consapevolezza che le proprie opinioni sono una delle cose più sopravalutate in circolazione,anche quando sono espresse dignitosamente e con lucidità.Se però danno sbocco a una discussione fertile anche in guisa di commento e sono meritevoli d’approfondimento al punto che vengono ripresi in altri contesti mediatici diventano idee

  5. Olivetti dice:

    “non perdano mai di vista la stella polare rappresentata dalla consapevolezza che le proprie opinioni sono una delle cose più sopravalutate in circolazione”. Credo che Wittgenstein si basi su assunti molto diversi..

  6. galatea dice:

    Io preferisco i blog con i commenti. Se uno scrive cose stupide, lo si ignora. Se un commentatore diventa compulsivo, o offensivo, lo si banna. Ma a me i commenti piacciono e spesso ne escono discussioni interessanti. A parte il fatto che un blogger che non ha i commenti aperti mi dà subito l’impressione di uno che si pone un po’ come un oracolo, e mi sta già un po’ sulle scatole a priori.

  7. Carlo M dice:

    ci si scorda di dire che il commentatore compulsivo è spesso figlio del blogger compulsivo.

    nell’era internettiana, dove a chi lo desidera è data facoltà di scolpire in una pagina web da lui stesso creata i propri pensieri, molti simpatici giovanotti si siano fatti un po’ prendere la mano. ci sono blogger che scrivono anche due, tre, quattro post al giorno, sugli argomenti più disparati, convinti di elargire pillole di saggezza. io ho invece seri dubbi che qualcuno (chiunque) abbia ogni giorno cose davvero interessanti da dire su due, tre o quattro questioni diverse, cose che vale davvero la pena comunicare al mondo.

    sicché alcuni blogger, molto prima di preoccuparsi del valore dei commenti, avrebbero bisogno di un caporedattore che gli cestini un po’ di roba, per ricordargli che non tutto è meritevole di pubblicazione, e che inevitabilmente il post debole o schiocco, o banale genererà commenti deboli, schiocchi e banali.

    personalmente consiglierei a chiunque abbia un blog di scrivere non più di due post alla settimana (che è già difficilissimo avere due pensate veramente intelligente e interessanti a settimana). la credibilità dell’autore e la qualità della sua produzione ne trarrebbero giovamento, e senza alcun dubbio si scoraggerebbero i commenti da giardino dell’asilo.

  8. Gennaro dice:

    Io amo più leggere i commenti di questo blog che i post stessi.

  9. Daniele Minotti dice:

    Io penso che i blogger dovrebbero ascoltare di piu’ i commentatori, anche quelli compulsivi. C’e’ sempre da imparare nell’ascoltare.

  10. se-po dice:

    Non si possono eliminare i troll da internet, non sarebbe più divertente.
    Sul proprio blog ognuno può fare come crede, ma decidere a priori di non lasciar diritto di replica mi pare eccessivo. Una comunità sana sa difendersi dai troll ed evitare flame ed off topic (oppure non è sana…).
    Poi è anche questione di educazione, come se ti chiedessi: puoi fare sparire i post? voglio solo i commenti :-D

  11. paolo de andreis dice:

    I commenti aggiungono sempre qualcosa, la sensazione è che espandano in mille direzioni diverse e inattese i contenuti di un post.

    Allo stesso tempo mi sento di poter dire che non tutti i blog e non tutti i post sono fatti per essere letti da lettori casuali, o da lettori che non si conoscano direttamente, o da terzi della cui opinione potresti giovarti se non preferissi ascoltare le cinciallegre.

    La galassia è così grande che c’è posto per qualsiasi cosa, diceva uno bravo, anche per piccolissime personalissime insignificanti dittature ;)

  12. Mat dice:

    A me quello che lascia molto perplesso è il fatto di aprire un blog se uno non vuole commenti. Se non vuoi interagire con l’utenza ti fai un bel sitarello/semplice paginetta html come una volta, quando in epoca 1.0 si era tutti come una radio privata, solo trasmissione.
    Aggiungo anche nel caso del buon Luca ci sta un minimo di darsi le arie tipiche del personaggio, lo dico in senso buono lui è molto bravo, ma deve comunque distinguersi come giornalista rispetto a un blogger qualsiasi. Ed io trovo in molti giornalisti tenutari di blog tendono a tenere un po’ troppo le distanze, non credo per superbia, ma alcuni forse perché ancora non padroni dei mezzi 2.0, altri come dicevo sopra forse per distinguersi dalla massa, ma non in modo smaccatamente elitario o di casta.

  13. Daniele Minotti dice:

    @se-po
    Ottimo tutto! ;-)

  14. Mat dice:

    Vuoi poi mettere il “brivido” di trovare un tuo commento tra deandreis e minotti? Non ha prezzo… (cit.)
    ;-)

  15. Daniele Minotti dice:

    Mat, ma di chi e’ la citazione? Maddai… ;-)

  16. francesca dice:

    Sofri non affronta una questione: se wittgenstein è parte del Post allora deve (vabbè, dovrebbe) avere una politica di gestione dei commenti uguale a quella del Post. Tanto più che Sofri ne è il direttore. Al Post si può commentare tutto tranne ciò che scrive il direttore.
    Anche il criterio con cui indiscriminatamente vengono lincati sul Post tutti i pezzi di Sofri e Costa mi pare pessimo: Costa linca sul Post i post del suo blog in cui linca i sui scritti sul Post. Mettere così in vista boiate così insignificanti mi pare poco rispettoso nei confronti dei lettori e degli altri bloggher ospiti del Post, che un po’si sforzano (quasi tutti).

  17. nonunacosaseria dice:

    giusto ieri, ho eliminato dal mio blog tutti – e dico tutti – i commenti e inibito la possibilità di postarne altri perché qualcuno si è ritenuto diffamato dal commento di un lettore postato mesi fa: poiché non mi va di impelagarmi in cause legali – che non potrei sostenere economicamente – ho preso questa decisione. però è una perdita per me, ci sto male, perché i commenti, soprattutto quelli che criticavano le mie posizioni, erano una ricchezza, mi costringevano a riflettere.

  18. Rob dice:

    @nonunacosa seria: Premetto che se mi fossi trovato nella tua stessa condizione avrei agito nello stesso modo, credo che ci siano già state sentenze che abbiano tolto dai responsabili dei siti/blog la resposabilità di quanto scritto nei commenti

  19. HGW27 dice:

    Non c’entra con l’aspetto “commenti” ma questa cosa dell’azione legale di nonunacosaseria mi fa tornare alla mente quello che mi è successo pochi mesi fa. Perché un sito/blog ce l’avevo e mi piaceva anche molto. Poi succede che un giorno scrivo un post che non conteneva nulla di male e in cui si riportavano solo dei fatti (peraltro molto poco importanti) riguardanti un sito italiano che tratta del mondo iPhone, e mi sono visto minacciare tanto di azione legale qualora non avessi rimosso il post, tra l’altro in toni che non vi sto qui a raccontare. La cosa sul momento mi ha parecchio spaventato ma soprattutto mi ha fatto perdere il gusto di andare avanti nel fare quel che facevo con passione. Così, ho chiuso tutto. E niente, questa era la mia piccola confessione.

  20. TomStardust dice:

    I commenti secondo me sono essenziali, capisco che possa mancare la pazienza o il tempo di seguirli, ma in tal caso il blog perde parte del suo valore.

    Non sono d’accordo sulla questione (in)visibilità dei commenti su Wp, il discorso è molto variabile e non dipende dalla piattaforma, piuttosto dal tema utilizzato.

  21. enzo dice:

    Ci sono blog con i commenti e blog senza. Purtroppo ci sono anche blog indecisi: “me li chiedono ma non li metto”, “magari li apro ogni tanto”, “massì dai, li apro”, “ecco li ho aperti, ma scopro che i miei lettori non son degni di me”, “magari li tolgo”, “li chiudo e li apro ogni tanto”, “ueeeeeh!… ueeeeeh!”.
    Si consiglia tanto nuoto, che serve a far le spalle larghe. Nell’età della crescita, almeno. Dopo bisogna farsene una ragione.