Contrappunti su Punto Informatico di domani.

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Una quota non trascurabile delle informazioni che ci raggiungono tutti i giorni sono in violazione di un qualche patto o regolamento, nei casi più gravi sono il risultato di un reato. Appartengono a questo gruppo buona parte delle informazioni che, per esempio, in questo paese, raggiungono i giornali dalle stanze dei tribunali, dalle questure, dai consessi nei quali individui molto differenti sottoscrivono un patto di riservatezza che qualcuno di loro poi, invariabilmente, viola.
Queste eccezioni a patti e regole non sono opera dei giornalisti i quali si limitano a riferire i fatti di cui vengono a conoscenza, ma restano in genere nella responsabilità di soggetti terzi, ai quali, semplicemente, i giornalisti garantiscono in cambio un livello minimo di riservatezza previsto dalla legge.

Nel caso di Wikileaks, evidentemente, questo fondamentale distinguo, ha perso gran parte della sua importanza. Così durante la settimana scorsa il sito web della associazione di Julian Assange è stato preso d’assalto dagli attacchi Dos di un singolo hacker (solo e sperduto ma nonostante questo molto efficace), Amazon Web Services, fra mille polemiche, ha interrotto il servizio di hosting a Wikileaks, il fornitore del dominio .org (altra società americana, Everydns) ha improvvisamente cancellato il dominio, il governo svedese ha diramato una richiesta di arresto internazionale in 130 paesi per Julian Assange, accusato di aver, in due occasioni, iniziato rapporti sessuali dotato di preservativo con partner consenzienti (tanto consenzienti da aver poi vantato le proprie avventure su Twitter e via SMS) per poi terminarli senza. E questo, tecnicamente, per la legge svedese configura il reato di stupro. Ultima in ordine di tempo fra le aziende americane corse in soccorso alla diplomazia USA in difficoltà, Paypal ha limitato il conto online di Wikileaks impedendo a migliaia di persone in tutto il mondo di utilizzare tale piattaforma per una donazione al progetto.

Cosa abbia Wikileaks di diverso da New York Times o dal Guardian che pubblicano i dispacci delle ambasciate esattamente come il sito di Assange è piuttosto evidente. Pur rappresentando un esempio di buon giornalismo il New York Times ed il Guardian, El Pais e Le Monde, fanno parte del sistema, Wikileaks no e da questo discendono buona parte delle sue disgrazie.

Le cronache giornalistiche a margine dei cablogrammi di Wikileaks di questa settimana sono incredibili e avrebbero bisogno di Carlo Emilio Gadda per descriverle. Ieri per esempio il sito web del Corriere della Sera raccontava che Julian Assange, ormai da tutti eletto a stupratore seriale e ricercato internazionale, si nascondeva in Gran Bretagna, che le autorità sapevano dove fosse e che le teste di cuoio stavano per tentare un blitz per arrestarlo. Le teste di cuoio scatenate per un preservativo: mancano solo gli ostaggi in banca per completare la scena di un film d’azione di quart’ordine.

Così la Internet che viene fuori dalla vicenda dei cablogrammi di Wikileaks è una Internet più triste di quello che forse sarebbe stato lecito pensare: quando il gioco si fa duro, i duri spengono Internet, in occidente esattamente come in Cina. Stessi metodi, stesso cipiglio. A poco contano i volonterosi mirror del sito abbattuto, i DNS recuperati, gli annunciati boicottaggi di Amazon e Paypal, quello che conta è che informazioni vere che nessuno è in condizione di smentire raggiungono milioni di cittadini in tutto il mondo fuori dal filtro solito dei media e per una volta l’ambasciator, in spregio al famoso detto, rischia di portar pena.

Il giudice La Barbera del Tribunale di Agrigento qualche giorno fa ha assolto il giornalista Fabrizio Gatti che rischiava un anno di reclusione per aver dichiarato false generalità allo scopo di accedere al Centro temporaneo di permanenza per gli immigrati a Lampedusa per poi scriverne un articolo su L’espresso. Il magistrato ha sancito la predominanza dell’articolo 21 della Costituzione che tutela il diritto di cronaca e di espressione non solo della stampa ma anche dei singoli cittadini. Si tratta di una buona notizia ma resta la curiosità di capire cosa sarebbe accaduto se al posto del giornalista professionista Gatti ci fosse stato un semplice cittadino e se al posto de L’espresso ci fosse stato un blog letto da 10 persone. La rete oggi non chiede generalità, titoli o cartellini a chi decide di esprimere il proprio pensiero e le discussioni americane di questi giorni sul fatto che Wikileaks debba o non debba essere considerato parte integrante del sistema dei media raccontano la grande ansia di controllo di un mondo invecchiato. Le notizie sono vere o sono false e discernere le une dalle altre (in rete come sui media) spesso è la vera complicazione. Quelle di Wikileaks sono vere e per noi lettori tanto basta. Tutto il resto è uno spiacevole contorno molto potente al quale oggi, per una volta, non è chiaro se la rete Internet sarà in grado di far fronte.

38 commenti a “Anteprima Punto Informatico”

  1. Shylock dice:

    Codice penale

    Art. 495. Falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri

    Chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale l’identità, lo stato o altre qualità della propria o dell’altrui persona è punito con la reclusione da uno a sei anni.

    Quindi la legge è uguale per ‘chiunque’ tranne che per i giornalisti, anzi, per chiunque pubblichi informazioni riservate acquisite in qualsiasi modo, perché “quello che conta è che [siano] informazioni vere che nessuno è in condizione di smentire”?
    E se qualcuno, magari per verificare la libertà di Mantellini da bias, preconcetti e conflitti d’interessi di sorta, ne pubblicasse l’estratto conto bancario, Mantellini si asterrebbe dal denunciarlo perché si tratterebbe di notizie vere “e per noi lettori tanto basta”?

  2. Shylock dice:

    (Preciso ove ce ne fosse bisogno: il problema non è ovviamente Mantellini o il caso singolo, ma che se passa il principio ‘tu sei una persona pubblica, aka che prende decisioni che si riflettono sul pubblico, quindi il pubblico ha diritto di sapere tutto quello che dici e che fai’, allora diventa legittimo spiattellare in piazza qualsiasi cosa riguardi giornalisti, imprenditori, giudici, avvocati, medici, insegnanti, amministratori pubblici e chi più ne ha, più ne metta: sicuri di volere questo?)

  3. Paolo dice:

    Ottimo pezzo. La presupposta ” superiorità” morale e dei diritti civili dell’occidente èunto solo prepposta. Quando si tocca i Potere nel suo punto debole, questo non esità a rispondere in tutta la sua vera brutalità, passando sopra ogni elementare diritto. Quante volte abbiamo letto della persecuzione dei blogger cinesi e del come-siamo-liberi-noi-occidentali. Liberi di non interferire e criticare.

  4. Tooby dice:

    I Paesi aderenti all’Interpol sono 188, però :)

  5. massimo mantellini dice:

    @Skylock, ovviamente non ti sfugge che nel caso si sta discutendo di informazioni che riguardano il bene pubblico e non privati cittadini

  6. Shylock dice:

    @Mantellini: sì ma ‘bene pubblico’ è, ad esempio, poter leggere una sentenza e le motivazioni fornite pubblicamente, secondo le regole; non anche le registrazioni (illegali) delle sedute della giuria, effettuate ad insaputa dei giurati e pubblicate senza il loro consenso.
    E ‘bene pubblico’ è un concetto ampio e soggetto ad interpretazioni: per qualcuno, ‘bene pubblico’ può essere anche venire informati sulla tecnologia e sui suoi prodotti, come fai tu; il tuo parere è considerato autorevole e influenza le decisioni d’acquisto del pubblico, questo non vuol dire che tutto quel che ti riguarda debba essere di dominio pubblico.

  7. paolo de andreis dice:

    @Shylock
    la mia sensazione, in linea generale, è che se ci atteniamo ai principi ai quali ti richiamo, proprio il Centro visitato dal Gatti non avrebbe modo di esistere, in quanto viola una quantità di precetti costituzionali.
    non che vi sia una vera soluzione, probabilmente, ma in questo paese richiamarsi ai principi rischia di essere un esercizio accademico senza costrutto (né conseguenze reali).
    sulla superiorità giuridica dei giornalisti hai ragione da vendere, è *esattamente* così: il giornalista non è un cittadino comune, anche qui in barba alla Costituzione evidentemente.

  8. valentina dice:

    Shylock, nel caso di Gatti passa il pensiero che compito del giornalista è raccogliere informazioni e raccontare cose che ha visto con i propri occhi, e se di norma è vietato dare a pubblici ufficiali false generalità (è anche deontologicamente scorretto, con chiunque, il giornalista si deve sempre dichiarare come tale), a tale norma si può derogare quando è accertato che non vi sono altri mezzi per poter vedere la realtà coi propri occhi di giornalista che poi darà rilievo pubblico alle proprie azioni (una sorta di autodenuncia in fondo) raccontando ciò che ha visto.

    A margine ricordo che Gatti per un’azione simile (si fece portare nel Cpt di via Corelli) è stato invece condannato dal tribunale di Milano (in primo grado di sicuro, non so se poi vi siano stati appelli, dovrei chiederglielo).

    Sul resto, l’informazione risponde a tre regole: veridicità, pertinenza, continenza, alle quali si aggiunge, anche se contenuto nella “pertinenza”, l’interesse pubblico. Regole che si applicano a ogni singola informazione tu decida di dare. Per esempio, una cosa può essere vera ma non pertinente, oppure vera e pertinente ma enfatizzata al punto di diventare diffamatoria. Sono equilibri, le tabelline non esistono, si decide caso per caso. In QUESTO caso, la notizia c’è tutta, fattene ‘na ragione.

  9. valentina dice:

    anche a beneficio di paolo de andreis aggiungo, su gatti, che nel caso dei giornalisti viene riconosciuta la funzione di utilità pubblica. Non esiste alcun privilegio per i giornalisti, esiste solo l’assicurazione che possano svolgere il loro lavoro, e questo nell’interesse pubblico. Se Gatti dà false generalità per evitare una multa, viene condannato come tutti gli altri. E se un privato non noto per scrivere sui giornali fa la stessa cosa di Gatti, oltre a dover dimostrare l’inteersse pubblico, deve anche dimostrare di aver fatto tutta una serie di altre cose, per esempio aver scelto delle generalità che non possano venir confuse con persone reali, per non danneggiarle. A via Corelli rinchiusero Roman Ladu, sembra albanese, ma il nome è veneto, e il cognome sardo.

  10. Shylock dice:

    @Valentina: insomma il giornalista può fornire false generalità perché ‘svolge il suo lavoro’, il che, oltre che tautologico, è una conferma di quanto dicevo io: le leggi ai comuni mortali si applicano, ai giornalisti s’interpretano.
    Quanto all'”interesse pubblico”, siccome può essere esteso praticamente a qualsiasi cosa, vuol dire che si può pubblicare qualsiasi cosa (purché vera, ci mancherebbe altro)?

  11. Fabrizio dice:

    Lasciate stare Shylock è un troll

  12. Shylock dice:

    “A troll is someone who posts inflammatory, extraneous, or off-topic messages in an online community, such as an online discussion forum, chat room, or blog, with the primary intent of provoking other users into a desired emotional response or of otherwise disrupting normal on-topic discussion”, come dice Wikipedia.
    O come direi io, troll is as Fabrizio does.

  13. paolo de andreis dice:

    rapidissimo offtopic: ciao valentina, ahimé i privilegi dei giornalisti non solo esistono ma sono figli dell’esautorazione di diritti dei non-giornalisti, ossia del cittadino. è un discorso lungo e una polemica annosa, magari si fa in altra sede, grazie per la risposta.

  14. Minestronedipatate dice:

    Quando a fronte di argomentazioni che non si condividono si scrive “lasciate stare Shylock è un troll” cadono le braccia.

  15. Sascha dice:

    In questo momento sketch comico su Assange a Quelli che il Calcio – piuttosto divertente.
    Parte della cospirazione contro Wikileaks?

  16. valentina dice:

    @minestrone, non è che che non si condividono, è che sono sempre le stesse dopo millanta spiegazioni, e sono sbagliate. Non è vero che l’interesse pubblico si può estendere a qualsiasi cosa, è un concetto semplice mi pare. Poi caso per caso si può discutere se l’interesse pubblico c’è o meno, e nel caso WL c’è, tanto più che si tratta di funzionari che scrivono di argomenti istituzionali attraverso canali ufficiali durante l’espletamento delle attività alle quali sono deputati. Di privato non c’è neanche un pelo. Lo stesso vale per Gatti, che si è appropriato in maniera “illegale” (l’unica possibile) di informazioni che non ha usato a proprio vantaggio, ma per mostrare una realtà di cui tutti sapevano, visto che c’erano delle testimonianze, ma che nessuno poteva vedere e provare. Nell’interesse pubblico, ovvero dei cittadini, che hanno potuto così sapere dell’esistenza di aree di extralegalità nel paese in cui vivono. Attraverso un lavoro giornalistico che ha le sue specificità e non è solo “scrivere sui giornali”.

    @paolo de andreis capisco che siamo ot sotto l’ottimo post di mantellini, ma neanche un indizio mi lasci? così, giusto per sentirmi una privilegiata ;)

  17. Enzo Di Frenna dice:

    Sono gli stessi pensieri che ho in questi giorni: Wikileaks fornisce documenti veri che sono notizie. Nessuno ha smentito nulla. E gli attacchi Dos, stranamente, non hanno nome. Le rivelazioni mettono in luce l’enorme quantità di menzogne dette in pubblico dagli americani, quindi hanno una utilità e valenza pubblica. I cittadini hanno diritto di sapere e se i media tradizionali nascondono, la Rete può rivelare. Ma quanto è successo dimostra che il Potere può bloccare Internet, quando da fastidio sul serio. E quindi: chi altri tenterà mai di fare quello che ha fatto Wikileaks? E quanto può durare?

  18. Gabriele Favrin dice:

    Davvero il potere puo’ bloccare Internet?
    http://savewikileaks.net/another-wikileaks-address/

    Il potere, mi pare, e’ un po’ sulle spine:
    http://savewikileaks.net/2010/12/state-department-warns-students/

    E ne ha ben motivo, perche’ notizie come la supposta iniziativa di spiare l’ONU e’ di una gravita’ sconcertante. Di questo Shylock cosa dice?

    Personalmente toglierei il diritto di veto agli USA gia’ solo per questo…

  19. enrico l. dice:

    wikileaks mescola notizie interessanti a relata refero non verificati e bufale varie. il rischio che corre non e’ quello della censura ma quello della noia.
    il potere di wikileaks se ne infischia, altro che grande ansia di controllo: chi ne fa un caso e’ la stampa perche’ i blabla sulla liberta’ del web fanno facile audience.

  20. Rompere il Controllo « Il Giornalaio dice:

    […] degna di Bin Laden in cui gli Stati Uniti adottano le medesime tecniche dei Cinesi come ricorda […]

  21. Enrico dice:

    Che nel caso di cui si parla vi sia un interesse pubblico è ancora tutto da dimostrare, Valentina dice che l’interesse c’è ma non lo argomenta. Nel campo dei rapporti internazionali bisognerebbe andarci ancora più cauti, soprattutto se si estrapolano da un contesto complesso singoli giudizi di singoli funzionari.
    La diffusione di notizie riservate ad esempio potrebbe compromettere una importante trattativa che doveva restare segreta e la cui conclusione poteva portare benefici ai paesi che la stavano portando avanti. Dove sta qui l’interesse pubblico?
    Insomma è abbastanza facile emettere giudizi inappellabili ma ma questo non ci aiuta per nulla a capire meglio ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Wikileaks ha dato in pasto ai media un minestrone di notizie che di per sè significano poco e che non mi pare che rappresentino molto l’interesse pubblico ma che potrebbero danneggiare assett e rapporti consolidati.

  22. Shylock dice:

    @Gabriele Favrin:
    “notizie come la supposta iniziativa di spiare l’ONU e’ di una gravita’ sconcertante. Di questo Shylock cosa dice?
    Personalmente toglierei il diritto di veto agli USA gia’ solo per questo…”

    Allora già solo per questo:

    http://www.ilpost.it/2010/12/02/wikileaks-putin-litvinenko/

    raderai al suolo la Russia?
    Mi pare che in giro ci sia una tragicomica combinazione di complottismo da Matrix all’amatriciana (il Potere può bloccare Internet) e ingenuità da educande: gli americani tengono d’occhio i tirapiedi mandati in America con la scusa dell’Onu dai vari dittatorelli e tagliagole che all’Onu ci stanno tranquillamente, dirigendo sedicenti commissioni sui diritti umani senza che nessuno si sogni di cacciarli, signoramia dove andremo a finire; gli americani in privato dicono che Berlusconi è un puzzone, wow, chi l’avrebbe mai detto.
    Ah, a chi fa paragoni a capocchia, scrivendo che “gli Stati Uniti adottano le medesime tecniche dei Cinesi”, auguro di non trovarsi mai in Cina a scrivere del governo locale quello che scrivono indisturbati qui del loro: potrebbe scoprire sulla loro pelle la differenza tra iperboli e dura realtà.

  23. Eduardo dice:

    Shylok,
    Non so tu, ma io non ho niente da nascondere, e mi sono strascassato i coglioni di vedere stronzi e corrotti abusare del diritto alla riservatezza, alla giustizia, all’equità fiscale…

    Se durante uno scippo, uno stupro, un’aggressione c’è un poliziotto presente, ci pensa lui che ha l’addestramento, le armi e l’autorità per farlo, non tu.
    Ma se il poliziotto non c’è, è un dovere civico intervenire a difesa delle vittime.

    Se c’è una stampa davvero libera, di inchiesta… è bene che abbia i mezzi per permettere a cittadini democratici di fare scelte consapevoli.
    Ma se questa stampa è in stragrande maggioranza diventata organica al potere, o addirittura di proprietà del potere come in Italia, è un dovere civico scoperchiare quanti più segreti possibili.

    La stampa oggigiorno troppo spesso è “embedded” con le truppe in Iraq o Afghanistan, oppure è puro strumento di killeraggio nei confronti di gente i cui diritti alla riservatezza sono stati calpestati -vedi Marrazzo- o addirittura calunniati -vedi Boffo, o lo stesso Assange, trattato da stupratore per aver avuto rapporti consenzienti (leggi sopra).

    E quindi ben venga chiunque sia in grado di sollevare i veli che la stampa non può o non vuole sollevare.
    Magari capitasse più spesso! Noi cittadini saremmo finalmente obbligati a ricordarci che la democrazie è una responsabilità prima ancora che un diritto, e che se al potere abbiamo i personaggi che abbiamo, la colpa è tutta nostra, che non li cacciamo a calci in culo!

  24. trentasei dice:

    Ben venga, invece, Shylock, checchè ne dica Fabrizio. Attraverso la dialettica dei commenti ci si fa un’idea migliore che non da un coro di tifosi a inneggiare Wikileaks.

    Wikileaks ha pro e contro molto forti,è ovvio che vi siano posizioni contrastanti a riguardo.E’ un po’ come capire se si preferisce non sapere di esser cornuti e viver tranquilli, oppure rovesciare il tavolo e fare un casino, ben sapendo che questo casino ha delle conseguenze belle grosse.

    Diciamo che Wikileaks ha rotto quell’ indicazione di diplomazia popolare e fra moglie e marito c’ha messo mano e dito. Poi però siamo tutti noi che con quei mariti e mogli cornuti ci dobbiamo vivere. E se prima, pur sapendo, cercavano di andare d’accordo, ora, nero su bianco, sarà un po’ difficile ingoiare il rospo di tante violazioni alla nobiltà del sentimento di coppia.

    Cosa fosse meglio è di difficile interpretazione: se c’è un lato “che la verità trionfi” c’è anche il lato diplomatico del “un rapporto è fatto anche di ombre che è meglio non illuminare”.

    Silvio comunque è tranquillo: lui è il miglior amico degli Stati Uniti.. (caro, ti giuro, non è come puoi pensare: amo solo te!).

  25. Marcello H dice:

    La verità fa paura a chi ha la coscienza sporca soprattutto!

  26. Gabriele Favrin dice:

    Che dire, se si ritiene che spiare i vertici dell’ONU e cercare di raccogliere dati come numeri di carte di credito, informazioni biometriche ecc sia comprensibile, c’e’ poco da aggiungere e poco da discutere. Lui la pensa cosi’ e puo’ fare a meno di leggere cio’ che riguarda WL. Tanta gente la pensa diversamente e continuera’ a leggere e soprattutto ragionare con la propria testa e parlarne. Cosi’ viviamo tutti felici. E continuo a pensare che gli USA non meritino il diritto di veto all’ONU (se lo perdessero ci sarebbe anche piu’ equilibrio in M.O., vi par poco?)

    Personalmente spero che nei 251287-931 documenti ancora da pubblicare ci sia qualcosa sui grandi misteri italiani da Ustica in poi.
    Fatico non poco a capire come non si possa condividere questo auspicio e la soddisfazione per queste rivelazioni. Forse la lettura autonoma dei cablogrammi puo’ essere noiosa? Ecco dunque qualche link che puo’ aiutare:
    http://racconta.repubblica.it/wikileaks-cablegate/index.php?ref=HREC1-1

    E per chi alla politica preferisce la scienza segnalo:
    http://www.akirathedon.com/blobblog/wikileaks-china-conducting-research-into-quantum-teleportation/

    Non so, io lo trovo interessante… ;-)

  27. Shylock dice:

    @Gabriele Favrin: appurato che tu ragioni con la tua testa (e chi non la pensa come te evidentemente no), nonché che trovi interessante spiare da quel buco di serratura globale virtuale che è WikiLeaks, ancora non mi hai risposto: se gli Usa devono perdere il diritto di veto all’Onu perché ohibò, fanno intelligence controllando chi circola sul proprio territorio (come fanno tutti quanti da che mondo è mondo), alla Russia che avvelena gente su territorio altrui che facciamo? Rompiamo le relazioni diplomatiche?
    La coscienza pulita non ti scalda d’inverno, sai?

  28. Gabriele Favrin dice:

    Shylock, stiamo parlando di SPIARE I VERTICI DELL’ONU, non l’ultimo delegato. Per te non e’ grave? Per me lo e’.

    In ogni caso mi colpisce la tua ultima affermazione: come altri ritieni tutto lecito pur di avere il gas russo? Come altri ritieni opportuno non insistere troppo, che so, sul tema dei diritti umani pur di far affari con loro?

    Beh se si’, non capisco se la tua e’ una posizione di opportunismo o menefreghismo.
    Io non la penso cosi’ comunque.

    Per risponderti, io toglierei a tutti il diritto di veto ma prima di tutto agli americani, anche perche’ cio’ riequilibrerebbe un po’ la situazione in M.O.

    Intanto ti regalo altri link su cui riflettere…
    http://www.u.tv/News/WikiLeaks-cables-reveal-secret-Nato-plan-for-war-with-Russia/6deeeb77-ad99-4590-b93d-941ec9c8fcab

    Ecco, a me queste cose interessano.

  29. HotHello dice:

    “tanto consenzienti da aver poi vantato le proprie avventure su Twitter e via SMS”

    Dove posso trovare qualche estratto di tali prove? Ho provato a cercarle ma senza successo.

  30. Shylock dice:

    @Gabriele: “VERTICI DELL’ONU” lo vedo anche in minuscolo, grazie.
    Quei vertici dell’Onu dove fino all’altro ieri c’era un elegante signore abbronzato e brizzolato il cui figlio si ciucciava i soldi di Oil for Food?
    No perché io, se avessi in casa gente così, terrei d’occhio e loro e il mio portafogli, per dire.

    “come altri ritieni tutto lecito pur di avere il gas russo?”

    Non dico questo, dico che non ci conviene farli incazzare troppo. Invece tu, visto che da WL si evince che il mandante dell’assassinio di Litvinenko è Putin (chi l’avrebbe mai detto), spiccheresti un bel mandato di cattura internazionale? E appurato che tu al freddo risponderesti con un ‘menefrego’ e bruciando i mobili di casa nella stufa, se non ce lo consegnano che si fa, invadiamo? Non so se WL ti ha informato, ma l’ultima volta che ci abbiamo provato non è andata tanto bene.
    E la Kamchatka con quali divisioni la occupi, per evitare che il ricercato ti scappi dalla porticina sul retro? Non è che hai giocato troppo a Risiko da piccolo?

    “io toglierei a tutti il diritto di veto”

    E bravo campione dei diritti umani, che così sarebbero difesi, democraticamente, dallo Human Rights Council, al cui riguardo i VERTICI DELL’ONU, mica pizza e fichi, dicono (vedi Wikipedia):

    “According to human rights groups, the council is controlled by a bloc of Islamic and African states, backed by China, Cuba and Russia, who protect each other from criticism. UN Secretary General Ban Ki Moon and former High Commissioner for Human Rights Mary Robinson have criticized the council for acting according to political considerations as opposed to human rights. Specifically, Secretaries General Kofi Annan and Ban Ki Moon, the council’s president Doru Costea, the European Union, Canada and the United States have accused the council of focusing disproportionately on the Israeli–Palestinian conflict.”

    Vedi? Proprio come te, che ripeti a mantra:

    “ma prima di tutto agli americani, anche perche’ cio’ riequilibrerebbe un po’ la situazione in M.O.”

    E come intendi riequilibrare, regalando dei bei missili nuovi ad Hamas, ché quelli che tirano adesso sono troppo imprecisi? O riconoscendo finalmente ad Ahmadinejad il sacrocanto diritto di farsi l’atomica? Chissà come sarebbero contenti gli arabi, che tempestano gli americani di cablogrammi perché lo fermino.
    Infine, hai scoperto nientemeno che la Nato, nata come alleanza militare per difendere gli Stati membri… ha dei piani per difendere militarmente gli Stati membri! A parte la genialità e l’utilità alla pace mondiale di spiattellare questi piani su internet (assieme all’elenco degli obiettivi civili ‘sensibili’ difesi dagli Usa in giro per il mondo, casomai ad Al Qaeda ne fosse sfuggito qualcuno), no ma dico, è INAUDITO!
    Te ne racconto un’altra, ma oh, mi raccomando, acqua in bocca: il tuo macellaio, sotto il bancone, tiene dei coltellacci da paura, roba da tranciare le ossa di netto.

  31. Gabriele Favrin dice:

    Leggendo questi commenti ed il post nel tuo blog contro le proteste di studenti e lavoratori di questi giorni intuisco che ci divide una diversa concezione del mondo.
    Credo la discussione non possa che prendere una direzione sterile quindi trovo inutile proseguirla.

    Aggiungo solo che a me di far arrabbiare chi ci fornisce il gas non importa nulla se cio’ significa esigere giustizia e democrazia.

  32. Shylock dice:

    “il post nel tuo blog contro le proteste di _studenti_ e lavoratori”?
    A parte che io non sono necessariamente contro le proteste ma contro l’esibizionismo, mai parlato di ‘studenti’ in quel post: come per il mondo, anche per quanto riguarda la lingua italiana il problema mi sa che non e’ la concezione, ma il fatto che te ne costruisci una versione tutta tua, con scarsi riscontri nella realta’.
    Il che, effettivamente, rende la discussione piuttosto sterile.
    Comunque, confermato che tenefreghi, se vuoi armarti e partire per imporre ‘giustizia e democrazia’ a chi ti tiene (letteralmente) per la canna del gas, auguri; se invece ti limiterai ad alzare il ditino come qui, mi sa che non gli fai ne’ caldo ne’ freddo.

  33. Enrico dice:

    >importa nulla se cio’ significa esigere giustizia e democrazia

    Nobile intento, ma non te ne importerebbe nulla anche se ciò significasse, estremizzo, rimanere al buio, al freddo o senz’auto o senza tutti i gadget tecnoligici di cui sicuramente ti circondi?

  34. massimo mantellini dice:

    @HotHello, http://www.crikey.com.au/2010/12/02/when-it-comes-to-assange-r-pe-case-the-swedes-are-making-it-up-as-they-go-along/

  35. Frà dice:

    > “tanto consenzienti da aver poi vantato le proprie avventure su Twitter e via SMS”
    Dove posso trovare qualche estratto di tali prove? Ho provato a cercarle ma senza successo.

    HotHello, puoi leggere qualcosa qui (in inglese ovviamente)

    http://rixstep.com/1/20101001,01.shtml

    Frà

  36. Minestronedipatate dice:

    e questa sera tutti qui a commentare la lettera di assange che immagino verrà dipinto come genio e visionario. Incredibile quanto scontati possano essere gli esseri umani.

  37. HotHello dice:

    cheers :)

  38. Gabriele Favrin dice:

    @Shylock: my fault, scusa, ho letto gru e l’ho associato per estensione ai tetti dove gli studenti hanno giustamente protestato con una favolosa organizzazione mirata ad attirare i media nazionali e internazionali. Vedo che per te la parola fa meno delle armi. Mi chiedo allora perche’ le parole di WL ti scandalizzino tanto.

    @Enrico: non me ne fregherebbe ugualmente e ripeto gradirei che l’Italia facesse affari con gente un po’ diversa. Purtroppo al presente governo Gheddafi piace anche per come gestisce la questione immigrati. Perche’ siamo bravi democratici occidentali ma scendere a patti con i non-democratici a qualcuno conviene e a me fa piacere saperlo.