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Dic
Anche Paypal chiude le porte a Wikileaks.
PayPal has permanently restricted the account used by WikiLeaks due to a violation of the PayPal Acceptable Use Policy, which states that our payment service cannot be used for any activities that encourage, promote, facilitate or instruct others to engage in illegal activity. We’ve notified the account holder of this action.
Dicembre 4th, 2010 at 10:56
[…] sgancia Wikilieaks, Amazon se ne lava le mani e ora l’ultimo della serie è PayPal, che ha deciso di restringere l’account per le donazioni. Scelta non da poco. Per ora resiste la […]
Dicembre 4th, 2010 at 11:02
Bene, molto semplice: non userò più paypal.
E avevo intenzione di acquistare la loro carta prepagata, ma non lo farò.
Dicembre 4th, 2010 at 11:55
infatti. la parola “boicottaggio” come la vedete? si comincia?
Dicembre 4th, 2010 at 12:17
Ho appena chiuso il mio conto Paypal.
Dicembre 4th, 2010 at 12:21
oh, a questo punto tocca iniziare a mettere giù una lista dei boicottandi
Dicembre 4th, 2010 at 12:42
Spiace in questo momento non averlo mai avuto.
La marea sale, e visto che è quasi Natale, vale la pena incollare questo, su chi sta abbandonando Amazon
http://www.antiwar.com/blog/2010/12/02/daniel-ellsberg-says-boycott-amazon/
Dicembre 4th, 2010 at 13:14
brava paypal. Ottimo.
Dicembre 4th, 2010 at 13:24
Penso che la protesta sarebbe più efficace se quelli che vogliono boicottare Amazon scrivessero una lettera simile a quella di Ellsberg per far sapere ad Amazon che smetteranno di fare acquisti da loro. Il messaggio di Ellsberg è indirizzato ad Amazon.com customer service. Ma sul sito di Amazon non ho trovato nulla che permetta di mandare un messaggio ad Amazon. Qualcuno sa come fare?
Dicembre 4th, 2010 at 14:18
Impossibile boicottare paypal.
Dovreste boicottare anche Ebay (proprietaria di paypal) e tutti i commercianti che utilizzano i servizi paypal per ricevere pagamenti.
Da wikipedia: “Ogni secondo PayPal elabora pagamenti per un valore di 2.641 dollari”…
Dicembre 4th, 2010 at 14:45
…cosa fate? Boicottate paypal? Sapete quanto gliene frega.
Dicembre 4th, 2010 at 15:00
Fulgido esempio di garantismo
Dicembre 4th, 2010 at 15:35
Se il tenutario ha due minuti di tempo e se vuole, ecco, se ci scrivesse proprio due righe di protesta in inglese, che il mio è decisamente pessimo, noi la posteremo volentieri da questa pagina:
http://phx.corporate-ir.net/phoenix.zhtml?c=97664&p=emailPage&rp=aHR0cDovL3BoeC5jb3Jwb3JhdGUtaXIubmV0L3Bob2VuaXguemh0bWw%2fcD1pcm9sLWlyaG9tZSZjPTk3NjY0
Presa da qui, in basso a dx:
http://phx.corporate-ir.net/phoenix.zhtml?c=97664&p=irol-govHighlights
Chi invece ha un account italiano, nelle pagine di aiuto dovrebbe trovare un mdo per spedire una mail.
grazie e ciao
nicola.
Dicembre 4th, 2010 at 15:36
Scusate, ho sbagliato post. Appena posso cerco anche per paypal che adesso ho la figlia che mi reclama a gran voce.
riciao
Dicembre 4th, 2010 at 15:49
Beh. Paypal incassa una percentuale su tutti i pagamenti, se il boicottaggio si espande abbastanza significa ridurne in maniera significativa i profitti, non credo proprio che paypal si contenta di rimetterci soldi.
Tutti i commercianti che accettano paypal accettano anche le carte prepagate come postepay e quelle emesse dalle banche, idem su Ebay.
Dicembre 4th, 2010 at 18:27
E’ davvero un brutto segno per il sentimento diffuso del significato di “libertà di parola”, che così poche voce dicano ad alta voce che Wikileaks ha fatto che ogni giornale *serio* dovrebbe fare, se ne avesse l’occasione.
Intanto: addio Paypal. Addio Amazon.
Dicembre 4th, 2010 at 20:44
boicottare come al solito non serve a nulla. Anzi, è tutta pubblicità gratuita. Io approvo sia amazon che paypal poi ognuno può fare come gli pare ma ritengo che boicottare aiuti paypal e amazon. E poi tanto lo sappiamo tutti che alla prima volta che vi servirà direte “beh dai solo per questa volta” :D
Dicembre 4th, 2010 at 22:10
Non avendo soldi per me è facilissimo boicottare chiunque.
Dicembre 4th, 2010 at 22:25
Amazon, dicono, ha solo da perdere. Dei soldi. Quindi ha ragione. Davvero non ha nulla da perdere, Amazon come chiunque altro, dall’affossamento della libertà di espressione, critica eccetera? Ovvero, per gli statunitensi, di svariati emendamenti a fondamento della democrazia? Ognuno faccia i suoi conti. E magari smetta di rompere i coglioni a Yahoo in Cina, per coerenza.
Dimenticavo di dire chi è colui che ha scritto la lettera di dismissione ad Amazon, ovvero Daniel Ellsberg, Mr Pentagon Papers
http://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Ellsberg
http://www.ellsberg.net
Uno dei suoi ultimi Tweet: RT @m_wolff: For less than $3 you can buy a copy of the Pentagon Papers from Amazon yet they won’t host Wikileaks.
Dicembre 4th, 2010 at 22:36
Perchè non facciamo una lista di chi si cancellerà da entrambi (non ho controllato, magari c’è già)
Dicembre 5th, 2010 at 08:04
A proposito di libertà di stampa e doveri dei giornali, voi dove li state leggendo questi documenti? Direttamente da Wikileaks oppure dai giornali che ne stanno facendo riassunti ed estratti?
Lo dico perchè noto che le uniche notizie di cui si parla sono quelle riportate dai giornali online mentre non trovo (qui e altrove) nessuno che dica, ecco, spulciando ho trovato questa cosa etc…
Dicembre 5th, 2010 at 10:27
Sasha, è vero, me lo sto chiedendo dall’inizio. Soprattutto, perché questo stillicidio? Perché non distribuire tutto l’archivio, firmato digitalmente, tramite p2p o quant’altro? In questo modo il sito non sarebbe piú un punto critico.
Dicembre 5th, 2010 at 10:31
il contagoccie dei cablo deriva dal desiderio di Wikileaks di massimizzare l’attenzione. Lo ha scritto il NYT il giorno della messa online dei primi dispacci
Dicembre 5th, 2010 at 11:00
E questo é un errore perché si puó pensare che dietro alla tempistica e alla scelta dei dispacci pubblicati ci sia una regia per destabilizzare. O almeno si legittimano questo tipo di critiche. Resto perplesso dalla mancanza di firme digitali (pur con il limite del dover garantire l’identitá di un’organizzazione che opera in modo borderline..). Ora chiunque potrebbe aprire un wikileaks.qualcosa con dei documenti falsi, no?
Dicembre 5th, 2010 at 11:20
Il bello è che alla fine non c’è nulla di scandaloso nelle “rivelazioni” di wikileaks. E poi ormai da quel che mi risulta assange è in possesso di altre due tranche di documenti riservati. Uno riguardo al pentagono. Ma dopo che avrà pubblicato anche quelli non c’è altro. Quindi penso che tra un anno non se ne parlerà più. Prossima pubblicazione in quel di maggio.
Dicembre 5th, 2010 at 11:36
Io continuo ad essere perplesso dalla sproporzione fra eccezionalità dell’atto e pochezza dei risultati.
Da un lato trovo che tutta la vicenda sia solo l’ennesima illustrazione dell’ideologia dominante del nostro tempo, cioè che tutto sia una faccenda di ‘informazioni’. Dall’altro mi pare che, per il momento, tutto l’entusiasmo online dipende dall’avverarsi (finalmente!) di uno di quegli scenari da film e romanzo su cui il ‘popolo del Web’ sogna da decenni finora senza risultati.
Dicembre 5th, 2010 at 15:45
infatti il popolo del web vive per essere attaccato. Aspettano sempre tutti il lupo cattivo. Ma non è un gran vivere.
Dicembre 5th, 2010 at 17:12
Se ti basi solo alle storie del berlusca posso capire, ma il resto ?
Dicembre 6th, 2010 at 16:12
Undisclosed Desires
http://sekretfsb.narod.ru/100.5fm/85_-_muse_-_time_is_running_out.mp3
Dicembre 7th, 2010 at 14:02
Essi’, non e’ stato detto mica tanto. Spionaggio ai danni dei vertici dell’ONU, disastro nucleare rischiato dal dittatore con cui l’Italia e’ in buoni rapporti, piani NATO per attaccare la Russia, sviluppi tecnologici con un potenziale enorme in Cina, giusto per citare alcune piccolezze.
Non e’ molto… se l’orizzonte e’ il TG serale con le ultime sulla lotta di sopravvivenza del governo. Quelle son cose.
Ma se le rivelazioni di WL sono cosi’ irrilevanti, perche’ qualcuno si agita tanto per metterle a tacere?
Forse perche’ c’e’ il rischio che facciano RAGIONARE la gente che magari un domani mettera’ in discussione le scelte che i governi vorrebbero essere liberi di fare senza risponderne o avvallandole con campagne stampa mirate?
A noi non fa cambiare la vita sapere certe cose. Fa pero’ cambiare il modo di pensare. E questo fa molta piu’ paura.
L’idea di divulgare le notizie pian piano e’ ottima, serve a dal loro piu’ risalto ma sappiamo che se verranno fermati usciranno tutte.