Lorenzo Campani ricostruisce la storia ventennale degli investimenti di lusso degli italiani ai Caraibi.

Chi invece non ha molto da gioire e ringraziare sono i contribuenti italiani: la sintesi delle vicenda, al netto dei particolari esotici, è piuttosto brutale e anch’essa molto italiana.

Venti anni fa, il governo presieduto da Bettino Craxi decide di finanziare con soldi pubblici la costruzione di resort e strutture di lusso nei Caraibi.

Soldi che, in una partita di giro, sono finiti ad imprese italiane. Un copione ultra collaudato e ampiamente documentato dalle inchieste sulla cooperazione italiana e sulla stessa Sace. A corollario c’è anche l’arricchimento personale della classe politica locale.

Vent’anni dopo, il governo presieduto da Silvio Berlusconi (più che un amico per Craxi) cancella il 90% del prestito e degli interessi maturati pari a circa 160 milioni di euro, accontentandosi di un “pagherò” di 14 milioni di euro.

3 commenti a “Tamarri ad Antigua”

  1. canablach dice:

    E` dal 1975 che io penso a Saint-Just come soluzione per questo paese. Poi mi mordo il labbro, sto zitto, mi pento e, benchè non cattolico, vado a confessarmi. Ecco, sto pensando ancora a Louis Antoine Leon del Richebourg de Saint-Just: e il labbro comincia a dolermi.

  2. L1 dice:

    i soldi per la scuola non ci sono, ma regaliamo ad antigua. piace cosi’.

  3. iced dice:

    Il tutto, nella totale indifferenza dell’opposizione, e nascosto da quasi tutta l’informazione.
    Non svegliare l’italiano che dorme.