Oggi sul New York Times c’è un articolo sulla situazione dei monumenti veneziani coperti da enormi indecorosi banner pubblicitari. Si scopre così che il Comune appalta al restauratore (nel caso specifico una azienda veneta la Dottor Group) la raccolta pubblicitaria da applicare sui palazzi nei quali vengono eseguiti i lavori. Non si capisce perchè una azienda che si occupa di restauri debba sostituirsi alla amministrazione per pagare i lavori di ristrutturazione oltretutto con modestissimi limiti (le pubblicità dice l’accordo col Comune non dovranno essere di cattivo gusto). Il sindaco Orsoni dice il Comune non è una agenzia pubblicitaria e che il suo lavoro è un altro. Si sbaglia ovviamente: visti i risultati, dovrebbe forse iniziare a pensare di diventarlo.

p.s. il pessimo cielo di cartone che copre il Ponte dei Sospiri è stato commissionato a Oliviero Toscani. Lo avreste mai detto?

(via Il Post)

9 commenti a “Pubblicitari in laguna”

  1. Andrea dice:

    Sono anni che questo succede a Venezia. La prima occasione fu quella del restauro della Torre dell’Orologio, sempre appaltata alla Brandolin Dottor Group (che è un’ottima azienda iperspecializzata nei restauri), che per coprire le intelaiature anziché mettere teli orribili usò coperture con – di volta in volta – monumenti “altri” come la Torre di Westminster, la Tour Eiffel. L’idea fu di Toscani. Il tutto pagato profumatamente dalla stessa Dottor e da Piaget, che riparò l’orologio
    Qualche problema?

  2. c767586 dice:

    Sì. Basterebbe mettere dei teli-fotografia, col monumento-palazzo-ponte in restauro. Molto meglio di stupide pubblicità. Penso che lo abbiano fatto per il restauro di palazzo Chigi anni fa, e l’impatto estetico era molto minore, praticamente un trompe-l’œil.

  3. Paolo Bertolo dice:

    Sono stato a Venezia solo qualche settimana addietro.
    Erano anni che non ci andavo.
    Ho pensato che c’è gente che prende aerei da tutte le parti del mondo per visitare Venezia e io, che ce l’ho relativamente a portata di mano, saranno stati vent’anni che non ci mettevo piede.
    Tra il faccione di John Travolta, bottiglie di Coca Cola, improbabili cieli azzurri e fornelli del gas, davvero pochi gli scorci liberi da pubblicità.
    La buona notizia è che le spoglie della città vengono ancora preservate e restaurate, la cattiva notizia è che in Italia siamo costretti ad affidarci alla Coca Cola per il restauro di alcuni dei più preziosi monumenti che abbiamo.

  4. Andrea dice:

    @c767586 Evidentemente non avrebbero coperto i costi per il restauro, che sono molto alti. Avranno forse esagerato, ma fare tanto gli schizzinosi, francamente, non lo capisco. E questa discussione si è ripetuta già altrove, in altri tempi…

  5. massimo mantellini dice:

    @andrea, beh si direi che di problemi ce ne sono moltissimi e in gran parte irrisolti. Per esempio che io sappia non c’e’ alcuna trasparenza sui numeri. Quanto paga per esempio la sconosciuta ditta di scarpe da tennis con lo strap che copriva qualche mese fa (non so ora) uno dei quattro lati di piazza san marco (quello del Correr)?

  6. Andrea dice:

    Spero molto. Probabilmente, molto.

  7. massimo mantellini dice:

    Io invece sospetto pochino, ma non c’e’ modo di saperlo

  8. Figaro dice:

    E’ lo stesso Oliviero Toscani che l’altro giorno a Pordenonelegge incitava tutti a diventare fotografi reporter contro il brutto che affligge il nostro belpaese?

  9. elio dice:

    Dottor Group. Dottor, non Dott. E’un cognome: Dottor. Non è Piero Group che ha preso una laurea e ce lo vuol far pesare.