Poco fa mia moglie ha acquistato su Amazon un libro recente. Il libro si chiama “Enchanted Europe Superstition, Reason, and Religion 1250-1750” l’autore è Euan Cameron e l’editore è Oxford University Press. Il libro di carta, comprese le spese di spedizione costa circa 50 euro (33 sterline + le spese). Prima di comprarlo però ci accorgiamo che stranamente esiste anche una versione per Kindle. E’ un testo del 2010, forse dipende da quello. Alessandra scuote la testa perche’ un libro del genere è molto poco maneggevole su Kindle specie per via delle numerose note che sono di fatto impossibili da consultare durante la lettura. In ogni caso controlliamo quanto costi la versione elettronica, non sia mai che il prezzo sia molto favorevole. Bene sul Kindle Store il “digital list price” è 65.81 dollari mentre il “print list price” è 55.00 dollari. La versione digitale costa insomma 10 dollari in più di quella cartacea. Però ad Amazon hanno molto senso dell’umorismo così il “Kindle price” dell’opera è invece 42.78 dollari. Acquistandolo a quel prezzo di favore il risparmio raggiungerà il 22%. Il 22% in meno di una cifra senza senso non è moltissimo in effetti.
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Settembre 13th, 2010 at 16:33
C’è almeno il free sample? :)
Settembre 13th, 2010 at 16:36
“un libro del genere è molto poco maneggevole su Kindle specie per via delle numerose note che sono di fatto impossibili da consultare durante la lettura”
Nel senso che questo specifico libro non è ben realizzato in formato ebook, oppure in generale esistono libri, con determinate caratteristiche, che non si usano bene nel formato digitale?
Settembre 13th, 2010 at 16:37
Per i libri UK consiglio http://www.bookdepository.co.uk
Spesso costano meno di amazon e la spedizione è gratuita.
Nello specifico il libro di Cameron costa 38€ spedito, altro che kindle :)
Settembre 13th, 2010 at 16:43
Spero nessuno creda davvero che i prezzi dei libri caleranno considerevolmente solo perchè il mezzo “carta” sta lentamente perdendo la sua importanza.
I vantaggi saranno solo per qualcuno, che a fronte di notevoli minor spese di produzione, manterrà un prezzo -al massimo- leggermente inferiore all’attuale, con margini di guadagno spropositati.
Un giorno ci troveremo a consultare con i nostri vari ipad-ereader-ecc… libri e testi, chiedendoci perchè nonostante la libreria appaia tristemente vuota, il portafogli continui a farle una solidale compagnia.
Settembre 13th, 2010 at 16:43
@Argia, no e’ proprio il tipo di libro, su Kindle l’unica maniera possibile per mettere le note è aggiungerle a fine capitolo e se vuoi leggerle subito e’ un delirio
@Konron occavolo ;)
Settembre 13th, 2010 at 18:30
non credo però il prezzo di un libro debba dipendere solo dal fatto che sia fatto di carta, abbia bisogno di essere fisicamente gestito e conservato eccetera. così, come spunto di riflessione.
Settembre 13th, 2010 at 18:38
Senza dubbio esisteranno sempre libri “costosi” anche in formato elettronico, ma questo è un problema realtivo, esiste comunque una enorme quantità di classici in ottime traduzioni che si trovano gratis, insomma basta accontentarsi e leggere Salgari invece di Faletti oppure Stevenson invece di Follett
Settembre 13th, 2010 at 18:51
il mio intervento è per dire che negli ultimi 4/5 anni la musica l’ho sostanzialmente quasi sempre comprata. raramente qualcuno mi ha passato un disco che poi abbia tenuto. lo dico sinceramente. e nonostante il fatto che più o meno oramai siamo abituati a pagare un disco 9€ circa, e il singolo brano 0,99 non avuto nessun problema a comprare Nabucco di Muti a 19.99€ e non è certo il valore del case. ecco intendevo questo.
Settembre 13th, 2010 at 19:10
Da una decina di giorni scarsi ho finalmente ricevuto il Kindle 3G + WiFi di nuova generazione, ordinato agli inizi di Agosto.
Passato lo stupore iniziale per l’intrinseco fascino del dispositivo, per la superba leggibilità del display e per l’incredibile connessione gratuita al network 3G (così incredibile che non ci credo ancora), mi sono subito messo in cerca di qualcosa di probante per testarne non solo l’effettivo utilizzo come visualizzatore di libri in formato elettronico, ma anche e soprattutto per tastare con mano le meraviglie dell’apposito Store di Amazon.
Ho iniziato cercando un po’ di titoli che mi ero annotato nei mesi passati, un mix di romanzi, saggi, manualistica tecnica e testi scientifici.
Il risultato della ricerca è stato abbastanza sconfortante. Tralasciando ovviamente il fatto (scontato) che i soli titoli a catalogo siano quelli in lingua inglese, la delusione è derivata in primis dall’esiguità del catalogo a disposizione. Poco o nulla di quello che mi ero annotato è disponibile in formato Kindle.
I titoli disponibili hanno poi spesso un prezzo ridicolo, come indicato dal tema del post: qualche dollaro meno della versione cartacea, tale per cui la disponibilità per il download immediato diventa l’unico selling point rispetto all’acquisto della regolare versione di carta.
Non solo, ma i testi scientifici e di riferimento che desideravo archiviare su Kindle invece che portarmi appresso ad ogni spostamento, presentano, oltre al prezzo, una formattazione spesso approssimativa e comunque tale da comprometterne seriamente la leggibilità, almeno per testi di cui ho scaricato un capitolo in anteprima.
Per ora mi sono quindi limitato ad acquistare un paio di titoli a poco prezzo (“Open” di A. Agassi, e “Underground” di H. Murakami, per la cronaca), giusto per testare il dispositivo.
Al di là dei contenuti (l’autobiografia di Agassi non è male a dispetto delle apparenze, mentre Murakami, beh, Murakami è sempre Murakami), subito una cattiva sorpresa: il testo di Murakami è palesemente “bacato”, con interi capoversi fantasma, che spariscono e riappaiono a casaccio qualche “location” dopo.
Alla fine, l’unica buona notizia è che ha ragione Jeff Bezos: Kindle dopo un po’ scompare, la fruizione del testo risulta gradevole ed appagante, l’assenza della carta non inficia minimamente il piacere della lettura.
Su tutto il resto, però, Amazon deve ancora lavorare tantissimo, se non vogliono ridurre Kindle a dispositivo per la sola fruizione dei romanzetti Harmony usa e getta.
Settembre 13th, 2010 at 19:16
Consiglio anche io bookdepository. Tra l’altro la spedizione è abbastanza veloce.
Settembre 13th, 2010 at 19:20
Sul sito segnalato da Konron la versione ebook (in pdf, si specifica) di un titolo da me cercato costa oltre 1 euro in più rispetto a quella cartacea. La quale, comunque, costa meno che su Amazon uk.
Mi sembra il medesimo meccanismo dietro a siti come Play.com: ti ‘regalano’ le spese di spedizione alzando quelle di copertina. E su acquisti multipli non risparmi granché. Se non addirittura non risparmi affatto.
Saluti
Settembre 13th, 2010 at 20:48
Sulla politica dei numeri:
http://edue.wordpress.com/2005/12/04/meta-del-doppio/
Settembre 13th, 2010 at 22:35
@ Bertolo. Se kindle sfondasse con gli Harmony, Bezos andrebbe in brodo di giuggiole altro che testi sul Medioevo
Settembre 14th, 2010 at 06:27
Magari passa di qui uno del settore, perché a me manca un dato:
la ripartizione del prezzo del libro, ovvero quanto va a chi.
Per esempio. Se un libro di carta costa 10, quanto va all’autore?, quanto in iva?, quanto in stampa? e così via. Tenendo presente che il costo della stampa e della distribuzione non c’è, che un server decente può tenere un’intera biblioteca, che dei mediatori se ne può fare a meno (si compra direttamente dall’autore o dalla casa editrice), dopo tutti questi conti si può avere una stima di quanto dovrebbe costare un libro in versione digitale.
Settembre 14th, 2010 at 07:27
@ nicola.
Se ti accontenti ti dico che all’autore fatto 10 il costo di copertina, nella migliore delle ipotesi va 0,75.
In genere la media è 0,25.
Il problema non è che l’editoria cartacea è in crisi, il modello editoriale ad esserlo. Passare per un editore, oggi, è quasi superfluo.
Così come Elio ed i suoi CD brulé, l’unica alternativa (quanto sia praticabile non mi pare questa la sede) è quella della vendita diretta dagli autori ai lettori.
Oggi di fatto paghiamo solo un’infinita catena di ricarichi.
Settembre 14th, 2010 at 07:54
@ Argia @massimo: Nel formato .epub le note a pié pagina si possono gestire come link ipertestuali interni, passando facilmente dal testo alla nota e ritorno. Kindle legge il formato mobipocket, che è più limitato e povero di epub, forse si tratta di limiti di Kindle o di un ebook fatto semplicemente male.
Settembre 14th, 2010 at 09:24
Il prezzo degli e-book mi pare veramente scandaloso, cancella qualsiasi ritorno economico dall’acquisto di un reader.
Inoltre il costo di ogni nuova copia è praticamente 0, non c’è paragone dai costi di stampa, quindi quei prezzi non sono giustificabili (tutta pubblicità e costi degli editori?).
Speriamo che con più concorrenza (anche dalla vendita diretta da parte degli autori) qualcosa cambi.
Settembre 14th, 2010 at 22:26
Il prezzo esorbitante di un libro elettronico non trova alcuna giustificazione se non nell’avidità del suo editore (o di chiunque abbia deciso il prezzo finale).
Ben venga, per chi può, la disintermediazione. E’ tutta salute. :-)
Settembre 15th, 2010 at 09:10
Tempo che nella determinazione del prezzo di un e-book non contino i costi quanto il rapporto costo/opportunita’ per il ciente.
Consegna immediata, zero ingombro, tutta la libreria a portata di mano sempre e dovunque. Insomma, con tanti plus rispetto al normale libro cartaceo, quanto sei disposto a pagare ?
Settembre 15th, 2010 at 16:04
Il giusto.
Settembre 17th, 2010 at 19:19
@andrea dolci
Se il compenso va direttamente all’autore, diciamo il 50% del corrispondente cartaceo. Ma giusto per dire una cifra.
Il perché è presto detto: costui o si dita di una infrastruttura di produzione e distribuzione in proprio, oppure deve pagarla.
Le piattaforme potrebbero competere sul mercato ed offrire gli autori questi servizi.
Piattaforme e non editori.
Dicevo nel mio commento precedente, che non mi pare il caso di parlarne qui, perché la cosa è complessa, ma giusto per accennare:
1) Gli autori sono pronti?
2) Piattaforma non è editore, perché non c’è linea editoriale; ci sarebbe la reputazione.
3) Oggi è facile quantificare una percentuale rispetto ad una quantità di riferimento: un toto rispetto al cartaceo. Dovremmo prima stabilire se il cartaceo va a morire o meno. Nel primo caso, in futuro il problema potrebbe porsi in maniera ancora peggiore (nessun prezzo di riferimento). Nel secondo (ed io propendo per questo), si avrebbe finalmente la distinzione tra titoli di consultazione (che dovrebbero essere solo elettronici e aggiornati nel tempo), e quella letteraria, che forse per motivi meramente anagrafici considero insostituibilmente cartacea.
Il perché la considero insostituibile l’ho già detto qui:
http://edue.wordpress.com/2009/07/19/a-book-is-a-book-is-a-book-isnt-an-e-book/
e continuo a pensarlo finché delle due l’una:
1) i DRM saranno un lontano ricordo
2) i DRM saranno in grado di gestire (e magari ampliare) le possibilità attuali, come ad esempio il prestito.
In merito a quest’ultimo, non credo sia difficile immaginare che in assenza di questo il concetto di biblioteca è definitivamente morto; ma su scala minore, non mi pare tecnicamente impossibile andare sul sito dell’editore (o della “piattaforma”) e “prestare” un mio titolo ad un amico indicando il suo indirizzo di e-Mail; durante quel periodo io:
a) NON posso leggere il titolo, esattamente come quando presto un libro e mi sta benissimo.
b) posso revocare il prestito a mio piacimento.
La prima è effettivamente la versione 2.0 del prestito, la seconda mi garantisce dagli amici cui piacesse troppo quello che gli ho prestato. Questo è un modo di rendere migliore un processo attraverso la dematerializzazione.
Non è complesso, è solo che i DRM hanno il nome sbagliato, visto che i Rights sono asimmetrici per definizione, ovvero: io vengo munto e basta. Dovrebbero chiamarli Gestione Digitale della Vessazione.
Non è tutto qui, la cosa è più complessa, ovviamente. Ma i princìpi non sono molto distanti da questo breve chiacchiera.