Giulio Mozzi usa molte parole, ma spiega benissimo le ragioni per cui continuerà a lavorare con Mondadori e come mai il pezzo di Massimo Giannini su Repubblica che ha scatenato tutto il can can sia un capolavoro di faziosità giornalistica. A margine scopro che la demenziale campagna Mondadori no Grazie è stata ideata da Gianfranco Mascia, un nome una garanzia.
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@mante Poi da domani basta ma per ora i meme su Sanders continuano a sembrarmi bellissimi https://t.co/KUqbPjs9c5@mante Miozzo è veramente imbarazzante. Ha scritto anche ieri l’ennesima lettera al Corriere sulla Dad. Un governo minimamente in carica lo avrebbe già allontanato. Invece da noi chiunque può dire quello che gli pare, anche in contrasto con il proprio ruolo istituzionale.-
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Agosto 29th, 2010 at 18:29
Ma perchè non si dicono mai le cose come stanno? Io mi aspetterei da Mozzi, da Mancuso o da chi vuoi, una semplice affermazione di chiarezza se proprio ne sentono il bisogno: “Mondadori paga bene e diffonde bene le mie opere. Dunque visto che di mestiere faccio lo scrittore, pubblico con Mondadori.
Che poi mondadori sia nel calderone in cui stanno anche canali tv, assicurazioni e banche che fanno arricchire B, non può essere un problema mio come autore o come cittadino.”
Non ci sarebbe nulla di male. Il resto invece, da una parte e dall’altra, mi sembra sia aria fritta, anzi come dicono a Bergamo “Fuffa”.
Agosto 29th, 2010 at 18:50
Gianfranco, comunque.
Agosto 29th, 2010 at 18:56
Non trovo affatto demenziali le campagne di boicottaggio se hanno senso. E questa ne ha. Gli autori che vogliono restare in Mondadori possono benissimo dire chiaramente le cose come stanno: sono ben pagato, ho visibilità e non mi interessa nulla della moralità di chi mi paga foss’anche er canaro della Magliana.
Quanto a Gianfranco (non Giancarlo) Mascia voglio ricordare che nel 1994 fu seviziato, ripeto SEVIZIATO da “sconosciuti” per il suo impegno politico. Conoscere prima di sparare definizioni prego.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/19/aggredito-seviziato-anti-berlusconi.html
Agosto 29th, 2010 at 19:11
oggi refuseggio piu’ del solito, grazie
Agosto 29th, 2010 at 19:23
Ah, quel Mascia.
Quanto a Mondadori… Il fatto è che in Italia, almeno per il momento, si può pubblicare altrove. Forse che un autore di successo guadagnerebbe di meno pubblicando per Rizzoli o Feltrinelli? Sarebbe meno distribuito? Sarebbe meno pubblicizzato?
Ora, capisco un politico di sinistra che vuole far vedere che lui è al di sopra delle parti e non ce l’ha con B. personalmente, ma uno scrittore che scuse ha per continuare ad arricchire B. e il suo partito?
Le case editrici direttamente controllate da B. sono, oltre a Mondadori, Einaudi, Electa, Piemme e Sperling Kupfer – davvero non se ne può fare a meno?
Non ne faccio una questione di stato, se un libro mi interessa lo compro lo stesso anche se pubblicato da tali case editrici – per lo stesso motivo per cui qualche anno fa mi sono goduto una splendida vacanza in Israele. Ma ora che ho un romanzo da piazzare starò ben attento a quale casa editrice presentarlo.
Agosto 29th, 2010 at 19:35
Premesso che, a parte la romantica difesa della verita’, il pur interessante articolo di Mozzi chi intende difendere? Io qualche idea l’avrei…
Agosto 29th, 2010 at 19:42
Un pezzo mi e’ rimasto in testa… Leggasi
Premesso che […] il pur interessante articolo di Mozzi dubito voglia essere pro Berlusconi …
Agosto 29th, 2010 at 23:03
A me sembra che la faccenda sia stata trattata male da ambo le parti. Il mio punto di vista è che finora la Mondadori è stata sempre la Mondadori non perdendo la sua attività di editore a prescindere dall’essere controllata dal grande gruppo del biscione televisivo; non è mai stata Mondadoriset anche se al confine con la quotidianità le riviste settimanali (Panorama, ma anche a suo modo Sorrisi e Canzoni) già puzzavano di Arcore. Per questo dare un giudizio preventivo era, ed è, a mio avviso sbagliato. Bisognerà vedere se questa vicenda è un caso isolato (si tratta di soldi, e Mondadori ha come noto ben più di una ragione nel merito) oppure se anche la diga di contenimento tra Arcore e Segrate sta cadendo nel qual caso bisognerà rivedere giudizi e strategie.
P.S. Cerco che Mascia è una garanzia per portare sfiga, non ho ora più dubbi che il futuro di Mondadori sia radioso. Aveva bisogno di un nuovo gioco? In effetti il “popolo viola” mi sembra in ferie da un po’.
Agosto 29th, 2010 at 23:50
Personalmente trovo la “difesa” di G.Mozzi a dir poco penosa.
Se Mondadori ha già vinto in commissione tributaria i primi due gradi di giudizio ed è “a posto” ed ha ragione e non ha evaso affatto, perché dovrebbe versare anche un solo euro non dovuto?
E come mai allora è comparsa, nel modo che sappiamo (classica presentazione fatta fare da un peones semisconosciuto), quella norma che solo uno col prosciutto sugli occhi farebbe fatica a non capire che è palesemente “ad aziendam”?
Ma ci siamo forse dimenticati di come Mondadori sia finita nelle mani del PdC? Di come operi da anni l’uomo?
E soprattutto la domanda che nasce spontanea è: ma ci sono forse dei precedenti di S.B. che lasciano intendere la sua propensione a muoversi in questo modo in materia fiscale?
La risposta si trova facilmente negli archivi di Repubblica, anche ricordando che il Berlusconi II durò dall’11 giugno 2001 al 23 aprile 2005.
Agosto 30th, 2010 at 08:24
La domanda:
«Se Mondadori ha già vinto in commissione tributaria i primi due gradi di giudizio ed è “a posto” ed ha ragione e non ha evaso affatto, perché dovrebbe versare anche un solo euro non dovuto?»
La risposta:
http://blog.mfisk.org/2010/08/meglio-nu-malaccordo-ca-na-causa.html
Agosto 30th, 2010 at 09:40
chi glielo dice, poi, che devono boicottare anche saviano?
e se boicotti saviano ti schieri per la camorra.
o con la camorra, o con berlusconi.
Agosto 30th, 2010 at 12:38
Che spreco di parole quando ne bastavano tre: pecunia non olet.
Agosto 30th, 2010 at 13:11
@essere disgustoso*
Sei un genio, veramente ;-)
Agosto 30th, 2010 at 13:41
Ma chi lavora in Mondadori Einaudi etc che dovrebbe dire della campagna? Voglio dire: pensiamo davvero che lavorare per una azienda di proprietà di Berlusconi significhi portare il cervello all’ammasso? In Einaudi è così? Non credo.
Se uno vuole boicottare, lo faccia e non compri libri, m mi pare stupido: se i libri sono buoni, meglio leggerli…
Quanto agli altri Editori/ distributori, si dica loro di non vendere libri del gruppo Mondadori…!
Mi pare una campagna orribile di chi non sa fare opposizione di idee ( e ce ne sarebbero!
Federico
Agosto 30th, 2010 at 17:12
il governo berlusconi ha legiferato su una materia nella quale un’azienda di berlusconi aveva un contenzioso in corso con lo stato.
bisognerebbe che mantellini, mozzi and co. stampassero questa frasetta in verdana 100 e l’appendessero nelle loro camerette, tanto per ripassare il significato di “conflitto d’interesse”.
Agosto 30th, 2010 at 19:30
@Federico S. a proposito di Einaudi e di cervelli all’ammasso
Agosto 30th, 2010 at 19:37
mi sono mangiato un pezzo di link: cervelli all’ammasso
Agosto 30th, 2010 at 20:26
ha fatto bene saviano a pubblicare per mondadori, così appena hanno potuto i berlusconiani glielo hanno ricordato per chi lavora.
Agosto 30th, 2010 at 20:34
@ Giancarlo e questo ti pare un catalogo di un editore di destra?
http://www.einaudi.it/catalogo/(codMateria)/H./(searchSessionKey)/Economia%20Politica%20e%20Diritto/
Agosto 30th, 2010 at 21:16
@Federico: sai quanto mi importa di destra e sinistra.
Agosto 31st, 2010 at 07:11
Poiché la ripetono in tanti, rispondo alla domanda: perché mai un’impresa, se sa di non aver evaso il fisco, preferisce chiudere tutto pagando poco, anziché affrontare anche l’ultimo grado di giudizio, vincere, e non pagar nemmeno quel poco?
La domanda sembra sensata, e invece non lo è; perché non tiene conto di un costo del quale l’impresa tiene conto continuamente: il costo dell’incertezza e del rischio.
Mi spiego con un esempio. Immaginate di avere una piccola impresa. Immaginate di avere un vecchio contenzioso col fisco: un contenzioso nel quale, in coscienza, sapete di avere perfettamente ragione; e nel quale siete in grado di provare la vostra innocenza. Venite giudicati una volta: innocenti. Il fisco fa ricorso. Secondo giudizio: siete ancora innocenti. Il fisco fa ricorso ancora. Da quanto la causa è iniziata, sono passati più di dieci anni.
Il mercato nel quale si muove la vostra impresa è in veloce evoluzione. Ci sono imprese che non riescono a stare al passo con i tempi, e chiudono, o si riducono a posizioni marginali. La vostra impresa ha un’opportunità: può diventare partner di un’impresa molto “avanti”. Tuttavia, per entrare in quell’affare, dovete tirare fuori qualcosa come 100.000 euro. La vostra è un’azienda sana, sanissima, non è mai successo che dalla banca telefonassero per dirvi: “Dottore, c’è un problema”; ma 100.000 euro liquidi, sui due piedi, non li avete. Allora andate in banca.
In banca ricevono cortesemente, vi offrono il caffè, vi guardano il bilancio (che conoscono già benissimo), vi fanno tutte le domande del caso, eccetera, e a un certo punto salta fuori che avete quel contenzioso. Che era all’origine, mettiamo, su 20.000 euro; e poi, tra interessi e more e nn so che altro, è diventato il doppio: 40.000 euro.
“E’ un problema”, dice la banca.
“No”, dite voi. “Ho vinto nei primi due gradi di giudizio, vincerò anche nel terzo”.
“Non si sa mai”, dice la banca.
“Sono assolutamente sicuro di vincere”, dite voi.
“Quand’è che ci sarà la sentenza?”, dice la banca.
“Oh… Tra un anno e mezzo, probabilmente”, dite voi.
“Va bene”, dice allora la banca, sorridendo. “Facciamo così, dottore. Lei vinca la sua causa, poi torni, e le diamo subito i 100.000 euro”.
Un anno e mezzo dopo voi vincete la causa. L’affare di un anno e mezzo prima, nel frattempo, è sfumato. La vostra azienda ha già perso commesse. Avete già cominciato a licenziare. Eccetera.
Variante della storia:
“E’ un problema”, dice la banca.
“Non è un problema”, dite voi. “C’è questa sanatoria qui, vede? Ho tempo fino alla tal data. Basta che paghi il 5% di quanto chiesto dal fisco”.
“Perfetto”, dice la banca. “Ecco i 100.000 euro. Firmi qui”.
Agosto 31st, 2010 at 08:30
Sniff, la storia della povera piccola Mondadori vessata dal Fisco cattivo mi ha proprio commosso.
Agosto 31st, 2010 at 10:30
Shylock, si tratta solo di capire che “sanare” pur sapendo di aver ragione è un comportamento razionale; e che la spiegazione “Allora è vero che aveva evaso” non è necessaria.
Agosto 31st, 2010 at 11:33
benissimo.
allora arriviamo al dunque:
visto che il problema non è l’evasione/non evasione del fisco da parte della mondadori, lasciamo per un attimo perdere giannini e i pashdaran di repubblica e facciamo a mozzi la seguente domanda:
è giusto secondo lei lavorare per un editore che è in conflitto d’interesse in quanto anche capo del governo, e che per motivi politici legatri alla sua attività di governo (e non editoriali) può decidere di ridurre i gradi di libertà della propria casa editrice?
se domani la mondadori decidesse di non pubblicare il libro di un suo collega (cosa peraltro già accaduta) perché politicamente sgradito al berlusconi presidente del consiglio (non al berlusconi editore), lei mozzi che cosa farebbe?
visto che il conflitto di interessi di berlusconi esiste da 15 anni sono sicuro che mozzi si sarà fatto un’idea.
grazie.
Agosto 31st, 2010 at 12:07
Magari le banche funzionassero come sostiene Mozzi, che probabilmente non vive in Italia.
Agosto 31st, 2010 at 13:26
Mascia è un porello, il classico generale in cerca di un esercito… nel popolo viola l’han già mandato a cagare tutti, resiste sulla scena solo perché i media amici (Repubblica) gli danno spazio.
Agosto 31st, 2010 at 15:51
Un porello… l’han mandato a cagare tutti…
Auguro a tutti gli elettori e simpatizzanti dell’attuale governo un destino simile al suo, specie per quanto riguarda il manico di scopa…
(che poi magari, viste alcune facce di ministri e militanti, a loro piace…)
Agosto 31st, 2010 at 17:03
Si può anche scrivere una raccolta di fiabe sui contenziosi fiscali e sulla povera Mondadori che in coscienza sa di aver ragione (sigh..), ma rimane, come fa notare Carlo M, il lapalissiano conflitto di interessi.
Agosto 31st, 2010 at 22:33
Bah, la coerenza è bella però. Personalmente ho pubblicato (saggistica quindi forse è un po’ diverso) con tre editori: uno piccolo, Bonanno, uno medio, Franco Angeli, e uno grande, Einaudi. L’editore piccolo di fatto ha stampato, quello medio ha stampato (e rovinato i grafici), mentre quello grande mi ha dato un supporto di contenuti di altissimo livello. Pomeriggi a discutere con calma, suggerimenti sulla bibliografia ecc. Soldi pochi sempre, visibilità ben diverse. E poi … sì, quando entravo in quella stanza e vedevo in fila Calvino, Salinger, Bataille, Polanyi, Rossanda ecc. e pensavo alle tasche di Mister B. un po’ di schifo l’ho provato. Vi assicuro però che spero proprio di pubblicare ancora con Einaudi.
Settembre 1st, 2010 at 01:20
Frap ossessionatamente di domanda:
Se Mondadori ha già vinto in commissione tributaria i primi due gradi di giudizio ed è “a posto” ed ha ragione e non ha evaso affatto, perché dovrebbe versare anche un solo euro non dovuto?
RISPOSTA DI PDS: mai sentito parlare di spese collaterali?
Settembre 1st, 2010 at 13:03
[…] Via Mantellini. […]
Settembre 1st, 2010 at 17:05
Solo una cosa, a proposito di Mascia: non è detto che se una persona ha subito delle violenze, allora diventa automaticamente un genio o una persona affidabile.
Mascia ha subito violenze, e nonostante questo, per quanto mi riguarda, resta un personaggio che io considero ridicolo
Settembre 1st, 2010 at 18:20
Vero. Non è nemmeno detto che una persona, solo perchè divulga le sue illuminate opinioni online, non possa un giorno ritrovarsi con un manico di scopa infilato su per il culo – possibilmente il tutto ripreso e postato su Youtube, che nel 1994 non c’era, e così diventare molto, molto più ridicolo del povero Mascia…
Settembre 2nd, 2010 at 11:10
A Giancarlo: spiega dunque come funzionano le banche in Italia.
A Carlo M: qualunque proprietario di casa editrice può limitare i gradi di libertà della propria casa editrice. Qualunque proprietario di casa editrice evita di pubblicare libri che lo attaccano personalmente o che attaccano la casa editrice.
A Sascha: saresti disponibile a ficcare un manico di scopa nel culo a mia zia?
A Uix: Mondadori ha o non vinto, contro il Fisco, in due diversi gradi di giudizio? Se non credessi a queste sentenze, non dovrei credere nemmeno a quella (di primo grado) che condanna Fininvest a risarcire 750 milioni a Cir.
Settembre 2nd, 2010 at 11:57
@Mozzi: Fattelo spiegare da Tanzi come funzionano le banche in Italia. Oppure da Cragnotti, o se non ti fidi, chiedi a Fassino o a Bossi. Guarda, io non credo che tu debba lasciare Mondadori, ma per farlo non c’é bisogno di arrampicarsi sugli specchi. Per inciso, la vicenda Mondadori, Einaudi, Electa io l’ho vista da vicino con gli occhi di gente che ci lavorava dentro, se ne hai voglia ti racconto un sacco di fatti. Continua a lavorare per Mondadori, ne hai diritto, ma non ergerti a difensore della sua verginità che rischi di fare la fine del marito che spergiurava sull’onestà della moglie che intanto tutto il vicinato si trombava.
Settembre 2nd, 2010 at 18:32
@ Giuliomozzi
Se tua zia pensa che uno che se l’è preso veramente sia un ‘poveretto’, un ‘ridicolo’, che ‘non caga più nessuno’ – come è stato definito da alcuni esponenti del ‘popolo del Web’ – sì, perchè no? Magari, visto che si tratta di una signora, pago qualcuno perchè lo faccia al posto mio.
Settembre 2nd, 2010 at 18:38
Sascha, perdonami, ma il *popolo del Web* non esiste.
Settembre 2nd, 2010 at 19:01
Esiste, esiste…
(so che molti negano questo fatto con speciose motivazioni ma, si sa, ‘nessuno è buon giudice della propria causa’…)
Settembre 2nd, 2010 at 20:17
Io non penso che esista. Penso che sia un’invenzione di chi vuole rappresentare questo popolo che non esiste (di fatto, inventandosi un’etnia per avere legittimazione come portavoce) oppure di qualche giornalista ignorante e che non sa fare a meno di categorie e cliché.
Lietissimo di ascoltare il tuo argomentato dissenso.
Settembre 3rd, 2010 at 02:06
Orsù Mozzi non faccia finta di non capire. Mondadori si è avvalsa di un provvedimento che ha di fatto archiviato il contenzioso, quello che lei desume dalle vittorie nei primi due gradi è un suo personale atto di fede. Mondadori ha fatto una scelta e ne paga soprattutto in immagine. Ma non è questo il punto. Il problema è che un editore (barra politico barra imprenditore barra operaio) ha emanato delle leggi ad hoc che han favorito a più riprese la propria azienda. Non sarà una novità, ma la questione si è appena arricchita (è il caso di dirlo) di un pesante tassello. Se a Lei questa cosa sembra normale o non crea alcun disturbo, basta che dica “a me non importa”.
Settembre 3rd, 2010 at 10:36
@ Daniele Minotti
So bene che ‘popolo del Web’ è una goffa e ridicola invenzione giornalistica – la uso proprio per questo, come pure l’arcaico ‘internauta’ o il termine ‘surfare’, che ormai usa solo Baricco. Dalle mie parti lo chiamiamo ‘prendere per il culo’.
Però secondo me esiste un patrimonio di frasi fatte, luoghi comuni, slogan, pseudo-teorie, stili (lo ‘snark’ descritto da David Denby) e comportamenti, dentro e fuori la Rete, che sono patrimonio comune del ‘popolo del Web’, un gruppo umano che non coincide con tutti gli utenti della Rete ma ne costituisce il nocciolo duro, il fondamento, la base, il volano, la parte determinante – chiamiamolo come si vuole.
Quando Hobsbawm e Anderson parlano di ‘invenzione della tradizione’ e ‘comunità immaginate’ descrivono una realtà ma il fatto che le origini di un fenomeno siano inventate e menzognere non vuol dire che poi questo fenomeno non esista. Racconti alla gente che la Rete è il futuro, che porterò il Millennio sulla Terra, che chi vi ‘naviga’ è più intelligente, colto e sexy degli altri e la gente ci crede: ecco il ‘popolo del Web’.
Per quelli come me resta il divertimento da anziani di far notare che son tutte balle…
Settembre 3rd, 2010 at 10:53
caro mozzi,
non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
saluti
Settembre 3rd, 2010 at 13:15
Giancarlo, prendo atto che ti rifiuti di rispondere alla domanda. Ti riifuti perché non sei in grado di rispondere, o per altri motivi?. Prendo atto che ti proponi come testimone di qualcosa che hai visto peraltro con occhi non tuoi. Ti chiedo allora di testimoniare ciò che dici di poter testimoniare; e di farlo, come tutti i testimoni che vogliono essere credibili, esponendo nome e cognome.
Uix: io, per l’appunto, faccio un atto di fede. Mondadori ha vinto, e quindi credo che Mondadori non avesse evase le tasse. Così come Previti è stato condannato, e quindi credo che abbia effettivamente corrotto un giudice.
Dovrei regolarmi diversamente? Se sì, dimmi come.
Scrivi: “Il problema è che un editore […] ha emanato delle leggi ad hoc che han favorito a più riprese la propria azienda”. Appunto. Il punto è questo. Non l’evasione fiscale di cui tutti parlano e che, date le sentenze, non c’è.
Settembre 3rd, 2010 at 14:10
@Sascha
Poco sopra avevi detto che esisteva (non come mera invenzione linguistica, ovviamente).
Comunque, stiamo andando un po’ fuori tema rispetto all’argomento principale, peraltro sicuramente piu’ divertente… ;-)
Settembre 3rd, 2010 at 16:02
(Mondadori NON HA vinto. Una archiviazione e una assoluzione non sono sinonimi dal punto di vista giuridico. Il fatto stesso che abbia usufruito di una legge varata appositamente per essa non depone a suo favore).
Se un tennista ha appena vinto i primi due set ma egli stesso (fa anche da giudice di gara, quasi scordavo di dirlo) inventa una regola per cui il match può interrompersi se lui rinuncia ad un po’di posizioni nel ranking:
1) Non si può dire che abbia vinto
2) C’è un conflitto di interessi
I due punti sono strettamente correlati, e anche se si ignora il primo, il secondo solleva gli stessi identici dubbi, senza chissà quali questioni di lana caprina (o corde da racchetta).
Settembre 3rd, 2010 at 16:03
Il fatto che una cosa sia inventata non vuole dire che non sia realmente esistente o non produca degli effetti.
Il complotto mondiale ebraico non esisteva eppure, come saprai, ha prodotto effetti enormi e tragici. La Padania non è mai esistita ma condiziona la politica italiana da almeno 25 anni.
Il ‘popolo del Web’ non esisteva finchè non è stato definito e ora si comporta come se esistesse.
Settembre 4th, 2010 at 07:33
Insomma, Uix: “Repubblica” dice che per due volte, in due gradi di giudizio, un giudice ha stabilito che Mondadori non ha evaso il fisco.
“Il fatto stesso che abbia usufruito di una legge varata appositamente per essa non depone a suo favore”. Questo argomento è debolissimo, e poco sopra ho spiegato perché:
http://www.mantellini.it/?p=8389#comment-65135
L’attuale maggioranza ha approvato una leggina che indubbiamente fa comodo a un’azienda di proprietà del Capo (oltre che a molte altre, presumo), perché le ha permesso di chiudere un contenzioso che si trascinava da più di dieci anni; e chiudere un contenzioso è cosa sempre utile. Punto. Non è necessario – e, anzi, indebolisce il discorso – immaginare che l’azienda di proprietà del Capo, in due diversi gradi di giudizio risultata vincitrice contro il fisco, abbia in realtà evaso.
Faccio un esempio. Mia moglie mi tradisce con un uomo bellissimo. Io ho ottime ragioni per avercela con quest’uomo. Ma se dico che quest’uomo è brutto, ho torto. Se mi ostino a sostenere che è brutto, do adito al sospetto che il mio senso di realtà abbia qualche problema. E qualcuno, magari, potrebbe credere che il mio senso di realtà abbia qualche problema anche quando dico che mia moglie mi tradisce con quell’uomo…
Settembre 4th, 2010 at 09:57
Ma Lei si ostina a dare una valenza altra a qualcosa che dovrebbe averne solo dal punto di vista giuridico. E se dal punto di vista dell’informazione giornalistica possiam ricordare i primi due gradi di giudizio a favore, dal punto di vista giuridico Mondadori non ha dimostrato nulla. Il punto è che questa legge (e ne consegue queste dissertazioni sulla presunta evasione di Mondadori) è l’ennesimo topolino (pardon, ratto) partorito dalla montagna del conflitto di interessi. Insomma, se chi pubblica per Mondadori ritiene poca cosa la pagliuzza, può sempre esporre le proprie considerazioni sulla trave.