Nel weekend scorso ho visto No Direction Home, il documentario che Martin Scorsese ha tratto nel 2005 dal materiale raccolto dal manager di Bob Dylan Jeff Rosen. E’ un documentario molto lungo (quasi 3 ore e mezzo) che racconta la storia del primo Dylan, dal suo arrivo a NY nel 1960 al suo primo ritiro dalle scene nel 1966. Mi è piaciuto moltissimo e ve lo consiglio. Racconta, attraverso le parole di Dylan stesso gli accadimenti di quegli anni: ci sono gli ispiratori del suo periodo folk (Woody Guthrie, Pete Seeger), il suo rapporto con una bellissima Joan Baez (che intervistata a lungo non lo tratta esattamente con i guanti), fino alle violente contestazioni subite quando Dylan decise (giustamente) di passare ai set elettrici. E’ il racconto leggerissimo dell’enorme talento di un giovane formidabile autore, narciso ed antipatico, eletto a furor di popolo a rappresentare un movimento di protesta vastissimo che da Martin Luther King, (Dylan ventenne suonerà a Washington in occasione del famoso discorso di King “I have a dream”) arriva alle proteste per la guerra in Vietnam passando per la morte di Kennedy, senza che a lui – in fondo – importasse granchè.

5 commenti a “I difetti del formidabile genio”

  1. Valerio Fiandra dice:

    Molto d’accordo. Ci voleva Scorsese per raccontare , senza inutili interpretazioni, le molteplici identità di BD: tutte sono lui, lui non e’ nessuna di loro. Del resto, Jokerman…http://www.azlyrics.com/lyrics/bobdylan/jokerman.html

  2. Daniele Minotti dice:

    Provvedero’, grazie per la segnalazione.
    Ci sono storie bellissime in giro. Ma non so quanto vogliamo ascoltarle…

  3. daddah dice:

    Grande Mante…solo con 5 anni di ritardo! Permettimi di consigliare anche “I’m not there”. Non fosse altro per la meravigliosa interpretazione della Blanchet!

  4. lucio dice:

    Antipatico? Solo perché non è la figurina veltron-mollichiana che molti immaginano? Figurina che non è mai stato, basta ascoltare le canzoni.

    E comunque mi pare improbabile anche il Dylan cinico a cui si accenna nelle ultime righe del post: il fatto che si fosse allontanato dalle “topical songs” (nel 1964! ma molti ancora non se ne sono fatti una ragione) non significa che i “topics” gli fossero diventati indifferenti.

  5. lucio dice:

    Ah, senza che gli importasse di essere stato eletto a furor di popolo ecc… quello sì, sono d’accordo, avevo letto frettolosamente.