Mafe scrive una autorecensione del suo nuovo libro nella sua rubrica su Punto Informatico ed i commentatori di PI gridano allo scandalo. Mi chiedevo se esista un calvinismo digitale d’accatto per cui tutti noi ci offendiamo spesso e ben oltre il necessario per piccoli eventi che avremmo altrove considerato senza importanza o se davvero Internet sia il luogo della nuova inflessibile morale che tutti finalmente educa. Sempre a questo riguardo in questi giorni ci sono state inutili furibonde discussioni a margine di VS5. I temi sono i soliti: la grande telco che tutti corrompe, l’elenco impietoso degli “acquistati” da aggiungere al proprio libro nero, gli inni ad una necessaria verginità e scemenze simili. Quasi nessuno dei grandi critici a priori del libro di Mafe ha letto il libro o critica il libro, quasi nessuno dei tanti che ironizzano o si scagliano contro Venice Sessions (che e’ oggi, senza scherzi, il laboratorio culturale piu’ interessante di tutta le rete italiana) va oltre i lazzi sulle cene di gala o sulla presunta benevolenza di ritorno verso Telecom da parte degli invitati.
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Luglio 11th, 2010 at 08:37
Chissà poi uno come dovrebbe fare per raccontare un evento, se non ci è mai stato… palla di cristallo? :-)
Luglio 11th, 2010 at 08:48
Ciao Massimo, non mi sembra nè che ci sia molto da criticare nella simpatica autopresentazione di Mafe, nè che ci siano state grida di scandalo su PI – e sai bene che ci vuole poco perchè la gente si scandalizzi su PI. In altre parole, secondo me avresti potuto trovare una scusa migliore per parlare di questo libro (cosa che ovviamente è legittimissimo fare).
Luglio 11th, 2010 at 08:48
@galatea, ovviamente mi riferivo ai commenti del tuo post, non al post in se’…
Luglio 11th, 2010 at 09:08
Guarda Mantellini
penso che non ci sia nessuno scandalo nell’autorecensione
piuttosto se dovessimo parlare di scandalo, il vero scandalo
è pensare che esistano lettori che gridano allo scandalo.
Sono 27 commenti, prodotti da 4 persone in tutto, mi paiono un po’ pochi volendo prenderli come testimonianza della propria tesi no?
Stessa cosa per Venice Sessions: il problema non è Telecom, il problema è vedere gli occhi lucidi per il grande albergo o per la cena di gala. O per “il conosco chi, conosco quello, mi legge quell’altro”. Tanto sono provinciali le critiche, così poveretti sono i blog.
Tanto è triste, vecchia e noiosa la classe dei puristi del web che giustamente tu denunci, così amatoriale, precario, superficiale è il vostro lavoro sul web, soprattutto a eventi come le Venice Sessions.
Il Concierge che si stupisce “solo quella?”, la blogger che è tanto brava e stipa i sandali nella borsettina, venezia che cambia se prendi un taxi invece che un vaporetto….posso leggere ste stronzate tipo alice nel paese delle meraviglie che scopre il grande albergo? come fa sto substrato di banalità gratuite a diventare “critica”, come capisco da sto squarcio di nulla quotidiano a comprendere che le Venice Sessions sono “il miglior laboratorio culturare in italia” (<<<<<—-mantellini, davvero, ripigliati)?
Il dramma purtroppo è che nella rete italiana i commentatori, la gente che rompe le minchia nei forum, sono quelli di PI, gente triste che si nutre di briciole, e quando critica, critica la verginità o meno. Se cominciassero un giorno a entrare nei contenuti (e tengo a precisare che non è il caso di Mafe certamente) allora sarebbero cazzi per tutti. I commentatori che avete, Mantellini, li dovete adorare, benedire e coccolare perché sono incredibilmente stupidi e ingenui e solo mantenendoli così stupidi e ingenui potrete continuare a spargere e a spartirvi le vostre banalità quotidiane
Luglio 11th, 2010 at 09:12
>Il Concierge che si stupisce “solo quella?”, la blogger che è tanto brava e stipa i sandali nella borsettina, venezia che cambia se prendi un taxi invece che un vaporetto….posso leggere ste stronzate tipo alice nel paese delle meraviglie che scopre il grande albergo? come fa sto substrato di banalità gratuite a diventare “critica”, come capisco da sto squarcio di nulla quotidiano a comprendere che le Venice Sessions sono “il miglior laboratorio culturare in italia”.
Grande.
Luglio 11th, 2010 at 09:16
@enrico ti e’ andata male a poker stanotte? Perche’ mi pare che anche tu confonta il margine col centro.
Luglio 11th, 2010 at 09:19
No, Massimo, mi sembra che Enrico stia dicendo esattamente che il problema è il margine, ovvero gli invitati a Venezia…
Luglio 11th, 2010 at 09:21
[…] Il migliore commento di sempre sulle Venice Sessions – o VS5 ;-) tweetcount_url=’http://www.dotcoma.it/2010/07/11/picture-yourself-in-a-boat-on-a-river.html’;tweetcount_title=’Picture yourself in a boat on a river’;tweetcount_cnt=0; […]
Luglio 11th, 2010 at 09:22
Il mondo è pieno di frustrati. Il fatto che un autore presenti il suo libro non ha nulla di strano, si è sempre fatto e Mafe ha scritto una presentazione molto garbata. Peraltro anche le reazioni negative sono state pochissime e insignificanti.
Tutto sommato meglio Mafe che spiega cosa ha scritto rispetto ad altri che fanno un libro e inondano i social per mesi di messaggi con la foto di copertina prendendo scuse banali e puerili per parlarne.
Anche il problema dell’invitato è vecchio come la storia del giornalismo, io sono stato più volte attaccato da lettori che avevano saputo per esempio che qualcuno mi aveva invitato per esempio a Seattle, più che calvinismo è la tendenza dei frustrati a fare branco. Non è un fenomeno della rete, ma la rete lo amplifica.
La differenza tra un blogger e un giornalista è che un giornalista non racconterebbe l’evento come esperienza personale con alberghi e cene, anche perché l’interesse è minimo, ma parlerebbe solo dei contenuti.
Io trovo che in VS si faccia spesso l’errore, molto comune, di voler credere che tutto nasca dalla rete e per la rete. Un esempio per tutti l’intervento di Tombolini così raccontato nel sommario:
“Progettare il futuro rende necessario un cambio di paradigma: dall’industrial design, prescrittivo (dal designer alle persone), a un design che parta dalla fine, ossia dall’interazione con l’utente e dalle sue esigenze, per giungere alla definizione del prodotto”
Queste cose le raccontava Munari e prima di lui negli anni venti Gropius e compagnia del Bauhaus quando si diceva che per progettare la scrivania si parte dalla postura dell’utente e dal tipo di lavoro che ci si farà.
my 2c
bob
Luglio 11th, 2010 at 09:25
@massimo, non mi pare, e’ la solita dinamica vista mille volte che anche qui Enrico abilmente ripete: sostituire la sostanza con il folklore per poi affermare che la sostanza non c’e’.
Luglio 11th, 2010 at 09:27
secondo me Enrico dice che non c’è sostanza da parte degli invitati (di chi presenta, non lo so, non ne ho proprio idea).
Luglio 11th, 2010 at 09:28
E’ vero che dal Taxi Venezia cambia, diventa immensamente più brutta!
I veneziani prendono il Taxi per andare all’ospedale e la gondola il giorno del matrimonio e del funerale per andare a San Michele (a parte i tragheti ovviamente) e per il resto gambe o vaporetto…
E’ così che è bella Venezia!
bob
Luglio 11th, 2010 at 09:29
@mantellini Con tutta la simpatia che ho per Galatea, dove diavolo è la sostanza?
bob
Luglio 11th, 2010 at 09:36
@bob la sostanza e’ nella ricaduta sulle persone del’evento (comprese le migliaia che hanno seguito VS5 in streaming), il post di Galatea mi serviva per far capire quali sono le dinamiche che si sviluppano nei commenti).
Luglio 11th, 2010 at 09:48
il post di Galatea mi serviva per promuovere il libro qui in alto a destra. C’è niente di male.
Luglio 11th, 2010 at 09:56
Fantastico, il post di Galatea. Sembra la gita di classe di terza media.
Luglio 11th, 2010 at 10:29
Massimo, scusami, ma tu hai letto il libro di Mafe? Perchè non ci parli del libro, invece che parlarci di chi critica l’autopresentazione del libro fatta da Mafe?
Io ho come l’impressione che tu il libro non l’abbia letto, ma che dovendo fare un favore a un’amica…
Similmente, quelli che vanno alla “VS5”, perchè non parlano dei temi affrontati a Venezia, invece che parlare – loro! – delle cene di gala o dei taxi a Venezia?
Io ho come l’impressione che non abbiano un proprio parere sui temi – magari pure astrusi – di cui si dibatte…
Luglio 11th, 2010 at 10:58
@mante
sinceramente il tuo post non mi è piaciuto perché chiami in causa 4 commenti 4 per dimostrare una tesi. Commenti che se vai a rileggere sono cazzate che uno come te non dovrebbe nemmeno prendere in considerazione.
Quel lato del web dei puristi è morto, Massimo. E’ gente che si è ritirata, oppure è morta, oppure fa altro. 5 anni fa se Mafe avesse fatto un post del genere avrebbe generato 100 commenti in due minuti. Quell’aspetto del web è defunto da tempo, non so se sia un bene o un male. Ma l’importante è averne coscienza.
Quello a cui tu stai appellando non esiste: i commento sono ridicoli, pagliacciate, baggianate. Non oso minimamente pensare che li stai usando per fare una marketta a Mafe, non credo tu ne abbia bisogno (men che meno lei). Ma tra me e te quello che si sta occupando di “aspetti marginali” sei tu, se poi qualcuno ti taccia di usare sti aspetti per promuovere il libro, beh amico te la sei voluta ;)
Forse sai cosa? Ne abbiamo davvero il cazzo pieno dopo anni di “vorrei tanto essere Gonzo Journalism ma ci riesco davvero male”, forse è solo questo.
Luglio 11th, 2010 at 10:59
@massimo, suvvia cerca di ragionare, Mafe scrive un articolo dove racconta il suo libro ma i commentatori si concentrano sul fatto che sta facendo una presunta automarchetta, per VS5 è lo stesso, molti partecipanti parlano dei contenuti delle sessioni ed invece l’attenzione va a tutt’altro (a partire da un ironico post di Galatea che mi pare divertente e che invece tu canzoni come una idiozia). I post che stai commentando parla di questo. Se sei interessato a VS5 ci metterai poco a trovare contributi interessanti a margine dell’evento pubblicati in rete (ti consiglio quello di GBA). Personalmente trovo da tempo molto stimolanti le VS ma credo di non averne mai scritto estesamente. Avrei dovuto?
Quanto al libro di Mafe appena uscito non l’ho ancora letto (ce l’ho qui sulla scrivania) ma se pensi che la ragione di questo post sia fare un piacere ad una amica sei parecchio fuori strada e sei invece perfettamente compreso dentro la dietrologia da 4 soldi alla quale ormai siamo tutti abituati.
Se invece ti riferisci alla pubblicita’ su Manteblog, beh siamo una impresa che ama il rischio.
Luglio 11th, 2010 at 11:06
sì, Massimo, avresti dovuto.
Avresti dovuto dirci cosa trovi giusto o sbagliato degli interventi a cui hai assistito a Venezia, o dei libri che ti hanno invitato ma tieni sulla scrivania. Altrimenti, a che scopo ti invitano o ti mandano i libri, se non, di fatto, per chiederti una marchetta?
Luglio 11th, 2010 at 11:12
@tutti
io credo che “la gita di classe” sia un aspetto essenziale di questi eventi. E dev’essere raccontata.
Ma la modalità “Alice” è davvero la più infantile e addirittura pericolosa.
Vi faccio un esempio: da circa tre mesi mi occupo di editoria legata al mondo del poker. Lì c’è un lato prettamente tecnico e un forte lato di “costume”. Tradizionalmente gli articoli di tecnica sono separati dagli articoli di costume. Beh, la prima cosa che mi hanno chiesto è stata quella di unire nella scrittura questi due aspetti: mixando il bagaglio tecnico personale con il mio essere storicamente portato ad analizzare “le usanze e le tradizioni” degli ambienti che incontro.
Sembra che quando si parla e si scrive di eventi in Italia questo non sia possibile: sembra prevalga il “name dropping” (ho visto questo e quest’altro) oppure la borsetta che contiene tutto tipo Mary Poppins (darling, comprati un trolley su). Se questo è il contenuto, i commenti saranno di conseguenza: “le blogstar vanno in gita di classe e sono come le escort”
Luglio 11th, 2010 at 11:18
Elementare, Watson.
Luglio 11th, 2010 at 11:52
Ragazzi definire la cosa “il miglior laboratorio culturale d’Italia” a me sembra una assurda iperbole, il mondo non è la rete e la rete non è il mondo, la definizione pare un tantinello miope. Passare poi da “il migliore laboratorio culturale d’Italia” a ” “la gita di classe” sia un aspetto essenziale di questi eventi. E dev’essere raccontata.” mi pare demenziale.
Certo se qualcuno ha voglia di raccontare una gita va benissimo, ma francamente i racconti invece culturali sono molto pochi e frammentati.
bob
Luglio 11th, 2010 at 11:57
@dadda
l’aspetto socio-relazionale degli eventi è una delle chiavi di lettura dell’evento. Imho, irrinunciabile se ovviamente accompagna “le sessioni” e non diviene unico protagonista.
Luglio 11th, 2010 at 12:10
Siete quattro commentatori anche voi… cinque con me, adesso.
Luglio 11th, 2010 at 12:12
anche secondo me è importante. Serve, infatti, a far vedere che sono solo gite scolastiche, come il famoso bus di Wired a Roma e tutti in giro con l’iPhone, a far vedere che “il futuro siamo noi”…
Luglio 11th, 2010 at 12:15
@Andrea: LOL. E vedrai che, infatti, qualcuno su un qualche blog riprenderà questa cosa dicendo che mentre alcuni sono impegnati a scrivere il futuro tecnologico del Paese – invece di dimezzare le tariffe dell’Adsl – altri sono solo capaci di prendere in giro, invece di leggere l’importantissimo libro di X Y….
Luglio 11th, 2010 at 13:53
@dadda, perche’dici “miope”? Lo conosci? Hai altre idee da suggerirmi? Sarebbero benvenute ovviamente, io sono interessato allo sviluppo della rete in Italia e VS e’ il posto dove trovo ottimi stimoli al riguardo.
@EdTv l’aspetto socio relazionale a VS non e’ cosi’ importante semmai e’ vero il contrario, ne e’ ‘l’unica chiave di lettura, come dicevo nel post, per chi si occupa del margine
Luglio 11th, 2010 at 14:22
Ci sono blogger che sono già top, ma che devono ancora farsi le ossa nella “comunicazione” [cit. Dania – FF]
Due righe e poche semplici parole sono la sintesi migliore, imho, di quel che partorisce il “laboratorio culturale” di certa blogopallafintovip che gira attorno a eventi come VS5 e simili.
Che Galatea sapientemente (e sadicamente) bacchetta nel suo ironico post.
Quel Mix Essentials con buffet di pesce crudo, la “sporca trentina” di Sky e il badge violetto, il Blogging as a service e le altre provinciali minchiatine da “circolo degli eletti” che ritornano a periodiche ondate.
Una volta je bastava il buffet, mo’, Venezia o Catania che sia, ce vole perlomeno l’aereo, camera riservata chic e cena di gala: poi dice “c’è la crisi”.
Eh, signora mia, una volta qui era tutta campagna… :-D
Luglio 11th, 2010 at 15:26
@mante Trovo miope l’idea di definire una cosa del genere “il miglior laboratorio culturale d’Italia” perché in Italia di luoghi e gruppi dove si fa cultura ce ne sono altri, meno occasionali, magari non legati alla rete e definire quale sia IL migliore non credo sia tanto facile.
Ho seguito molto dell’evento in rete, alcuni interventi sono stati interessanti, altri, come segnalavo prima, molto meno proprio perché falsati da un ingiustificato sacro fuoco nei confronti della rete.
Come dici tu stesso è un luogo dedicato allo sviluppo della rete, componente certamente interessante della realtà, ma non certo esaustiva.
Molti dei “guru” che hanno parlato o partecipato, forse troppi, fanno infine parte della categoria dei guru autogenerati, esperti diventati tali non si sa bene come e perché http://robertodadda.blogspot.com/2010/02/il-guru-autogenerato.html .
Intendiamoci una iniziativa interessantissima, ma forse un poco sopravalutata da qualcuno.
bob
Luglio 11th, 2010 at 15:50
E pare che Telecom Italia stia per licenziare altre 3700 persone, ma poco importa.
Luglio 11th, 2010 at 15:55
@bob d’accordo su quasi tutto, osservo solo che la mia frase completa era “il laboratorio culturale piu’ interessante di tutta le rete italiana”.
Luglio 11th, 2010 at 16:51
> Quasi nessuno dei grandi critici a priori del libro di Mafe ha letto il libro
Minchia, e` difficile leggere 20 righe di blog di mafe senza cadere in coma e tu vuoi farci leggere un libro intero?!
L’espressione “il laboratorio culturale piu’ interessante di tutta le rete italiana” invece mi fa venire in mente quell’immagine sul correre alle Special Olympics.
Luglio 11th, 2010 at 16:56
eh, no. Tanto di cappello a chi le fa, le Special Olympics.
Luglio 11th, 2010 at 17:17
@mante Scusa massimo, avevo interpretato la parola rete non come Internet, ma come rete culturale italiana, chiedo venia.
bob
Luglio 11th, 2010 at 17:18
Io ho comperato questa mattina il volme di Mafe e ne ho lette una ottantina di pagine, mi pare molto ben fatto e credo lo adotterò l’anno prossimo per i miei studenti.
roberto
Luglio 11th, 2010 at 17:32
libro acquistato ieri e, in base alle pagine lette (circa metà), lo trovo mediocre. Scontato, pieno di giri di parole che rendono complessi anche i concetti più basilare, troppi scervellamenti per argomenti che forse andavano messi giù sul mordi e fuggi. Resta l’impressione che questo post sia più pubblicitario che altro, ma è spazio tuo e ci fai quel che vuoi.
Luglio 11th, 2010 at 20:02
avendo il blog down da una paio di mesetti questa volta sono riuscito ad incensare telecom solo minimamente e come meglio potevo con poche foto su flickr e qualche post sul thread unofficial dell’evento di gianluca neri
… e di questo mi duolgo molto perchè da sempre amo mangiare e dormire a spese dei potenti…
ma in considerazione che siamo solo alla 5 delle oltre 99 venice sessions previste da Telecom italia, credo nelle prossime sessioni ci sarà spazio per tutti gli altri blogger, anche per i meno meritevoli che potranno godere di questa incredibile esperienza …
Luglio 11th, 2010 at 20:09
ops dimenticavo il topic…
nonostante non sia poprio tanto allineato con mafe su varie cosucce, ma riconoscendole tanti meriti per la sua costante ed ultradecennale militanza ed impegno nell’affermare l’ambiente digitale in scettiche aziende, mi senbra veramente triste leggere gli attachi pedissequi e calvinisti che come al solito certificano l’invidia come propellente principale dei Social Network ed affini …
mafe fottitene che vai benissimo così !
Luglio 11th, 2010 at 22:31
…anche per i meno meritevoli… però, mi fa davvero scompisciare!
Ma meritevoli de che?
Ah già, che sbadato, dimenticavo i famosi “blogger di talento”…
Davvero un peccato, però, che alcuni di questi talentuosi abbiano poi chiuso il loro blog preferendo alla meditata e professionale riflessione del diario personale il libero cazzeggio su FF ed affini, scegliendo di mescolarsi così, indistintamente, in ambienti ove “l’invidia costituisce il propellente principale” (<<<<<— ficara, davvero, ripigliati ;-) ).
Luglio 11th, 2010 at 22:54
Devo dire che anch’io trovo l’idea del “blogger meritevole” di una idiozia quasi disarmante!
bob
Luglio 11th, 2010 at 23:04
@frap
@bob
Impossibile non appoggiarvela…
Dai, Ficara, prendila un po’ più bassa… :-)
Luglio 12th, 2010 at 05:24
voleva dire: “blogger meno meritevole di tramezzino”.
Luglio 12th, 2010 at 07:56
puff, che lettura lunga. massimo (mantellini), ho un paio di domande. piccole curiosita’, se ti va di rispondermi.
io credo che tu abbia ragione quando parli di ipertrofia del margine. personalmente, ho letto tutte queste discussioni sugli elementi “formali” (chiamiamoli cosi’) e solo un bel po’ dopo mi sono dato da fare e sono andato sul sito di VS, ho guardato molti filmati degli interventi, e li ho trovati quasi tutti molto significativi ed utili a avviare meditazioni e approfondimenti sulla “cosa” – quindi bravi, bel lavoro. perche’ non ho visto prima quel sito? certamente e’ colpa mia. pero’ massimo, ci deve essere qualche tipo di difetto di comunicazione, anche. ho cercato sul tuo blog i riferimenti a venice session e ho trovato molti post risalenti. curiosamente, in un vecchio post dove annunciavi che eri embeddato li’ (passami la parolaccia) proprio io ti lasciavo un commento sul tono “per me telecom resta quella dei call center che mi chiamano tre volte al giorno”. tu avevi risposto che e’ vero (anche) quello anche se, pero’, sebbene. va be’. sai cosa? e’ passato tantissimo da quel mio commento un po’ cazzaro, e non e’ cambiato niente. proprio niente. io, (come te, pero’, e questo non mi solleva) continuo ad avere a che fare con una telecom italia violenta, volgare, che mi tratta a pesci in faccia. scusa la durezza ma questa e’ la telecom italia che ci ciucciamo tutti. ecco perche’, alla prima occasione possibile, spaliamo tutta la M che ci riesce su una azienda cosi’. e questo a discapito persino di una roba interessante come VS. ecco, siamo incattiviti, e’ vero, ma ti chiedo: e’ solo colpa nostra?
Luglio 12th, 2010 at 21:23
@L1, no credo che non sia colpa tua/nostra, e credo che molte delle ataviche critiche verso Telecom abbiano solide giustificazioni. Ma quello che ho imparato io nel mio piccolissimo nell’ultimo paio d’anni su Telecom è che e’ una azienda impossibile da ridurre ad una sintesi, perche’ la’ dentro c’e’ di tutto. C’e’ per conto mio soprattutto, inedita, una scommessa recente per farne una azienda diversa dalla percezione di molti. Qualcosa forse si muove oggi in quella direzione. E’ del resto la mia maggiore curiosita’ da qualche tempo a questa parte: capire se esistano spazi di manovra concreti per mutare la Telecom che descrivi nella percezione dei suoi utenti attraverso fatti concreti. Vediamo che succede.
Luglio 12th, 2010 at 22:40
Il “qualcosa” che sicuramente si muoverà attraverso “fatti concreti” nel triennio 2010-2012 è costituito dai 6.822 esuberi programmati, di cui 3.700 entro il giugno 2011 (quelli annunciati l’altro giorno).
In pratica il 13% dell’attuale forza lavoro (53.000 persone).
Si parla inoltre dello “spostamento” di almeno 2mila informatici verso la controllata Ssc (che già vanta altri 645 esuberi) e di 7-8 mila addetti al customer-care verso altra controllata (Telecontact).
[fonte: IlFattoQuotidiano 10/07/2010]
Luglio 12th, 2010 at 22:52
@frap
Cosi’, per completezza, bisognerebbe anche ricordare che cosa ha detto il GIP di Milano giudicando Tavaroli, incidentalmente dicendo due *paroline* sui vertici TI…
Ma, certo, si tratta di sentenza di primo grado, dunque non ancora definitiva, dunque da accantonare sino a nova ordine (ma scommettiamo che diventera’ defintiva a breve?).
Vogliamo discernere veramente tra aziende evil e non evil?
Luglio 14th, 2010 at 06:45
[…] La dedica apposta in calce nella controcopertina è probabilmente uno dei più bei complimenti che abbia mai ricevuto disinteressatamente da una persona di cui ho stima ed inevitabilmente mi espone all’ipertrofia del margine. […]