Volevo fare la giornalista:
È andata così: ho trovato l’ennesimo annuncio, ho risposto, e il direttore mi ha chiesto di fare un servizio di prova. Sono andata a seguire un evento di cronaca bianca presso il Municipio di Roma, provvista di registratore e pc – il tutto acquistato ovviamente di tasca mia. Ho inviato l’articolo in redazione e il direttore è rimasto contento: “c’è qualcosa da migliorare”, mi ha detto, “però penso che tu possa imparare bene come si scrive di cronaca e politica”. Alla fine l’ho incontrato, il direttore: un ragazzo giovane, ben ammanicato in certi ambienti politici. Mi ha fatto un discorso che in parte capisco anche: per mantenere l’indipendenza del blog, ha rifiutato di avere qualsiasi finanziamento e adesso se la deve cavare con le sue forze. “Quindi, per la pratica da pubblicista non c’è problema, purtroppo però non posso pagarti. Facciamo così: io ti faccio le ritenute d’acconto, e tu mi dai i soldi per pagarle”.
Cosa avrei dovuto fare? Ho accettato. Non è che mi aspetti che cambi molto nella mia situazione, una volta diventata pubblicista. Il tesserino rappresenta più un punto saldo, un’ancora simbolica che voglio raggiungere come obiettivo personale. Nel frattempo mi guadagno da vivere come segretaria part-time o come hostess nei ricevimenti: ci sono mesi in cui non ho nessuna retribuzione. Ho, però, il supporto dei miei genitori che ovviamente sono preoccupati per il mio futuro.
(La repubblica degli stagisti, via Pier Luca Santoro su FF)
Aprile 28th, 2010 at 10:29
Io sono uno di questi che fa questa balorda vita. freelance ci chiamano.
ma è inutile che diciate che di queste storie ce ne sono a migliaia.
ce ne sono a milioni, di queste storie. nel mondo? No, solo in italia. milioni.
ragazzi, sveglia. stiamo navigando nella merda.
Aprile 28th, 2010 at 11:11
Ho amici che stanno cosi’ da anni, anche dopo aver conseguito l’ambito tesserino da pubblicista… ambizione che indirettamente rafforza l’idea che occorra un ordine dei giornalisti, e che permette poi ai mafiosi di denunciare gente come Pino Maniaci perche’ ha una piccola emittente ma non il tesserino… o uno che scrive sul blog senza nessuna velleita’ di professionismo e una volta nella vita scrive una cosa interessante…
Circolo vizioso che si ripete da… mmm… Gutemberg… perche’ ognuno di questi idioti di 25 anni hanno passato la prima parte della vita “dentro un enorme parco giochi” (U. Garimberti intervistato da Bonolis), in verticale sui propri studi specialistici, senza andarsi a cercare le evoluzioni che ci sono state in precedenza (ie: tutta la presa di coscienza della generazione-5-anni precedente, sulla scia dell’avvento dei blog come strumento facile ed economico per parlare in autonomia).
Aprile 28th, 2010 at 11:24
Sarebbe utilissimo sapere quale tipo di finanziamento il blog avrebbe potuto ottenere… Il tesserino in sé è utile: se uno è pubblicista può dirigere un giornale, altrimenti non può ed è stampa clandestina. L’Ordine serve evidentemente.
Aprile 28th, 2010 at 11:38
Nessun medico ordina a qualcuno di fare il giornalista. Tra tanti raccomandati, se poi uno ha talento viene fuori.
Detto questo, tanti si svegliano a 26-27 anni, dopo la laurea, senza nemmeno avere mai provato a fare qualcosa, che ne so, per una radio locale o un giornale, e… vogliono fare i giornalisti ed essere pagati, e bene, e subito, e avere il praticantato e il tesserino.
Dicono di saper scrivere (“so scrivere, dunque voglio fare il giornalista”), senza rendersi conto che nel giornalismo ciò che conta non è affatto la scrittura, bensi’ il trovare notizie. Non ho mai sentito uno di questo aspiranti dire: “Ho trovato questa ottima notizia, scarpinando per le vie della mia cittadina, e nessuno me l’ha pubblicata, e poi quest’altra e quest’altra ancora”. Invece, sento sempre dire: “Sono andato alla conferenza stampa per conto del giornale e mi hanno pagato il pezzo 20 euro”.
Aprile 28th, 2010 at 11:39
ma scusate, quel bel tipo, come si chiama, de benedetti qualchecosa, non vendeva le interviste farlocche a trenta euri l’una? vi pare normale?
Aprile 28th, 2010 at 12:05
La domanda da farsi è perché non aboliamo l’ordine dei giornalisti? E’ solo l’ennesima mafia. Tutti a parlare di libertà di stampa, ma poi se un comune cittadino vuole esercitare un suo diritto deve sottostare ai dictat dell’ennesima cosca.
Aprile 28th, 2010 at 12:55
Geniale: “Nessun medico ordina a qualcuno di fare il giornalista. Tra tanti raccomandati, se poi uno ha talento viene fuori.’
Aprile 28th, 2010 at 13:04
E comunque il reato di stampa clandestina è una cosa assurda, da ventennio
Aprile 28th, 2010 at 14:13
gianluigi: se ne può parlare. ma chiunque può pubblicare una notizia o essere assunto da un giornale senza essere iscritto all’ordine (non può dirigerlo, salvo alcuni casi, ma quello è un altro discorso).
esaù: è esattamente così, confermo.
Aprile 28th, 2010 at 14:17
@ dedi00: non vorrei essere frainteso. Volevo dire che nel giornalismo ovviamente ci sono molti raccomandati, ma c’e’ sempre una speranza, sia chiaro.
Aprile 28th, 2010 at 15:02
In questa storia qualche cosa non torna. L’Ordine per l’iscrizione come pubblicista chiede due anni di collaborazioni continuative pagate, vuole le fatture e la copia del 730 che dimostra che le hai dichiarate, come fa questa a diventare pubblicista se non la pagano?
Abolire l’ordine potrebbe anche essere un’idea, ma cosa cambierebbe? Toglieremmo l’unico ente che in qualche modo ci protegge e ci aiuta se abbiamo problemi.
bob
Aprile 28th, 2010 at 15:44
“Ci aiuta” a chi Roberto?Il sindacato, forse…
Aprile 28th, 2010 at 16:08
Non ho mai sentito uno di questo aspiranti dire: “Ho trovato questa ottima notizia, scarpinando per le vie della mia cittadina, e nessuno me l’ha pubblicata, e poi quest’altra e quest’altra ancora”. Invece, sento sempre dire: “Sono andato alla conferenza stampa per conto del giornale e mi hanno pagato il pezzo 20 euro”.
Eccomi, Esaù. Sono professionista, con tanti anni di mestiere sulla groppa e qualche bel colpo. Prevalentemente da freelance. Poi ho smesso. L’ultimo lavoro? L’anno scorso, La Stampa, mia inchiesta su due pagine con titolo in prima (non titoletto: titolo). Pagata 70 euro lordi.
Aprile 28th, 2010 at 16:12
@valentina. Be’, che cosa c’entri tu con una aspirante giornalista? Il tuo, semmai, è un altro problema, il problema di non avere purtroppo trovato un posto dopo tanti anni di professionismo, anche perche’ il “sistema assunzioni” nel giornalismo italiano è contorto e per molti versi assurdo.
Aprile 28th, 2010 at 17:40
Non ho capito una cosa: la pubblicazione di un post che appartiene a un feed privato su un blog liberamente accessibile mi auguro che avvenga previa autorizzazione dell’autore, giusto?
Aprile 28th, 2010 at 17:45
come non detto.
Aprile 28th, 2010 at 18:13
“un ragazzo giovane, ben ammanicato in certi ambienti politici” che “per mantenere l’indipendenza del blog, ha rifiutato di avere qualsiasi finanziamento e adesso se la deve cavare con le sue forze”
Sì, sì… e Biancaneve quando arriva, in questa favola?
:-)
Aprile 28th, 2010 at 18:25
@esaù metà dei giornali sono scritti da freelance o comunque gente che non ha un articolo1, e il mio problema non è stato non trovare un posto (!) ma farmi pagare il dovuto. gli aspiranti bravi li fanno fuori da piccoli, stavo cercando di spiegarti questo, forse è per quello che non li trovi. perché perseverare vuol dire sbattere contro il muro, quindi o ti accontenti di vedere la tua inchiesta in prima pagina e la sera vai a servire le pizze, o ti smazzi le conferenze stampa con meno rotture di palle possibili. il mercato attualmente è questo.
Aprile 28th, 2010 at 18:27
ps il posto ce l’ho e continuo a fare la giornalista, ma non per gli editori
Aprile 28th, 2010 at 19:47
scusate, ma io ho cominciato a scrivere per un giornale locale, e mi arrivano sia i pagamenti (un tot a cartella) che gli articoli pubblicati e sto facendo adesso domanda per diventare pubblicista…
sarei curioso di sapere quanti colloqui ha sostenuto e a quanti giornali la protagonista di questo articolo si sia rivolta!!
poi sono d’accordo sul fatto che i “giovani reporter” siano pagati pochissimo in relazione al loro impegno e alla loro passione.. ma da lì al fingere di ricevere pagamenti…. ce ne va
secondo me bisogna abbandonare l’idea che “tanto tuttiquelli che provano a fare il pubblicista sono così”, smettere di autocommiserarsi, non accettare situazioni degradanti della stessa professione di giornalista, e tirare fuori i denti.
Aprile 28th, 2010 at 22:22
@Valentina. Non ci siamo capiti. Il problema dei pezzi pagati poco c’è, purtroppo, ed è questione a parte, che non c’entra con il mio commento all’articolo-geremiade pubblicato da Mantellini riguardante un’aspirante giornalista che si affaccia ora al mestiere.
Ripeto: uno non può svegliarsi un giorno e dire ho sempre sognato di fare il giornalista e avanzare subito pretese e lamentarsi, come se fosse un diritto fare il giornalista, che non e’ affatto mestiere come tutti gli altri.
Tantissimi sono capaci di scrivere un articolo su un consiglio comunale, molti meno sanno cercare una notizia o addirittura capire che cos’e’ una notizia. Ancora di meno sono quelli disposti a fare qualche sacrificio e magari aspettare il consigliere a notte inoltrata dopo il consiglio, convincerlo a bere qualcosa e tirare fuori una notizia. La maggior parte dice: “Il pezzo ce l’ho già, che mi frega”.
Queste sono cose che si hanno dentro oppure si possono imparare, o affinare, con l’esperienza, con la gavetta, che molto spesso in questo mestiere e’ gratis, dunque farla in “età avanzata” può essere un problema.
Poi, certo, c’è anche il giornalista seduto, il deskista stanco, fondamentale in un giornale, ma anche lì, non è che uno si sveglia
e diventa deskista.
Tutto qua.
Aprile 29th, 2010 at 08:24
@esaù è il solito errore. pensare che prima ci sia una gavetta e poi il lavoro vero. una volta, certo. non è più così. i tanti annunci di lavoro “non possiamo offrire retribuzione ma la collaborazione sarà utile all’ottenimento del tesserino dell’Odg” (manco fosse roba loro), sono solo una faccetta della situazione, che coinvolge ormai tutti, dall’aspirante al professionista freelance, su su fino alle testate blasonate. Tu metti l’accento sugli aspiranti che la fanno facile, visto il post, io lo sposterei sull’insipienza degli editori, dell’odg e pure del sindacato, che produce questi mostri. Gli aspiranti buoni e cattivi ci siano sempre stati, ma ad ammazzare il mestiere non sono stati loro. Quello che leggi qui sopra è quello che ci resta, come direbbe Claudio Lolli.
ps Ettore Mo cominciò a fare il giornalista a 30 anni, senza neanche una laurea, cosa che l’allora direttore Spadolini non mancava mai di sottolineare (in negativo, lo dileggiava, un po’ come hai fatto tu).
A MatteDD il mio più grande in bocca al lupo.
Aprile 29th, 2010 at 09:20
Per uscire da questo guano occorre che ci prendiamo il coraggio a 4 mani e iniziamo a denunciare tutte le irregolarità senza paura: l’editoria “tradizionale” non è stata mai così debole come oggi
Aprile 29th, 2010 at 09:29
Concordo con Pasteris: cause a go go, l’unico linguaggio che alcuni editori capiscono. Questo mondo è pieno di banditi (guardate quello hanno combinato quelli de “Il Clandestino”, e ho passate esperienze anch’io con spaventosi service e false cooperative di giornalisti a Milano…) e vanno fermati. Perché va bene la deregulation, ma qui siamo oltre. E non è solo una questione etica, ma anche pratica. Quello che infatti molti giornalisti “privilegiati” non capiscono (parlo di quelli assunti regolarmente, e con buoni stipendi) è che l’erba cattiva scaccia sempre quella buona: quindi questo dumping professionale alla fine uccide anche quelli che si sentono belli tranquilli con il culo al caldo.
Aprile 29th, 2010 at 12:14
che avrei divuto fare?
Io ho mandato tutti a… e ho iniziato a studiare da programmatore.
Aprile 29th, 2010 at 12:51
Sono d’accordo sulle cause legali. Quando possibili. Perché a volte non lo sono. Da un lato perché il decadimento non è solo del mondo editoriale, ma dell’intero mercato del lavoro, come ben sappiamo tutti. Dall’altro perché le decisioni degli editori rispondono legittimamente alle leggi (scusate la ridondanza) di mercato, come nel caso dei freelance. E’ una faccenda complicata che va dal diritto costituzionale di espressione fino ai finanziamenti pubblici ai giornali, che non tengono conto del reale venduto figurarsi delle condotte sindacali. Purtroppo, al di là della legge, e dei nostri illuminati editori, va preso atto delle resistenze di una casta che tende ad autoproteggersi anche se ciò significa distruggere il mestiere, alla quale segue la reazione di chi finisce a definire privilegi anche i giusti diritti, dopo svariati anni di “gavetta” e camerierato. Non so se mi sono spiegata.
Aprile 29th, 2010 at 13:21
Lo so molti mi giudicheranno malissimo ed avranno ragione: ma, potrei avere il numero di questo direttore, vorrei accettare la proposta, potrei dargli qualcosa in più dei contributi e scrivere gratis. Almeno dopo il tesserino nessuno mi querelerà perchè non sono un giornalista e non ho diritto di scrivere, magari mi querelerà per altro però, forse, avrò l’Ordine e la Fnsi dalla mia e non è poco.
Aprile 29th, 2010 at 13:56
@tolardo tutti hanno diritto di scrivere, anche sui giornali, mica solo i giornalisti! se qualcuno ti fa causa è perché si ritiene diffamato da qualcosa che hai scritto e non solo odg e sindacato non servono a nulla in quei casi, ma se non sei assunto dal giornale ti paghi pure l’avvocato (anche se la causa dipende dalle foto e non dal testo, cioè da te ma dal giornale medesimo, ne ho una pendente da quattro anni grazie a D di Repubblica e m’arrangio).
stavi scherzando vero?
Aprile 29th, 2010 at 13:59
Eh eh, ne ho sentite anchio e vissute in prima persona.
So anche di noti professionisti a cui è stato proposto di scrivere articoli per 02 euro.
Questa è la nostra editoria…
Paolo
Aprile 29th, 2010 at 14:30
Ma basta, bisogna smetterla con i tesserini: pubblicista, professionista, odg… sono tutte parole che non hanno più senso, sono anacronistiche. E sarebbe bello che certi giornalisti affermati rinunciassero ai loro privilegi e uscissero dalla casta per dare un segnale forte. Si perché parliamoci chiaro, quella dei “giornalisti professionisti” è una super casta, altro che…
Aprile 29th, 2010 at 15:34
Valentina: non ci crederai e fortunatamente non sarai d’accordo ma è come ho detto: un grande professore di procedura civile non mi ha solo accusato di aver diffamato qualcuno(cosa legittima e anche possibile) ma, ha contestato, davanti ad un tribunale della repubblica, innanzitutto, e prima ancora proprio il fatto non essere un giornalista e pertanto di non aver titolo di scrivere su fatti e persone e, comunque, questo non mi dava garanzie ed era un’aggravante…..
Questa è l’Italia, bellezza e non ci puoi fare niente….
Aprile 29th, 2010 at 15:53
vabbe’ pier luigi, mica gliela avranno data vinta… su una cosa così il mio avvocato si sarebbe divertito da matti.
Aprile 29th, 2010 at 16:26
@Giacomo
D’accordo con te. Anche perché sono tanti ad essere contro. Pochissimi (uno solo a mia memoria) quelli che rinunciano al tesserino. Siamo in Italia d’altra parte.
Aprile 29th, 2010 at 18:54
Ringrazio il padrone di casa per aver ripreso il nostro articolo con la storia di “Franca”. Abbiamo pubblicato anche la storia di “Carlo” (http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/testimonianza-carlo-diventato-pubblicista-scrivendo-gratis-su-testata-giornalistica-aziendale), che ha una storia simile anche se per fortuna almeno lui non ha dovuto dare indietro all’editore i soldi delle ritenute d’acconto.
Con il nostro approfondimento sugli aspiranti pubblicisti sfruttati abbiamo voluto mettere sotto i riflettori il sottobosco di testate, spesso (ma non solo) molto piccole, che vivono letteralmente SULLE SPALLE degli aspiranti giornalisti, ottenendone lavoro giornalistico gratuito in cambio delle carte (false) per presentarsi all’odg e ottenere il tesserino.
@Esaù ha certamente ragione quando dice che a nessuno glielo ordina il dottore di fare il giornalista. Però è altrettanto vero che è immorale (e illegale) giocare con i sogni delle persone per ottenerne prestazioni professionali gratuite. A @MatteDD, invece, dico che ha avuto fortuna a trovare, al primo colpo, una testata giornalistica seria che retribuisce il suo lavoro regolarmente: ma che purtroppo questi casi “puliti” sono sempre più rari, tanto che gli stessi odg regionali si rendono conto del problema e cercano, come possono e spesso senza esito, di ostacolare le pratiche truffaldine. Ancora non basta, e troppi aspiranti giornalisti, spesso giovani come “Franca” e “Carlo”, ne fanno le spese. il nostro approfondimento è lì a dimostrarlo.
Per chi volesse leggere la posizione dei presidenti degli odg, e magari commentarla, il link è questo: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/articolo-finti-pubblicisti-contromisure-ordini
Un saluto a tutti,
Eleonora Voltolina
Aprile 29th, 2010 at 21:01
Paolo (rif. Aprile 28th, 2010 at 11:24), sei andato a pizzicare l’unica eccezione sensata all’idea di abolire l’ordine dei giornalisti (e non solo quello).
Tu sai bene come la penso per quelle 3 volte che ho mandato qualche scritto a PI… senza direttore editoriale che verifica avrei scritto almeno un paio di cazzate ad articolo… ma il direttore editoriale lo fa l’esperienza e l’autorevolezza riconosciuta da terzi… non il tesserino. Cioe’ se la persona che mi verifica e sistema i pezzi ha il tesserino e’ totalmente ininfluente… e l’etica professionale si puo’ insegnare/imparare stradafacendo… basta affiancarsi a persone capaci.
Sai cosa intoppa tutto? La gente come l’amico di famiglia che, con la compiacenza di un suo amico giornalista, apre una testata web scamuffa ma registrata, al solo fine di far prendere il tesserino a moglie e figlio…
Allora questi benedetti direttori editoriali – come qualunque altra categoria – invece di volerli col tesserino, vogliamoli con la testa sulle spalle.
Aprile 30th, 2010 at 08:43
@mfp
Parole sante Mik ;)
Aprile 30th, 2010 at 08:50
nelle situazioni poco simpatiche gli inglesi usano chiedersi “what’s good about it?”.Nothing,verrebbe da rispondersi.In realtà l’unica modalità antiemetica di vedere la cosa è considerare che non esistono incompatibilità tra la professione giornalistica e altri mestieri da espletare mentre si prova a dar voce ai fatti riletti alla luce delle proprie suggestioni
http://www.youtube.com/watch?v=UDgqIfHdOcI&NR=1
Aprile 30th, 2010 at 08:57
pda: parole laiche. Dure ma Giuste, come il Sgt. Hartman. :P
Secondo te perche’ ho firmato articoli solo su PI? Perche’ c’eri tu come direttore – e non smettero’ mai di ringraziarti per le cose che mi hai insegnato sul fronte giornalistico – e CreativeCommons.
diamonds: qualcuno l’ha chiamata “ecologia della mente”.
Aprile 30th, 2010 at 14:22
il problema non è solo del giornalismo, ma di tutta quella serie di lavori che la gente fa per “passione”, che porta ad accettare compromessi altrimenti non difendibili.
la ricerca accademica, ad esempio, ha lo stesso problema.
Aprile 30th, 2010 at 14:43
Alessandro, Il Problema e’, punto. Tanto per contestualizzare: Il Problema e’ di tutte le professioni: il carabiniere che ti pesta tanto per fare e tanto non vede nessuno? Il medico che si appiglia all’orario dell’ambulatorio pubblico per non curarti mentre tu ti senti di morire? L’avvocato che ti istiga a mentire al giudice per pararti il culo? Il problema e’ l’errore/dolo (tecnica giuridica: “l’errore esclude il dolo”), punto.
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