Sono dieci anni che Umberto Eco ci sfinisce con questa baggianata:


“Inoltre, non si sa mai se una notizia data su Internet sia vera o falsa. Non è così per i giornali o i libri, perché più o meno si sa che El Pais è una cosa e la ABC un’altra, che Le Figaro è ben distinto da Libèration. A seconda di quale giornale si acquista, si conosce quale sia la sua posizione, della quale ci si fida oppure no”.



Ora dalle pagine de El Pais la allunga anche agli spagnoli.

(via downloadblog)

15 commenti a “Web scemantico”

  1. Loris Costa dice:

    ma dove sta scritto poi che un giornale debba sempre avere una linea politica esclusiva non si capisce proprio. Forse perchè siamo abituati così (male) ma non perchè non sia possibile pensare ad una editoria plurale e indipendente (forse il web nel suo complesso). Detta da Eco…una sciocchezza colossale.

  2. Alberto dice:

    Che poi una cosa è la notizia (è morto tizio) e una cosa è il commento (il tizio che è morto era stronzo): e di solito i giornali che cita il vecchio Umberto distinguono le due cose (in Italia molto meno, ne converrete).
    Di tutta sta storia secondo me a quelli come Eco sfugge una cosa banalissima: le notizie, i commenti ecc. ecc. prima erano di carta e adesso sono anche su un altro supporto. Tutti qui, non mi pare complicato…

  3. diego ricci dice:

    Va beh, ma Eco non ha compreso lo spirito della Rete.
    E a questo punto non credo ci proverà nemmeno.

    Pazienza…

  4. L1 dice:

    eco e’ vecchio – come quelli al governo, del resto. non ha gran che da dire, che ci interessi.

  5. Marin Faliero dice:

    L’unanimismo è finito (e non lo dico io), degli intellettuali ottuagenari che sfornano sentenze ne ho piene le tasche. Per penitenza si legga tutto il ‘De contempu mundi’ di Bernardo Morliacense, che io ne ‘Il nome della rosa’ ho deliberatamente saltato

  6. Alto dilettantismo | Blogliedrico dice:

    […] si conosce quale sia la sua posizione, della quale ci si fida oppure no». [Umberto Eco. | Manteblog […]

  7. nicola dice:

    Come se di stupidaggini scritte su carta, anche da autorevoli esponenti del sapere, non sia pieno il mondo.

    In entrambi i casi (carta/web), per smascherare tali stupidaggini, si usa il cervello.

    Non mi sembra così difficile arrivarci…

  8. Paolo Sordi dice:

    A me sembra che il problema sia posto da Eco sia un altro, e cioè come facciamo a identificare la credibilità della voce che ci parla da un sito. A dispetto di molti siti (e blog) per i quali è trasparente la titolarità e la conseguente valutazione dell’attendibilità, ne esistono molti altri per i quali l’identificazione è più nebulosa. E magari alcuni di questi possono riportare notizie attendibili. Insomma, come dice Andreotti a Scalfari ne ‘Il divo’, la questione è più complicata.

  9. massimo mantellini dice:

    @paolo sordi, secondo me ci sono due questioni mescolate senza ragione: il vero-falso delle notizie e l’eventuale anonimato della fonte. Eco le mescola con grande superficialita’. E sono d’accordo, come direbbe Torriero, e’ molto piu’ complicato di cosi’.

  10. nicola dice:

    @Paolo Sordi
    Se dico cose interessanti che sia Albert Einstein o AnonimoPippo che differenza fa? Nessuna, voglio sperare.

    La novità del web è che la credibilità e la reputazione si guadagnano sul campo a prescindere dal nome della persona fisica che produce i contenuti. Anche un alias può avere la credibilità e la fiducia di un cattedratico qualsiasi. (Farà più fatica a guadagnarsela, ma questi non sono problemi che ci riguardano.)

    Per esercizio trovare nel web alias che hanno grande reputazione e credibilità (e che in alcuni casi hanno rivelato la propria identità a posteriori).

  11. maurizio dice:

    La frase riportata non ha alcun carattere di perentorietà. Un giudizio sulla ‘verità’ di certe affermazioni è più facile conoscendo la collocazione (il punto di vista) di chi le asserisce.

    Non mi sembra tutta questa baggianata.

  12. nicola dice:

    @maurizio
    Sapendo chi scrive è più facile prendere cantonate, vorrai dire. La guardia è abbassata, il nostro cervello si fida e quando la persona famosa si sbaglia (per dolo o colpa, non importa) noi tutti la seguiamo per un bel pezzo, prima di accorgerci dello sbaglio.

    Tra parentesi: accade anche per gli alias che hanno grande reputazione, che anche loro possono sbagliarsi.

    Credo che il web abbia rotto qualsiasi rete di protezione: solo la nostra intelligenza e la nostra capacità di mettere in relazione le conoscenze ci possono permettere di distinguere la pula dal grano. E solo la nostra onestà e la nostra dedizione ci permetteranno di essere credibili e avere una reputazione positiva.

  13. Paolo Sordi dice:

    @nicola
    se dici cose interessanti, vorrei conoscerti e sapere chi sei, anche per, direi, un principio di assunzione di responsabilità, che non credo sia da sottovalutare. La differenza che non c’è, io la vorrei trovare, per seguire il tuo esempio, tra Albert Einstein e il sig. Nessuno, non tra Einstein e un anonimo.

  14. maurizio dice:

    @nicola
    La velocità ha bisogno di fiducia. Se si ha tempo e voglia di faticare probabilmente si arriva a una qualche verità. Molto più semplice e veloce è fidarsi. Ma se debbo fidarmi di qualcuno voglio conoscere chi lo paga, se ha interessi, la collocazione politica e sul web spesso ciò non è dato sapere. Per la carta stampata i flitri sociali come li chiama Eco sono più evidenti.

  15. Lorenza L. dice:

    assolutamente in disaccordo. è gia capitato che anche tv e giornali diano notizie non veritiere, o perchè troppo di parte o per manipolazioni varie. certo su internet si può trovare di tutto, ma questo spinge ad informarsi presso più fonti e di conseguenza ampliare la conoscenza. è il progresso