Dalla scrivania di mia moglie:
“Hai fatto quel che certe donne hanno l’abitudine di fare, hai fabbricato una certa macchina della grandezza adatta a te, l’hai usata nello spazio del tuo sesso o in quello di una tua compagna e hai fornicato con altre donne cattive o altre con te, con questo strumento od altro? Oppure te ne sei servita per fornicare con te stessa? Oppure ancora hai fatto come quelle donne che per spegnere il desiderio che le tormenta si congiungono come se potessero accoppiarsi? Ti sei offerta a un animale e lo hai, con qualche artificio, provocato al coito? Hai assaggiato il seme del tuo uomo in modo che egli arda di maggior passione per te? Hai mai allo stesso scopo mescolato a quel che beve, a quel che mangia, diabolici e ripugnanti afrodisiaci, piccoli pesci che hai fatto marinare nel tuo grembo, il pane con l’impasto del quale hai massaggiato le tue natiche nude, oppure un po’ di sangue dei tuoi mestrui, oppure ancora un pizzico di cenere di un testicolo bruciato?”.
(parafrasi del penitenziale di Burcardo di Worms, tratto da “Duby, I peccati delle donne nel medioevo”)
Aprile 4th, 2010 at 17:15
Me cojoni! Sborone ste donne del medioevo!
Aprile 4th, 2010 at 19:28
Suvvia, chiedile di reperire anche l’interrogatorio per i maschietti.
Aprile 4th, 2010 at 21:28
Simpatico il confessore medievale… Non me ne sarei pensate piùdel 50%…
Aprile 4th, 2010 at 22:08
A proposito di sollazzi sessuali, non medievali ma del 1700:
http://astenio.blogspot.com/2010/03/4000-per-due-bigoloni-di-legno.html
Aprile 7th, 2010 at 15:43
Far marinare i pesci nel grembo… questa è da cucchiaio d’argento.