Il servizio fotografico con rimando in prima pagina sul Corriere della Sera di oggi sull’elefante morto nello Zimbabwe dà, per una volta, ad un quotidiano italiano un respiro internazionale. Bravi.
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Marzo 13th, 2010 at 11:21
“Come si mangia un elefante?”.
“Un pezzetto per volta”.
Come piraña nel fiume – come il maiale che non si butta via niente – e i cani, ce ne sarà pure per loro? – sushi con machete – la carne sarà ancora calda? – che gusto avrà da cruda? – chi si sarà aggiudicato il filetto e i tagli nobili? – possibile che non resti niente di niente sul terreno a spolpamento concluso?
Era il granaio d’Africa.
Ora “squadre di vecchi e bambini lungo le strade aspettano che i rari camion carichi di mais lascino giù qualche chicco. Anche i chicchi non digeriti che si trovano nello sterco degli animali vengono lavati e recuperati.”
http://archiviostorico.corriere.it/2009/giugno/20/Chipo_gli_altri_ragazzi_che_co_9_090620025.shtml
Marzo 13th, 2010 at 11:39
>Nello Zimbabwe si muore di fame,
e si ** magia ** l’elefante morto
Comunque almeno nel titolo
potrebbero evitare questi errori grossolani.
Apprezziamo l’impegno
ma il ragazzo potrebbe fare di piu’.
Marzo 13th, 2010 at 20:22
una foto raccapricciante. ho i brividi
Marzo 13th, 2010 at 21:18
In verità mi pare che quella foto sia solo raccapricciante. Degradante per quei poveri esseri umani costretti a procurarsi il cibo come le iene, degradante per quel povero animale il cui cadavere viene oltraggiato in tale barbaro modo, degradante per chi osserva la scena. A mio modesto parere il “respiro internazionale” non si misura con il metro di questa pornografia.
Marzo 14th, 2010 at 02:27
E quella folla sulla collinetta?
Seguendo il ragionamento di ottodixit, sono tutti morbosi guardoni di quella pornografia, probabilmente.
Solo che no, non è così.
Questa foto è esattamente il contrario di una foto pornografica. E’ bellissima, e non è raccappricciante, come dice Elena.
La foto di un BigMac è molto, molto più raccappricciante.
Pinco Pallino
Marzo 14th, 2010 at 09:10
Ma non è che la citazione di ieri dell’elefante nello Zimbabwe seriviva in qualche modo a “nascondere” ai motori di ricerca un’altra notizia di ieri nella quale era citato lo stato africano?
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/13/news/voglio_una_lettera_bloccate_tutto_e_a_santoro_per_te_una_multa_del_3_-2632567/index.html?ref=search
Marzo 14th, 2010 at 09:53
Guardatevi l’intero gallery e scoprirete che la gente sulla montagnetta ci sta perche’ c’è un’organizzazione del lavoro, un certo modo di fare le cose. E’ evidente che non è la prima volta che scuoiano un elefante. Buoni e seduti finche’ la fase di preparazione e il controllo di certe parti dell’animale non sia completato.
Mancano le donne che probabilmente la carne in Zimbabwe la vedono solo col cannocchiale. (Anzi sono loro la carne.)
Perche’ un elefante è una prelibatezza
e dove voi vedete miseria loro vedono un banchetto reale.
Sono veramente proteine reali.
Quanto alle reazioni superficiali ed emotive a me personalmente colpisce l’insetto e non il mammifero. Persino tra il bimbo cambogiano a caccia di topi e il bambino dello zimbabwe a caccia di termiti avrei dei dubbi. Il grande mammifero da qs punto di vista mi colpisce molto poco. Credo che farei zero fatica, se avessi la fame che hanno loro, a unirmi al banchetto.
Capretto a Pasqua?
Raccapricciamoci di meno.
Marzo 14th, 2010 at 09:55
@ottodixit
“degradante per quel povero animale il cui cadavere viene oltraggiato in tale barbaro modo ”
con il livello di fame che hanno sti poveri cristi
stai a pensare all’oltraggio del corpo dell’elefante?
ma come usate la vostra mente?
Marzo 14th, 2010 at 17:12
@ raxi
«Credo che farei zero fatica, se avessi la fame che hanno loro, a unirmi al banchetto.
Capretto a Pasqua?
Raccapricciamoci di meno.»
Completamente d’accordo.
A monte della fettina di manzo nel piatto di noi cittadini del «primo mondo» non c’è nientissimo di diverso, salvo il fatto che da noi chi smembra la bestia indossa un bel grembiule, non sta sulla sabbia sotto il sole, ed è pagato per farlo. E, soprattutto, chi poi mangia la fettina non assiste allo smembramento e non ha poi così tanta fame né così tanto bisogno di proteine.
A me personalmente dà fastidio veder affettare quell’elefante (che se non altro, a quanto posso capire, è vissuto tranquillo e libero e morto di morte naturale, al contrario dei nostri manzi) tanto fastidio quanto me ne darebbe vedere un macellaio nostrano all’opera su un manzo nostrano; ed è il motivo per cui sono vegetariana da ventisei anni.
Ciò nonostante non provo alcuno sdegno per le persone in quella foto, e sono certa che se fossi stata tra loro avrei fatto ben volentieri lo stesso, e sarebbe stata una giornata di giustificatissima festa.
Marzo 14th, 2010 at 22:14
Già, ma si dà il caso che quella foto sia stata scattata per – e venga fruita da – un universo di spettatori che non vive nella savana, non beve acqua dai pozzi, si oavfa ogni mattina con acqua abbondante e non è avvezza alla carne di elefante prelevata direttamente da una carogna.
Il solito trito discorso sulla carotina che grida anch’essa “ahi” quando l’addenti non può giustificare lo sguardo morboso
di chi si compiace ad osservare questo genere di immagini. E’ la brutalità e la violenza implicita che colpisce lo spettatore
di questa parte del mondo, ed è la stessa violenza riscontrabile nelle immagini pornografiche.
Questa foto è pari alle immagini, tanto per fare un esempio, del film Cannibal Holocaust dove una scimmia veniva decapitata
davanti alla macchina da presa di tale Ruggero Deodato, non a caso regista di altri film quali Gungala la pantera nuda. Certo, la
crudeltà è di questo mondo, volerla introdurre nei salotti buoni è una novità.
Marzo 14th, 2010 at 23:33
Boh, magari hai ragione tu ottodixit. Magari si dà il caso.
Nel qual caso, comunque, io vado direttamente a sedermi dalla parte del torto, visto che la parte della ragione è di già occupata da te.
Pinco Pallino.
Marzo 15th, 2010 at 10:33
@ annieblu grazie delle tue belle parole
@ pincop un saluto
@Ottodixit Gungala la pantera nuda?
Marzo 15th, 2010 at 12:58
ottodixit, invece degli elefanti va a ciapà i ratt.
Marzo 15th, 2010 at 16:08
@ -> raxi
Ecco, da Mymovies.it (rintracciabile facilmente in rete con uno strumento chiamato Google, si informi), l’abstract del film Gungala la pantera nuda: Grosso diamante rubato finisce nelle mani di bella selvaggia. Inutile tarzanata di riporto in chiave femminile. Il regista che ha firmato con lo pseudonimo R. Rockfeller è Ruggero Deodato Seguito di Gungala, la vergine della giungla.
@ -> Carlo M
La Sua dialettica è un ornamento adeguato per il lato oscuro di questo blog.
Marzo 16th, 2010 at 11:29
Il lato oscuro di questo blog? ma che stai a di’?
Marzo 17th, 2010 at 20:27
Peccato che Dissapore sia fermo ai box senno’ era utile vedere come si ragionava da quelle parti sulla stessa foto. Una cosa bella del ManteBar è che la porta è sempre aperta e non sai mica chi trovi. Che la “pazzia” finta e vera è una delle cose belle della vita. Ama l’Erasmo tuo come il Califfo nostro.
O saran forse “normali” quelli che dietro alla Mela
vanno come a una gonna impazziti?
R
I trogloditi elefantofagi all’elefante
tagliavano i tendini posteriori?
Che sembra facile mangiare elefante
ma amico prima dovere uccidere bestione