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Gen
Da ieri il Corriere della Sera costa il 20% in più. Un euro e 20. In prima pagina oggi c’è questo annuncio.
Siamo consapevoli di chiedere un sacrificio ai lettori e per spiegarne le ragioni, discutere di costi e qualità, resta aperto il filo diretto con il direttore (fdebortoli@corriere.it); tel. 02-62827507
Gennaio 3rd, 2010 at 19:57
Oramai i quotidiani di carta stanno facendo posto agli aggregatori di notizie soprattutto fra i più giovani. Fra i pro: la possibilità di scegliere fra varie fonti in modo da confrontare le notizie, l’aggiornamento con notizie fresche più volte nell’arco delle 24 ore, la possibilità di condividere le notizie più interessanti tramite i social network, e per ultimo ma non certo come importanza il fatto che tutto ciò sia gratuito.
I quotidiani cartacei secondo la mia opinione rimarrano come begli ed indelebili pezzi di storia nei nostri musei fra poche decine di anni.
Gennaio 3rd, 2010 at 20:01
x Matteo
…begli…?
Gennaio 3rd, 2010 at 20:27
Se se ne accorge Grillo so’ cazzi di Ferruccio…
Gennaio 3rd, 2010 at 21:47
…ehm… ho fatto delle ricerche.
Effettivamente, Il plurale di bello può essere bei, begli o belli. “Bei” si usa davanti alle consonanti. “Belli” si usa solo quando l’aggettivo plurale viene dopo il sostantivo o non lo precede immediatamente. “Begli” si usa davanti alle vocali, alla s impura, alla x, alla z e ai gruppi consonantici ps, pn, pg.
Ebbene sì. Anch’io ho commesso un errore. Non ho mai imparato bene l’uso della parola “begli”.
Sgrunt!
Gennaio 4th, 2010 at 01:53
begli sarà anche corretto ma è orrendo.
Gennaio 4th, 2010 at 01:54
quasi come l’eufonica che viene subito dopo
Gennaio 4th, 2010 at 06:49
Invece di discutere sul plurale di bello, qualcuno mi dica per favore che cosa gli ha risposto Ferruccio al telefono…
Gennaio 4th, 2010 at 07:58
Immagino che a quel numero risponda un direttore a progetto, pagato 4 euro lordi orari come di norma accade nei call-center italiani.
Così la discussione sui costi sì che potrebbe farsi interessante.
Gennaio 4th, 2010 at 08:15
Sono un fedele lettore, da anni, del Corriere; l’aumento del 20% in un momento in cui in Italia solo statali, parenti ed amici dei politici e politici stessi siano i soli a non risentire della crisi mi lascia interdetto. L’aumento c’è stato e, credo, non si tornerà indietro, però desidererei sapere perchè non sia possibile acquistare il quotidiano il giovedì e sabato pagando solo il prezzo del giornale e lasciando la facoltà al lettore di accollarsi, o meno, le dispense: LASCIATE, P.F., L’ACQUISTO DELLE STESSE, FACOLTATIVO! Grazie per lo spazio e desidererei una risposta in merito.
Paolo Giordano
Gennaio 4th, 2010 at 08:25
capisco il problema, ma sinceramente non mi tocca tantissimo. l’aumento di beni o servizi che non acquisto ormai da tempo non mi preoccupa. al contrario di quei beni o servizi che sono COSTRETTO a comprare/subire, tipo il canone RAI.
cio’ detto, adesso qualcuno per favore chiami quel numero, perche’ non reggo oltre l’attesa.
Gennaio 4th, 2010 at 11:01
cmq lodevole il tentativo di linea diretta
Gennaio 4th, 2010 at 12:25
Quando Il Riformista passò da 1 a 1,5 lo ricordate? Sono sempre dell’idea che la buona stampa si finanzia acquistandola e leggendola. Cmq è vero: indietro non si torna. Penso che Ferruccio dirà che era da anni che non c’erano adeguamenti…che le condizioni di mercato…che i costi di distribuzione…etcetra. Io dico questo: per leggere un giornale oggi bisogna avere tempo. La notizia si trova in rete, ma se davvero parliamo di approfondire allora ci vuole tempo. Quando si può leggere? Quando si viaggia, se lo si fa di mestiere o per interesse diretto. Per il resto si sfoglia al bar (dove peraltro va di più la stampa locale). Basta così? Sì, basta così
Gennaio 4th, 2010 at 12:33
vi dedico una vignetta sull’argomento.
http://4.bp.blogspot.com/_5WI71-11Q5w/S0HRonqyhKI/AAAAAAAAEVM/SDLlGAkERnc/s1600-h/aumenti.gif
Gennaio 4th, 2010 at 12:45
Secondo un comico, già adesso i giornali non vivrebbero se non fossero finanziati dallo Stato.
Secondo un comico, i quotidiani sono destinati all’estinzione, sostituiti da Internet et similia.
Ma cosa vuoi che ne capisca un comico?
Però già adesso si può leggere il Washington Post su Kindle.
Forse è solo una questione di tempo, aumentare il prezzo è solo un modo per prolungare l’agonia prima della scomparsa.
@Paolo:
Gli allegati dei quotidiani sono in realtà dei contenitori patinati di pubblicità. Penso quindi che quella pubblicità paghi anche il costo del quotidiano.
Gennaio 4th, 2010 at 12:53
[…] crisi? Pare di no. Pare che l’inflazione non sia mai stata così bassa (ma Il Corriere è appena aumentato del 20%). Pare inoltre che ci sia il tutto esaurito e che per i cenoni si sia […]
Gennaio 4th, 2010 at 13:04
Gentile Direttore,
pur comprendendo il suo argomentare, sarei curioso di conoscere a quanto siano ammontati i contributi pubblici di cui “Il Corriere” ha usufruito negli ultimi anni. Le sarei inoltre grato potesse spiegarmi perché – in certi giorni – non sia possibile acquistare “solo” il quotidiano, senza allegati, supplementi od altro…
Cordiali saluti ed auguri di un buon 2010
risposta, dopo 130 minuti: Le faccio rispondere, con i dai completi
Gennaio 4th, 2010 at 13:24
Sempre comodo e internettianamente corretto (peraltro ormai piuttosto déjà vu) insistere sulla morte dei giornali, il mitico Gruber qui citato come tutti i blogger attinge a piene mani anche ai giornali… vedi il suo post su Krugman, che l’articolo sullo yuan lo ha scritto sul New York Times…
Gennaio 4th, 2010 at 14:01
Insistere in questo modo sulla morte (o agonia) dei quotidiani è una specie di rito voodoo, come infilzare una bambolina uno spillo dopo l’altro. Spiace per chi ci spera tanto, ma non è che insistendo di più la cosa possa diventare più reale. Sempre di esoterismo si tratta.
Gennaio 4th, 2010 at 14:39
“le monde” costa 1 euro e 40, e il giovedì (con “le monde 2”) 2 euro e 50.
Gennaio 4th, 2010 at 15:11
Se un espresso al bar costa un euro, un quotidiano quanto dovrebbe costare? Spilorcetti eh.
Gennaio 4th, 2010 at 15:32
Non posso dire di aver gradito l’aumento del prezzo del quotidiano ad € 1,20; ma perchè debbo seguitare ad essere obbligato ad acquistare gli allegati del giovedì e sabato che non mi interessano anche perchè contngono, per la massima parte, pubblicità?
cordialità
Gennaio 4th, 2010 at 15:43
Pincopallino, non hai commesso alcun errore. ‘Begli’ si usa quando il nome a cui si riferisce inizia per vocale, s impura, x, z o con i gruppi consonantici ps, pn, pg. Il nome a cui l’aggettivo si riferisce nel messaggio di Matteo era ‘pezzi’, e ‘begli pezzi’ (a differenza di ‘begli occhi’) proprio non va.
Quanto alla questione sostanziale, a me pare che il problema non sia tanto che il giornale costa uno e venti, quanto che pagare uno e venti al giorno per leggere dei giornalisti genuflessi è un po’ troppo.
Gennaio 4th, 2010 at 15:53
Concordo con sandro, sulla qualità dei giornali italiani. In particolare ricordo Ferruccio De Bortoli incapace di incalzare il premier da Vespa, durante una delle tante autoassoluzioni televisive del suddetto(credo fosse in occasione del divorzio da Veronica). Non comprerei mai un giornale diretto da quel tipo di giornalista, nemmeno se costasse 0,01 centesimi.
C’è però da dire che non è da persone serie fare un aumento del 20% in una botta sola, mentre l’inflazione è ufficialmente a zero.
Tanto più in un periodo in cui le vendite di giornali non fanno che calare. E’ sostanzialmente un suicidio.
Gennaio 4th, 2010 at 16:28
sandro, begli si può riferire anche alla madonna, ma precede una vocale, ed è quello che conta secondo me – non è mica la concordanza di genere che è sbagliata.
“bei ed indelebili pezzi di storia” mi pare suoni bagliato, io nel mio piccolo avrei detto “belli e(d) indelebili pezzi” probabilmente, ma chissà.
Gennaio 4th, 2010 at 17:02
inflazione 0,8%, oggi, bankitalia (repubblica)
Gennaio 4th, 2010 at 17:09
Capisco che probabilmente si tratta solo
di una nicchia di mercato, ma sarebbe
stato un gesto interessante (ed in qualche
modo di alto valore simbolico) se, assieme
all’aumento di prezzo del cartaceo, De Bortoli
avesse annunciato l’allargamento della
disponibilita’ dell’edizione per Kindle del
suo giornale anche al di fuori degli Stati Uniti …
Gennaio 4th, 2010 at 21:00
La cosa che ad esempio lascia basiti è come ilSole24Ore (quotidiano economico-finanziario… sic!) e il Corsera abbiano potuto rilanciare la bufala ministeriale palesemente stratosferica dei 170 milioni di euro di indotto dei Buoni Vacanze (a partire da soli 5 di contributo) senza il benché minimo senso critico.
Se MVB avesse sparato 500 milioni se la sarebbero bevuta uguale, imho.
Ecco, a Ferruccio ci sarebbe da chiedergli, magari, perché si dovrebbe pagare il 20% in più per avere il cut&paste dei comunicati stampa governativi, fesserie comprese.
O no?
Gennaio 4th, 2010 at 21:37
facciamo un ragionamento più serio e contestualizzato, mi sa che stiamo perdendo per strada alcune voci di bilancio.
-personale: gestire un sito internet, a meno che non sia quello del ministero italia.fuffa, costa molte meno persone che far girare una rotativa dieci colori a solvente a stampare di notte.
-macchinari: per quanto di cui sopra, mantenere un dominio con un pò di giornalisti che possono tranquillamente lavorare con i loro computer da dove stracacchio vogliono, costa molto meno che tenersi un palazzo in via monte rosa (sole 24 ore)
fare una migrazione di questo tipo di struttura è ad oggi impossibile, come anche ridurre i volumi di stampato, poiché quanto di cui sopra deve essere pagato, altrimenti si fallisce (chi ritirerebbe i macchinari inutilizzati ed il personale in eccesso?).
purtroppo vige un altro problema, che è quello temporale e cioè diluire questo cambiamento nel tempo facendo si che la struttura ed il personale possa organizzarsi è ingestibile, per via anche di alcune leggi italiane poco chiare, se non truffaldine. basti pensare che molte società editrici, con numerose riviste a seguito, cercano di accorparsi tra di loro, proprio per fare più volume, cioè si va ancora nella direzione del numero, piuttosto che della diversificazione. l’ordine dall’alto è resistere, resistere, resistere e molte volte la pubblicità che voi vedete sul cartaceo è obbligata per poter usufruire di quella in rete, pena la chiusura di tutta la baracca.
ora come risolvere il problema? attuando una migrazione seria da un prodotto all’altro, facendolo pagare o no è da verificare, che comporterà sicuramente delle riduzioni di introiti, non che oggi siano così elevati visti i costi di gestione, ed una rivisitazione del prodotto finale che non potrà ovviamente essere così. tutto ciò è radicato soprattutto nel momento della stampa, eliminando la tecnologia attuale, solvente, passando a quella uv che comporta meno costi fissi e tecnologie e soprattutto ristrutturando pesantemente le politiche redazionali nel vendere la pubblicità e fare pubbliredazionali.
Gennaio 4th, 2010 at 22:02
E basta con ‘sta lagna dei giornali cartacei che non servono a nulla. Le cose migliori – riprese continuamente dai blog – sono sui giornali cartacei. Questa è una certezza.
Esempi?
Abbiamo dovuto aspettare l’uscita dei giornali per sapere chi fosse Susanna Maiolo, da dove venisse, chi fossero i suoi genitori eccetera: per due giorni, ho cercato sul web notizie su di lei e tutti riportavano la stessa agenzia della notte di Natale; un pezzo come quello di Paolo Rumiz ieri su Repubblica (nell’antro di Mauro Corona) ve lo scordate sui blog.
E poi, tutta la cronaca giudiziaria: dove la seguite se non comprate i giornali?
Questo per dire che sì, i giornali saranno elefanti, saranno spreconi, ma sono gli unici che possono permettersi di mandare giornalisti “sul posto”: e molti di questi giornalisti fanno bene il proprio lavoro. Io abolirei i telegiornali, non i giornali, ai quali – ripeto – i blog attingono ogni giorno.
Tanto che quando un blogger passa dai pixel all’inchiosto va in brodo di giuggiole anche se scrive banalità dalla poltrona di casa (dopo avere letto i giornali).
Gennaio 4th, 2010 at 22:41
Bah, a me questa sembra una discussioncina vana.
Il Corsera è aumentato di 20 centesimi, embè?
E noi dovremmo forse ora metterci a soppesare i pro e i contro di tale iniziativa del De Bortoli?
Dovremmo forse sviscerare il problema nelle sue intime pieghe fino a vedere la luce di un giudizio definitivo, ancorchè al di fuori dal merito della positività o negatività di tale giudizio stesso?
No, signori della corte. Non mi sottoporrò ad un simile fatuo esercizio mentale.
E colgo l’occasione per porre un quesito ben più sostanziale: se il primo intervenuto nella presente discussione avesse omesso la congiunzione “e”, avrebbe forse egli scritto “begli indelebili pezzi di storia”? Oppure avrebbe utilizzato la locuzione “belli indelebili pezzi di storia”?
Io propenderei per la prima ipotesi.
E nel caso in cui venga usata la congiunzione “e”, signori della corte, sarebbe più giusto dire “begli e indelebili pezzi di storia” oppure occorrerebbe ricorrere a “belli e indelebili pezzi di storia”?
Ebbene, io qui mi sbilancio esplicitamente a favore della seconda ipotesi.
Ma anche no…
Gennaio 4th, 2010 at 23:12
Io propendo per “degli indelebili pezzi di storia”, che una bellezza generalizzata mi pare francamente eccessiva.
Come le “poche decine di anni”, d’altra parte.
Temo saranno assai meno.
Gennaio 5th, 2010 at 08:29
Siamo “un paese in crisi” che spende miliardi di euro in gratta e vinci, in scommesse, in hold’em o in altre amenità, che affolla d’inverno località sciistiche dove si registrano aumenti anche del 20/30 % e poi si lamenta per 20 cent di aumento di un quotidiano che francamente vale l’euro e venti che costa.
Gennaio 5th, 2010 at 12:10
il giornale rimane senza dubbio un punto di riferimento, è facile attaccare quando sbagliano perchè qualcuno ci mette la faccia (direttore? il giornalista che fa l’articolo? il fotografo?… ) mentre su internet si può dire quello che si vuole ma al momento la qualità dei servizi che offrono news di qualità unicamente on-line almeno in italia siamo è un po’ ridicola la situazione. Gli unici che offrono servizi di un certo livello comunque sono servizi che fondano la loro economia sul cartaceo… questo vuol dire che i girnali devono solo imparare a sfruttare la rete, non a combatterla…
Gennaio 6th, 2010 at 08:55
ma se l’inflazione è pari allo zero e il giornale aumenta del 20%, in che paese viviamo?
Gennaio 6th, 2010 at 09:58
@giovanni, se il tuo gruppo editoriale nell’ultimo anno ha perso il 30% forse ha senso…
Gennaio 6th, 2010 at 17:17
La Stampa già l’aveva fatto quest’estate… uno dei rari casi in cui Torino arriva prima di Milano :-D
Gennaio 7th, 2010 at 02:37
VB non fare quello del partito dell’odio… con tutti questi campanilismi e divisioni… altrimenti poi ti tocca pagarmi per farti tirare una Mole in faccia per apparire come vittima agli occhi dei meno attenti (tranqui, ho un amico che ha una stampante 3d per la prototipazione rapida, me ne faccio fare una in silicone… cosi’ non ti fai male… tu pero’ rimedia un tecnico cinematografico per il trucco rapido, altrimenti poi le telecamere ci sputtanano). Non che abbia problemi a passare come world-wide-squilibrato… pero’… insomma, non voglio finire in galera (se paghi bene ci faccio cmq un pensierino, ma preferirei evitare)…